ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

L'immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell'artista danese Viggo Rhode (1900-1976). L'ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

La Terra vista da Anticoli Corrado

nel maggio del 2014

 

(Questa pagina segue dalla homepage. I post più recenti li trovi ).

 

Vuoi andare ai post del mese precedente, aprile 2014? Clicca qui!

Vuoi andare all’Indice di tutti i post precedenti dal 2002 a oggi? Clicca qui!

Home

 

*

 

Sai che quest'uomo chiama i feti "bambini"? Sì? Bene, sai già tanto. Allora domandati: cosa chiamerà "sinistra"? Cosa chiamerà "lavoro"? Cosa chiamerà "democrazia"? Cosa chiamerà "umanità"? Cosa chiamerà LA TUA VITA? (Giovedì 28 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

Dal sito di Matteo Renzi, in data 12 novembre 2013: Hanno cercato di fare polemica per un’iniziativa del Comune di Firenze, doverosa e semplice: la possibilità per i genitori dei bimbi nati morti di seppellire i propri figli anziché – letteralmente – considerarli “rifiuti speciali”. Si è cercato addirittura di trasferire questo dibattito in un’occasione di polemica congressuale. Possiamo fare politica senza strumentalizzare il dolore di una madre, o di un padre, che perde un figlio prima che questi veda la luce? La vergogna, in questo caso, è tutta per qualche professionista dell’ideologia: non avrei mai immaginato che il livore contro di me arrivasse a questo punto. Mi spiace, ma mi spiace per loro. Circa 180.000 famiglie all’anno subiscono in Italia la perdita del bambino nella prima metà di gravidanza, fino alle 28 settimane di età gestazionale. Seppellire i bambini morti in utero non ha niente a che vedere con la legge 194 o con il diritto all’aborto. Non è obbligatorio, né esiste alcuna forma di costrizione psicologica. Ciò che deve essere consentito, perché previsto per legge da venti anni in Italia, è che i genitori che perdono un bambino durante la gravidanza abbiano la possibilità, se lo vogliono, di seppellirlo in maniera civile ed in luoghi degni, appositamente indicati dai regolamenti cimiteriali del Comune Il fatto di voler dare dignità a creature desiderate, volute, amate e non venute alla luce non mina in nessuna modo l’applicazione della legge 194. La libertà di ognuno (e quindi i suoi diritti) finisce quando collide con quella altrui ma dove le due libertà viaggiano parallele come in questo caso non vi è ragione di apporre paletti.

(Giovedì 28 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

(Mercoledì 28 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

La destra vince in tutta Europa. Ma in Italia è peggio: vince la destra cattofascista, vince il regime Pd. (Lunedì 26 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

(Lunedì 26 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

La superficiale campagna di left per la musica nelle Scuole

La superficiale campagna di "left" per la musica nelle Scuole. (Domenica 25 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

Clicca qui per scaricare il testo in .pdf. O qui per scaricarlo in .doc.

 

Euforico consenso della rivista left, e campagna promozionale a tamburo battente, per il disegno di legge 1365, Disposizioni in materia di valorizzazione dell’espressione musicale e artistica nel sistema dell’istruzione, presentato dalla senatrice Elena Ferrara, del Partito democratico, e firmato da parlamentari di tutti i partiti.

 

Peccato che il disegno di legge, pur apprezzabile in molti punti, contiene uno svarione (o qualcosa di peggio) così madornale da renderlo del tutto inaccettabile: Nel rispetto dell’autonomia scolastica ― recitano, infatti, il primo e il secondo comma dell’articolo 2 ― la formazione artistica consistente nell’acquisizione di conoscenze e nel contestuale esercizio di pratiche connesse alle espressioni artistiche musicali, coreutiche e teatrali [...] è assicurata: [...] b, nei curricula scolastici della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, per almeno [sic] 100 [cento] ore annuali; c, nella scuola secondaria di secondo grado per almeno [sic] 50 ore annuali.

 

Si son resi conto, la senatrice Elena Ferrara e gli illustri cofirmatari suoi, che (almeno) cento ore di lezione all’anno nella Scuola media significano (almeno) tre ore alla settimana? Due di tali ore, per altro, nella Scuola media ci sono già (del che, vedi oltre): sono quelle di Educazione musicale. Ma l’altra? La (almeno) un’ora occorrente per farne tre, a quale disciplina intende sottrarla la senatrice Ferrara? Forse alle due (due!) di Educazione artistica? Forse alle tre (tre!) di Storia? Non sarebbe meglio se la senatrice e i cofirmatari suoi illustri dedicassero le proprie invidiabili energie (e il tempo che paghiamo loro profumatamemte) a restituire ai bambini e ai ragazzi italiani tutte le ore loro rubate da berluscisti e piddini (Fioroni, Gelmini, Profumo, Carrozza, Giannini) negli ultimi nove anni, anziché sobillare “guerre tra poveri” fra discipline che a causa di quelle ignobili ruberie sono ormai tutte in difficoltà?

