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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Meglio Ridere!

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

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la Pagina di Quelli che fanno Piangere... nel mese di marzo del 2008!

 

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Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

In questa pagina raccogliamo le parole di chi vorrebbe farci piangere.

E cerchiamo, invece, di riderne.

Torna spesso: troverai sempre delle novità, perché questa è gente che una ne pensa e cento ne dice! E se vuoi segnalarci qualche perla che ci è sfuggita...

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Roberto Formigoni (sedicente “governatore” della Lombardia, in italiano presidente del consiglio regionale, parlando della rivalità tra Milano e Smirne per lExpo del 2015): Con tutto il rispetto per gli amici turchi, tremila anni di storia del nostro Paese non si possono cancellare. (La Repubblica, lunedì 31 marzo). Solo che dalle parti di Milano, quando in Turchia già costruivano città, la gente viveva ancora nelle palafitte. Con tutto il rispetto per lamico” Formigoni, neanche cinquanta e passa anni dignoranza crassa di certi politici si possono cancellare!

 

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(Silvio Berlusconi: Signore, per i giorni del voto ho una missione speciale per voi: cucinate. Portate cose dolci e squisite, mi raccomando, agli scrutatori ai seggi. (La Repubblica, sabato 29 marzo 2008). Polpette avvelenate? Mele stregate? Per carità: non accettate alcun tipo di cibo da una berlusconiana, chissà che cosa c’è dentro!

 

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Walter Veltroni e Michele Ventura (deputato pidì) insieme sul palco a Vibo Valentia: Il Pidì distruggerà i poteri che impediscono lo sviluppo del Mezzogiorno, schiaccerà le sanguisughe della ’ndrangheta, della mafia e della camorra (Walter). Le nuove infrastrutture e il piano per il Sud insieme in un decreto-legge già pronto: l’alta velocità ferroviaria Napoli-Bari, l’ammodernamento della Taranto-Reggio, il potenziamento della Battipaglia-Reggio e della Catania-Palermo... (Michele) (La Repubblica, sabato 29 marzo 2008). È la divisione del lavoro: luno bastona le mafie, l’altro le rassicura con la lista degli appalti, nessuno dei due dice che (e soprattutto come) impedirà loro di infiltrarvisi. E il bello è che nello stesso numero de La Repubblica, due intere pagine (la 22 e la 23) descrivono come la criminalità organizzata sia già abbondantemente penetrata nella cosiddette grandi opereperfino al Nord!

 

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Massimo Brutti (capolista del Pidì per la regione Lazio): Parchi a luci rosse in periferia per liberare Roma dal sesso a pagamento esibito in ogni angolo? Be’, sì, questa è l’idea... (La Repubblica, pagine romane, venerdì 28 marzo 2008). Anzi: già che c’è, il Pidì, se vincerà le elezioni, potrebbe creare in tutte le città d’Italia zone verdi (come a Bagdad) dove i privilegiati vivano isolati dal mondo, e insaccare nelle periferie tutto ciò che i privilegiati medesimi non vogliono vedere, dalle prostitute ai rifiuti, dagli immigrati alle cacche dei cani, ecc., ecc.

 

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Paolo Flores D’Arcais (filosofo, direttore della rivista MicroMega): Il mio ragionamento è semplice. Andremo a votare con un sistema porcata, con cui il risultato della croce sulla scheda potrebbe rovesciare il senso che si è inteso dare al voto. Quindi, quali che siano i nostri sentimenti, se contribuiamo a far avere alla coalizione Veltroni-Di Pietro-Bonino un solo voto in meno rispetto alla coalizione Berlusconi-Fini-Bossi-Ciarrapico, avremo cooperato irreversibilmente a cinque anni di governo Berlusconi, seguiti da altri suoi sette anni al Quirinale. Dodici, non possiamo permettercelo. (La Repubblica, mercoledì 27 marzo 2008). Secondo il filosofo”, dunque, che cosa deve fare un Paese sotto ricatto? “Semplice ragionamento,” dice lui, deve cedere al ricatto! Vota Veltroni, altrimenti torna Berlusconi. Leggendo questo “semplice (semplicissimo!) ragionamento,” che cosa avrà pensato il Veltroni? Se Berlusconi non c’era, mi conveniva inventarlo! Ma anche ammettendo che il semplice ragionamento” sia valido: e se Veltroni, invece (da quellamerikano e maniaco della globalizzazione e del totalitario unanimismo buonista che è) fosse peggio di Berlusconi?... Meglio, molto meglio, anziché scegliere fra la padella e la brace, non cedere ad alcun ricatto, ricordarsi che siamo cittadini, donne e uomini liberi, raddrizzare la schiena e votare per la Sinistra Vera!

 

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La Germania (dove il duopolio tra la finta sinistra e la destra è già al governo): L’idilliaco villaggio di Roecken, dove nacque il filosofo (autentico, n. d. Prof) Friedrich Nietzsche, dovrà essere abbandonato come è già successo a tanti altri centri. Le enormi scavatrici mobili della Mibrag, in cerca di lignite, passeranno come Panzerdivisionen sulla cittadina, e i suoi abitanti riceveranno un nuovo villaggio altrove, senza più i loro monumenti più cari e i luoghi della loro memoria. Solo i Verdi si oppongono e si mobilitano, ma la gente, comprensibilmente, in maggioranza dà la priorità al posto di lavoro. (La Repubblica, mercoledì 26 marzo 2008). Anche questo è un semplice ragionamento,” direbbe Flores D’Arcais (vedi sopra): se non vuoi morire di fame, se vuoi un lavoro, lascia che le tirannie private distruggano il luogo dove sei nato, la tua casa, la piazza, le vie, tutto ciò che fisicamente ti unisce ai tuoi genitori e ai nonni e agli avi loro! Perché stupirsi? Che altro può accadere, in un Paese che non ha più un’opposizione vera?...

