ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

per Amore di Anticoli

 

sei domande sul nostro Futuro

 

ai signori Laura Amicone, Marco Calderari, Manuel Carrera, Anna D’Incalci, Fernando Espositi, Giovanni Gaudenzi, Angelo Iacovelli, Vittorio Meddi, Marco Occhigrossi, Francesco Putignani, Piero Splendori

e a tutti i Cittadini di Anticoli Corrado che a esse vorranno rispondere

 

Come mai i primi undici intervistati sono proprio quelli e non altri? Clicca qui e lo saprai!

 

Ha inoltre risposto: Antonietta Starnati

 

Home     Clicca qui per visualizzare il quadro d’insieme di tutte le risposte pervenute

Marco Calderari

Ingegnere, Capogruppo dell’Opposizione nel Consiglio Comunale di Anticoli Corrado

 

 

Per Amore di Anticoli

 

(Clicca qui per scaricare il testo di Marco Calderari in formato .pdf)

 

Egregio professore, le “confido” di essere inizialmente rimasto perplesso dal suo invito a rispondere alle domande che lei, comunque e come al suo solito, ha posto appassionatamente e sapientemente in maniera precisa e puntuale.

Conoscendola, per quello che scrive e per i suoi pensieri pubblici, spesso da me apprezzati, a volte criticati, altre non condivisi, ma sempre ritenuti molto interessanti ed intelligenti e utili al dialogo, non penso sia stato il caso ad averle fatto scegliere le undici persone alle quali fare la sua “intervista”. Sono rimasto comunque lusingato per essere stato scelto ed inserito nel campione di persone, sicuramente molto più rappresentative di me.

Il particolare riguardo che mi ha riservato e la possibilità di poter condividere con altri cittadini considerazioni, aspirazioni, aspettative che personalmente coltivo per questo nostro Anticoli, mi hanno entusiasmato e mi appresto a rispondere a questa “chiamata”. Consapevole che le nostre opinioni saranno comunque attentamente valutate da tutti gli Anticolani.

I temi trattati sono interessanti ed allo stesso tempo abbracciano problematiche difficilmente affrontabili e/o risolvibili in un ambito ristretto o a livello campanilistico. È sicuramente necessaria una consapevolezza e una presa di coscienza collettiva, penso di tutte le popolazioni della Valle dell’Aniene, per creare una forza comune, tale da affrontare le nuove sfide degli anni futuri, alle quali saremo chiamati a sostenere le nostre ragioni con ancora più intensità che in passato.

Gli stravolgimenti politici ma ancor più socio-culturali avvenuti in questi ultimi anni, ci hanno insegnato che nessuno è immune ai mali che affliggono le grandi e piccole società, fino ad arrivare a contagiare anche le nostre realtà, così distanti dai grandi agglomerati da non poterne usufruire i benefici dei servizi offerti ma tanto vicine da subirne gli effetti negativi.

Tenterò di rispondere in maniera chiara alle domande, sperando di essere solo uno degli Anticolani che vorranno partecipare a qualsiasi titolo alla discussione magari generata da questi nostri interventi, probabilmente non univoci, magari discordanti o addirittura opposti, data la diversa cultura, opinione politica o condizione sociale degli intervistati. Resta il fatto che comunque sarà un momento di incontro e scambio di opinioni sul futuro di Anticoli.

 

1. Quali sono, a suo giudizio, i principali problemi economici e/o culturali e/o morali e civili di Anticoli Corrado, e quali soluzioni proporrebbe a tali problemi?

 

Il problema principale, ritengo, riguarda le possibilità di lavoro, per i giovani ma anche meno giovani. Il lavoro, l’elemento essenziale che concorre allo sviluppo dell’economia di una nazione, ma che parte dalla crescita di ogni singolo individuo, di ogni piccolo paese.

In generale si può affermare che un po’ tutti i paesi della nostra Valle soffrono di situazioni di disagio economico, in alcuni casi anche estremo.

Ad Anticoli conosco personalmente realtà familiari con difficoltà, anche gravi, ma che vivono questa loro situazione in maniera dignitosa, stando attente ogni giorno a come gestire le poche risorse a disposizione.

