L'immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell'artista danese Viggo Rhode (1900-1976). L'ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

La Terra vista da Anticoli Corrado

 

diario del Prof (scolastico e oltre)

 

maggio - agosto 2006

 

Home     Indice delle puntate precedenti

Combattere l'obesità a scuola? Ottima idea, ministro! Ma in quali ore?

 

L’onorevole Livia Turco, ministro della Sanità, a proposito del dilagare dell’obesità fra i bambini ha dichiarato a La Repubblica (edizione del 6 agosto): "I dati più recenti che mi sono stati forniti sono agghiaccianti. Le stime parlano di 23 miliardi di euro spesi ogni anno - e tra questi 14 miliardi per ricoveri ospedalieri - per curare le patologie legate all’obesità: cardiovascolari, diabete, fegato, cancro, ipertensione e sindromi depressive. Inquietanti anche i dati relativi ai bambini: tra i 7 e i 9 anni, il 36% è in sovrappeso. Assieme al ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni lanceremo una campagna d'informazione nelle scuole indirizzata a studenti e famiglie per una corretta alimentazione."

 

Il commento del Prof.: Ottima idea, signor ministro! Tanto più ci spiace, perciò, di doverle ricordare che anch’essa certamente finirà tra le numerose, importantissime iniziative che gli insegnanti sono costretti a lasciar cadere per mancanza di tempo. Il tempo d’insegnamento, infatti - come il buon Fioroni, ministro della (ri)Pubblica Istruzione sicuramente sa, ma si è dimenticato di ricordare alla collega - è stato pesantemente ridotto (per alcune discipline di quasi il 20%) dalla cosidetta "riforma" di Letizia Moratti (a mai più rivederci, gentile signora!). E perché? Per finanziare, a spese dei bambini italiani, i condoni e le riduzioni fiscali del governo Berlusconi agli alti redditi! Perciò, finché il governo Prodi non si dimostrerà diverso restituendo ai bambini quel che è stato loro rubato, nemmeno l’Italiano o la Matematica si potranno più insegnare come si deve: altro che la corretta alimentazione!

*

Torna in cima alla pagina     Torna all'indice delle puntate precedenti     Home

*

Tagli all’Università e alla Ricerca?!

 

Secondo La Repubblica di venerdì 27 luglio, nel maxiemendamento che accompagna il decreto Bersani (per altro benemerito - con buona pace di tassisti, farmacisti e compagnia bella - ma a condizione che il governo abbia poi il coraggio - e la forza - di estendere le "liberalizzazioni" a tutti i potentati economici, e non solo ai più piccini) c’è scritto che le Università e i centri di ricerca nel 2007 dovranno risparmiare il 10%. Il ministro Mussi minaccia le dimissioni. Ma a noi la cosa sembra impossibile: avrà letto male! Eravamo convinti, infatti, che la rinuncia del governo Prodi (sì, la rinuncia: non ci facciamo più illusioni!) a restituire ai bambini e ai ragazzi italiani le ore di insegnamento loro sottratte da Letizia Moratti (a mai più rivederci, signora!) sarebbe bastata, alla fin fine, a risolvere i mali del nostro Paese, prostrato (come ha detto l’onorevole signor ministro del Tesoro, Tommaso Padoa Schioppa) dai troppi insegnanti e dalle scuole dei piccoli paesi... E invece no: bisogna far soffrire anche l’Università e la Ricerca, che - come tutti sanno - in Italia nuotano nell’oro! E questo dopo che per cinque anni gli esponenti del centro-sinistra di qualsiasi tacca si sono sgolati ad atterrirci sullo spaventoso declassamento a cui l’Italia sta andando incontro per l’avvilimento della Ricerca da parte di Berlusconi e soci!

 

Che dire? Tre cose: 1. Possiamo sempre consolarci raccontando a noi stessi che dalla brace siamo risaliti nella padella! 2. Forse il buon Fioroni, ministro della (ri)Pubblica Istruzione, avrà la bontà di distrarsi, per qualche istante, dalla dura fatica di conciliare i cattolici e i laici dell’Unione (offrendo ai primi la Scuola italiana in cambio di qualche concessione sulla bioetica per i secondi) e seguirà l’esempio dello (speriamo) battagliero Mussi. 3. Possiamo (come sto facendo io) annotarci su un taccuino tutte le delusioni e attendere, con spirito scientifico, il momento in cui faranno "massa critica" e ci indurranno a fare a pezzi la tessera elettorale.

