L'immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell'artista danese Viggo Rhode (1900-1976). L'ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

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La Terra vista da Anticoli Corrado

 

diario del Prof (scolastico e oltre)

 

luglio 2009

 

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domenica 26 luglio

 

Figli di babbi fascisti e figli di babbi cacciatori. (Del tutto immaginari, è ovvio: ogni loro eventuale somiglianza con persone, eventi o situazioni reali è puramente casuale.)

Figli di babbi fascisti e figli di babbi cacciatori. (Del tutto immaginari, è ovvio: ogni loro eventuale somiglianza con persone, eventi o situazioni reali è puramente casuale.)

Figli di babbi fascisti e figli di babbi cacciatori. (Del tutto immaginari, è ovvio:

ogni loro eventuale somiglianza con persone, eventi o situazioni reali è puramente casuale.)

 

Figli di babbi e Figlie di “papi”

 

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Solo due volte ci è accaduto di incontrare “Bambini-soldato” italiani, ma per nostra fortuna si trattò, in entrambi i casi, di Bambini immaginari.

 

La prima fu al cinema, nel 1982. Il film era La Notte di San Lorenzo, di Paolo e Vittorio Taviani, con Omero Antonutti e Margherita Lozano; la notte di San Lorenzo era quella del 1944, nel pieno della spaventosa ultima estate della Seconda guerra mondiale, e il bambino-soldato era il ragazzino fascista della prima delle due immagini qui sopra, giovanissimo e spietato assassino di Partigiani spietatamente ucciso dai Partigiani davanti al babbo che lo aveva fatto impazzire.

 

La seconda volta è stata pochi giorni fa ― a 63 anni dal San Lorenzo del ’44 e a 27 da quello dell’82 quando su La Repubblica abbiamo visto l’immagine scelta dalla Federcaccia per promuovere il tesseramento 2009.

 

Tutt’e due i Bambini, lo ripetiamo, sono immaginari, ma il senso delle due immagini è opposto: la prima significa Mai Più Bambini armati di fucile in Italia, la seconda Di Nuovo bambini armati di fucile in Italia. La prima non ha didascalie, non gliene occorrono: parla da sé. La seconda, invece, sa di averne bisogno, per tentare di rendere accettabile quel che accettabile non è, e dice: Conserviamo il nostro futuro. Conserviamo il nostro futuro?! A noi sembra, piuttosto, Mandiamolo a male.

 

Perciò vogliamo dire molto chiaramente, non tanto da insegnanti, o da educatori, o da padri, ma da Esseri Umani: per noi, una casa in cui da qualche parte sono nascoste delle armi non è casa adatta a Bambini; e genitori che mettono armi nelle mani dei Bambini non sono babbi adatti ad aver Figli. E probabilmente neanche a possedere armi...

 

Argomento triste? Passiamo, allora, a qualcosa di più allegro: parlando sempre di cattivi maestri, passiamo dai cattivi babbi ai cattivi papi. Dal babbo che mette un fucile in mano al figlio, al papi che mette in mano a una povera figliola... che cosa?

 

Be’, se le registrazioni della signora Patrizia D’Addario non sono contraffatte ― e noi non abbiamo alcun motivo per supporre che lo siano ― il Berlusconi avrebbe dato alla medesima il seguente insegnamento: Mi posso permettere? Tu devi fare sesso da sola... Devi toccarti con una certa frequenza (La Repubblica, venerdì 24 luglio 2009).

 

Se la cosa è vera ― e noi, lo ripetiamo, non abbiamo alcun motivo per supporre che non lo sia ― il presunto utilizzatore finale che una parte degli Italiani credono “un grande seduttore” si rivelerebbe una sorta di Gran Maestro delle Seghe.

 

La qual cosa, del resto, è molto più “in linea” con quel che di lui già sapevamo: non tanto per il celeberrimo “milione di posti di lavoro”, a cui ora si potrebbero agevolmente contrapporre questi milioni di seghe per tutte”, quanto per la perfetta corrispondenza tra l“ammaestramento” al non-rapporto sessuale impartito alla povera signora D’Addario e l’“ammaestramento” a un “immaginario” da segaroli che le tv impartiscono da decenni a (quasi) tutti i Bambini, le Bambine, i Ragazzi e le Ragazze italiani.

