ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Ponte Scutonico

sperduto nella giungla

 

lunedì 12 ottobre 2015... ma riapparso il 21 dicembre!

 

Ogni angolo dell’area testimonia dell’impegno e della valentìa di chi l’ha progettata e costruita.

E riempie il visitatore di tristezza, al tempo stesso, per il degrado che la sta lentamente ma sicuramente distruggendo...

Ma, due mesi dopo, la situazione appare molto migliorata. Grazie (anche) a ScuolAnticoli?... Chissà!

 

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1.

 

Il Percorso archeologico-naturalistico (clicca qui per alcune notizie sul Percorso) di Ponte Scutonico (clicca qui per alcune notizie sul Ponte) è un’opera ben fatta e suggestiva, che dev’essere costata molto denaro e molta generosità, intelligenza e fatica. Ma oggi, purtroppo, a pochissimi anni dall’inaugurazione, il Percorso sembra completamente abbandonato a un totale degrado ad opera della Natura, ma di cui la Natura non ha colpa. Essa, infatti, si limita a riempire i vuoti prodotti dall’incuria umana. Cioè dalla totale mancanza di generosità, d’intelligenza (e anche di fatica) di chi dovrebbe averne cura. Si dirà: “Mancano i fondi!”, e sarà anche vero. Ma perché, allora, prima che quanto è stato fatto sia completamente e irreversibilmente distrutto, non si ricorre al volontariato? Perché non si lancia un appello ai Paesi vicini, alle Scuole, a tutta la Valle dell’Aniene, alla Comunità montana, alla Regione e a quant’altri? Forse perché mancano, appunto, generosità, intelligenza e voglia di fare...

 

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Parcheggiati i potenti mezzi di ScuolAnticoli sul piazzale antistante il percorso, accuratamente pavimentato, il visitatore nota sùbito, purtroppo, che la vegetazione se lo sta mangiando...

2.

Parcheggiati i potenti mezzi di ScuolAnticoli sul piazzale antistante il percorso, accuratamente pavimentato, il visitatore nota sùbito, purtroppo, che la vegetazione se lo sta mangiando...

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Il primo pannello illustrativo.

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Il primo pannello illustrativo.

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Dietro i cinque piccoli edifici che (misteriosamente) accolgono il visitatore, sta rapidamente scomparendo quello che, nelle intenzioni, era forse un giardino...

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Dietro i cinque piccoli edifici che (misteriosamente) accolgono il visitatore, sta rapidamente scomparendo quello che, nelle intenzioni, era forse un giardino...

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Un giardino? Si direbbe di sì, a giudicare dagli alberelli piantati in file regolari alle spalle dei cinque (misteriosi) piccoli edifici che lo dividono dal parcheggio. Ma un giardino ormai del tutto scomparso. Al punto che il visitatore, benché il percorso sia appena iniziato, prova già una drammatica impressione di scoraggiamento: riuscirà mai ad arrivare a Ponte Scutonico, o si perderà nella foresta?...

5.

 

Un giardino? Si direbbe di sì, a giudicare dagli alberelli piantati in file regolari alle spalle dei cinque (misteriosi) piccoli edifici che lo dividono dal parcheggio. Ma un giardino ormai scomparso. Al punto che il visitatore, benché il percorso sia appena iniziato, prova già un senso di scoraggiamento: riuscirà ad arrivare a Ponte Scutonico, o si perderà nella foresta?...

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A cosa serviranno questi cinque piccoli edifici? Il visitatore può solo formulare delle ipotesi (specchiandosi, magari, nell’enigmatica intelaiatura di legno e vetro di una porta...). E notare, sùbito dopo, che il bel vialetto che li unisce sta scomparendo come tutto il resto.

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A cosa serviranno questi cinque piccoli edifici? Il visitatore può solo formulare delle ipotesi (specchiandosi, magari, nell’enigmatica intelaiatura di legno e vetro di una porta...). E notare, sùbito dopo, che il bel vialetto che li unisce sta scomparendo come tutto il resto.

A cosa serviranno questi cinque piccoli edifici? Il visitatore può solo formulare ipotesi (specchiandosi, magari, nell’enigmatica intelaiatura di legno e vetro di una porta...). E notare, sùbito dopo, che il bel vialetto che li unisce sta scomparendo come tutto il resto.