 

Ma ancora peggio fa, su left 17 del 14 maggio che ha lanciato la campagna (dall’originalissimo appellativo Cambiamo musica!), la signora Donatella Coccoli, autrice dell’articolo Un disegno di legge in nome di Abbado per l’educazione musicale nelle scuole. Che non solo non rileva l’errore di cui sopra (“noncuranza” per la realtà della Scuola che è un classico della disinformazione da sempre in atto su di essa), ma lo “arricchisce” con un altro tutto suo: Oggi l’unica ora di educazione musicale nella scuola primaria scompare del tutto nella secondaria, scrive [...] Il risultato: zero cultura musicale per intere generazioni.

 

Chi gliel’ha detto, signora Coccoli? Non sarebbe stato meglio informarsi, prima di annullare le due ore settimanali di Educazione musicale che sono una ricchezza della Scuola media (ma fino a quando?) da più di trent’anni? Non sarebbe stato meglio almeno leggerlo con cura, il disegno di legge tanto strombazzato dal suo articolo, là dove correttamente afferma che nel campo dell’educazione musicale, indicazioni innovative si sono avute nei programmi della scuola media del 1979, negli ordinamenti della scuola elementare nel 1985 e negli orientamenti per la scuola dell’infanzia nel 1991 [...] Tali innovazioni hanno attivato nelle scuole buone prassi in relazione al fare musica, come è emerso anche dalla ricerca promossa dal Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica nel 2008. Oggi, le nuove indicazioni nazionali per il curricolo della scuola d’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, nonché provvedimenti quali il decreto ministeriale n. 8 del 2011, costituiscono riconoscimento tangibile dell’importante valenza educativa delle esperienze performative?...

 

Sì, signora Coccoli: le sarebbe bastato leggere queste righe, per dubitare che sia proprio a zero come la (non) vede lei, la cultura musicale somministrata a intere generazioni da insegnanti che continuano a dare il massimo pur nella spaventosa devastazione determinata da rapine di cui né lei né la senatrice Ferrara, a quanto pare, avete la benché minima idea. Anzi, ancora più facile: le sarebbe bastato chiedere lumi a Giuseppe Benedetti, valente ed esperto giornalista che di Scuola scrive egregiamente da anni proprio su left, per evitare questa spiacevole figura

Clicca qui per scaricare il testo in .pdf. O qui per scaricarlo in .doc.

(Domenica 25 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

Spiegare un Film a un Bambino: Una storia vera, di David Lynch.

61. "Una storia vera", di David Lynch (1999), con Richard Farnsworth, Sissy Spacek, Jane Galloway, Joseph A. Carpenter, Donald Wiegert, Tracey Maloney, Dan Flannery, Jennifer Edwards-Hughes, Ed Grennan, Jack Walsh, Gil Pearson, Barbara June Patterson, Everett McGill, Anastasia Webb, Matt Guidry e Harry Dean Stanton.

(Le schede di Spiegare un film a un bambino sono per bambini e ragazzi di Quinta elementare, Prima, Seconda e Terza media. Sono scritte, perciò, il più semplicemente possibile. Ma non sono affatto semplicistiche. Vuoi servirtene? Fai pure. Ma non spezzettarle, non alterarle e... non dimenticare di citarne l’autore!)

 

Un bel giorno, il vecchio Alvin Straight ha un’idea singolare: montare su un tagliaerba, partire, percorrere a passo di lumaca un migliaio di chilometri di strade e di campi di mais, attraversare il gran fiume Mississippi e tutto quel che c’è sotto l’immenso cielo degli States fra casa sua e quella di suo fratello, e andare a riconciliarsi con lui, che per un antico litigio non vede ormai da troppo tempo.

 

È un’impresa assolutamente non pratica, che niente ha a che fare con l’utile. Ma è un’impresa straordinaria, soprattutto per un vecchio che gli anni hanno così indebolito che può a stento camminare, e così insensata e generosa da meritare il nome di creazione artistica. Come il film di David Lynch, che racconta l’impresa (realmente compiuta) di Alvin Straight badando soprattutto a mostrarci due cose: quanto è bello il mondo, quando ci si può permettere di camminare così lentamente da non dover solo registrarlo, ma avendo il tempo di contemplarlo; e quanta bontà e saggezza ha da dare, malgrado la povertà dei suoi mezzi tecnologici e fisici, quel raro esemplare di vecchio essere umano che è Alvin Straight. Naturalmente, quando ha la fortuna d’incontrare gente abbastanza bella da esser degna d’incontrare lui.

 

“Due cose riempiono l’animo di ammirazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle (...) come se fossero avvolte nell’oscurità (...); io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi, e sistemi di sistemi (...). La seconda comincia dal mio io indivisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo che ha la vera infinitezza, ma che solo l’intelletto può penetrare (...). Il primo spettacolo di una quantità innumerevole di mondi annulla la mia importanza di creatura animale che deve restituire nuovamente al pianeta (un semplice punto nell’universo) la materia della quale si formò, dopo essere stata provvista per breve tempo (e non si sa come) della forza vitale. Il secondo, invece, eleva infinitamente il mio valore come valore di un’intelligenza (...) in cui la legge morale mi manifesta una vita indipendente dall’animalità e anche dall’intero mondo sensibile”.