 

Se si vuole un Paese di escort a disposizione propria e dei propri servi, bisogna cominciare a diseducarle da piccole. Così come, se si vuole un Paese di giovani neonazisti col culto delle armi, bianche e “nere, anche quelli bisogna cominciare a diseducarli da piccoli.

 

Con i sistemi con cui in Estremo Oriente si tramutano in prede per i pedofili di tutto il mondo i Bambini e le Bambine comprati o rubati in tenerissima età ai loro genitori? Con i sistemi con cui in Africa si tramutano i Bambini in boia assetati di sangue costringendoli ad assassinare per non essere assassinati? No, ci mancherebbe: siamo gente civile, noi.

 

Noi, sottilmente e pian pianino, incantiamo e persuadiamo.

 

Un impegno concreto: più seghe per tutti.

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mercoledì 22 luglio

Sicuramente più sincero lo Scalfari? Sicuramente meno sincero il Berlusconi? O sicuramente sincera soltanto la signora Patrizia D’Addario?

Sicuramente più sincero lo Scalfari? Sicuramente meno sincero il Berlusconi? O sicuramente sincera soltanto la signora Patrizia D’Addario?

Sicuramente più sincero lo Scalfari? Sicuramente meno sincero il Berlusconi?

O sicuramente sincera solo la signora Patrizia D’Addario?

 

Chi le racconta meglio, Berlusconi o Scalfari?

 

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Patrizia D’Addario, prostituta, ha detto la verità e Silvio Berlusconi, capo del governo, ha mentito, scrive Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di martedì 21 luglio. E le cose devono stare proprio così ― se i periti giudicheranno non manipolate le registrazioni della signora D’Addario durante i suoi incontri col presidente del Consiglio. Storia vecchia, del resto: dalla Dallas di Ombre Rosse alla Marinella di Fabrizio De André, non sarebbe la prima volta che una povera Donna si rivela di gran lunga migliore dei suoi (presunti) utilizzatori finali.

 

Ma queste due proposizioni di D’Avanzola prostituta ha detto la verità mentre il capo del governo ha mentito ― irresistibilmente ci hanno riportato alla memoria il fondo di Eugenio Scalfari su La Repubblica di due giorni prima, dedicato anch’esso, in parte, al tema della menzogna e della verità, e irresistibilmente ci costringono oggi a occuparci non del capo del governo, ma bensì di colui che alcuni considerano il (vero) capo della finta “sinistra”: Eugenio Scalfari.

 

Mente, lo Scalfari, o dice la verità? A chi assomiglia di più: alla signora prostituta o al signor presidente del Consiglio?

 

Lui, lo Scalfari, in proposito non ha dubbio veruno, assomiglia alla signora prostituta: Il modello di democrazia autoritaria, scrive infatti virtuosamente, tende a raccontarsi in modo dissimile dal vero ed è a questo punto che la menzogna istituzionale diventa strumento primario di potere, deforma la realtà, ecc. ecc. Bella questa espressione: raccontare in modo dissimile dal vero. E lo Scalfari, invece, come racconta ― per esempio ― i tre principali candidati alla segreteria del Pidì? In modo simile o dissimile dal vero?

 

Vediamo... Bersani, scrive lo Scalfari, punta a un partito di sinistra con forti connotati laici. Bene, bravo Bersani, pensiamo noi (che chiameremmo infestanti i clericali nella Sinistra italiana se non fossimo decisi a non servirci, nei confronti di Esseri Umani, di termini che di solito si usano per i non umani) e bravo Scalfari che lo sottolinea...

 

E Franceschini? Franceschini, scrive l’Eugenio, conferma la laicità come un connotato di fondo. Ah, ecco, pensiamo noi: gli vanno bene tutti e due...

 

E Marino? Marino no. Marino allo Scalfari non va bene. Marino, scrive, mette in prima fila il laicismo. E qui il lettore attento non può non sobbalzare sulla sedia. Come sarebbe a dire? Il Bersani e il Franceschini sono laici e Ignazio Marino sarebbe invece un laicista?