A cosa serviranno questi cinque piccoli edifici? Il visitatore può solo formulare delle ipotesi (specchiandosi, magari, nell’enigmatica intelaiatura di legno e vetro di una porta...). E notare, sùbito dopo, che il bel vialetto che li unisce sta scomparendo come tutto il resto.

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L’unico tratto del vialetto in cui la pavimentazione è ancora (quasi) intatta.

9.

L’unico tratto del vialetto in cui la pavimentazione è ancora (quasi) intatta.

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Poi il vialetto appare così. E andando avanti diventa sempre peggio, fin quasi a scomparire non solo tra l’erba, che sarebbe il meno, ma sotto robusti cespugli (piccoli, per ora...) le cui radici stanno già aggredendo la pavimentazione.

Sùbito dopo, il vialetto appare così. E andando avanti diventa sempre peggio, fin quasi a scomparire non solo tra l’erba, che sarebbe il meno, ma sotto robusti cespugli (piccoli, per ora...) le cui radici stanno già aggredendo la pavimentazione.

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A questo punto, il visitatore si volta a guardare la steppa desolata che qualche povero alberello (dinanzi alla prima e alla seconda costruzione a partire da sinistra) lo invita ancora, malinconicamente, a chiamare giardino...

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A questo punto, il visitatore si volta a guardare la steppa desolata che qualche povero alberello (dinanzi alla prima e alla seconda costruzione a partire da sinistra) lo invita ancora, malinconicamente, a chiamare giardino...

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...e, voltandosi, ecco come gli appaiono il tratto di vialetto che ha percorso fin qui e...

...e, voltandosi, ecco come gli appaiono il tratto di vialetto che ha percorso fin qui e...

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...e il tratto di vialetto che deve ancora percorrere.

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...e il tratto di vialetto che deve ancora percorrere.

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Finalmente, ecco il Ponte, bellissimo nonostante il degrado. Ma dinanzi a esso un vasto piazzale, accuratamente pavimentato ma ormai quasi del tutto scomparso sotto la vegetazione, sembra già in attesa di essere riscoperto dagli archeologi del futuro.

Poi, finalmente, ecco il Ponte, bellissimo nonostante il degrado. Ma dinanzi a esso un vasto piazzale, accuratamente pavimentato ma ormai quasi del tutto scomparso sotto la vegetazione, sembra già in attesa di essere riscoperto dagli archeologi del futuro.

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Il visitatore stenta a credere ai propri occhi, quando si rende conto che le poche pietre ancora visibili tra l’erba e i cespugli son tutto ciò che rimane del vasto e bel piazzale che, nelle intenzioni dei progettisti, doveva scenograficamente accompagnare il suo sguardo e i suoi passi fino al Ponte sullo sfondo.

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Il visitatore stenta a credere ai propri occhi, quando si rende conto che le poche pietre ancora visibili tra l’erba e i cespugli son tutto ciò che rimane del vasto e bel piazzale che, nelle intenzioni dei progettisti, doveva scenograficamente accompagnare il suo sguardo e i suoi passi fino al Ponte sullo sfondo.

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Impossibile avvicinarsi di più, da questa parte. E impossibile vedere il ruscello.

Impossibile avvicinarsi di più, da questa parte. E impossibile vedere il ruscello.

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Sul ponte, la pavimentazione romana sembra resistere un po’ meglio all’assedio della Natura, ma fino a quando? Tristemente, il visitatore pensa che anche qui, tra non molto, non si vedrà più niente.

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Sul Ponte, la pavimentazione romana sembra resistere un po’ meglio all’assedio della Natura, ma fino a quando? Tristemente, il visitatore pensa che anche qui, tra non molto, non si vedrà più niente.

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L’invisibile ruscello (a sinistra) e l’invisibile piazzale (a destra) visti dal Ponte. La macchiolina bianca laggiù (sullo sfondo, al centro) è quanto resta della pavimentazione, completamente sommersa dall’erba e dai cespugli. In lontananza, a sinistra, si scorge sul ruscello il piccolo ponte in legno le cui condizioni sono documentate dalla prossima immagine...

