ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

L'immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell'artista danese Viggo Rhode (1900-1976). L'ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

La Terra vista da Anticoli Corrado

nel marzo del 2017

 

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(Sabato 1° aprile 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Mercoledì 29 marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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La Chiesa di Einstein - prima puntata

(Avvertenza: La Chiesa di Einstein è un racconto immaginario, senza alcuna relazione con persone, aziende o chiese realmente esistite o con eventi realmente accaduti).

Clicca qui per scaricare il testo in .pdf. O qui per scaricarlo in .doc

Nessun cultore o appassionato di fisica, o più in generale di scienza, mancò mai alla pubblica lettura di un nuovo articolo del Genio che trasformò radicalmente la nostra concezione dell’Universo. Presenziare a tali eventi era un “obbligo”, ma che scaturiva dall’amore, dalla riconoscenza, e dalla speranza e dal desiderio che il Maestro, benché provato dagli anni, intervenisse e parlasse.

Non tutti, però, erano spinti a intervenire a quelle conferenze dai sentimenti di cui sopra: alcuni, per incredibile che possa sembrare, vi erano invece costretti da una sorta di venerazione che rasentava il terrore.

Lo si vide dopo la morte del Genio ― avvenuta nel 1955 ― quando per circa un anno imperversò negli Stati Uniti la cosiddetta Chiesa di Einstein, una setta che non solo lo divinizzò, cosa che avrebbe mandato Einstein su tutte le furie, ma che addirittura pretendeva di detenere il monopolio della sua memoria e delle sue scoperte. Nonché di scomunicare chi a suo giudizio si rendeva colpevole di blasfemia, criticava i dogmi della Chiesa o contravveniva ai suoi decreti.

Ebbene: il primo dovere di ogni adepto era presenziare alle “funzioni religiose”, cioè alle pubbliche letture dei testi “sacri” del Genio ― ivi compresi, com’è ovvio, gli oscuri e farraginosi documenti prodotti dai sommi sacerdoti. Il che, è appena il caso di dirlo, garantiva alla setta abbondanti introiti ogni volta che sentiva il bisogno di rimpinguare la propria “sacra” cassaforte.

La Chiesa, tuttavia, entrò in crisi già nell’estate del 1956, quando uno dei suoi due fondatori perì nel naufragio dell’Andrea Doria, e naufragò come lui dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti giudicò temeraria la causa che l’altro fondatore aveva intentato contro un fisico “colpevole” secondo lui di sacrilegio per aver sostenuto che le scoperte di Einstein dimostrano, sia pure indirettamente, l’inesistenza e l’impossibilità di qualsivoglia dio.

Le “sacre” conferenze si protrassero ancora per un anno, ma i fedeli che vi assistevano non fecero che scemare. Inutilmente i sommi sacerdoti si accanirono sui reprobi a colpi di reprimende e scomuniche. Vana fu perfino la minaccia del rogo, forsanche perché colui che la proferì fu ricoverato d’autorità in un reparto psichiatrico non appena tentò di metterla in atto. Ben presto la Chiesa di Einstein fu dimenticata ― tanto che quasi nessuno, oggi, ricorda più che esistette ― e le scoperte del grandissimo scienziato rimasero per tutti e per sempre quel che per lui e i suoi allievi erano state fin dall’inizio: un patrimonio dell’Umanità.

L’ultima delle “sacre” funzioni ― come gli interessati potranno constatare abbonandosi al sito della prestigiosa rivista Scientific Revue e consultandone l’archivio alla data del febbraio 1957 ― fu celebrata al cospetto di un solo fedele, un vecchietto non del tutto sobrio che aveva scambiato il “tempio” per un pub, ed ebbe una conclusione grottesca e al contempo penosa quando, sul marciapiede prospiciente il “tempio”, il sommo sacerdote in persona fu visto tendere ai passanti le ultime copie del cosiddetto Catechismo di Einstein ― oggi introvabile ― rimettendosi alla loro carità.

Clicca qui per scaricare il testo in .pdf. O qui per scaricarlo in .doc

(Lunedì 27 marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Beato chi va al gabinetto “come una persona normale”...