 

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Il Wall Street Journal (principale quotidiano economico americano, a proposito dell’Alitalia): Silvio Berlusconi si è rivelato più un corporativo avverso alla libera concorrenza di mercato che un liberale economico che intende fare quello di cui l’Italia ha bisogno per rilanciare l’economia barcollante. (La Repubblica, mercoledì 27 marzo 2008). I boss della finanza Usa hanno deciso: Berlusconi non è veramente (o non è abbastanza) di destra. Detto a due settimane dalle elezioni in Italia, significa una cosa sola: a loro piace di più Veltroni.

 

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David Petraeus, comandante in capo delle forze Usa in Iraq.

David Petraeus, comandante in capo delle forze Usa in Iraq.

 

David Petraeus (comandante in capo delle forze Usa in Iraq, intervistato il giorno dopo quella che è stata definita una Pasqua di sangue, con il 4000° caduto americano, 60 morti in tutto il Paese in un solo giorno e lanci di razzi fin dentro la famigerata zona verde di Bagdad): La situazione della sicurezza è molto migliorata. Non voglio negarlo: domenica è stata una brutta giornata; ma forse lo notiamo di più perché ci sono meno brutte giornate rispetto a otto mesi fa. Il numero degli attacchi è sceso del 60% rispetto al giugno 2006, il livello di morti fra i civili è sceso del 60% da dicembre 2006: è un segno di progresso. (La Repubblica, martedì 26 marzo 2008). Con più medaglie di un generale dei fratelli Marx, ride e scherza fra centinaia di migliaia di morti, così tanti che il numero esatto lo conosce nessuno. E questo è niente, sembra dire: vedrete di quanto diminuiranno i morti civili quando di civili non ce ne saranno più!

 

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Eugenio Scalfari e Walter Veltroni (uniti nella lotta): Senza eliminare egli esuberi non si risana un bel niente (scritto da Eugenio, a proposito dell’Alitalia, in un’intera pagina in cui alle migliaia duomini e donne che stanno per perdere il lavoro  ammesso che sia vero, intendiamoci, che non vi sia altra strada per salvare la compagnia  non trova altro da dire che quelle dieci parole). Mescolare la politica al mercato è una miscela pericolosissima... Uno stato semplice (la parola Stato scritta proprio così, con la minuscola, come se non fosse l’unica nostra difesa dalla violenza delle tirannie private) aiuta a fare le cose, non crea ostacoli (Walter). (La Repubblica, 23 marzo 2008). Fingendo di non sapere, l’ineffabile nostro, che un mercato con cui la politica non s’immischia è una giungla spietata.

 

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Guy Dinmore (giornalista): In Italia, nascosta tra i bagliori della novità, c’è la stessa vecchia casta politica di sempre. (Financial Times, 22 marzo 2008). Questo deve avere la sfera di cristallo, come ha fatto a intravedere i Rutelli, i Fioroni e i D’Alema nelle sceneggiate di Veltroni, e Berlusconi nelle sceneggiate di Berlusconi?!

 

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Stefano Rodotà (purché sia chiaro che non ridiamo di lui, che è degna e ottima persona, ma dei furfanti che con le seguenti parole smaschera): I problemi legati alla biologia e alla genetica, cosiddetti eticamente sensibili, non devono entrare nella campagna elettorale perché “divisivi”, perché possono turbare qualche finto idillio tra schieramenti e dividere i partiti al loro interno. Ai problemi tecnologici si dedica qualche scappellata, simile allindimenticata promessa di “un computer per ogni studente.” Oggi, ad esempio, si promette “banda larga per tutti.” Ma, se pure questo programma venisse realizzato (...), senza affrontare la questione delle garanzie dei diritti i cittadini vedrebbero sì allargata la possibilità del loro agire tecnologico, ma al tempo stesso si trasformerebbero in ostaggi di una tecnologia che permette di scrutare nel profondo la loro vita. (La Repubblica, 22 marzo 2008). Dice proprio così, finto idillio”, il grande Rodotà, e svela l’incubo che esso nasconde. Incapaci di ridere di un simile scenario, possiamo almeno sganasciarci sugli illusionisti che ci credono così gonzi da farci incantare dal loro buonismo

 

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Hunter Due (croupier di Las Vegas): Stavamo meglio quando i casinò erano controllati dalla mafia. Non era gente raccomandabile, ma aveva una sola preoccupazione: doveva ripulire e riciclare denaro e noi potevamo chiedere un permesso o una vacanza e non si sarebbero mai fregati le nostre mance. Oggi manager e corporation pensano solo a fare profitti e la nostra vita vale meno di quella di una slot machine... (La Repubblica, 22 marzo 2008). Poverino, “percepisce il neocapitalismo ultraliberista come peggiore della criminalità organizzata! Bisogna fargli ascoltare Veltroni che dice che la lotta di classe è un residuo del ’900, così guarirà...

 

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Massimo Giannini (giornalista de La Repubblica): Proprio mentre il centrosinistra riformista compie la sua svolta liberale e si sbarazza finalmente della sua impronta massimalista (offrendo al mercato lAlitalia, stringendo la mano invisibile della concorrenza, abbandonando la logica discutibile del “tassa e spendi”, accettando la flessibilità del lavoro) il centrodestra cauterizza la sua residua vena liberista e secerne finalmente tutta la sua linfa più naturale e più profonda: quella populista (difendendo l’italianità delle imprese, il ruolo dello Stato, il bisogno di tutela del Nord, la nostalgia di assistenza del Sud, il posto fisso)... (La Repubblica, 21 marzo 2008). Quando si dice il destino cinico e baro: proprio ora che il centrosinistra stava diventando di destra e Veltrusconi e Berlultroni stavano per consegnarci tutti a un bel partito unico, ecco che il centrodestra ti diventa più di destra ancora! 

