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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Le nuove

Sette Meraviglie del Mondo!

 

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7 - 7 - 07

 

Ciao, ragazzi!... Allora ci siamo!!!... Sono state proclamate le 7 meraviglie del mondo moderno,

e tra queste ce ne sono alcune votate anche da voi... Complimenti, ci avete visto lungo!!! Eccole!

 

La Maestra Cristina

 

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Le rovine di Chichén Itzá secondo Elena!

Le rovine di Chichén Itzá secondo Elena!

 

Chichén Itzá in foto (ma è più bello il disegno di Elena!)

Chichén Itzá in foto (ma è più bello il disegno di Elena!)

 

Importante sito archeologico messicano, nella parte settentrionale della penisola dello Yucatán; corrisponde a uno dei maggiori centri degli antichi Maya. Il nome, che significa bocca dei pozzi di Itzá, si deve alla tribù degli Itzá, qui stanziata, e ai pozzi naturali che, oltre a rifornire d'acqua la città, costituivano il fulcro della vita culturale e religiosa della comunità. Chichén Itzá fu fondata all'inizio del VI secolo, ma il suo declino iniziò già a partire dal 670. Ricostruita 300 anni dopo, quando tornarono gli Itzá, la città rifiorì come centro di cultura Maya; incrementò ulteriormente il suo sviluppo a partire dal XIII secolo e, dopo la conquista da parte dei Toltechi, fu abbandonata per circa un secolo, prima dell'arrivo degli Spagnoli.

Le rovine coprono un'area di circa 3 km2. Tra gli edifici principali si annovera la Grande Corte per il gioco della palla, costituita da due alti muri paralleli lunghi 83 m e distanti 36, su ciascuno dei quali, a 7 m dal suolo, si staglia un anello di pietra, fatto di due serpenti intrecciati: pare che fossero le porte in cui i giocatori dovevano lanciare una palla di gomma.

L'edificio più tipico è El Castillo, grande piramide alta 30 m, la cui base si estende per 0,4 ettari; le scalinate sui quattro lati portano al tempio di Kukulcan posto sulla sommità, all'interno del quale fu trovato un trono in forma di giaguaro forse appartenente a una struttura più antica. Altre importanti rovine sono il Cenote (pozzo) sacro, il Tempio dei Guerrieri e il Caracol, o torre rotonda, probabilmente una sorta di osservatorio astronomico.

Petra secondo Valentina!

Petra secondo Valentina!

 

Petra in foto (ma è più bello il disegno di Valentina!)

Petra in foto (ma è più bello il disegno di Valentina!)

Antica città nell'attuale Giordania sudoccidentale, a est del villaggio di Wadi Musa (Valle di Mosè), famosa per i suoi grandiosi resti di architettura rupestre. Il nome, in greco, significa Città di pietra. Tra il IV secolo a.C. e il II d.C. fu la capitale dei Nabatei e compare nella Bibbia come Sela (2 Re 14:7). La città è situata nella regione di Edom, tra il Mar Morto e il golfo di Aqaba, all'incrocio tra le importanti rotte carovaniere di collegamento tra Gaza, Damasco, Elat e il golfo Persico. Passata sotto il dominio romano nel 106 d.C. e annessa alla provincia dell'Arabia Petrea, Petra continuò a prosperare nel II e III secolo, avviandosi tuttavia verso il declino quando la rivale Palmira assorbì parte dei suoi traffici commerciali. Conquistata nel VII secolo dai musulmani e nel XII dai crociati, cadde progressivamente in rovina. Il sito, scoperto nel 1812 dall'esploratore svizzero Johann Burckhardt, testimonia la potenza, la ricchezza e la cultura dell'antica Petra. Una grandiosa fortezza è raggiungibile attraverso una stretta gola lastricata, lungo la quale correva un acquedotto; nella vallata vi sono monumenti scolpiti nella roccia – tra cui il Khazneh Firaoun, un tempo conosciuto come tesoreria dei faraoni – terme, archi e un teatro semicircolare con 3000 posti. Sulle colline sovrastanti si trova una serie di tombe scavate nella roccia rosata.

La statua del Cristo Re secondo Elena!

La statua del Cristo Re secondo Elena!

 

La statua del Cristo Re in foto (ma anche questa volta è più bello il disegno di Elena!)

La statua del Cristo Re in foto (ma anche questa volta è più bello il disegno di Elena!)