 

È la prima volta, se non andiamo errati, che questo termine spregiativo (spregiativo non tanto perché inventato dai preti e fatto proprio dai loro chierichetti della Destra e della finta “sinistra”, quanto perché un laicista, secondo tali individui, sarebbe una contraffazione grottesca, violenta e antiquata di un laico) viene usato su La Repubblica: in redazione, i moderati” avranno brindato, al pensiero di essere ormai così vicini a Europa, il foglietto semiclandestino della Margherita, o a L’Avvenire, il giornale dei vescovi, o perfino a L’Osservatore Romano; mentre i “rivoluzionari” saranno saliti sulle barricate decisi a mettere il muso forse addirittura fino alla domenica successiva...

 

E Ignazio Marino? Che cosa avrà pensato il professor Marino del dubbio onore toccatogli di essere il primo esponente del Partito democratico a venir additato come laicista (e nientepopodimenoché da Scalfari, il papa laico) al ludibrio di tutti i “veri” e bravi “laici” calmini, morigerati e pieni di timor di Dio?

 

Ma non finisce qui. Colpiti da questo lessical connubio tra lo Scalfari e il Ruini (o tra lo Scalfari e la Binetti, o tra lo Scalfari e il “Beppe” Fioroni) ci siamo messi in sospetto, abbiamo ripreso a leggere il fondo dell’Eugenio con attenzione ancora maggiore e non ci è sfuggito, così, che non solo il professor Marino, anche Bersani è per lo Scalfari un laicista.

 

Scrive infatti il Nostro: C’è in questo dibattito congressuale un’attenzione al laicismo, specie da parte di personalità post-comuniste, che rappresenta un’assoluta e per me positiva novità. (...) Questo laicismo spinto si coniuga tuttavia con l’esplicita ipotesi di un’alleanza nazionale con l’Udc di Casini e Buttiglione, quasi a prefigurare uno schema che ricorda il tacito duopolio Dc-Pci della prima Repubblica. Mi sembra uno schema alquanto “retrò” per un partito riformista...

 

Notato quel subdolo “specie da parte di personalità post-comuniste”? Così, anche Bersani è liquidato: i suoi “connotati” non sono solo fortemente laici: sono proprio laicisti, come quelli di Marino. E questa, dice lo Scalfari, in teoria sarebbe anche una positiva novità (devo pur difendere la mia fama di “non credente”, o i lettori ai quali mi rivolgo, che dopo tutto non sono quelli di Europa o de L’Avvenire, non mi prenderanno sul serio) ma positiva invece non è, poiché in pratica si configura come una vecchia e stanca riproposizione del vecchio e stanco Compromesso storico berlingueriano.

 

Dopo di che, fatto del Bersani un laicista spinto al pari di Ignazio Marino (raccontino dissimile dal vero, poiché il Bersani è un laico molto più all’acqua di rose) e reso Ignazio Marino un retrò in cerca di vecchi equilibri come il Bersani (raccontino dissimile dal vero, perché Marino non ha mai prefigurato, a quanto ci risulta, una possibile futura alleanza con l’Uddiccì) chi ci resta come unico possibile segretario scalfariano del Pidì? Ma è ovvio: la personalità” non post-comunista (anzi: neodemocristiana) di Dario Franceschini, il “veltroncino” dall’eloquio (e nient’altro) riveduto e corretto.

 

Concludiamo, chè tempo: non è che lo Scalfari non abbia il diritto di dire che odia con tutte le forze Marino, odia un bel po anche il Bersani e sbava per il “riformismo” (= padronismo + clericalismo) che le forze che fanno capo al Franceschini hanno in mente per il Pidì. Ci mancherebbe. Il “non credente” Scalfari ha il diritto di proporci tutte le genuflessioni che vuole a quella che lui (dovendo giustificarsi dinanzi a sé stesso) certamente chiamerà tra sé e sé “la dura realtà”. Ma non ha il diritto, per indurci a credere che non vi siano alternative possibili a questo triste destino, di manipolare i Fatti e le Persone, a furia dinsinuazioni e giochi di parole, fino a farli coincidere con la personale “verità” di cui egli si ritiene il Supremo Portatore. Fino a tramutare stregonescamente Fatti e Persone in strumenti subliminali di persuasione introdotti nella mente dei lettori. Altrimenti, che differenza c’è più, non diremo tra il signor Eugenio Scalfari e il signor Silvio Berlusconi, ma tra lo Scalfari e il Ratzinger, tra lo Scalfari e il Khamenei? Mille volte meglio, allora, come depositaria della verità, la signora Patrizia D’Addario. Che è così sincera da temere perfino sé stessa, e andar in giro con un registratore per non rischiare di alterarli senza volerlo, i Fatti e le Persone.