Fare il papa è il mestiere più furbo (e più confortevole) che sia mai stato inventato: pontifica su tutto senza aver studiato altro che religione, risolve tutto a colpi di volemose bene (cioè dando prova evidente di non essere capace di risolvere neanche uno scarico intasato) e nessuno si permette di dirgli che le chiacchiere stanno a zero. Un mestiere, insomma, che tutti i furbi della Terra gli invidiano: non deve far niente davvero per aiutare nessuno, solo parlare e tornarsene a casetta (dove nessun problema di nessuno può raggiungerlo) e per mandare in estasi le sue pecorelle gli basta andare al gabinetto come una persona normale.
Chissà, forse il prossimo papa sarà ancora più furbo: non si
affaticherà nemmeno a far chiacchiere, si affaccerà, annuncerà di aver appena fatto la pipì e la cacca e tutti cadranno in ginocchio e lo adoreranno.

(Lunedì 27 marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Quattro anni fa, quando la scienza “scoprì” l’intuizione creativa...

Mi pare che abbia un senso, a qualche settimana dal “cortese” “invito” che mi ha indotto a rimuovere da ScuolAnticoli unimmaginaria copertina futura de Le Scienze, riproporre questo mio post del maggio 2013 sullimmaginazione...

 

A più di mezzo secolo dalla prima edizione di Istinto di morte e conoscenza, di Massimo Fagioli, la scienza mainstream “scopre” qualcosa di (vagamente) analogo al concetto di immaginazione come capacità che distingue l’animale umano da tutti gli altri.

Nel numero di maggio de Le Scienze, in un articolo dedicato a Le origini della creatività, di Heather Pringle (una giornalista scientifica canadese che collabora con la rivista Archeology) leggo: Gli scimpanzè adoperano con grande abilità un’ampia gamma di strumenti: pietre per aprire noci, foglie per raccogliere l’acqua da cavità degli alberi, e stecchi per scavare nutrienti radici vegetali. Ma non sembrano capaci di far progredire tali conoscenze o di perfezionare le loro tecniche: “Gli scimpanzè possono far vedere ad altri scimpanzè come acchiappare le termiti” dice Christopher Henshilwood, dell’Università del Witwatersrand a Johannesburg, “ma non migliorano la loro tecnica, non dicono: «facciamolo con un altro tipo di bastoncino». Si limitano a fare ogni volta la stessa cosa”. Gli esseri umani, invece, non hanno questo tipo di limiti. [...] Nessun singolo individuo, per esempio, ha tirato fuori da solo tutta l’intricata tecnologia incorporata in un computer portatile: questi risultati nascono dalle intuizioni creative di intere generazioni di inventori (Le Scienze n°537, maggio 2013, p. 41; grassetto di ScuolAnticoli).

Siamo ancora ben lontani, naturalmente, dalla maggior parte (o anche solo da alcune) delle fondamentali implicazioni del concetto di immaginazione nelle scoperte e nell’elaborazione teorica di Massimo Fagioli. Ma è, finalmente, qualcosa nella giusta direzione.

E io, nel mio piccolissimo, ne sono contento anche perché da più di trent’anni insegno agli alunni anticolani (riferendomi alle scoperte di Massimo Fagioli, ma senza poter darne alcuna conferma da parte della scienza mainstream) che è l’immaginazione quel che ci distingue dagli altri animali attualmente viventi. Come ricorderanno, per esempio, le ragazze e i ragazzi che nel 1994-95 scrissero con me la sceneggiatura e collaborarono alla realizzazione del film Arriva l’Ispettore. In cui, a un certo punto, alcuni alunni della Scuola media di Anticoli Corrado trovavano non solo le tracce di un preistorico Homo Anticolensis, ma addirittura... lui in persona. Che, su loro invito, veniva a scuola a parlare di sé. E a un certo punto si esprimeva (quasi) come vent’anni dopo si sarebbe espresso il professor Henshilwood:

HOMO ANTICOLENSIS: Anche gli animali usano semplici strumenti: certe scimmie, per difendersi, usano pietre e bastoni; certi uccellini, i pavimenti delle terrazze per rompere i pinoli... Anche gli animali fabbricano nidi e dighe, scavano tane e formicai... Anche gli animali possono “dirsi” se hanno fame o paura, cercarsi o respingersi... Anche gli animali ricordano, hanno esperienza, sanno e ragionano: tendono agguati, sfuggono alle trappole, insegnano ai piccoli dov’è la vita e dov’è la morte... Eppure non sono umani. Poiché gli animali ripetono sempre. Nessun animale, mai, ha potuto cambiare qualcosa in meglio.