 

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Le belle facce del Pidì: Antonio Di Pietro e Luciano Violante. D’accordo col centrodestra, si opposero all’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla sospensione dei diritti umani attuata dalle forze "dell’ordine" durante il G8 di Genova del 2001.

Le belle facce del Pidì: Antonio Di Pietro e Luciano Violante. D’accordo col centrodestra, si opposero all’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla sospensione dei diritti umani attuata dalle forze "dell’ordine" durante il G8 di Genova del 2001.

Le belle facce del Pidì: Antonio Di Pietro e Luciano Violante. D’accordo col centrodestra, si opposero all’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla sospensione dei diritti umani attuata dalle forze “dell’ordine” durante il G8 di Genova del 2001.

 

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Roberto Castelli (ex ministro della Giustizia, parlando della sospensione dei diritti umani attuata dalle forze “dell’ordine” durante il G8 di Genova del 2001): Deciderà il giudice se stare in piedi quattro ore vuol dire sospendere i diritti. I metalmeccanici stanno in piedi otto ore al giorno e non si sentono umiliati e offesi. (La Repubblica, 20 marzo 2008). E che dire di certi ministri? Gli sospendono fin da bambini il diritto all’intelligenza umana e loro non se n’accorgono neppure!

 

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Ben Bernanke (presidente della Federal Reserve, la Banca Centrale degli Stati Uniti): I rischi verso il basso per la crescita rimangono, agiremo tempestivamente per promuovere crescita economica sostenibile e stabilità dei prezzi. (La Repubblica, 19 marzo 2008). Fantastico, questa sì che è una buona notizia: Bernanke si è ricordato come si fa a promuovere la crescita economica e la stabilità dei prezzi, e agirà tempestivamente! (E pensare che tutti i salvadanai del mondo sono nelle mani di intelligenze come questa...)

 

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Silvio Berlusconi: Non posso commentare il caso Alitalia perché oggi non ho ancora letto i giornali. (La Repubblica, 19 marzo 2008). Lo vorresti, come medico, uno che dica che non può pronunciarsi su una malattia perché non ha ancora letto l’ultimo fascicolo settimanale dell’Enciclopedia della Salute?

 

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Walter Veltroni (alias il Togliattino): Gli imprenditori? Sono persone che rischiano, magari ex operai che hanno deciso di investire e non dormono la notte per sapere se hanno accettato il mutuo giusto. Continuare a dipingerli come i padroni contro i quali organizzare la lotta di classe non ha senso. Anche per questo abbiamo rotto l’alleanza con la sinistra radicale. (La Repubblica, 18 marzo 2008). Il disonesto la chiama sinistra radicale pur sapendo bene che si chiama la Sinistra l’Arcobaleno. Ma, a parte questa furbizietta da guitto, ben più letale (tanto che non riusciamo a riderne) è l’unanimismo fasullo che il Veltroni diffonde a piene mani con questa menzogna e delirio che non vi sia conflitto tra lavoratori e datori di lavoro. Poiché l’unanimismo fasullo  la storia lo insegna  lascia la sofferenza e la rabbia di tutte le classi sociali senza cause visibili, e in cerca perciò di capri espiatori sui quali sfogarle.

 

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Emma Marcegaglia (presidente in pectore di Confindustria): Dalla crisi si può uscire, ma con scelte anche impopolari. Dunque tagliare la spesa improduttiva, che vuol dire anche tagliare posti di lavoro... Le risorse servono per gli investimenti in infrastrutture e per abbassare le tasse... Basta con la logica dell’uguaglianza che livella tutti verso il basso! (La Repubblica, 18 marzo 2008). Ecco una che non fa certo finta che la lotta di classe non esista... Una che vuole ridurre la spesa pubblica e abbassare le tasse, proprio come dicono Veltrusconi e Berlultroni. Come? Anche licenziando, perché no? Così ci sarà meno uguaglianza, e pazienza per la Costituzione che invece impone di promuoverla: o Berlusconi o Veltroni ne faranno strame!

 

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Walter Veltroni (alias il Togliattino): Sostenere che Alitalia può anche fallire e che il suo crollo non sarebbe di per sé una catastrofe, come ha fatto Letizia Moratti, è una cosa gravissima, perché qui ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro. (La Repubblica, 19 marzo 2008). Ma come, non avevi detto che il conflitto di classe non ha più alcun senso? Ma forse la Moratti non se n’è accorta... Come la Marcegaglia... E Calearo e Colaninno, candidati pidì (che la Marcegaglia l’hanno votata) che dici, se ne saranno accorti?

 

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Mariella Piparo (ex assistente del senatore Cirami nella stesura della legge sul legittimo sospetto, ex esperta per le politiche sociali di Totò Cuffaro, ora in lista ad Agrigento per il Pidì con Anna Finocchiaro): Resto amica di Cuffaro, ma non condivido più la sua linea. Ho scelto la Finocchiaro perché condivido il programma. (La Repubblica, 18 marzo 2008). Evidentemente, ha avuto modo di conoscere il vero programma di Anna Finocchiaro e del Pidì...

 

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Dick Cheney (vice presidente degli Stati Uniti): La guerra in Irak? Una sfida vincente. (La Repubblica, 18 marzo 2008). Centinaia di migliaia di morti, il paese reagalato ai terroristi e quattromila miliardi di dollari buttati sono una sfida vincente? Figuriamoci se invece era perdente!