 

(P.s.: La risposta alla domanda del titolo? Ovvia: le racconta molto meglio Scalfari.)

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venerdì 17 luglio

 

A sinistra, il professor Ignazio Marino affettuosamente preso in giro da "left" di venerdì 10 luglio 2009; a destra la fontana (dei Quattro Mori) di Marino, con la quale affettuosamente lo prende in giro ScuolAnticoli. (Averceli quattro Mori, professore! Mandrake faceva magie con uno solo!...)

A sinistra, il professor Ignazio Marino affettuosamente preso in giro da "left" di venerdì 10 luglio 2009; a destra la fontana (dei Quattro Mori) di Marino, con la quale affettuosamente lo prende in giro ScuolAnticoli. (Averceli quattro Mori, professore! Mandrake faceva magie con uno solo!...)

A sinistra, il professor Ignazio Marino affettuosamente preso in giro da left

di venerdì 10 luglio 2009; a destra la fontana (dei Quattro Mori) di Marino,

con la quale affettuosamente lo prende in giro ScuolAnticoli.

(Averceli quattro Mori, professore! Mandrake faceva magie con uno solo!...)

 

È Vino o Acqua il Vino di Marino?

 

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Clicca qui per leggere "Il Terzo Incomodo", intervista a Ignazio Marino

 

Osando per una volta parlare di noi stessi, siamo lieti di annunciare al paese e al Paese che oggi, venerdì 17 luglio 2009 ― alla faccia dei superstiziosi di tutte le fedi ― ci siamo iscritti al Pidì nelle mani (si dice così?) del maestro (e nostro caro amico e collega) Fernando Espositi, segretario del circolo di Anticoli Corrado.

 

L’iscrizione ― a dispetto dei timori suscitati in noi dal recente reciso rifiuto (ci scusiamo per l’allitterazione) opposto a Beppe Grillo ― non ci è stata contestata né tanto meno negata da alcuno. Onde per cui (lo ripetiamo per chi non vuol sentirlo) a partire dalle ore + o - 10 di oggi, venerdì 17 luglio 2009, noi che votammo P.C.I. dal 1972 al 1989 (tranne quando candidò al senato don Raniero Della Valle), P.D.S. dal 1989 a quando fu liquidato, D.S. finché si auto-liquidarono anch’essi; noi che mai fummo iscritti né al primo né al secondo né al terzo; noi che MAI (ci teniamo a dirlo) abbiamo votato per il Pidì del finto “sinistro” Walter Veltroni, e che MAI lo voteremo finché non si schiererà a difesa e per la realizzazione di ogni Essere Umano e contro i suoi negatori e sfruttatori religiosi, culturali, economici e politici, ecco che ci ritroviamo proprietari di una tessera del Pidì ancora firmata ― orrore! ― dal medesimo finto “sinistro” Walter Veltroni, ma in realtà inconsapevolmente elargitaci (tramite il generoso maestro Nando, che speriamo non sia espulso per l’incauto passo) dal vero democristiano ― doppio orrore! ― Dario Franceschini.

 

Ci rendiamo conto che la cosa potrà sembrare incredibile e sconcertante a chi in questi anni ha seguito e condiviso le nostre denunce del suicidio mentale della finta “sinistra” italiana, in corso da almeno un quarto di secolo, nonché del sequestro fisico a cui essa si è conseguentemente esposta da parte di uninsopportabile banda di papisti, padronisti, cacicchi e boss della Sanità pubblica. Ce ne rendiamo conto, ma lincoerenza è apparente, abbiamo i nostri buoni motivi (anzi: il nostro buon motivo) ed esso (anzi: egli) risponde al beneaugurante nome di Ignazio Marino.

 

Perché beneaugurante? Be’, a dire il vero (e alla faccia dei superstiziosi di tutte le fedi) noi non crediamo né ai “buoni” né ai “cattivi” auguri. Ma come non andare in brodo di giuggiole (anzi: in sangrìa) al pensiero che Marino (non Ignazio, Marino e basta) è il paese del Lazio, e precisamente dei Castelli Romani, in cui ogni anno (guarda, un altro buon augurio: in ottobre, insieme alle primarie del Pidì) si tiene la celebre Festa del Vino, durante la quale, come tutti sanno, la fontana dei Quattro Mori ― in piazza Matteotti, proprio all’ingresso della cittadina, e opera del senese Sergio Venturi (1584-1646) ― invece che acqua butta vino dei Castelli della miglior qualità?