 

Sono parole che il filosofo tedesco Immanuel Kant, vissuto fra il 1724 e il 1804, scrisse nella conclusione della sua Critica della ragion pratica, pubblicata nel 1788. E descrivono molto bene il rapporto di Alvin Straight con la realtà, sia esterna che interna.

 

Le stelle sono ciò che egli più ama contemplare fuori di sé (ma gli piace anche un bel temporale, ed è proprio perché i loro spettacoli preferiti sono di questo genere che egli e sua figlia Rose non hanno un televisore), perché la vista di esse lo fa sentire una parte infinitamente piccola dell’Universo (che è così vasto, che al suo cospetto il più grande impero della Terra non è più importante di un singolo uomo, o di una donna, o di un bambino) e al contempo l’unica creatura la cui mente può contenere l’Universo per intero. Mentre la semplice legge morale, che egli ha scoperto nelle proprie idee e azioni, è ciò che più ama avere dentro di sé, poiché la presenza di essa lo fa sentire una parte infinitamente preziosa dell’Universo: l’unica dotata di quell’umana libertà e creatività, rispetto a esso, la cui massima espressione è il sentimento del giusto e dell’ingiusto: il sentimento, cioè, della corrispondenza o meno della realtà con gli affetti e l’immaginazione umani.

 

Ma Alvin non ha bisogno di conoscere Kant, per sentirsi minuscolo sotto le stelle e immenso per la capacità di intuire cosa va e cosa non va nell’Universo, e per gioire di tale sensazione meravigliosamente contraddittoria ogni volta che la prova: essa rende bella la sua vita e degna di essere vissuta, ed egli ama tutte le cose che la suscitano in lui con il loro essere immense e minuscole al tempo stesso... (Clicca qui per continuare a leggere!). (Venerdì 23 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

(Venerdì 23 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

(Venerdì 23 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

(Immagini tratte da Segnalazioni)

 

*

 

I padroni del Pd

 

1. L’imperialismo naziliberista tedesco.

2. La tirannia antiumana religioso-finanziaria vaticana.

3. Il fascismo del padronato più ignorante d’Europa.

4. L’imperialismo finanziario-militare americano.

5. “Ex” nazisti ed “ex” fascisti infiltrati nelle democrazie.

6. Avventurieri cattofascisti assemblati dai media.

Clicca qui per vederli tutti insieme ingranditi. Se te la senti.

Nessun partito è più fasullo di quello che vuole solo costringerti a ubbidire ai suoi padroni. (Lunedì 12 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

1.

2.

Nessun partito è più fasullo di quello che vuole solo costringerti a ubbidire ai suoi padroni. (Lunedì 12 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

Nessun partito è più fasullo di quello che vuole solo costringerti a ubbidire ai suoi padroni. (Lunedì 12 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

3.

4.

Nessun partito è più fasullo di quello che vuole solo costringerti a ubbidire ai suoi padroni. (Lunedì 12 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

Nessun partito è più fasullo di quello che vuole solo costringerti a ubbidire ai suoi padroni. (Lunedì 12 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

5.

6.

Nessun partito è più fasullo di quello che vuole solo costringerti a ubbidire ai suoi padroni. (Lunedì 12 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

Perché il Partito democratico legifera contro i lavoratori? Perché li considera bestie. E l’Unità te lo dice in faccia.

Perché il Partito democratico legifera contro i lavoratori? Perché li considera bestie. E "l'Unità" te lo dice in faccia. (Martedì 20 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

Da lUnità di martedì 20 maggio, pag. 19, Le meduse, madri della condivisione. Gli animali hanno sottili e umanoidi rapporti, anche tra specie diverse, di Enrico Alleva: È confondente l’idea che il lungo incedere della storia della vita sulla Terra abbia condotto a un essere super-perfetto e superdotato: quell’arrogante unica specie che si è autodefinita Homo sapiens sapiens. Si tratta di un’autoreferenziale visione antropocentrica. L’articolo occupa un’intera pagina, ma altre citazioni sono inutili: per lUnità, o almeno per quella parte della sua redazione che serve il Partito (cosiddetto) democratico e lo servirebbe fino alla morte (altrui), gli esseri umani non valgono più delle meduse. Perché stupirsi, dunque, delle continue aggressioni del Partito (cosiddetto) democratico ai diritti dei lavoratori e al futuro delle giovani generazioni? I lavoratori, i giovani e tutti gli esseri umani, per il Partito (cosiddetto) democratico e per i suoi padroni occulti, sono bestie. Come per i nazisti.

(Martedì 20 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

Spiegare un Film a un Bambino: Il dottor Stranamore, di Stanley Kubrick.