 

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Gary Pugh (esperto di scienze forensi della polizia inglese): Bisogna schedare il Dna dei bambini delle scuole elementari, il cui comportamento indica che potrebbero diventare delinquenti da grandi. (La Repubblica, 17 marzo 2008). La proposta piacerà agli insegnanti che sospettano di follia i bambini e li mandano tutti dagli psicologi.

 

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Flavio Zanonato (sindaco pidì di Padova): La decisione della scuola Valeri di creare una separazione tra l’ingresso dei bambini e quello degli studenti adulti immigrati è una scelta opportuna. Il Pidì fa del suo meglio per mettere gli Italiani d’accordo, è proprio vero: tutti d’accordo a sfogare sui deboli le frustrazioni di cui non si comprende più l’autentica origine! Ma c’è chi resiste. Ecco, per esempio, il commento di un’insegnante vera, la maestra Costanza Costanzo, in una lettera aperta al Mattino di Padova: E adesso che cosa spiegheremo ai bambini? Forse che quando ci sono dei problemi è meglio chiuderci dietro i muri, reali o virtuali che siano?... (La Repubblica, 16 marzo 2008).

 

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Silvio Berlusconi e Walter Veltroni (parlando alla Confcommercio): La nostra battaglia culturale l’abbiamo già vinta. Veltroni propone le nostre stesse cose...” Solo una battuta, ovviamente. Eppure anche la Confcommercio per la prima volta apprezza il programma del Pidì sulle piccole e medie imprese. E forse non è un caso che i due “sfidanti” abbiano accolto all’unisono il decalogo del padrone di casa, Carlo Sangalli. Veltroni vuole aprire una “stagione riformista” e cambia le parole d’ordine del centrosinistra inserendovi il “rischio” d’impresa come “elemento vitale”... Certo, per fare tutto questo ci saranno misure “dolorose” sulla spesa pubblica... (La Repubblica, 16 marzo 2008). Traduzione: sia Veltrusconi che Berlultroni vogliono fare ancor più contenti i commercianti d’ogni taglia e misura. Come? Amputando ancor più dolorosamente lo Stato, unica difesa dei lavoratori e delle classi meno abbienti. Commenta Antonio Paoletti (responsabile dell’Unioncamere per il Mediterraneo e i Balcani: Che dire? Veltroni usa il linguaggio che noi vogliamo sentire, ha capito i nostri bisogni, lo abbiamo ascoltato con piacevole stupore.” E Berlusconi? “Berlusconi lo stesso.” Salvo il rischio che Veltroni ricada nella trappola della Sinistra Arcobaleno e Berlusconi in quella dello statalismo. E il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli parla addirittura di convergenza forte tra le due principali forze politiche. (La Repubblica, sempre il 16 marzo 2008).

 

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Giuseppe Turani (editorialista economico de La Repubblica): Gli utili del 2008 nella maggioranza dei settori saranno ancora buoni e in aprile già si vedrà che il primo trimestre non sarà stato brutto. Un po’ in rallentamento, insomma, ma nulla di più. La vera incognita è sul 2009. La crisi sarà davvero finita..., oppure l’effetto delle stupidaggini finanziarie di questi anni ci perseguiterà ancora? (La Repubblica, 16 marzo 2008). Migliaia di miliardi di euro succhiati dal sangue dei lavoratori e dei poveri di tutto il pianeta (mutilando i servizi pubblici, e più in generale lo Stato, per abbassare le tasse ai ricchi) e poi dilapidati in prestiti  impossibili da restituire  a quegli stessi lavoratori e poveri... e lui, sorridendo e ammiccando, parla di stupidaggini!

 

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Antonio Martino (forzaitaliota, ex ministro della Difesa): La missione in Iraq tradita da D’Alema per far piacere a Pecoraro Scanio era utile e continua a esserlo. Quello che oggi tutti gli iracheni vogliono è essere aiutati a liberarsi dai terroristi, a ricostruire il Paese, a iniziare il percorso verso la vera democrazia. (La Repubblica, 15 marzo 2008). I grandi “numeri” del duo Berlusconi-Fini: centrali nucleari sotto casa, ragazzi italiani spediti a morire in Irak, precari e precarie riciclati come “fidanzati” di Piersilvio e Marina, fascisti candidati... Non hanno ancora vinto, e già ricominciano con le tristi buffonate che per cinque anni ci hanno fatto vergognare davanti al mondo intero.

 

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Armando (titolare del ristorante La Tavernetta di Villa Santa Lucia) e Maria Burani Procaccini (ex responsabile Minori e Famiglia di Forza Italia, ex presidente della commissione bicamerale sull’infanzia): Ciarrapico, il candidato del Pdl? Una ventina di giorni fa sono arrivati tanti finanzieri a cercarlo, ma non l’hanno trovato. Qui ormai viene poco e non credo che ci dorma. Chissà dove vive, dicono che traslochi continuamente (Armando). La nostalgia di Ciarrapico per il fascismo è una cosa macchiettistica. Di Ciarrapico mi offende quella condanna che ha avuto per aver violato quattro volte nel 1974 la legge contro lo sfruttamento del lavoro minorile... Se la cavò con poco perché, quando si tratta di bambini e delle loro vicende, le condanne diventano lievi (Maria). (La Repubblica, 15 marzo 2008). Se la Maria dice il vero, il Ciarrapico è un pregiudicato per sfruttamento del lavoro minorile. Ma consoliamoci: forse Silvio candida questi figuri per poi far contento Antonio Martino spedendoli in Iraq.