*

Torna in cima alla pagina     Torna all'indice delle puntate precedenti     Home

*

Ma Padoa Schioppa ce l’ha proprio con la Scuola!

 

Stando ai giornali, il Documento di programmazione economica e finanziaria approvato venerdì 7 dal governo era accompagnata da una lettera ai presidenti delle Camere firmata da Romano Prodi e da Tommaso Padoa Schioppa. In questa lettera, secondo La Repubblica del 9 luglio, cè scritto fra laltro che gli interventi su sanità, pensioni, pubbligo impiego ed enti locali non porteranno a un impoverimento della funzione di solidarietà, di promozione della crescita e di fornitura di beni pubblici quali la giustizia, la sicurezza o listruzione.” Non solo: sabato 8, a una festa della Cgil, il ministro del Tesoro, discutendo con Epifani, si è guadagnato un applauso dichiarando che “i sacrifici devono partire dall’alto, da chi si è arricchito e da chi evade il fisco. Chi vive nel disagio non deve più fare sacrifici.

 

Il commento del Prof.: Belle parole, non c’è che dire! Peccato, però, che poco dopo, a Epifani che avvertiva: “Non contestiamo le cifre e i dati sull’entità del risanamento. Saremmo miopi. Vi chiediamo solo di verificare caso per caso le eventuali sacche di improduttività fra i dipendenti pubblici”, Padoa Schioppa abbia risposto: “C’è una facoltà di legge dove i professori sono aumentati di quattro volte, mentre i ragazzi sono diventati un quarto.

 

Il ministro è recidivo. Poche settimane fa aveva parlato di “classi con pochissimi alunni e troppi insegnanti.” Evidentemente, per lui, le scuole dei piccoli paesi sono un chiodo fisso e la vera causa dei problemi italiani. Questa volta, è vero, si scaglia contro i professori universitari, ma sempre con listruzione ce l’ha! La quale, evidentemente, con il 60% di risorse in meno che già le sono state estorte dalla Moratti (a mai più rivederci, Letizia!) non ha ancora sofferto abbastanza. E il buon Fioroni, il neo-ministro della Pubblica Istruzione? Perché non batte un colpo?

 

Qualche giorno prima, secondo il ministro di Rifondazione Comunista Ferrero - che, come sapete, non ha firmato il Dpef - Padoa Schioppa aveva detto in Consiglio dei ministri che la sanità, le pensioni, il pubbligo impiego e gli enti locali fanno l’80% delle spese dello Stato, e che perciò, se si vogliono far soldi, è solo lì che si può andare a tagliare. Mentre l’evasione fiscale va stroncata, sì, ma non ci si può attendere - sempre secondo il ministro - di ottenere dei risultati tangibili in tempi brevi... Ieri, mentre Padoa Schioppa parlava alla Cgil, il segretario della Cisl dichiarava: “Il ministro fa lamico del giaguaro...” E aggiungeva: “Berlusconi, l’anno scorso, ha regalato 6 miliardi di euro di sconto fiscale ai redditi oltre i 70.000 euro.

 

Che ne dice, onorevole signor ministro del Tesoro professor Tommaso Padoa Schioppa? Sei miliardi di euro potrebbero far comodo, non le pare, se davvero chi vive nel disagio non deve più fare sacrifici? E permetterle di lasciare in pace le scuole, piccole o grandi che siano. E anzi di restituire ai bambini e ai ragazzi italiani un po’ del tempo d’insegnamento che è stato loro rubato proprio per distribuire sconti fiscali ai più agiati.

*

Torna in cima alla pagina     Torna all'indice delle puntate precedenti     Home

*

Scuole private ? Ahiahiahi !