Negli anni passati la soluzione al problema veniva inizialmente affidata al pendolarismo; grandi sacrifici giornalieri da parte di quegli operai che lasciavano il paese la mattina prestissimo, già allora, con le “corriere” non molto comode, per ritornare a ora tarda dalle loro famiglie dopo aver “costruito un pezzetto di Roma”.

Successivamente il trasferimento ha riguardato le famiglie di quegli stessi operai, che si sono insediate nelle periferie della Capitale lungo le direttrici delle grandi “statali” Tiburtina, Prenestina, Casilina, depauperando purtroppo il paese da quella parte di popolazione più giovane e più importante per lo sviluppo di Anticoli.

Ed è proprio l’impoverimento culturale, non solo economico, del nostro territorio che ha contribuito alla fortuna della grande Roma, la grande mamma che si è avvalsa delle migliori forze fisiche e intellettive dei nostri paesani migrati.

Noi eravamo abituati alle manifestazioni culturali, alla presenza di grandi artisti, ai cineforum dell’associazione culturale, rappresentata da personalità di indubbio valore artistico-culturale, già negli anni ’50 ma ancor più negli anni ’60 e ’70, fino ad arrivare al momento in cui l’ascesa “intellettuale” della nostra popolazione ha lasciato il posto all’apatia generale dei cittadini, privi della guida fondamentale di chi fino allora era stato propositivo e che poi aveva rinunciato per varie ragioni, non ultima il “rigetto” che c’è stato, anche nei confronti di grandi personalità, da parte delle amministrazioni che si sono succedute, poco attente a quanto stavano distruggendo. Certo il discorso è sicuramente più ampio e complesso e non può essere esaustivamente trattato in queste poche righe, che possono comunque essere spunto di riflessione.

Questo ed altri problemi, piccoli e grandi, sono convinto però che non abbiano comportato un decadimento morale e civile della popolazione anticolana. Anzi: in una fase storica come quella odierna, in cui il grado di moralità e civiltà di un popolo, o per meglio dire della politica, o meglio ancora dei politici che ci governano, non è al massimo, i nostri cittadini coltivano ancora gli insegnamenti di moralità e di rispetto verso il prossimo ricevuti dai nostri padri.

Non dimentichiamoci, inoltre, che ad Anticoli esistono varie realtà associative che, proprio per le loro attività, contribuiscono alla socializzazione, condivisione e partecipazione, degli appartenenti e dei cittadini tutti, almeno ad una parte della vita collettiva.

Penso che è senz’altro compito, poi, di chi amministra un paese, fare propri questi insegnamenti e metterli in pratica, memorizzando una sorta di decalogo indirizzato alla solidarietà, all’attenzione, alla comprensione delle problematiche di ogni cittadino, come farebbe un buon padre di famiglia nei confronti dei propri figli.

Per quanto riguarda il lavoro, la problematica non è di semplice soluzione e soprattutto la ritengo irrisolvibile a livello di singolo paese: l’intera nostra Valle è attanagliata da questa malattia e soltanto un’unione di intenti degli amministratori potrà, insieme ad una presa di coscienza generale, sortire qualche effetto, facendo leva sulle (si spera) nuove sensibilità degli enti sovracomunali (Città Metropolitana, Regione Lazio). Soprattutto c’è bisogno di rimboccarsi le maniche e cominciare a valorizzare quello che di buono ci offre questo nostro territorio: ambiente, cultura, storia.

Per quanto ci riguarda, ritengo sia compito di chi amministra sostenere chi investe in tutte quelle iniziative volte a incentivare la presenza di turisti nel nostro paese, in tutte le forme di ricezione e di accoglienza. Incentivare e supportare in ogni maniera, anche con forme di sgravi fiscali, le proposte, provenienti da giovani ma anche meno giovani, di insediare attività turistico ricettive, ma anche culturali, sociali, nel nucleo storico di Anticoli, altrimenti destinato ad un abbandono totale e al definitivo degrado, già in atto da qualche anno. Tutto questo. però, deve avvenire nell’ambito di un circuito unitario sovracomunale che allarghi l’offerta territoriale sfruttando tutte le peculiarità del singolo a beneficio delle comunità valligiane.