60. "Il dottor Stranamore", di Stanley Kubrick (1964), con Peter Sellers, George C. Scott, Sterling Hayden, Keenan Wynn, Slim Pickens e Peter Bull.

(Le schede di Spiegare un film a un bambino sono per bambini e ragazzi di Quinta elementare, Prima, Seconda e Terza media. Sono scritte, perciò, il più semplicemente possibile. Ma non sono affatto semplicistiche. Vuoi servirtene? Fai pure. Ma non spezzettarle, non alterarle e... non dimenticare di citarne l’autore!)

 

Furono davvero vinti, il nazismo e il fascismo, nel 1945? O l’odio mortale per l’umanità, da cui quelle ideologie deliranti erano scaturite, riuscì in qualche modo a trasmettersi, a “contagiare” una parte di coloro che l’avevano combattuto e sconfitto, e sopravvive ancora oggi nelle menti e nei cuori di alcuni loro successori nelle élites economiche, politiche, intellettuali e religiose di tutto il mondo?

Una cosa è certa: l’odio di chi vuol perdere la propria umanità contro quelli che almeno in parte la conservano esiste da quando il genere umano evolse le caratteristiche che lo rendono unico, ed esisterà finché una parte dei nostri bambini continueranno invece a essere allevati come se non avessero esigenze umane, diverse e superiori a quelle dei piccoli di ogni altra specie. Ma esso non era mai arrivato a creare e a diffondere il concetto di distruzione globale (l’idea, cioè, che l’odio per l’umanità possa estrinsecarsi nel cancellarla materialmente dal pianeta) prima che lo facessero il nazismo e il fascismo.

È vero che delle antiche città sconfitte i nemici talvolta non lasciavano pietra su pietra e spargevano il sale sulle rovine, che tutte le civiltà antiche ridussero in schiavitù e deportarono interi popoli chiamandoli “barbari”, che gli imperatori romani perseguitarono i cristiani, che i cristiani indissero crociate contro i mussulmani, gli ebrei e gli eretici, e che gli Indiani d’America furono quasi annientati dai coloni provenienti dall’Europa. Ma nessuno di questi atti, per quanto mostruosi, fu mai determinato dalla volontà e dalla teorizzazione del genocidio. E benché sia certamente vero che è l’intera Umanità a essere colpita, ogni volta che un solo essere umano viene umiliato, maltrattato, ferito o ucciso (e in questo senso è indubitabile che all’intera Umanità si è attentato innumerevoli volte, nel corso dei millenni) è però altrettanto vero che nessuno, prima dei nazisti, aveva mai intrapreso lo sterminio di una comunità o di un popolo non per impadronirsi di un territorio o di vitali risorse naturali, non per eliminare un’ideologia che giudicava pericolosa per la sopravvivenza della propria cultura, non ― insomma ― perché avesse una qualunque “ragione” diretta o indiretta per volerne lo sterminio, per quanto insensata tale “ragione” potesse essere, ma all’unico scopo di cancellare dalla faccia della Terra la possibilità stessa che il genere umano continui a distinguersi dalle altre specie viventi del pianeta.

I nazisti furono dunque i primi a concepire e a tentar di inventare armi di distruzione globali. E questa idea, quando il nazismo fu sconfitto, purtroppo non morì con esso... (Clicca qui per continuare a leggere!). (Lunedì 19 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

Cosa succede se l’Euro si rompe

(da Euro sì Euro no, di Manuele Bonaccorsi, su left del 17 maggio 2014).

"Cosa succede se l'Euro si rompe" (da "Euro sì Euro no", di Manuele Bonaccorsi, su "left" del 17 maggio 2014). (Domenica 18 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

“L’economista Emiliano Brancaccio, dell’Università del Sannio, promotore nel 2013 del Monito agli economisti, pubblicato sul Financial Times e sottoscritto da studiosi del livello di Dani Rodrik e James Galbraith, si è posto, insieme a Nadia Garbellini dell’Università di Bergamo, una semplice domanda: cosa è accaduto, in passato, dopo la rottura di aree valutarie simili all’Euro. Ha raccolto e ordinato i dati (relativi a 28 casi di uscita da un regime di cambio fisso avvenuti fra il 1980 e il 2013) e ne ha ricavato un quadro statistico. Poi ha confrontato i numeri con la situazione attuale, coi danni provocati dalla crisi. Il risultato è un quadro in chiaroscuro...Clicca qui per leggere tutto l’articolo!

 

Sullo stesso numero di left, da non perdere assolutamente:

Alla nascita dell’essere umano

compare, nella realtà biologica, la pulsione che, prima, non c’era.

È necessario pensare, per sapere,

ad una intelligenza che nasce dal corpo che reagisce alla luce.

Il suo nome è fantasia che non è linguaggio appreso nello stato di veglia e coscienza.

È necessario scoprire che il pensiero umano non è soltanto coscienza e linguaggio imparato

ma è capacità di immaginare che si crea nell’unione dell’inanimato con la biologia umana

(Massimo Fagioli, psichiatra).