L’invisibile ruscello (a sinistra) e l’invisibile piazzale (a destra) visti dal Ponte. La macchiolina bianca laggiù (sullo sfondo, al centro) è quanto resta della pavimentazione, completamente sommersa dall’erba e dai cespugli. E in lontananza, a sinistra, si scorge sul ruscello il piccolo ponte in legno le cui condizioni sono documentate dalla prossima immagine...

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Un ponticello (certamente grazioso e suggestivo, nelle intenzioni dei progettisti e nei suoi primi mesi di vita) che oggi non ha più né inizio né fine e non porta più da nessuna parte.

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Un ponticello (certamente grazioso e suggestivo, nelle intenzioni dei progettisti e nei suoi primi mesi di vita) che oggi non ha più né inizio né fine e non porta più da nessuna parte.

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Al di là del Ponte, due tavoli da picnic e altre opere sono ormai a malapena visibili (e del tutto inservibili).

 

Al di là del Ponte, due tavoli da picnic e altre opere sono ormai a malapena visibili (e del tutto inservibili).

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Al di là del Ponte, due tavoli da picnic e altre opere sono ormai a malapena visibili (e del tutto inservibili).

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Il visitatore stenta ormai perfino a immaginare come doveva apparire questa parte del percorso quando fu inaugurata...

22.

Il visitatore stenta perfino a immaginare come doveva apparire questa parte del percorso quando fu inaugurata.

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Un altro (fu) grazioso ponticello di legno, oggi ridotto come si può vedere nell’immagine che segue...

Un altro (fu) grazioso ponticello di legno, oggi ridotto come si può vedere nell’immagine che segue...

23.

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Quanto manca al giorno in cui attraversare questo ponticello diventerà pericoloso? Eppure è un passaggio obbligato, per chi vuol proseguire il percorso, senza tornare sui propri passi, dopo aver attraversato Ponte Scutonico...

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Quanto manca al giorno in cui camminare su questo ponticello diventerà pericoloso? Eppure è un passaggio obbligato, per chi vuol proseguire il percorso, senza tornare sui propri passi, dopo aver attraversato Ponte Scutonico...

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Solo la cartellonistica, per il momento, resiste impavida al degrado...

Solo la cartellonistica, per il momento, resiste impavida al degrado...

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Ogni angolo dell’area testimonia dell’impegno e della valentìa di chi l’ha progettata e costruita. E riempie il visitatore di tristezza, al tempo stesso, per il degrado che la sta lentamente ma sicuramente distruggendo.

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Ogni angolo dell’area testimonia dell’impegno e della valentìa di chi l’ha progettata e costruita. Ma, allo stesso tempo, riempie il visitatore di tristezza per il degrado che la sta lentamente e sicuramente distruggendo.

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Il visitatore, con un fazzolettino di carta (che porterà via con sé, dato che di cestini per i rifiuti non vi è traccia), ripulisce dal marciume un angolo di una panchina e vi si siede, in cerca di un po’ di riposo. Non tanto per le gambe, ancora abbastanza robuste, quanto soprattutto per la mente e il cuore, duramente provati da quel che ha dovuto vedere.

Il visitatore, con un fazzolettino di carta (che porterà via con sé, dato che di cestini per i rifiuti non v’è traccia), ripulisce dal marciume un angolo di una panchina e vi si siede, in cerca di un po’ di riposo. Non tanto per le gambe, ancora abbastanza robuste, quanto soprattutto per la mente e il cuore, duramente provati da quel che ha dovuto vedere.

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Una cicca buttata di recente, ai piedi della panchina, dimostra che il luogo (purtroppo) è frequentato e, di conseguenza, compianto anche da altri. Il visitatore, pietoso, la raccoglie e la porta via con sé insieme ai propri rifiuti.

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Una cicca buttata di recente, ai piedi della panchina, dimostra che il luogo (purtroppo) è frequentato e, di conseguenza, compianto anche da altri. Il visitatore, pietoso, la raccoglie e la porta via con sé insieme ai propri rifiuti.

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Un luogo e un percorso che dovevano essere bellissimi. E che forse si sarebbe ancora in tempo a far tornare tali.

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Un luogo e un percorso che dovevano essere bellissimi. E che forse si sarebbe ancora in tempo a far tornare tali.

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21 dicembre 2015: Ponte Scutonico ritrovato!

 

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