 

Giovedì 6 luglio, Corrado Augias ha pubblicato su La Repubblica questa lettera:

Caro Augias, si ricorda del buono alle scuole private introdotto dallo scorso governo? Ebbene, questo è il secondo anno che i genitori dei miei alunni ricevono 300 euro come parziale rimborso della retta scolastica. Giorni fa è stato distribuito il modulo per la richiesta di questi soldi, e i commenti dei ragazzi sono stati: "Mamma ha detto che mi compra la Play Station portatile." Oppure: "Li dà a me e ci faccio quello che voglio." Sono quindici anni che lavoro in una rutilante scuola paritaria romana; non per scelta, ma perché nello Stato sarei una precaria. Guadagno il 30% in meno degli insegnanti statali (il che mi fa rientrare fra coloro che rasentano la soglia di povertà) e sono costretta a fare ore straordinarie perché il nostro contratto tutela più i gestori delle scuole che i lavoratori! Sono indignata e spero che il nuovo governo blocchi al più presto questo inutile spreco di denaro pubblico. È l’unico lavoro che ho: la prego di omettere la firma.

Augias, fra le altre cose, ha risposto alla lettrice di aver apprezzato, giorni fa, l’editoriale del quotidiano vescovile L’Avvenire in cui si diceva che la Chiesa non ha mai ricercato privilegi. Ed ha aggiunto: Spero che l’ottimo proposito trovi sempre nuove conferme nei fatti... La risposta non sarebbe però completa se non comprendesse anche un altro aspetto. Quelle scuole, che sono spesso dei diplomifici, hanno un personale selezionato con meno rigore di quelle dello Stato, condizioni di lavoro e di paga deplorevoli, in poche parole: devono rendere soldi a chi le gestisce... I padri costituenti avevano previsto anche questo: si facciano, con i dovuti controlli, scuole private anche paritarie, ma senza oneri per lo Stato (art. 33 della Costituzione).

 

Il commento del Prof.: La sfortunata ma battagliera collega e il pur bravo Augias hanno dimenticato quello che secondo me è il principale argomento a sfavore delle scuole private: chi vi manda i figli, rischia (e talvolta, purtroppo, inconsciamente vuole) che essi, senza rendersene conto, si convincano di essere più deboli dei loro coetanei, e perciò bisognosi di essere "ricoverati" in appositi istituti, diversi da quelli frequentati dai ragazzi "normali". Si obietterà che nessuno, quando iscrive un figlio in una scuola privata, ha in mente qualcosa del genere... Ma pensateci bene: perché lo farebbero, se non ritenessero così di proteggerlo meglio? E perché penserebbero che il figlio ha bisogno di speciali protezioni (anche a costo di fargli frequentare una scuola meno valida di quella pubblica) se in cuor loro non lo giudicassero più fragile degli altri?... Così certi gestori di scuole private lucrano sulla sfiducia di certi genitori nei figli, proprio come gli ufficiali medici che alla visita di leva intascavano buscarelle per riformare dei ragazzi perfettamente sani. E poi "vampirizzano" gli insegnanti, ricattati e sfruttati (e per di più spillano soldi allo Stato, cioè a tutti noi) perché essi stessi, evidentemente (i gestori di quel tipo) fin da piccoli sono stati convinti di non poter farcela da soli e di dover campare la vita sfruttando il prossimo.

*

Torna in cima alla pagina     Torna all'indice delle puntate precedenti     Home

*

Il governo Prodi e la Scuola: un inizio preoccupante.

 

Fioccano i brutti segni, per la scuola elementare e media, da quando dal nuovo governo son cominciate a piovere scelte sconcertanti ed esternazioni d’ogni sorta.

In primis, non ha fatto una buona impressione lo scorporo dell’Università e della Ricerca dalla Pubblica Istruzione. Non per lo scorporo in sé, ma per la scelta dei ministri: vedere un Mussi all’Università e un Fioroni alla Scuola, infatti, induce a pensare che una parte dellUnione abbia deciso di occuparsi seriamente solo della prima e di abbandonare la seconda al suo "destino".  Mussi, infatti, è una persona seria, un esponente di primo piano del maggior partito dell’Unione ed un laico, e in Europa l’ha dimostrato non con le chiacchiere ma con un fatto concreto (revocando, cioè, il veto del governo precedente al finanziamento della ricerca sulle cellule staminali) che non ha caso ― come accade alle persone che han la testa sul collo e non si vergognano di usarla ― ha sùbito scatenato contro di lui un gran canaio bipartisan. L’altro, invece, il Beppe Fioroni, medico, fervente cattolico ed "esperto" di Sanità della Margherita, a paragone di Mussi non può che essere definito una personalità di secondo piano.