 

E inoltre:

(Domenica 18 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

La Scuola di Anticoli muore: viva ScuolAnticoli!

Clicca qui per scaricare il testo in .pdf. O qui per scaricarlo in .doc.

 

Cancellata la Prima Media, la Scuola di Anticoli Corrado è ferita a morte.

E il paese? Cosa diventano i paesi senza Scuola?

Cosa diventano, ancora peggio, i paesi come Anticoli Corrado, in cui la Scuola muore assassinata dai governi degli ultimi vent’anni, sì, ma muore molto peggio di altre perché da anni è costretta a subire anche gli insulti e le aggressioni di una parte dei cittadini e dei politici locali?

In quale Scuola d’Italia si troveranno bene, i bambini anticolani, sentendo in cuor loro di essere finiti là come in esilio, scacciati da Anticoli da adulti senza cuore e, perciò, senza cervello?

Come si sentiranno, nelle Scuole di altri paesi, i poveri bambini-migranti di Anticoli che nessuno difende, per i quali nessuno esprime dispiacere perchè vengono scacciati, e che vedono, anzi, che una parte dei cittadini e dei politici locali ne sono contenti e ne ridono e sghignazzano?

E Anticoli Corrado? Ripeto: cosa diventano i paesi senza Scuola?

Già oggi, e da tempo, i più infelici tra i ragazzi anticolani esprimono in modo inconsulto e aggressivo la sofferenza loro arrecata da chi tenta di disumanizzarli fin da quando nacquero, da chi disprezza e aggredisce da anni la Scuola che tenta di risarcirli, e da chi alla fine li abbandona del tutto mandandoli a farsi impasticcare da praticoni stupidi e violenti e/o esorcizzare da vescovi e processioni e pellegrinaggi. Cosa accadrà d’ora in poi? Come torneranno ad Anticoli, in quali condizioni, adesso che, anno dopo anno, si vedranno scacciare dal Paese, ancora bambini, da adulti che hanno avuto così poco a cuore la loro realizzazione che non son riusciti a salvare la loro Scuola e neppure a difenderla?

Una domanda alla dirigenza dell’Istituto comprensivo di Arsoli, da cui la Scuola di Anticoli dipende. Le leggi per la distruzione della Scuola volute e/o messe in atto, agli ordini delle tirannie finanziarie, da governi infami (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi) non sono cambiate quest’anno. Sono le stesse leggi degli anni scorsi. Come mai la precedente dirigenza è sempre riuscita a evitare l’assassinio della Scuola di Anticoli, e la dirigenza attuale invece no? Difetto di capacità? Difetto di volontà? O che altro?

Una domanda all’attuale amministrazione di Anticoli Corrado, alla precedente (che si è allevata l’attuale “in seno”) e a quei cittadini anticolani che continuano a sostenerla. Senza stare a ripetere ciò che ho detto e scritto dal 2005 a oggi, io, Luigi Scialanca, vi sfido: avete aggredito la Scuola di Anticoli per anni, perché non organizzate per la sua morte violenta una Manifestazione di Giubilo? Se ne avete il coraggio ― ma dubito fortemente che lo abbiate ― anziché ridere e sghignazzare in privato, come starete già facendo, perché non gettate la maschera e festeggiate in pubblico, in piazza delle Ville, la fine della Scuola che tanto odiate? O almeno fate suonare i corni dai vostri servi per qualche notte?

E insieme, alla dirigenza dell’Istituto comprensivo e all’amministrazione comunale: siete proprio sicuri di sentirvi bene, mentre passate alla Storia di Anticoli, più che per quello che avete fatto per essa, perché ciò che avreste dovuto salvare (o almeno difendere) viene distrutto sotto i vostri occhi?

Chi ha voluto distruggere la Scuola Media di Anticoli, lo ha voluto perché la odia. E la odia, almeno a partire dal 1990, perché la Scuola Media, da allora, ha funzionato e funziona. Perché è un’ottima Scuola, dove si studia seriamente e si insegna a rispettare gli esseri umani e i diritti fondamentali. Perché è un centro di speranza, di cultura e di legalità. Perché è una Scuola che si oppone, e con qualche successo, ai piani di chi tenta di disumanizzare i bambini e i ragazzi per farne i suoi servi mostruosi.

Chi ha voluto distruggere la Scuola Media di Anticoli, lo ha voluto perché vuol distruggere Anticoli. Lo sappiamo tutti, lo capiamo bene: forze potenti mirano a rendere orribili i nostri paesi aggredendo l’immaginazione, l’intelligenza, la dignità e la resistenza dei bambini e dei ragazzi fino a cancellarne l’identità umana. Perché? Per tramutare anche i nostri paesi in quartieri-dormitorio, in cupe Tor Bella Monaca disumanizzate e disumanizzanti. In squallide periferie senza più affetti né cervello. In alloggiamenti standardizzati per schiavi da sfruttare dopo averli ridotti a zombie senza vita.