 

2. Quali sono, a suo giudizio, i principali punti di forza positivi sui quali ci si dovrebbe basare per tentare un rilancio economico e/o culturale e/o morale e civile di Anticoli Corrado?

 

In parte penso di aver già risposto a questa domanda, ma andando più nello specifico ritengo essenziale puntualizzare alcuni elementi (punti di forza), sicuramente non esaustivi, sui quali poter pianificare, programmare il futuro di Anticoli.

Natura: grandi potenzialità per visite guidate, escursioni sull’altopiano del Merro, realizzazione di circuiti intercomunali, equiturismo, acque sulfuree;

Civico Museo comunale, inserito nel sistema Museale del Medaniene: convenzioni con istituti scolastici, tour operator, associazioni varie, per visite culturali, stage, borse di studio, spazi espositivi, eventi vari;

Patrimonio edilizio centro storico: Comunità ospitali, sistema Borghi Autentici, Albergo diffuso;

Patrimonio culturale: riscoperta e valorizzazione degli usi e costumi del popolo anticolano negli anni.

 

3. È possibile, secondo lei, incrementare l’economia anticolana favorendo la nascita di nuove attività sul territorio? Se sì, quali attività indicherebbe? E come riterrebbe di favorirle?

 

La contingenza attuale, lo sappiamo, non offre grandi possibilità di incremento dell’economia, tanto meno la nascita di nuove attività. Quanto sopra detto, però, potrebbe offrire spunti per chi ha inventiva, talento, creatività, per proporre una qualsiasi piccola impresa, oggi si chiamano start-up, non necessariamente basata su tecnologie particolari o investimenti eccessivi, in ognuno degli ambiti trattati, ciascuno trovando la propria particolare vocazione. È certamente compito di una lungimirante amministrazione stimolare, esaudire, nell’abito del possibile, le aspettative di chi, credendoci, dedica le proprie risorse materiali e mentali a progetti mirati in questo senso.

 

4. È possibile contrastare, secondo lei, la tendenza di Anticoli a diventare un paese-dormitorio? Se sì, come?

 

Ebbene, come già accennato, la migrazione verso la Città eterna, degli anni settanta, ha fatto sì che, al contempo, sono diminuite le attività commerciali, artigianali e comunque tutti quei dinamismi produttivi, presenti in quantità considerevole all’epoca, che per mancanza di domanda sono regredite fino al numero minimo attuale. La carenza di servizi connessa alla sparizione delle “botteghe”, che evitavano agli Anticolani di andar a fare la spesa nei centri vicini più grandi, ha contribuito alla scelta, seppur sofferta, di tutte le altre famiglie, all’inizio riluttanti, di trasferirsi in città. I nuclei rimasti, tranne che per qualche mamma che lo fa a tempo pieno e dedica ogni suo sforzo alla famiglia e i pochi bambini che frequentano la nostra scuola, continuano, come un tempo faceva la generazione passata, a lasciare Anticoli la mattina presto per farvi ritorno soltanto a sera, trasferendo le loro capacità, esperienze e conoscenze nella Roma che fagocita i loro sforzi e aspettative in una sorta di calderone fatto di centinaia di migliaia di persone che diventano dei semplici numeri in entrata e in uscita.

Certo dovremmo essere capaci di attrarre tutte quelle persone, con professionalità ed esperienza, magari acquisite dalla Roma ingorda, capaci di far rigenerare e diventare grande un paese, un’intera Valle. Mettere chi vuole ritornare ad Anticoli nelle condizioni di trovare una propria collocazione e dare vita alle proprie aspirazioni.

Io non penso che, se ci fossero reali possibilità, gli Anticolani e i Valligiani tutti non sceglierebbero di ritornare e di ricrearsi una posizione in un’area ancora preservata, in un contesto sostenibile. Ma certo non ci aiuta il fatto che ci troviamo intanto a dover contrastare la “distruzione” dell’unico presidio sanitario (ospedale) a noi vicino, Tivoli che soffre di una situazione caotica di per sé, il trasferimento del distretto sanitario da Subiaco a Olevano, il caos totale dei mezzi pubblici che collegano i nostri centri alla città... E, lasciatemelo dire, la totale incuria che negli anni i nostri amministratori pubblici (e nel passato la Val d’Aniene ne ha prestati tanti alla politica provinciale e regionale) hanno avuto nei confronti delle popolazioni locali, pensando sistematicamente e scientemente al proprio tornaconto, sacrificando quanto di più caro avevamo in questi territori, braccia e menti oltre alla natura e alla storia che ci circonda.