Almeno la Moratti ― che nella Scuola, sia chiaro, nessuno rimpiange né rimpiangerà mai ― è tuttavia un personaggio (in negativo) di prim’ordine, e darle l’Istruzione è stato dunque una prova di grande "interesse" (anch’esso negativo) per il mondo della Scuola: grande interesse, certo!, perché il governo Berlusconi sulla Scuola aveva due sole idee, ma chiarissime: mungerla il più possibile (togliendo risorse ai bambini e ai ragazzi italiani per devolverle ― riducendo le tasse ― a quelli che negli ultimi cinque anni, con la scusa dell’euro, hanno rialzato a man bassa prezzi e tariffe senza che nessuno controllasse) e il più possibile declassarla e squalificarla, in modo che i privilegiati di cui sopra si decidano "finalmente" a preferire all’Istruzione pubblica quella privata. Per realizzare questo "nobile" programma, al quale evidentemente teneva molto, il governo Berlusconi ha messo a capo delle scuole italiane d’ogni ordine e grado una persona che si è sempre dimostrata fra le più "in gamba" d’Italia, nel far danni al pubblico per favorire il privato: una donna assolutamente da non sottovalutare, come ha dimostrato, anche di recente, con la spietata (verso l’anziano padre) ma abilissima campagna per l’elezione a sindaco di Milano... Al suo posto, dunque, ci aspettavamo che Prodi collocasse una persona non meno valente, se davvero voleva riparare i terribili danni inferti alla Scuola dal duo Berlusconi-Moratti... Perfino la Bindi (sebbene non laica) ci sarebbe piaciuta assai più di Fioroni: perché, al contrario di quest’ultimo, è una figura di primo piano (la cui scelta, quindi, avrebbe dato la sensazione che Prodi attribuisca la giusta importanza a un settore dello Stato che è secondo solo alla Famiglia nel preparare gli uomini e le donne di domani e il futuro del Paese) e soprattutto perché ha sempre dimostrato di sapere molto bene ciò che vuole e di avere la forza e le capacità per farlo.

E Prodi, invece, che cosa ti combina? Consegna l’Istruzione a uno sconosciuto, che sembra scelto col manuale Cencelli per tenersi buono il Vaticano e chissà quale correntucola della Margherita! E il buon Fioroni, nelle sue prime settimane da ministro, che cosa ti combina per fugare la cattiva impressione iniziale e dimostrare coi fatti di essere all’altezza dell’incarico? È presto detto:

1. Per un pezzo non parla di Scuola neanche a pregarlo in ginocchio. Si occupa solo di bioetica. Tema importantissimo, ci mancherebbe, ma che alle famiglie e agli insegnanti ― in spasmodica attesa delle salvifiche intenzioni neo-ministeriali ― dà l’impressione che Sua Eccellenza faccia un po’ lo gnorri. O che parli a nuora perché suocera intenda.

2. Finalmente, qualcuno gli spiega che il Ministro della Pubblica Istruzione si occupa di Pubblica Istruzione; ed ecco che il buon Fioroni improvvisamente si desta e si produce in una girandola di esternazioni interessantissime...

3. Dice che il Ministero tornerà a chiamarsi della Pubblica Istruzione. Ottima idea, naturalmente, ma che non restituisce alla Scuola (non agli stipendi del personale insegnante e non insegnante, MA ALLA SCUOLA CHE VA IN PEZZI E NON HA MEZZI !!!) neanche un centesimo dei tanti soldini che negli ultimi cinque anni (e anche prima, ammettiamolo, con l’indimenticabile Berlinguer) alla Scuola sono stati tolti per devolverli ai lor signori di cui sopra.

4. Dice che il tutor e il portfolio (grottesche invenzioni pseudo-didattiche di chissà quali "esperti" morattiani che ― come del resto i berlingueriani ― mai devono aver messo piede in una qualsiasi scuola reale) dal prossimo anno scolastico saranno facoltativi. Ottima idea, naturalmente, ma che alla Scuola (non agli stipendi, ALLA SCUOLA !) non restituisce un centesimo, ecc., ecc..