Sì, ci sono riusciti: dopo anni di aggressioni, hanno assassinato la Scuola di Anticoli. Ma non hanno ancora vinto: se la Scuola di Anticoli muore, ScuolAnticoli invece è viva e continua a lottare, insieme a tutti gli Anticolani che vogliono restare umani, affinché il nostro caro paese, i nostri bambini e ragazzi, e noi stessi, torniamo come siamo sempre stati, e siamo, nei sogni delle nostre notti più belle.

Stupidi, anche se mostruosi: uccidendo la Scuola di Anticoli, che tanto odiano, fanno di ScuolAnticoli, che odiano ancora peggio, l’unica Scuola rimasta ad Anticoli Corrado!

Prometto che lo sarà sempre di più. E sempre meglio.

Clicca qui per scaricare il testo in .pdf. O qui per scaricarlo in .doc.

(Venerdì 16 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

"Gli unici cambiamenti possibili nei partiti di servi sono le cicatrici che i padroni lasciano loro addosso". (Mercoledì 14 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

Gli unici cambiamenti possibili nei partiti di servi sono le cicatrici che i padroni lasciano loro addosso.

Clicca qui se vuoi vedere l’immagine ingrandita

Clicca qui se vuoi vedere i padroni che il Pd serve

...Il procedimento era lento e faticoso. Spesso occorreva tutta una giornata di sforzi estenuanti per trascinare un unico masso sulla cima della cava, e talvolta, lasciato cadere nel vuoto, il masso non si infrangeva. Non si sarebbe giunti a capo di nulla senza Gondrano, la cui forza sembrava pari a quella di tutti gli altri animali messi assieme. Quando il masso cominciava a scivolare e gli animali gridavano, disperati di sentirsi trascinare giù per la china, era sempre Gondrano che, tirando la fune, con sforzo supremo riusciva a salvare la situazione. Vederlo faticare su per la china, centimetro per centimetro, col respiro affannoso, la punta degli zoccoli affondata nel terreno e i grandi fianchi coperti di sudore, riempiva tutti di ammirazione. Berta lo ammoniva talvolta di stare attento a non affaticarsi troppo, ma Gondrano non le dava ascolto. Le sue due massime: «Lavorerò di più» e: «Napoleon ha sempre ragione» gli bastavano quale risposta a tutti i problemi. [...] Tre giorni dopo venne annunciato che egli era morto nellospedale di Willingdon, a dispetto di tutte le cure che si possono prestare a un cavallo. Fu Clarinetto che venne a partecipare agli altri la notizia. Egli, disse, era stato presente alle ultime ore di Gondrano. «Fu la cosa più commovente che abbia mai visto!» disse Clarinetto, sollevando la zampa e asciugandosi una lacrima. «Fino allultimo istante sono stato vicino al suo letto; allultimo, quasi troppo debole per parlare, egli bisbigliò al mio orecchio che il suo solo dispiacere era di morire prima che il mulino fosse ultimato. "Avanti, compagni!" sussurrò. "Avanti nel nome della Rivoluzione! Viva la Fattoria degli Animali! Viva il compagno Napoleon! Napoleon ha sempre ragione!" Furono le sue ultime parole, compagni.»(Da George Orwell, La fattoria degli animali, 1947).

(Mercoledì 14 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

Spiegare un Film a un Bambino: Schindler's List, di Steven Spielberg.

59. "Schindler's List", di Steven Spielberg (1993), con Liam Neeson, Ben Kingsley, Ralph Fiennes, Caroline Goodall ed Embeth Davidtz.

(Le schede di Spiegare un film a un bambino sono per bambini e ragazzi di Quinta elementare, Prima, Seconda e Terza media. Sono scritte, perciò, il più semplicemente possibile. Ma non sono affatto semplicistiche. Vuoi servirtene? Fai pure. Ma non spezzettarle, non alterarle e... non dimenticare di citarne l’autore!)

 

È molto difficile spiegare la Shoah, cioè lo sterminio degli Ebrei europei organizzato e perpetrato dalla Germania nazista agli ordini di Adolf Hitler. Dire che tra il 1939 e il 1945, in Germania e nei paesi da essa occupati, oltre sei milioni di esseri umani (uomini e donne, neonati e anziani, adulti e bambini) furono massacrati perché erano di religione ebraica, e perché Adolf Hitler, a partire dal 1920, aveva convinto la stragrande maggioranza dei tedeschi che gli Ebrei fossero gli artefici volontari di tutti i mali dell’Umanità, significa fare un’affermazione che è, al tempo stesso, assolutamente esatta e assolutamente insufficiente a capire l’immensità, la complessità e la mostruosità di quel genocidio.

Certo, anche solo sapere, pur senza disporre di altri elementi, che un tale massacro, per la prima volta nella Storia, è stato effettivamente ideato e commesso, ci dà almeno un’idea di cosa furono il nazismo tedesco e il suo complice abietto, il fascismo italiano. Ma per capire davvero l’immane portata di quell’orrore è necessario sapere e comprendere molto di più, su di esso, poiché il numero degli assassinati, proprio perché è così enorme, tende a essere accolto dalle nostre menti come una cifra astratta, di cui sappiamo che è grandissima ma che in realtà non riusciamo a vedere né, tanto meno, a sentire.