 

Rio de Janeiro, città del Brasile sudorientale, capitale dello stato omonimo, è situata nella baia di Guanabara, sull'oceano Atlantico. Seconda città del paese per numero di abitanti, è centro amministrativo, culturale e turistico di primaria importanza. Porto commerciale e nodo di comunicazioni, la città è il principale mercato della produzione agricola (caffè, tabacco, zucchero) degli stati limitrofi. Il settore dei servizi svolge un ruolo di rilievo nell'economia cittadina (banche, istituti finanziari), mentre l'industria locale è particolarmente attiva nei settori alimentare, tessile, chimico, cantieristico, dell'abbigliamento e dei mobili. Rinomata meta turistica, la città offre ai visitatori paesaggi naturali di straordinaria bellezza e accoglie ogni anno migliaia di persone in occasione del celebre carnevale di Rio. La città è stata la capitale del Brasile dal 1763 al 1960 (data in cui venne sostituita da Brasilia) e sorge in magnifica posizione, tra l'oceano e i rilievi interni della Serra Mantiqueira che, estendendosi in propaggini collinari dette morros, giunge sino all'Atlantico, movimentandone la costa. Il suggestivo profilo della baia è celebre in tutto il mondo, caratterizzato dai due pittoreschi rilievi chiamati Pan di Zucchero (Pão de Açucar) e monte Corcovado, sormontato dalla grande statua del Cristo re. L'attività commerciale della città gravita attorno all'Avenida Rio Branco e all'Avenida Presidente Vargas, mentre i maggiori distretti industriali sono situati nel settore settentrionale, dove si trovano anche le principali aree residenziali. I quartieri più prestigiosi sono Copacabana, Ipanema e Leblon, celebri per le spiagge esclusive. In netto contrasto con queste, sulle pendici delle colline si estendono le bidonville, localmente chiamate favelas, quartieri densamente popolati sorti senza alcun criterio urbanistico.

Le rovine di Machu Picchu, in Perù

Machu Picchu

 

Roccaforte Inca nelle Ande, a circa 80 km da Cuzco (Perù). Le rovine della città, situate a 2280 m d’altezza su un crinale sotto il quale scorre il fiume Urubamba, si estendono per 13 km2 e comprendono una serie di terrazze costruite intorno a una piazza centrale, collegate fra loro da numerose scalinate. La maggior parte degli edifici è costituita da case in pietra (oggi prive di tetto) composte da un solo vano e disposte intorno a cortili, mentre alcune costruzioni più grandi erano evidentemente usate per scopi religiosi e di osservazione astronomica; tutte appaiono caratterizzate da una notevole abilità di progettazione e da un fine lavoro artigianale.

La città fu scoperta nel 1911 dallo statunitense Hiram Bingham; non se ne trova menzione negli scritti dei conquistadores spagnoli, ed è incerto il periodo in cui fu abitata. Bingham riteneva che Machu Picchu fosse l'ultimo rifugio degli Inca fuggiti da Cuzco all'arrivo degli Spagnoli, ma non vi sono elementi a conferma della sua ipotesi.

La Grande Muraglia cinese

La Grande Muraglia

 

La Grande Muraglia è una fortificazione che si snoda per circa 6000 km nella zona settentrionale e nordoccidentale della Cina, da Qinhuangdao, sul golfo di Bo Hai, a est, fino alle vicinanze di Gaodai, nella provincia del Gansu, a ovest, con una ramificazione interna che corre verso sud dalle vicinanze di Pechino fino quasi a Handan. È l'unica costruzione dell'uomo visibile dallo spazio. La porzione più estesa fu eretta da Shi Huangdi, primo imperatore della dinastia Ch'in, come difesa contro le incursioni delle popolazioni nomadi provenienti dalle steppe del Nord. Si lavorò sistematicamente alla costruzione a partire dal 220 ca. a.C., dopo che Shi Huangdi ebbe unificato la Cina sotto il proprio potere. Fortificazioni minori, probabilmente, erano già state erette, ma si pensa che durante il regno di Shi Huangdi ne siano stati edificati circa 2000 km. Non è certo tuttavia se l'antica Muraglia fosse già una singola e uniforme fortificazione. Nei secoli seguenti, specie durante la dinastia Ming, si riedificarono in muratura i precedenti terrapieni e la Muraglia fu estesa, seguendo il corso dei fiumi e conformandosi al profilo delle montagne e delle vallate. La Muraglia è costituita di terra e pietra, con parti ricoperte di mattoni nella zona orientale; la sua larghezza varia: dai 5-10 m della base diminuisce gradatamente fino a 4 m circa sulla sommità; l'altezza ha una media di 8 m, escludendo i parapetti merlati. Ogni 180 m circa sono collocate delle torri di guardia alte più o meno 12 m. Nella zona orientale, per molte centinaia di chilometri, la fortificazione è rimasta intatta.