Non aiuta neppure, per quanto ci riguarda direttamente, il continuo disservizio idrico, né la spada di Damocle sempre sospesa sulla sorte delle nostre scuole, né ancor più la mancanza totale del punto di riferimento della casa comune.

Ebbene, sarebbe più facile trasformare il dormitorio in una fucina di idee, di progetti da mettere in atto, se il coinvolgimento fosse indirizzato verso i nostri giovani che ancora risiedono nel nostro, nei nostri paesi: diventerebbero proprio loro la locomotiva che potrebbe trascinare altri a scegliere di stabilirsi nei nostri centri.

Nei dintorni si cominciano a vedere alcuni esempi di questa nuova scelta convinta, nel campo della ristorazione qualificata, nella ricezione turistica e, sempre più spesso, nella formazione di nuove aziende agricole o nella rilevazione di quelle esistenti che si qualificano anche come agriturismi di qualità.

Dunque le possibilità per ognuno non mancano, in ogni campo. Anche qui da noi dei tentativi sono stati fatti da parte di giovani che vogliono avere un futuro nel nostro paese. Serve la passione di chi investe, ma soprattutto la completa disponibilità di chi ha l’onore e l’onere di governare affinché vengano snellite le pastoie burocratiche e gli adempimenti a volte intrecciati a norme farraginose, a dispetto dei vari decreti-semplificazioni che il governo ha emanato. Costituire una sorta di zona franca, dove il cittadino ha la possibilità, se vuole, di creare un’attività qualsiasi: ad Anticoli c’è bisogno di tutto. Credo che, scelte le direttive principali, condivise da tutti i cittadini, ognuno poi deve essere libero di pianificare la propria vita e quella dei suoi cari.

 

5. L’individualismo che si va affermando nelle grandi città, ad Anticoli Corrado non è ancora così evidente. Cosa si può fare, secondo lei, allo scopo di accrescere negli Anticolani il senso di appartenenza a questa preziosa comunità?

 

L’individualismo è senz’altro figlio di un disamore verso la partecipazione: il cittadino è stanco dei continui scandali e ingiustizie perpetrati da questa classe politica molto accorta ai propri interessi ma assolutamente assente, inetta, pressappochista, arraffona, disinteressata ai bisogni del cittadino. Questo purtroppo ha fatto sì che molti di noi abbiano perso la fiducia in sé stessi ma anche nel prossimo, anche il più vicino. Si è arrivati all’egoismo totale, dove una sorta di mors tua vita mea ci permette di credere che saremmo immuni da ogni contagio sociale che provenga da fuori dalla cerchia familiare della quale ci facciamo scudo. Tutti i giorni i media ci ripropongono la guerra tra poveri, colpevole della perdita di ogni senso di altruismo e accoglienza per chi ha più bisogno, che si sta verificando contro i Migranti provenienti dal sud del mondo.

Ad Anticoli il problema per fortuna non si manifesta in modo patologico: il contatto giornaliero con il vicino di casa, il momento del caffè al bar insieme agli amici o la partita a scopa, contribuiscono a far sì che si mantengano quei minimi contatti sociali. Certo, tutto questo però non basta ed è riduttivo, dal momento che, per quanto riguarda la partecipazione sociale, noi Anticolani, tranne alcuni esempi (le associazioni che operano nel paese), la demandiamo totalmente ai pochi che per passione, interessi o per qualsiasi altra ragione si propongono a governarci. L’individualismo si sconfigge con la partecipazione, partecipare significa anche e soprattutto occuparci del prossimo, del paese intero, di chi ha più bisogno, significa anche essere pronti a sacrificarsi per il bene della società di cui facciamo parte, dare un po’ del nostro così come noi sicuramente ne abbiamo ricevuto da altri. È altrettanto vero che la partecipazione va insegnata, coltivata fin da bambini, e proprio in questo senso penso sia necessario cominciare a lavorare, con la scuola, gli insegnanti e i genitori, per far crescere una generazione di cittadini preparati al confronto, all’accoglienza, ad accettare il cosiddetto “diverso”, abituati ad essere solidali. Loro aiuteranno senz’altro noi, più vecchi, a saper apprezzare quanto di meglio ci può venire dall’“altro”.