 

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Le belle facce del Pidì: Massimo Calearo e il sindacalista della Cgil Paolo Nerozzi, lodati da Veltroni come "l’esempio dell’Italia nuova che unisce, non divide, non si odia" (da La Repubblica del 12 marzo 2008). Qual è il Gatto e qual è la Volpe? Veltroni, invece, è quello che morde le orecchie ai ciucci: l’omino che promette a tutti il Paese dei Balocchi.

Le belle facce del Pidì: Massimo Calearo e il sindacalista della Cgil Paolo Nerozzi, lodati da Veltroni come “l’esempio dell’Italia nuova che unisce, non divide, non si odia (da La Repubblica del 12 marzo 2008). Qual è il Gatto e qual è la Volpe? Veltroni, invece, è quello che morde le orecchie ai ciucci: l’omino che promette a tutti il Paese dei Balocchi.

 

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Paolo Marzotto (imprenditore): Massimo Calearo è di destra, spero che Walter riesca a convertirlo, a farne un imprenditore democratico. (La Repubblica, 12 marzo 2008).

 

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Massimo Calearo: Penso che in Italia una politica di destra possa farla soltanto la sinistra. (La Repubblica, 12 marzo 2008). Ricordiamocelo, al momento del voto. Il Pidì è un bipartito che da anni, ormai, faceva solo finta di essere di sinistra. Se n’è accorto perfino Calearo! E noi non siamo più stupidi di lui, lo sappiamo benissimo, l’abbiamo imparato a furia di delusioni. Non ricaschiamoci! Votiamo per la Sinistra Vera!

 

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Walter Veltroni (alias il Togliattino): Io avevo già ricevuto assicurazioni dal cardinal Bertone... Adesso, però, abbiamo avuto la dimostrazione che la Chiesa non sta né di qua né di là.” La prima mossa l’ha fatta Veltroni. Una telefonata effettuata il 28 febbraio col Segretario di Stato Tarcisio Bertone... L’ex sindaco ha subito portato la discussione sull’intesa con i Radicali. Ne ha spiegato le ragioni e le opportunità tattiche. Ne ha definito i contorni e ha illustrato le motivazioni. Ricevendone parole di comprensione. È stato un colloquio molto utile,” ha infatti raccontato agli esponenti cattolici del nuovo partito... Pure per Francesco Rutelli, tra i primi “sondaggi” c’è stato quello con Camillo Ruini, Vicario di Roma. (La Repubblica, 11 marzo 2008). Lo stesso giorno, il Togliattino ha la faccia tosta di paragonarsi a Zapatero, che cardinali e vescovi ha invece dimostrato di saper tenerli a bada: “Jose Luis Zapatero sta facendo vivere un’idea della Spagna che è anche la mia. (La Repubblica, 11 marzo 2008). Non capisce, il Veltroni (o finge di non capire) che il fatto che la Chiesa non stia né di qua né di là (cioè non faccia differenza tra Pidì e Pdl) è ancora più spaventoso della preferenza che invece ha per lui il Calearo.

 

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Eugenio Scalfari (fondatore de La Repubblica e “grande elettore” di Veltroni): Io non sono credente e il mio cielo è vuoto di presenze trascendenti. Eppure anch’io sono fermamente convinto che il peccato originale sia il marchio che ci distingue dal resto dei viventi. Noi siamo infatti la sola specie che ha perso l’innocenza. Noi siamo tutti colpevoli, battezzati e non battezzati, credenti o non credenti. Il peccato è la nostra condanna. Anzi il nostro vanto... (Non credente? Questo filosofo della domenica è non credente” allo stesso modo in cui il Veltroni è “di sinistra”. Ma andiamo avanti...) Gli animali, e i bambini (il non credentecrede che animali e bambini siano identici) non peccano. Sono forme pure che obbediscono a istinti e pulsioni. Percepiscono stimoli di piacere e di dolore e reagiscono guidati da mappe cerebrali arcaiche, midollari... Gli animali e i bambini non hanno mangiato i frutti dell’albero della conoscenza, perciò sono innocenti, quali che siano le loro azioni. Non sono liberi poiché la libertà senza Dio è un concetto vuoto, una parola priva di senso. Non sanno che cosa sia la speranza, ignorano il tempo, ignorano la morte. Non conoscono Dio... (Il non credentecrede, dunque: 1. Che i bambini non siano umani, ma animali; 2. Che diventino umani quando conoscono Dio; 3. Che solo chi conosce Dio sia umano...) La teologia non sapeva dove metterle, quelle anime sensitive (= animali e bambini). Le carcasse dei loro corpi era facile farle ritornare alla terra, ma le anime? Le anime imperfette? Declinate solo all’accusativo e mai alla prima persona del verbo?... (Notare il compiacimento di quel carcasse dei loro corpi riferito indistintamente a bambini e ad animali: il non credentelo condanna, sì, ma crede piacevole il suono di quelle parole...) Il peccato originale è essere così come siamo, cioè soggettivi e declinati al nominativo, alla prima persona singolare del verbo. Nominati Io. Questo è il peccato originale. Nostra condanna e nostro vanto... (Il non credentecrede, dunque  senza alcuna originalità, poiché non fa che rimasticare un pensiero vecchio di almeno 2.500 anni  che umani non si nasca, ma lo si diventi differenziandosi dal bambino-animale. E che questo sia il nostro peccato originale”). Siamo anche liberi? Il fatto di essere muniti di coscienza e di avere acquistato la capacità e il bisogno di conoscenza ci affranca dalla coercizione degli istinti?... Più vigile è la coscienza, più aumenta la probabilità che l’intelletto razionale tenga a freno gli istinti...  (La Repubblica, 11 marzo 2008). Il non credentecrede, insomma  sempre scopiazzando dai 2.500 anni di cui sopra  che libertà e umanità consistano nella capacità di sottrarsi agli “istinti”. Di lottare contro il bambino-animale. Ragion per cui l’essere umano sarebbe l’unico, tra i viventi, che l’evoluzione avrebbe selezionato con caratteristiche opposte e avverse a quelle che gli hanno permesso di non estinguersi. A quante vecchie scemenze crede, questo non credente”!