 

Ah, come sarebbe bello se anche Marino, diventato segretario del Pidì (e poi, magari ― non mettiamo limiti alla marina capacità di recuperare gli astinenti ― presidente del Consiglio) com’è come non è si mettesse a buttar vino! E non solo in ottobre!

 

Vino, vino, vino! Est!, est!!, est!!! Non l’orribile acquerugiola di sacrestia che da troppi anni i “nostri” dirigenti ci fanno ingurgitare. Non la nauseabonda rigovernatura di piatti (come direbbe Gian Burrasca) che per troppi anni ci han fatto ingoiare il non-sia-mai-rimpianto Walter Veltroni e tutta la sua congrega di finti “sinistri”, mai-stati-comunisti (chi non è mai stato comunista, delle due l’una: o è un genio, e non è il caso di questa gente, o non sarà mai qualcosa più d’un comunista; solo e sempre qualcosa meno) e ammiratori di Craxi e di Tony Blair. E nemmeno l’acqua intossicata al pepe di Dario Franceschini, che dal Veltroni differisce solo per il linguaggio. No, basta con la vecchia brodaglia: ah, come sarebbe bello se la fontana di Marino (non quella del paese, quella di Ignazio) domani buttasse vino!

 

Basta, basta, basta con tutti questi -ini, -oni e -ani! Basta con i Veltroni, i Franceschini, i Marini, i Fioroni, così simili ai Berlusconi e alle Gelmini! Basta con i Rutelli, che non riescono nemmeno a esser -oni o -ani, nemmeno -ini, solo -i! Mentre Marino (vivaddio!, anche se ddio naturalmente non esiste) è uno che già dal nome si vede che non è plurale: è singolare. Sì, Marino è single, o almeno è partito da single. Ancora a febbraio, appena cinque mesi fa, il Pidì lo detronizzò all’unanimità da “caposquadra” del Pidì nella commissione Sanità, che si apprestava a discutere del famigerato “testamento biologico” di marca Pidièlle (in realtà uno spossessamento biologico) e lo sostituì con la papista “fioroniana” (tutti marchiati dall’appartenenza a qualcun altro, questi individui) Dorina Bianchi, una che fino all’ultimo minacciò di votare a favore del colpo di stato anticostituzionale della Destra! E proprio quell’unanimità oggi ci fa pensare (o almeno sperare) che Marino davvero sia salutarmente solo, all’interno della classe politica di finta “sinistra”: che non faccia parte di alcuna congrega, non debba rispondere ad alcuna consorteria, non intenda armarsi di alcuna camarilla, ma da solo voglia “correre” e restare. Poiché soltanto da solo (ci scusiamo, di nuovo, per l’allitterazione) potrà essere dalla parte nostra: con noi, noi Cittadini Italiani di Sinistra, dei quali da anni nessun finto “sinistro” s’interessa più, una volta riuscito a menarci per il naso fino a estorcerci il voto.

 

(Lo sappiamo: anche Chiamparino e Fassino fanno rima con Marino. Ma Chiamparino ― nomen omen, dicevano i Romani: nel nome il destino ― non è da vino, tutt’al più da aperitivo. E Fassino deve ancora finire di bersi tutte le lacrime che gli ha fatto versare la De Filippi facendogli “ritrovare” la sua tata.)

 

Dice: ma Ignazio Marino è credente, l’ha confessato lui stesso!... E il Bersani no!

 

Togliamoci prima il Bersani: chi l’ha detto che non crede? Il Bersani crede e come: crede a un sacco di sciocchezze e di sciocchi. Ha creduto al fondamentalismo liberista, alla mano magica del mercato, alla globalizzazione, agli economisti, ai democratici americani, a Tony Blair, ai banchieri, a Padoa Schioppa, a D’Alema... E ora (poiché le tragedie inevitabilmente si ripetono come farse) si ritrova a credere perfino in Filippo Penati, l’ex presidente piddìno della provincia di Milano che Calderoli ha fatto leghista onorario per le sue “eroiche” crociate contro i Migranti! No, Bersani secondo noi crede a tutto; e se non crede in Dio, è solo perché non se n’è ancora accorto. Dategli qualche anno, e ne riparliamo.