Dobbiamo, cioè, acquisire tutte le informazioni necessarie a farci un’idea di quale gigantesca e ramificata organizzazione fu necessaria, per uccidere tutti quegli esseri umani; dobbiamo sapere quanti milioni di individui contribuirono a pensare e diffondere le deliranti idee di Hitler e poi a identificare, denunciare e perseguitare gli Ebrei; dobbiamo sapere quanti milioni di individui, in tutta Europa, si divisero le proprietà degli Ebrei e si impadronirono delle loro case quando essi cominciarono a “sparire”; dobbiamo sapere quante centinaia di migliaia di individui fecero funzionare gli uffici, le poste, la polizia, i rifornimenti ai campi di sterminio, il trasporto ferroviario dei deportati e la raccolta, lo smistamento e la vendita dei loro oggetti personali, dei loro denti d’oro e dei loro capelli; dobbiamo sapere quante migliaia di aziende grandi e piccole, in Germania e nei paesi occupati, sfruttarono come schiavi gli Ebrei in grado di lavorare, prima che anch’essi fossero massacrati non appena la fame, le condizioni di lavoro bestiali e privazioni d’ogni genere li rendevano “inutilizzabili”; dobbiamo sapere quante centinaia di migliaia di individui videro passare quei treni, udirono quelle urla, abitarono e vissero vicino ai campi di sterminio (dove uomini e donne e bambini, giorno dopo giorno e ora dopo ora, per anni e anni erano uccisi col gas e bruciati nei forni) e non solo non fecero niente per fermare o almeno ostacolare quel mostruoso meccanismo, ma lo accettarono con la più totale anaffettività, senza mai formulare neanche un pensiero contro di esso. Dobbiamo sapere e capire, o almeno immaginare, quante decine di milioni di Europei e specialmente di Tedeschi, nel corso dei secoli e in particolare del primo Novecento, si resero non umani, cioè si tramutarono in mostri, per divenire capaci di ideare, organizzare e compiere la Shoah.

E intanto, mentre apprendiamo e capiamo il più possibile di tutto ciò, dobbiamo anche riuscire a vederlo davvero, questo orrore smisurato, benché con gli occhi della mente, e soprattutto a sentirlo. Dobbiamo pensare a un solo uomo, una sola donna, un solo bambino, fra quei milioni di esseri umani massacrati, e tentare... (Clicca qui per continuare a leggere!). (Venerdì 9 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

Un partito senza più ideali, mero gestore di cose

per conto dei suoi padroni, che gestisce come cose

anche gli ideali di chi si illude di portarvi i propri.

Un partito senza più ideali, mero gestore di cose per conto dei suoi padroni, che gestisce come cose anche gli ideali di chi si illude di portarvi i propri. (Giovedì 8 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

(Giovedì 8 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

Si candida col Pd e dice che lo fa "per contrastare Renzi dall'interno"? E' un bugiardo. Oppure si illude. (Mercoledì 7 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

(Mercoledì 7 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

Spiegare un Film a un Bambino: Casablanca, di Michael Curtiz.

58. "Casablanca", di Michael Curtiz (1942), con Ingrid Bergman, Humphrey Bogart, Paul Henreid, Claude Rains, Conrad Veidt, Sydney Greenstreet, Peter Lorre, S. Z. Sakall, Madeleine Lebeau e Dooley Wilson.

(Le schede di Spiegare un film a un bambino sono per bambini e ragazzi di Quinta elementare, Prima, Seconda e Terza media. Sono scritte, perciò, il più semplicemente possibile. Ma non sono affatto semplicistiche. Vuoi servirtene? Fai pure. Ma non spezzettarle, non alterarle e... non dimenticare di citarne l’autore!)

 

A Casablanca (come nel resto del mondo, dove la Seconda guerra mondiale devasta le nazioni e disperde e stermina interi popoli) uomini e donne scompaiono senza lasciare traccia. Uomini e donne che tentano di sfuggire alla morsa della Storia prima di esserne stritolati, come i protagonisti di Via col vento e de Il dottor Zivago. Ma con un’importante differenza.

Alle origini della Guerra civile americana e della Rivoluzione russa, pur tra i massacri che nessun ideale può giustificare, vi furono sentimenti e speranze generosi e intelligenti. Idee, è pur vero, che molti tradirono e avvelenarono per bramosia di potere e di ricchezza, ma delle quali rimase un’impronta, nelle realtà che da quei giganteschi eventi scaturirono, che trasmise anche alle generazioni successive il desiderio del mondo più giusto che chi li aveva preceduti non era riuscito a creare.