 

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Walter Veltroni (alias il Togliattino): Noi siamo liberi di dispiegare la nostra identità e di non doverla mediare con chi pensa che sia necessario riprendere la lotta di classe contro i padroni. Il paese che vorremmo fare è un paese in cui ci sia meno pressione fiscale perché c’è meno evasione e meno spesa pubblica. (La Repubblica, 10 marzo 2008). A parte che Dario Franceschini, il suo secondo, ha dichiarato due settimane fa che il Pidì non ha identità (si mettessero d’accordo), e a parte la solita giaculatoria che i lavoratori devono porgere l’altra guancia, Veltroni continua a promettere meno tasse e insieme meno spesa pubblica. Cioè più privato e meno Stato. Cioè meno difese (meno sanità, meno servizi, meno scuola pubblica, ecc.) per le classi meno abbienti. Cioè: lotta di classe della più bell’acqua.

 

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George Bush, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini (alleati di ferro nella stupida e disonesta guerra in Irak): Una stima prudenziale dell’impatto economico della guerra in Iraq è che per gli Stati Uniti si sia trattato... di tremila miliardi di dollari, e di altrettanti per il resto del mondo... L’amministrazione Bush (e i suoi servi in Italia, n.d.r.) avevano affermato che la guerra sarebbe costata 50 miliardi di dollari, cifra che di questi tempi gli Usa spendono in Iraq ogni tre mesi... Per un sesto di quanto si sta spendendo in questa guerra, gli Usa avrebbero potuto raddrizzare definitivamente il sistema della Social Security per il prossimo mezzo secolo, senza tagli di benefici, senza aumenti di contributi. Invece, quando hanno dato inizio alla guerra, hanno tagliato le tasse ai ricchi nonostante si ritrovassero un deficit di budget. (Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia nel 2001, su La Repubblica del 10 marzo 2008). Questo, intendiamoci, non perché vogliamo ridere di Bush, Berlusconi e Fini: non si può ridere di chi ha causato (direttamente o per favoreggiamento) centinaia di migliaia di morti fra la popolazione civile, tortura, attacchi alle Costituzioni di tutto l’Occidente e sprechi e ruberie inimmaginabili. No, noi vogliamo ridere di Walter Veltroni, secondo il quale la lotta di classe ― in un mondo che fa regalie ai ricchi mentre distrugge lo Stato sociale per finanziare guerre insensate ― non esisterebbe più.

 

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(Enrico Morando (autore del programma economico del Pidì) e Renato Brunetta (consigliere di Berlusconi): Sul fronte della liberalizzazione dei servizi pubblici locali abbiamo accumulato un grande ritardo, che ci proponiamo di recuperare (Morando). Ci proponiamo il ritorno al nucleare all’interno dei confini italiani con cinque nuove centrali termonucleari. (Brunetta) (La Repubblica, 9 marzo 2008). Gli uni privatizzeranno l’acqua (cosa che con Prodi non hanno potuto fare grazie ai ministri della Sinistra Vera), gli altri ci “disseteranno” a isotopi radioattivi: dopo, non diciamo che non ci avevano avvertito...

 

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Michele Serra: A che serve la sinistra ― nella storia ― se non a illudersi che gli uomini (perfino Calearo) possano migliorare? (La Repubblica, 9 marzo 2008). Ci dispiace ridere di Michele Serra, che in fondo stimiamo, ma questa volta se l’è proprio voluta. Dunque la “sinistra” (la chiama così, e questa è disonestà, perché sa benissimo che il Pidì è di centrosinistra, non di sinistra  l’ha dichiarato ufficialmente il Veltroni ― e che la Sinistra Vera è un’altra...) Dunque Veltroni sarebbe addirittura capace di rendere gli uomini migliori? Perfino Calearo? Ma non era Berlusconi l’unto del Signore?

 

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Walter Veltroni (alias il Togliattino): La lotta di classe è finita, appartiene al Novecento, è una fase storica dell’Italia che non c’è più. Imprenditore e lavoratore puntano entrambi alla crescita dell’azienda. (La Repubblica, 7 marzo 2008). Detta così, sembrava che il Veltroni mettesse sullo stesso piano gli operai e i padroni. Ma il giorno dopo, per fortuna, si è corretto: Qualcuno è sceso dallo scranno della presidenza della Camera e ha riscoperto la lotta di classe. Ma è sbagliato riproporre il conflitto. La lotta di classe degli operai contro i padroni non mi piace. (La Repubblica, 8 marzo 2008). Meno male: solo la lotta di classe degli operai contro i padroni non gli piace; quella dei padroni contro i lavoratori (che milioni di donne e di uomini subiscono e soffrono ogni giorno) invece gli sta benissimo.

 

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Mimì La Cavera (novantaduenne grande vecchio palermitano, fondatore di Sicindustria, tra gli autori cinquant’anni fa del milazzismo, osceno governo regionale PCI-MSI): Anna Finocchiaro (esponente di spicco del Pidì e candidata del medesimo alla presidenza della Sicilia) è una fimmina con sette paia di coglioni, una vera leonessa. (La Repubblica, 7 marzo 2008). Si completa, così, il ritratto di madre Anna: veltroniana, decisa a mettere in sicurezza l’Italia, mamma della Sicilia e dotata di sette paia di coglioni. (P.s.: abbiamo tratto questa vomitevole definizione della Finocchiaro da un articolo di Alberto Statera: un’intera pagina sulle elezioni in Sicilia in cui il nome di Rita Borzellino non compariva una sola volta. Democrazia alla Veltrusconi...)