5. Dice che, dal prossimo anno scolastico, la Maturità cambierà. E qui è veramente disarmante! Come non capirlo, infatti, il buon Fioroni? Qual è il Ministro, negli ultimi vent’anni, che non ha cambiato la Maturità? E proprio a lui si dovrebbe negarlo? Non sarebbe giusto! Ma anche in questo caso, inutile dirlo, alla Scuola (non agli stipendi, MA AI BAMBINI E AI RAGAZZI CHE STUDIANO !) neanche un centesimo...

Una sola cosa, il buon Fioroni (e Prodi con lui) si guardano bene dal dire: che all’Italiano, alla Matematica, all’Inglese, all’Educazione Tecnica, che la Moratti aveva decurtato di una o più ore per far cassa sul tempo d’istruzione dei bambini e dei ragazzi italiani, saranno restituite LE ORE RUBATE 1, il tempo rubato, l’istruzione e la cura rubate dal governo che fu. Su questo non fiatano, zitti e mosca! Forse perché, per restituire il tempo e il denaro rubati alla Scuola (non agli stipendi, AI NOSTRI FIGLI !) bisognerebbe davvero stanare un po’ di evasori fiscali. Forse perché si ha paura che poi gli evasori s’arrabbierebbero. Forse perché... Ma almeno, se si ha paura, lo si dovrebbe onestamente riconoscere! Prendere esempio dal Berlinguer vero (ENRICO !) che ebbe paura del Cile ma ebbe anche il coraggio morale e civile di dichiararlo.

Ciliegina: Padoa Schioppa, ministro del Tesoro, si occupa di Scuola (uniformandosi al buffo vezzo unionista per cui il ministro dell’Istruzione parla di Sanità e quello dei Lavori Pubblici di Giustizia) e dichiara che uno dei peggiori sprechi di denaro pubblico è causato... Dall’evasione fiscale?... Dalla finanza allegra?... Dalle ruberie a man salva delle migliaia di vampiri che pesano sulle nostre povere groppe?... Mai più! I veri spreconi ― udite udite ! ― SONO I BAMBINI E GLI INSEGNANTI DEI PICCOLI PAESI ! I bambini perché sono troppo pochi (non gli viene in mente, al buon Padoa Schioppa, che forse son pochi perché le tartassate famiglie italiane non ce la fanno a farne sopravvivere di più) e gli insegnanti perché sono troppi per così pochi bambini !

Che dire? Se il buon giorno si vede dal mattino...

Se il "buon" giorno si vede dal mattino, speriamo che il giorno che sta iniziando non ci conduca a una di quelle notti buie e tempestose in cui un popolo si trova a dover riconoscere che dalla parte sua, a sinistra come a destra, non c’è rimasto più nessuno.

 

1. Confronta, in proposito, la mia lettera a Eugenio Scalfari del 23 settembre 2005.

*

Torna in cima alla pagina     Torna all'indice delle puntate precedenti     Home

*

Dalla rivista Left del 9 giugno 2006, n° 22, pag.57

 

Se la fiction è un’epidemia.

 

Esistono casi in cui la fiction fa male per davvero. In Portogallo più di trecento bambini, in diverse parti del paese e senza alcuna relazione fra loro, hanno lamentato i sintomi di una rara malattia che provocava loro delle strane eruzioni cutanee, vertigini e difficoltà respiratorie, salvo poi risultare assolutamente sani a ogni ulteriore analisi. L’allarme è rientrato solo dopo qualche giorno, ovvero quando si è scoperto che i bambini in esame erano stati suggestionati dal malanno che aveva colpito uno dei loro beniamini televisivi, il protagonista dello sceneggiato televisivo di successo in onda nella fascia pomeridiana, Morangos com açùcar (fragole con lo zucchero), che si era appunto ammalato e denunciava quegli strani sintomi. Solo in video, naturalmente. Ma tanto era bastato a diffondere il nuovo virus.

*

Torna in cima alla pagina     Torna all'indice delle puntate precedenti     Home

*

Dai quotidiani

 

Suoneria per teenager.