 

6. Gli Anticolani che frequentano il paese solo per brevi periodi nel corso dell’anno, in che modo, a suo giudizio, potrebbero essere maggiormente coinvolti nella vita di Anticoli Corrado?

 

Coinvolgere chi ama il nostro paese ma lo vive in maniera sporadica o nel periodo estivo, magari per i fine settimana, significa dar loro la possibilità di esprimersi sulle scelte che in qualche modo hanno ricadute anche su di loro.

Tranne i momenti estivi, quando ogni anticolano non residente si sente cittadino, per il resto dell’anno Anticoli lo si vive come un dispensatore di tasse continue, acqua, depurazione, rifiuti, che aggiunte a quelle dell’Amministrazione capitolina gravano in maniera sostanziale sull’economia delle famiglie.

Non mi sembra un’idea assurda ipotizzare una diversa tassazione per chi ha casa ma che ne usufruisce per brevi periodi, sia per quanto riguarda i rifiuti ma anche per ogni altra tassazione inerente la poca fruizione dei servizi comunali offerti.

Forse il vero segreto è appassionare i paesani “oriundi” alla vita di Anticoli, anche quando sono assenti, facendo in modo di mantenere il loro interesse per il paese anche quando non lo vivono. Sappiamo perfettamente che le esigenze lavorative e familiari fanno sì che la loro vita si svolga nella capitale, ma avviciniamoli di più a questo nostro Anticoli, facciamoli partecipare alla pianificazione e allo sviluppo del nostro territorio, chiediamo loro idee, aspirazioni, progetti da poter portare a confronto, e magari le diverse esperienze cittadine potranno dare a noi residenti quel quid in più.

Non so se queste mie modeste ma sincere considerazioni possano dare un contributo alla crescita di partecipazione, possano dare un apporto alla discussione, per la verità in atto da un po’ di tempo, su cosa vogliamo fare di Anticoli. Tutte le domande hanno un filo conduttore comune, magari sono stato ripetitivo o noioso. Spero almeno che tutte quelle persone che leggeranno queste poche righe possano avere la possibilità di riflettere su quanto esposto, magari non condividerne nemmeno una parola, ma sarei felice di averle sollecitate a diventare se non altro la coscienza critica di una società, la nostra, che non vogliamo e non possiamo far decadere definitivamente nell’oblio più totale. Anche questo vuol dire partecipazione, condivisione, altruismo. Anche questo vuol dire essere Cittadini di Anticoli.

 

Marco Calderari

 

*

 

Queste domande sono state inviate ai signori Laura Amicone, Marco Calderari, Manuel Carrera, Anna D’Incalci, Fernando Espositi, Giovanni Gaudenzi, Angelo Iacovelli, Vittorio Meddi, Marco Occhigrossi, Francesco Putignani e Piero Splendori, ai quali è stato chiesto di voler cortesemente rispondere a tutte o solo a quelle da essi preferite, eventualmente modificandole e/o integrandole secondo le proprie esigenze, e di inviare le risposte a scuolanticoli@katamail.com o consegnarle brevi manu a Luigi Scialanca. Tutti i contributi sono pubblicati con la medesima evidenza e senza commenti su ScuolAnticoli (con un richiamo sulla pagina Facebook Anticoli che desidero) nell’ordine in cui pervengono.

 

Tutti i Cittadini di Anticoli Corrado sono invitati a rispondere a queste domande

(cliccando qui per scaricarle in pdf)

secondo le modalità indicate nelle righe precedenti,

e tutte le risposte verranno pubblicate, senza commenti, con la medesima evidenza.

 

Clicca qui per visualizzare il quadro d’insieme di tutte le risposte pervenute

 

*

 

*

Torna in cima alla pagina     Home     Clicca qui per visualizzare il quadro d’insieme di tutte le risposte pervenute