Farà piacere, forse, a quei ragazzi oggi più che trentenni, sapere di avere ricevuto un insegnamento dal futuro, in anticipo di (almeno) vent’anni sulla scienza “ufficiale”? Spero di sì. E chissà, forse nessun egregio avvocato di un ancor più egregio avente diritto mi scriverà per censurare anche questo post.

(Venerdì 3 maggio 2013-mercoledì 23 marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Un anno fa...

È trascorso un anno da quell'incontro indimenticabile. E oggi so, con certezza, che esso ha cambiato profondamente (in meglio, anche se in maniera tuttora imprevedibile) il mio rapporto con Anticoli Corrado e con gli Anticolani. Grazie a quasi tutti coloro che intervennero (così tanti che la sala non bastò a contenerli) e in particolar modo, naturalmente, a Daniele Misnoli, Valentina Saldaneri e Carmine Toppi.

Clicca qui per vedere il progetto e le immagini nei dettagli!

Clicca su questi link per il video della presentazione: Prima Parte - Seconda Parte - Terza Parte, girato da Carmine Toppi, con gli interventi del prof. Scialanca, degli architetti Misnoli e Saldaneri, e del pubblico in sala!

(Sabato 18 marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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La sera di mercoledì 15 marzo un furibondo incendio è stato appiccato in più punti sul Monte Sant’Elia tra i paesi di Cineto, Roviano, Arsoli e Riofreddo. Le difficili operazioni di spegnimento si sono protratte per buona parte della notte. Non è la prima volta che accade: sono decenni, ormai, che in questa zona, e solo in questa zona, scoppiano incendi, talora di vasta portata e quasi tutti di origine dolosa. Mai, però, i responsabili sono stati individuati e perseguiti.

Domande:

Si aspetta forse, per porre fine a tali atti criminali, che le fiamme, una volta o l’altra, giungano fino alle case e alle persone?

Cosa ne pensano gli “adoratori” della marzella (= asparago), così numerosi nella Valle dell’Aniene (in particolare a Roviano) e così esperti conoscitori e frequentatori dei nostri monti? Possibile che non si siano mai imbattuti in individui, diciamo, sospetti? E in caso affermativo, essi o i loro amici e parenti ne hanno mai informato le autorità competenti?

Ma, come si suol dire, se Roviano piange, Anticoli non ride: qui, infatti, benché (per ora) non si appicchino incendi, da decenni qualche demenzial-delinquente sfoga le sue frustrazioni avvelenando poveri animali indifesi, “colpevoli” solo di non avere un padrone. Ultimo, in ordine di tempo, un povero cagnolino abbandonato e sofferente che da tempo viveva in piazza delle Ville, e che alcuni Anticolani e Anticolane di buon cuore avevano “adottato”: ieri è stato trovato morto (con gran dolore di chi gli voleva bene) e mi dicono che i segni di avvelenamento erano evidentissimi.

Anche in questo caso, possibile che nessuno abbia visto? Possibile che nessuno sappia o almeno sospetti, tra i parenti e gli amici del delinquente? Si aspetta forse, per porre fine alle sue violenze, che le polpette avvelenate finiscano nelle mani di un bambino?

È ora che anche nella Valle dell’Aniene la connivenza coi criminali riceva il nome che le spetta: omertà. È ora, soprattutto, che chi sa parli. ScuolAnticoli, e io personalmente, siamo a disposizione di chiunque voglia farci pervenire notizie in proposito.

(P.s.: l’immagine d’incendio che correda questo scritto è, purtroppo, di repertorio. Di un decennale repertorio).