 

Il cellulare squilla in classe, ma la professoressa non lo sente. Si chiama Mosquito ed è l’ultima trovata in materia di telefonia, non a caso inventata da un liceale. David Herzka ha sfruttato in realtà un’idea già commercializzata: una suoneria non percepibile dagli adulti (incapaci di cogliere i suoni troppo acuti) usata in Inghilterra per allontanare i giovani dalle vetrine dei negozi. Commento del Prof. L’ultima riga è agghiacciante; se continua così, il potere dei venditori d’ogni sorta sui clienti e sui non-clienti non avrà più limiti! Se volete averne una prova ancora più evidente, leggete la notizia che segue...

*

Torna in cima alla pagina     Torna all'indice delle puntate precedenti     Home

*

Da La Repubblica, supplemento New York Times del 22 maggio 2006

 

Se tutti saltano la pubblicità, come sopravviverà la TV?

 

La Royal Philips Electronics sta per brevettare un nuovo tipo di televisore e di videoregistratore digitale che rappresenta una minaccia per l’inalienabile diritto di fare zapping durante gli spot e di andare avanti velocemente, oltre la pubblicità, quando si guarda un programma registrato. Ma non solo: guardando più attentamente la richiesta di brevetto, si scopre che la pubblicità potrà tuttavia continuare a essere evitata da chi pagherà un certo canone mensile. A chi non pagherà, invece, sarà impedito di cambiare canale durante gli annunci pubblicitari. Avete letto bene: stop, quando c’è la pubblicità il telecomando non funziona! Tanto, se proprio non la sopporti, puoi sempre chiudere gli occhi e tapparti le orecchie! Se poi lo spettatore tentasse di aggirare il sistema registrando il programma e saltando la pubblicità durante la riproduzione, il registratore "si accorgerebbe" che si tratta di spazi pubblicitari e disattiverebbe il tasto di avanti veloce per tutta la durata del segmento pubblicitario.

Oggi, il videoregistratore digitale mina la base stessa del settore televisivo. Nel 2005, secondo la Forrester Research, sono state contate negli Stati Uniti dieci milioni di case con videoregistratore digitale, e si prevede che il numero salga a quindici milioni quest’anno, a trenta l’anno prossimo e a quarantadue nel 2010. Josh Bernoff, uno dei principali analisti della Forrester, prevede per l’anno prossimo "una significativa riduzione della spesa per l’acquisto di spazi pubblicitari televisivi", come conseguenza dei videoregistratori digitali. E le televisioni non sanno come rispondere.

James Boyle, professore di Diritto presso la Duke University, spiega che le emittenti offrono i programmi ben sapendo che solo una piccola parte dell’audience guarda gli annunci pubblicitari. Gli inserzionisti, aggiunge, non comprano altro che "un’opzione su una probabilità" e lo spettatore non è obbligato a guardare ogni pubblicità più di quanto un autista è obbligato a guardare ogni cartellone lungo la strada. (Chissà! Minacciandoli di multa, si potrebbero costringere gli automobilisti a fermarsi e a guardarli!, nota del Prof.)

L’aspetto legale più ingarbugliato non è il fatto in sé di evitare la pubblicità, ma uno ancor più basilare: il diritto, intanto, a copiare liberamente un programma per uso personale. Dagli albori del videoregistratore casalingo, verso la metà degli anni ’70, abbiamo copiato programmi televisivi impunemente approfittando del concetto di uso ragionevole con il quale la Corte Suprema americana consente le copie per uso privato, non commerciale. La giurisprudenza considera uso ragionevole quello che non compromette il valore commerciale dell’opera. Ma è ancora ragionevole un uso del videoregistratore che compromette il valore degli spazi pubblicitari?

Commento del Prof. Avete notato che l’uso commerciale è ragionevole quando lo fanno i commercianti e diventa subito irragionevole quando lo facciamo noi? E questo è niente, vedrete che cosa succederà, tra non molto, a chi esce da un negozio senza aver comprato nulla!

*

 

*

Questo sito non costituisce testata giornalistica, non ha, comunque, carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità

dei materiali. Pertanto non può essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7/3/2001... Clicca per continuare a leggere.

 

*

 

L’immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell’artista danese Viggo Rhode (1900-1976).

L’ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

 

*

 

Torna in cima alla pagina     Torna all'Indice generale del Diario     Home