 

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Clemente Mastella: Per colpa di una scientifica operazione di linciaggio morale costruita mediaticamente, politicamente, giudiziariamente, sono diventato una sorta di uomo nero di cui liberarsi e su cui scaricare tutte le responsabilità del sistema politico. Sconfitto prim’ancora di essere probabilmente sconfitto sul campo, rinuncio a candidarmi. (La Repubblica, 7 marzo 2008). Scaricata dopo il servizietto (di far cadere Prodi), scompare una delle peggiori macchiette della politica italiana di tutti i tempi. Rimane e si gonfia sempre più, invece, l’ancor più grottesco duopolio che dopo l’uso l’ha buttata sperando che gli elettori dimentichino di avergliela vista addosso...

 

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Massimo Calearo (candidato alle elezioni per il Pidì come capolista in Veneto, presidente uscente di Federmeccanica, studi dai gesuiti in Germania nella Selva Nera, già simpatizzante dell’Azione cattolica, già aderente all’Udc e alla Casa delle Libertà, già “falco” di Confindustria e durissimo avversario dei sindacati in più di una vertenza contrattuale, partecipante l’estate scorsa allo sciopero fiscale indetto dalla Lega Nord, noto alle cronache anche per aver definito massaie” le mogli degli operai): Ringraziamo San Clemente Mastella che ha fermato il governo Prodi. Adesso c’è il Pidì che può offrire un programma al Paese. Poche ore dopo: Be’, l’azione di Prodi ha avuto anche aspetti positivi, ma la maggioranza era minata dall’alleanza con la sinistra radicale. (La Repubblica, 6 marzo 2008). Il neo-veltroniano Calearo disonestamente chiama “sinistra radicale” la Sinistra Vera? Noi, allora, possiamo considerare lui e Veltroni due destri assai sinistri.

 

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Maurizio Beretta (direttore generale della Confindustria): L’inasprimento delle sanzioni penali, delle multe e dei controlli nelle aziende a tutela della sicurezza dei lavoratori è ingiustificato. Sono misure troppo onerose per le imprese. (La Repubblica, 5 marzo 2008). Un vero macellaio, non per niente si chiama come si chiama. E l’Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, gli insegna a farsi più furbo: La nuova legislazione va approvata. Il tempo per le correzioni ci sarà. Ma dopo. Traduzione: Stupido! Non capisci che così porti voti alla Sinistra Vera? Lasciaglielo approvare, ’sto decreto! Lo svuoteremo dopo le elezioni.

 

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Silvio Berlusconi: Fra i dieci punti presentati da Confindustria non ce n’è uno che non sia compreso nel nostro programma. E credo che bisognerebbe cambiare non solo l’articolo 18 ma tutto lo Statuto dei Lavoratori con regole nuove e più moderne. (La Repubblica, 5 marzo 2008). Dato che è impossibile che un lavoratore voti per chi darà ai padroni la libertà di licenziare anche senza giusta causa, ne consegue che per Berlusconi non voterà alcun lavoratore, ma solo gli sfruttatori del lavoro altrui.

 

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Famiglia Cristiana: La libertà di coscienza dev’essere considerata un’extrema ratio, non una limitazione della responsabilità e un depotenziamento della politica, (citato da La Repubblica del 5 marzo 2008). La libertà di pensiero garantita dalla Costituzione, per questi rimasugli di medioevo, dev’essere ammessa solo in casi estremi.

 

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Giuseppe Fioroni (ministro ancora per poco della Pubblica Istruzione, esponente di spicco del Pidì): Luciana Pedoto non labbiamo candidata in un collegio sicuro perché è la mia segretaria. Lei non ha mai vissuto di politica, ma la fa da anni. Doveva essere candidata alle regionali nel Lazio, ha partecipato ad alcune elezioni circoscrizionali. Ed è una funzionaria dell’Istituto superiore d’igiene. con tanto di laurea e specializzazioni. Non l’ho scelta io, ma i Popolari del Lazio. Traduzione: Mica l’ho scelta io! Tant’è vero che è stata scelta per la sua bravura ed esperienza.La straordinaria intelligenza del nostro amato e onorevole leader trova sempre il modo di brillare.

 

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Luca Cordero di Montezemolo (presidente della Confindustria), Renato Brunetta (economista del Pidielle) e Antonello Soro (presidente dei deputati del Pidì): La spesa pubblica corrente, tolti gli interessi, assorbe il 39,6% del Pil (Prodotto Interno Lordo)... Questo Moloch va ridimensionato... Ci vogliono drastici, impopolari tagli alla spesa pubblica (Montezemolo). Bravo Montezemolo: il suo decalogo economico è il nostro programma (Brunetta). E si congratula Antonello Soro, soddisfatto per la presenza degli industriali Calearo e Colaninno nelle sue liste: Occorre innovare superando conflitti ideologici inutili. (La Repubblica, 4 marzo 2008). Pappe e cicce.