Fascismo e nazismo erano invece fantasticherie deliranti, alimentate per anni con pensieri folli e germinate dall’odio per la libertà e i diritti che immense moltitudini stavano conquistando: odio che veniva, più che dai ricchi e potenti (che della libertà e dei diritti avevano sempre goduto sotto forma di privilegi) soprattutto da quelli che non li volevano neanche per sé, poiché sapevano, più o meno consciamente, di essersi troppo disumanizzati per goderne senza far violenza agli altri e a sé stessi. Uomini e donne anaffettivi, ma votati all’odio e alla morte, e così convinti che tutti fossero guasti come loro da non concepire la Società che come un immenso campo di prigionia e di sterminio: questo furono i fascisti e i nazisti, e niente di men che mostruoso lasciarono nella memoria e nell’immaginazione dell’Umanità.

Nel “Nuovo Ordine” che essi stavano creando in Europa, dunque, a un essere umano ancora degno di chiamarsi tale (e che non fosse del tutto cieco dinanzi a quello che accadeva intorno a lui) non era possibile nemmeno supporre di inserirsi e partecipare, come invece aveva potuto fare Rossella O’Hara nella realtà scaturita dalla Guerra di Secessione o come aveva tentato di fare il dottor Zivago nell’utopia comunista: si poteva solo resistere (e la Resistenza, rappresentata in Casablanca dal personaggio di Victor Laszlo, fu infatti il movimento che dinanzi alla Storia riscattò l’Europa dal crimine di aver incubato il mostro) o, quanto meno, fuggire via lontano, come appunto cercano di fare, in Casablanca, i profughi che affollano il bar di Rick in attesa di ottenere un “visto” per partire.

Resistere è più eroico che fuggire, ma non sempre e non a tutti è possibile. E neanche fuggire è tanto facile. Poiché non sono molti, invero, quelli che riescono a trasformare la fuga in un andare via, cioè in progetti creativi, consapevoli o meno, come quelli che fin dalla preistoria portarono i nostri antenati a diffondersi su tutto il pianeta: per gli altri, emigranti o profughi, la fuga rimane un essere scacciati che toglie loro ogni punto di riferimento materiale, li priva dei luoghi e degli oggetti che ne “contenevano” la storia e gli affetti, e li consegna (o piuttosto li abbandona) all’impresa non impossibile, ma certo molto ardua, di ritrovare soltanto in sé stessi il senso della propria identità.

Per i profughi a Casablanca, che fuggendo dal mostro nazista e fascista rischiano di dimenticare chi sono e tutto ciò che hanno in mente e nel cuore, cioè di disumanizzarsi a loro volta, il bar di Rick è dunque una sorta di... (Clicca qui per continuare a leggere!). (Domenica 4 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

200 visite al mese solo per Carlo Levi, su ScuolAnticoli...

200 visite al mese "solo" per Carlo Levi, su ScuolAnticoli... (Carlo Levi, "Donna dormiente", 1933, olio su tela, 52 x 72,5 cm - da Carlo Levi, "I dipinti restaurati (1920 - 1933)", catalogo della mostra organizzata dalla Fondazione Carlo Levi, 2009, Palombi & Partner Srl, Roma). (Venerdì 2 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

Ogni volta che ripeto ai miei cari che su ScuolAnticoli vengono effettuate da anni, in media, 400 (quattrocento) visualizzazioni di pagina al giorno, se ne meravigliano come se fosse la prima volta che me lo sentono dire. Tendono a dimenticarsene, chissà perché. Figuriamoci se lo dicessi ai non-cari: non ci crederebbero, temo (ma almeno se ne ricorderebbero, poiché nessuno dimentica facilmente quelli di cui non si fida).

Com’è naturale, ci sono pagine più visitate, altre meno, e alcune (a me assai care) che non lo sono quasi mai. Negli ultimi tre mesi, per esempio (febbraio, marzo e aprile 2014) la pagina che ha ricevuto più visite (dopo la home) è quella che ho dedicato, cinque anni fa, a Cristo si è fermato a Eboli e a Carlo Levi: più di 600 visualizzazioni. Cosa che mi fa molto piacere, perché considero la mia introduzione a quella pagina, intitolata L’odio fascista, ovunque scorga l’indomabile umano profondo, una delle cose più belle (e più vere) che ho scritto in vita mia. Invito chi non l’ha ancora letta a farlo: non se ne pentirà (può scaricare il testo in .pdf cliccando qui, e in .doc cliccando qui)! Ma nessuno si senta in obbligo, per carità: una pagina così visitata è felice di ogni ulteriore visita, ma non ha bisogno di nessuno!

(Venerdì 2 maggio 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

*

 

Vuoi andare ai post del mese precedente, aprile 2014? Clicca qui!

Vuoi andare all’Indice di tutti i post precedenti dal 2002 a oggi? Clicca qui!

*

 

*

Questo sito non costituisce testata giornalistica, non ha, comunque, carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità

dei materiali. Pertanto non può essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7/3/2001... Clicca per continuare a leggere.

 

*

 

L’immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell’artista danese Viggo Rhode (1900-1976).

L’ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

 

*

 

Torna in cima alla pagina     Il diario del Prof: puntate precedenti     Home