 

Marino, al contrario, chi lo dice che abbia detto la verità? Potrebbe aver mentito, no? Dopo tanti baciapile che si fingono dalla parte degli Esseri Umani e invece credono in Dio, non potrebbe toccarci la fortuna di veder saltar fuori dal cappello della povera Storia d’Italia un tizio che si finge credente in Dio e invece crede in tutti Noi?

 

Difficile? Ma la Binetti pensa e sostiene proprio che Marino sia un finto credente; e se non è brava lei a sentir profumo di diavolucci, chi dovrebbe esserlo? La Binetti (quella che porta il cilicio per punirsi d’essere umana: tranquilla, Paola, di umano ti è rimasto poco) ha dichiarato che se Marino diventerà segretario del Pidì, lei e i cosiddetti teodem (tutti con l’etichetta, questi individui) se ne andranno sbattendo la porta! Non sarebbe meraviglioso già questo? Non ci ripagherebbe, almeno un poco, dell’eventuale delusione di dover scoprire, dopo averlo voltato, che Marino è un credente vero?

 

In alto i calici, Marino, noi ti voteremo! Ci siamo iscritti al Pidì apposta! Abbiamo sacrificato 20 euro non per altro! Sopportiamo d’aver in tasca la firma di Walter Veltroni solo per questo! E poi, vero o finto credente che tu sia o non sia, come potremmo non votarti proprio noi, che abbiamo avuto una Nonna di Marino?

 

La Nonna di Marino (la nostra Nonna, di Marino paese, non la Nonna di Marino Ignazio)

La Nonna di Marino

(la nostra Nonna, di Marino paese, non la Nonna di Marino Ignazio)

 

Se vuoi iscriverti anche tu al Pidì per promuovere il Vino di Marino,

non preoccuparti, il Pidì ti dà tutto il tempo che vuoi. Fino a giovedì 23 luglio.

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martedì 7 luglio

 

Tre al prezzo di uno: preti, soldatini & fascisti

Tre al prezzo di uno: preti, soldatini & fascisti

 

Chi è più papa vince?

 

Vito Mancuso (teologo di finta “sinistra”) si domanda accoratamente: Ma perché il papa insiste così tanto sull’obbedienza alla Chiesa? Non certo perché vuole trasformare i cattolici in un esercito di soldatini senza razionalità, ma perché è convinto che solo aderendo in toto alla dottrina della Chiesa si aderisce alla pienezza della verità e della razionalità. (La Repubblica, lunedì 6 luglio 2009).

 

Tenero Mancuso. Chi fa di sé un ubbidiente “soldatino”, secondo lui, non lo fa perché affetto da una “pienezza di razionalità” che lo induce a credersi numero tra numeri, ma bensì perché senza razionalità. Un Ratzinger che ci trasformasse in “soldatini”, dunque, sarebbe da biasimare non per averci resi così razionali da crederci marionette, ma bensì per averci privati della razionalità. Ma il Ratzinger questo non lo farebbe mai, che diamine: il Ratzinger è il più strenuo assertore della razionalità che ci sia al mondo. Salvato così il papa dall’accusa (orrenda per il Mancuso non meno che per il papa) di essere un supporter dell’irrazionalità umana (cioè un supporter degli Esseri Umani come l’evoluzione li ha fatti), il Mancuso non vede altro problema, per la (finta) “sinistra”, che quello di persuadere (razionalmente) il Ratzinger che lui, il Ratzinger, per quanto (poverino) si sforzi, non è ancora abbastanza razionale, può esserlo di più (per esempio, prendendo qualche lezioncina dal Mancuso). Ed ecco fatto: la “battaglia finale” della finta “sinistra” sul campo della religione non è più per l’emancipazione dell’Umanità dalla medesima ― non sia mai! ― né, obiettivo minimo, per la liberazione dell’Italia dalla Chiesa cattolica ― per carità! ― ma perché l’Urbe, l’Orbe e la Città del Vaticano finalmente riconoscano che la finta “sinistra” è più razionale (cioè più nemica dell’Essere naturalmente Umano) del razionalissimo Ratzinger.

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