 

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Giuseppe Lumia (vicepresidente della commissione antimafia, ds, escluso dalle liste elettorali del Pidì in Sicilia, commentando gli attestati di solidarietà contro questa esclusione ricevuti dai movimenti siciliani anticriminalità): Legalità e sviluppo non sono presenti nelle liste siciliane del Pidì, basta leggerle. Io vedo il nome di Crisafulli, per esempio. Insomma, la lotta alla mafia non è una priorità del Pidì e il rinnovamento in Sicilia non esiste. (La Repubblica, 4 marzo 2008). (P.s.: nei giorni successivi è stato ripescato grazie a Ignazio Marino, che gli ha regalato il suo posto in lista. Naturalmente, in seguito a ciò, le frasi di cui sopra sono diventate ipso facto non vere. Ah, George Orwell!...)

 

 

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Massimo Calearo (candidato alle elezioni per il Pidì come capolista in Veneto, presidente uscente di Federmeccanica, studi dai gesuiti in Germania nella Selva Nera, già simpatizzante dell’Azione cattolica, già aderente all’Udc e alla Casa delle Libertà, già “falco” di Confindustria e durissimo avversario dei sindacati in più di una vertenza contrattuale, partecipante l’estate scorsa allo sciopero fiscale indetto dalla Lega Nord, noto alle cronache anche per aver definito massaie” le mogli degli operai): Sa che differenza c’è oggi tra la destra e la sinistra? Che sono sedute in posti diversi in Parlamento. Punto. E io non sono certamente un uomo di sinistra, ma nemmeno di destra. Sono uno che ragiona con la propria testa... La proposta del salario minimo per i lavoratori precari? Non mi convince. Ma per cambiare si deve stare lì dove si prendono le decisioni. (La Repubblica, 3 marzo 2008). Bisogna riconoscerlo: l’uomo, a differenza di Veltroni, è di una sincerità disarmante. L’ultima frase, in particolare, la dice lunga. Tradotta: Veltroni mi candida perché io poi lo aiuti a cambiare” (= capovolgere) le promesse che va facendo.

 

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Walter Veltroni (alias il Togliattino): Siamo riformisti, non di sinistra. (In un’intervista a El Pais, da La Repubblica del 2 marzo 2008). Fausto Bertinotti ha egregiamente commentato: Veltroni è reo confesso, se veramente ha detto quella frase... Noi invece siamo un partito di sinistra vero. E noi, nel nostro piccolo, aggiungiamo che le riforme di un riformista non di sinistra saranno per forza (se la logica non è un’opinione) riforme di centro e di destra.

 

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Massimo Giannini (giornalista de La Repubblica che un giorno sì e l’altro pure invita il Pidì a essere meno di sinistra): Jacques Attali, consulente di Sarkozy, suggerisce al prossimo presidente del consiglio, forse monsieur Berlusconi, la massima collaborazione con l’opposizione” perché serviranno “scelte molto impopolari”. Ma la provocazione cade nel vuoto. Nel centrodestra tutto tace. Nel centrosinistra ci sarebbe chi è pronto a raccoglierla, come Bassanini: “O c’è un accordo tra maggioranza e opposizione per elaborare riforme condivise e sostenerle in Parlamento, senza cavalcare il dissenso nelle piazze, o nessun governo riuscirà a cambiare i destini di questo paese. (La Repubblica, 2 marzo 2008). Traduzione: più forte sarà il duopolio Pidì-Pidielle, più debole sarà la Sinistra Vera, e più probabile sarà una politica di ulteriore smantellamento dello Stato e di tutto ciò che è pubblico a favore delle grandi corporations private italiane e straniere. A colpi di shock.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Anna Finocchiaro (esponente di spicco del Pidì e candidata del medesimo alla presidenza della Sicilia): Voglio prendermi cura della Sicilia come farebbe una madre. (La Repubblica, 2 marzo 2008). La gentile signora dimentica che gli elettori sono maggiorenni. E che poi una mamma ce l’hanno già (che se è buona non la cambiano, e se è cattiva gli basta e avanza). Per punizione, d’ora in poi la chiameremo madre Anna. Ma forse le farà piacere...

 

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Pierferdy Casini: La sua ricetta-Paese si basa su cinque slogan, cinque stelle polari che riecheggiano la campagna contro il ’68 di Sarkozy: la restaurazione del principio di autorità, la promozione del merito, il senso del dovere, la qualità e la difesa della vita. (La Repubblica, 2 marzo 2008). Per restaurare il principio di autorità (che non sta a cuore solo a lui, ma anche a Berlusconi, a Veltroni e al dottor Stranamore dei sani principi gerarchici, mein Führer) tutta questa bella gente non avrà altra via che quella di ristabilire la monarchia assoluta dell’uomo sulla donna e del pater familias sulla moglie e sui figli: senza la quale non c’è principio d’autorità che tenga. Le gentili elettrici e i giovani elettori sono avvisati.

 

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La lettera di un lettore: Lei non ci crederà, ma è tutto vero. È successo oggi, non nel Medioevo. A Sulmona, in Abruzzo. Uno scienziato del Cnr, nell’annunciare una sua scoperta che consentirebbe di ottenere energia nucleare pulita dal ferro, dopo aver affermato en passant che la materia è opera del diavolo” ci ha informati che il suo laboratorio, prima di utilizzarlo, lo aveva fatto benedire dal vescovo insieme al crocifisso alla parete. Aggiungendo che lo straordinario esperimento, che porterà a poter fare a meno dell’uranio e delle sue scorie radioattive, era riuscito senza incidenti grazie alla protezione del crocifisso: Il nostro è un laboratorio cristiano. (dalla Posta di Michele Serra sul Venerdì di Repubblica del 29 febbraio 2008). È terribile sapere che tutte le persone che ogni giorno vanno incontro a gravi o meno gravi incidenti non sono cristiane. Meno male che almeno gli scienziati nucleari sono protetti: il valore delle aree fabbricabili nei pressi delle centrali lieviterà.

 

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