Il Taj Mahal, in India

Il Taj Mahal

Famoso monumento antico dell'India, situato ad Agra, splendido esempio dell'arte Moghul. Fu edificato dall'imperatore Shah Jahan come mausoleo per la moglie Arjumand Banu Bagam, meglio nota come Mumtaz Mahal (la preferita del Palazzo). I lavori per la costruzione durarono vent'anni (1632-1653) e richiesero l’opera di circa 20.000 uomini; riccamente decorato con iscrizioni ricavate dal Corano e con rilievi scolpiti, il Taj Mahal si leva imponente fino a un’altezza di 73 m (con la cupola) su una piattaforma quadrata, delimitata agli angoli da quattro minareti. I giardini antistanti la tomba, ai quali si accede attraverso un'imponente cancellata, si estendono su una superficie di 304 x 580 metri, e ospitano al centro una grande vasca: al loro interno si trovano anche gli edifici gemelli in arenaria rossa della moschea e del cosiddetto jawab, di significato controverso (attualmente si pensa che assolva semplicemente alla funzione di equilibrare l'intero complesso). I cenotafi di Mumtaz Mahal e Shah Jahan, morto nel 1666, accuratamente scolpiti e abbelliti da una cornice di marmo intarsiato con pietre semipreziose incastonate, sono collocati in una sala ottagonale al centro del mausoleo. L'autore del Taj Mahal non è noto: alcuni studiosi hanno tuttavia ipotizzato che fosse un architetto persiano o turco.

Il Colosseo secondo Alessandra, meglio dell'originale!

Il Colosseo secondo Alessandra, meglio dell'originale!

L'anfiteatro Flavio di Roma, fatto erigere da Vespasiano a partire dal 75 d.C. nel luogo dove un tempo era il lago della Domus Aurea di Nerone e inaugurato da Tito nell'80 con oltre tre mesi di giochi e cerimonie pubbliche. L'edificio fu completato nella parte superiore da Domiziano e restaurato da Alessandro Severo, che rifece il colonnato della summa cavea. Il nome Colosseo si affermò durante il Medioevo, derivato forse dal colosso di Nerone, una statua alta più di 30 m posta nelle vicinanze. Edificato per ospitare i combattimenti fra gladiatori e le lotte (o cacce, dette venationes) tra uomini e animali feroci, ma anche, secondo una tradizione ora da molti considerata infondata, luogo del martirio di molti cristiani, l'anfiteatro, il cui diametro maggiore misura 188 m e quello minore 156, poteva accogliere circa 50.000 spettatori distribuiti in tre ordini di gradinate: proteggeva il pubblico dal sole un grande velario mobile, tirato su una struttura a travi che poggiava sulle mensole dell'ultimo piano della costruzione. La facciata, alta più di 48 m, era scandita in tre ordini di arcate più un quarto livello con finestre: in origine, ognuno degli archi incorniciava una statua in marmo raffigurante una divinità o un personaggio importante. Attorno all'arena ellittica, che poteva anche essere inondata d'acqua per le simulazioni di battaglie navali, due palchi erano riservati rispettivamente alla famiglia imperiale e alle vestali. Gli scavi hanno rivelato l'eccezionale solidità delle fondazioni, costituite da uno strato di pozzolana (bitume fatto con sabbia di origine vulcanica) spesso 7,5 m e da muri circolari in tufo, e articolate in un complesso sistema di piccole cupole che sostengono i corridoi e le gradinate. I sotterranei sono attraversati da passaggi coperti, spesso collegati tra loro da montacarichi destinati a sollevare le bestie. Uno dei corridoi comunicava direttamente con la vicina caserma dei gladiatori, detta Ludus Magnus. Nel 404 l'imperatore Onorio abolì con un decreto i ludi dei gladiatori, mentre i combattimenti con le fiere pare abbiano continuato a svolgersi fino al VI secolo. Tre terremoti, precisamente nel 442, nel 508 e nell’841, provocarono crolli nella struttura, danneggiando soprattutto la facciata in travertino; al degrado naturale si aggiunse l'incuria dei papi, che fecero spogliare il monumento dei suoi marmi per abbellire i propri palazzi e le residenze dell'aristocrazia romana.

Ma bellissimi, naturalmente, anche i disegni delle Meraviglie che non hanno vinto!

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HAGIA SOPHIA, di Anthony

HAGIA SOPHIA, di Anthony

SIDNEY OPERA HOUSE, di Manuel

SIDNEY OPERA HOUSE, di Manuel

TIMBUCTU, di Matteo

TIMBUCTU, di Matteo

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