(Giovedì 16 marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Martedì 14 marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Testo di Luigi Scialanca. Immagine tratta dalla Green 'N' Growing Collection (The History of Home Demonstration and 4-H Youth Development in North Carolina), Special Collections, North Carolina State University Libraries - 1951, North Carolina, il cui originale è nel North Carolina State University Libraries Special Collections Research Center. Il libro sul banco è il testo scolastico Sharing Adventures, Macmillan Reader, 1951).

(Sabato 11 marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Quel giorno, Luigi tornò da Stella dopo pochi minuti e si sedette accanto a lei.

“Che ti è successo?” si stupì la ragazza. “Hai litigato?”

Il bambino scosse il capo.

“Vuoi giocare con me?”

“No, grazie.”

“Ma sei triste? Ti senti poco bene?”

“No, sto bene!” disse Luigi, e le sorrise per farle vedere che era vero.

“Vuoi che ti legga?”

“No, grazie.”

Allora Stella sprofondò di nuovo nel suo libro e Luigi, di sottecchi, spiò la bambina la cui apparizione lo aveva indotto a lasciare il pratone per poter guardarla da un luogo sicuro...

Clicca qui per continuare a leggere La Regina delle Bambine su ScuolAnticoli! Oppure qui per scaricarlo in .pdf!

(Mercoledì 8 marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Mercoledì 8 marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Il Gruppo di lavoro del Comune di Anticoli Corrado sull’accoglienza ai Richiedenti asilo invita i proprietari di appartamenti sfitti a manifestare la propria disponibilità ad affittarli (a un canone, da concordarsi, che sarà stabilito sulla base degli attuali prezzi di mercato) alle tre famiglie con bambini, in fuga dalla guerra, che chiedono il nostro aiuto, e che per tre anni saranno nostre ospiti.

Fatevi avanti, concittadine e concittadini! Non solo ricaverete un giusto reddito dalle vostre case, ma soprattutto darete modo a voi stessi e a tutti gli Anticolani di sentirvi e di sentirci allaltezza della nostra umanità. Di essere ancora più fieri del nostro amato Paese. Di reagire, finalmente, alla sottile depressione che talvolta ci fa temere che sia ormai destinato a estinguersi. Poiché un Paese la cui umanità è più forte di ogni timore è un Paese vivo, e che mai morirà.

(Domenica 5 marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Perché ScuolAnticoli ha rimosso un’immagine?...

Qualcuno forse ricorda che una decina di giorni fa ho pubblicato su ScuolAnticoli e su Facebook un fotomontaggio, di mia creazione, immaginando che fra dieci anni, nel 2027, l’autorevole rivista le Scienze dedichi un numero speciale a Massimo Fagioli, il grande, geniale psichiatra morto il 13 febbraio scorso, e che la sua copertina mi fosse giunta “dal futuro”.

Quell’immagine ora non c’è più, come se non sia (o non sarà) mai esistita (ma non del tutto: la sua memoria sopravvive nel mio pc e, presumo, nell’archivio di uno studio legale) poiché un signore mi ha fatto scrivere da un avvocato per chiedermi di rimuoverla. E io ho eseguito.

(In dieci anni, solo un’altra volta mi è pervenuta un’analoga richiesta ― per altro, in quell’occasione, direttamente dalla persona interessata: una signora di Poli che avevo fotografato, con il suo consenso, mentre spolverava un altar maggiore stando in piedi su di esso con tutte le scarpe).

Per ovvi motivi mi astengo dal fare il nome di questo signore. Dirò soltanto che non ha niente a che fare con la rivista le Scienze. E che io gli ho scritto ― a mio nome, senza avvalermi dei servigi di un legale ― la lettera che qui di seguito vi trascrivo. Alla quale, a tutt’oggi, non ho ricevuto risposta alcuna, come se non sia (o non sarà) mai esistita...

 

Ho ottemperato, signor ***, alla richiesta che mi ha fatto pervenire tramite il suo avvocato. Ma potrei sapere che cosa le è dispiaciuto, in quell’immagine? Essa non esprimeva che amore, incommensurabile stima e la certezza che le geniali scoperte di Massimo Fagioli saranno riconosciute. E questo su un sito, ScuolAnticoli, che da dieci anni dà prova di tali sentimenti a decine di migliaia di visitatori.

E poi, signor ***, anziché farmi scrivere da un legale, non sarebbe stato più da compagni ― o, se preferisce, più affettivo ― inviarmi un messaggio personale? Forse, in un momento così doloroso, non se l’è sentita? Però, mi scusi, in un momento così doloroso se l’è pur sentita di occuparsi di me, di pensarmi come un offensore e di dare disposizioni per colpirmi ― in un momento che è doloroso anche per me, quantunque infinitamente meno ― nei miei affetti e nella mia intelligenza, poiché quell’immagine non è scaturita che da essi.

No, signor ***, lei probabilmente mi ha fatto scrivere da un legale poiché supponeva che altrimenti non mi sarei piegato. Ma perché dover piegarmi? Al contrario: una comunicazione più affettiva, da parte sua, mi avrebbe spinto ad aderire altrettanto affettivamente al suo desiderio, e forse perfino a comprenderlo positivamente. Così, invece, non posso che attribuirlo a una sorta di gelosia ben poco affettuosa: a una gelosia, per così dire, proprietaria.

Non me l’aspettavo. Mai l’avrei creduto possibile. Ha accresciuto il mio dolore (che, ripeto, non paragono neanche minimamente al suo, ma è pur sempre un dolore umano). E mi ha fatto anche pena.

 

Sia chiaro: il dispiacere passerà, e ancora prima passerà il risentimento. Anche perché, in questi giorni, la splendida rivista Left mi ha dato una grande gioia (n° 8, pag. 47) pubblicando un brano dello psichiatra Giovanni Del Missier (dal volume Ricerca sulla verità della nascita umana - 40 anni di Analisi collettiva, L’Asino d’oro edizioni, Roma, 2016) nel quale ho letto le righe che seguono:

 

Comunque sia, tutto per me iniziò nell’estate del 1975 in un campeggio libero improvvisato, rigorosamente sessantottino cioè scomodo, ma sotto i 24 anni la scomodità non si avverte!

Lì, la notte, tra il fumo del fuoco e quello degli zampironi, un compagno che era in analisi ci leggeva brani tratti da tre libri difficilissimi... indovinate quali?, e poi dopo andavamo a prendere sonno in anguste canadesi discutendo discutendo.

 

Quel compagno ero io.

Grazie, caro Giovanni! Sono felice, oggi come nel passato, di aver fatto parte, nel mio piccolo, di questa grandissima storia straordinaria. E felice di esserci ancora, nel presente e perfino su Left, anche se la mia fantasiosa immagine “dal futuro”, invece, per il momento non c’è più. O forse... non c’è ancora?

(Mercoledì 1° marzo 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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“Michele è partito da questo strano mondo, un poco prima di me. Questo non significa niente. Le persone come noi, che credono nella fisica, sanno che la distinzione fra passato, presente e futuro non è altro che una persistente, cocciuta illusione”.

Albert Einstein

[da una lettera alla sorella dell’amico Michele Besso dopo la morte di quest’ultimo, citata da Carlo Rovelli ― fisico teorico, membro dell’Institut universitaire de France e dell’Académie internationale de philosophie des sciences, responsabile dell’Équipe de gravité quantique del Centre de physique théorique dell’Università di Aix-Marseille ― in Sette brevi lezioni di fisica, Milano, Adelphi, 2014, p. 65].

 

“La speranza produce lo spazio e il tempo?”

John A. Wheeler

[(1911-2008) ― fisico, dal 1938 al 1976 docente alla Princeton University e poi alla University of Texas ad Austin, insignito del premio Enrico Fermi nel 1968 e del premio Wolf per la fisica nel 1997 ― dal suo Diario inedito, citato da Amanda Gefter, giornalista scientifica, in Due intrusi nel mondo di Einstein, Milano, Raffaello Cortina, 2015, p. 351].

 

(Mercoledì 22 febbraio 2017. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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