L'immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell'artista danese Viggo Rhode (1900-1976). L'ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

La Terra vista da Anticoli Corrado

 

diario del Prof (scolastico e oltre)

 

settembre 2010

 

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venerdì 3 settembre

 

Il Berlusconi bacia le mani del Gheddafi.Il Berlusconi bacia le mani del Ratzinger.

Il Berlusconi, con i suoi scherani Tremonti e Gelmini, spezza le reni alla Scuola.

 

Baciamo le mani e spezziamo le reni

 

Dal mafioso e assassino Vittorio Mangano allo spietato dittatore Muammar Gheddafi, passando per l’ex spia del Kgb Vladimir Putin e per il signor Joseph Ratzinger, monarca assoluto dello Stato non democratico della Città del Vaticano: come il capo del berluscìsmo, così gli individui dinanzi ai quali il berluscìsmo s’inchina oscillano fra il comico e il tragico, ma in una cosa sono tutti uguali: nel calpestare i diritti, il futuro e la vita di chi non può difendersi.

 

Variano i contesti, e i metodi più o meno spicci che tali contesti permettono, ma l’odio contro i Bambini, le Donne, i Migranti, i Poveri, i Lavoratori è per tutti lo stesso: c’è chi gli rende la vita un inferno coalizzandosi in mostruose organizzazioni criminali, come gli “eroi” alla Vittorio Mangano, chi con la violenza dei suoi sbirri torturatori, come il Gheddafi, chi con la lucida e fredda malignità di dogmi antiumani, come il Ratzinger, chi con il gigantesco apparato repressivo criminal-spionistico ereditato dal potere sovietico, come il Putin, e chi, come il Berlusconi, aizzando coi media l’odio di classe, la disperazione e il terrore dei miserabili contro i miseri...

 

Ma se si trova il coraggio di alzare gli occhi da terra e le menti dagli inginocchiatoi, non è difficile vedere che al di là dei riti, delle chiacchiere, delle manfrine e delle buffonate, uno è il grido di tutti loro, tanto rozzo quanto disumano: baciamo le mani ai forti, spezziamo le reni ai deboli.

 

A quale scopo? Ancor più che per il potere e il denaro, perché nei deboli gli sembra di veder sempre risorgere, intatta, l’Umanità che da sempre odiano e con ogni mezzo si sforzano di distruggere.

*

domenica 5 settembre

 

Piazza delle Ville, ad Anticoli Corrado, vista dalla terrazza di Antonia Inlander (Cliccala, per averla in formato desktop!)

 

Anticoli Corrado merita di più

 

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Certo che sarebbe bello lavorare tutti insieme per il bene di Anticoli Corrado, come ha detto il sindaco uscente, Vittorio Meddi, concludendo la Festa dell’Arcobaleno venerdì 27 agosto.

 

Perché ciò sia possibile, però, è necessario che i principali esponenti dell’attuale maggioranza, a partire dal sindaco in persona, smettano di inventarsi fantastiche visioni di comodo delle parole e delle azioni degli oppositori per poter più facilmente controbatterle o addirittura per metterle in ridicolo. Smettano di pretendere che gli oppositori rinuncino a pensare e a criticare quel che la maggioranza uscente (proprio come la maggioranza di governo sul piano nazionale) ha fatto e soprattuttto non ha fatto per Anticoli. Smettano di gabellare per interesse pubblico gli interessi privati, o meglio gli interessi di un singolo privato, senza domandare a tutti gli Anticolani, volta per volta, se approvano o no tale identificazione. E soprattutto diventino così forti e intelligenti da saper ascoltare davvero ciò che gli oppositori e tutti i Cittadini hanno da dire, anziché ― come sono stati finora ― così deboli e furbi da saper quasi solo fingere di ascoltare e poi far comunque quello che gli pare. È necessario, insomma, che i principali esponenti dell’attuale maggioranza abbiano l’umano coraggio e l’immaginazione di trasformarsi, di diventare un po’ diversi, di reinventarsi un po’, perché davvero si possa e si voglia lavorare insieme.

 

Si chiama libera trasformazione creativa: renderebbe i principali esponenti dell’attuale maggioranza così interessanti che gli oppositori non potrebbero fare a meno di desiderare di collaborare con loro. Ma di una siffatta trasformazione, purtroppo, non c’è traccia nel discorso di Vittorio Meddi di venerdì 27 agosto. Mentre nel discorso di Roberto Falconi c’era trasformazione, sì, ma in negativo.

 

Esempio. Vittorio Meddi ha dichiarato di apprezzare ― delle parole con cui il capo dell’opposizione in Consiglio comunale, Francesco Putignani, ha concluso la Festa dell’Unità democratica ― “la coraggiosa denuncia dello scollamento fra i dirigenti dei partiti e i cittadini” Pensava, forse, che questo “apprezzamento” avrebbe deliziato e conquistato gli oppositori. Peccato che poi, scagliandosi contro “i professionisti della politica che non hanno conosciuto e non conoscono altri lavori”, Meddi abbia dimostrato di non aver capito affatto il discorso di Francesco Putignani. O abbia finto di non averlo capito.

 

Sparare nel mucchio contro “i professionisti della politica”, infatti, senza distinguere i politicanti per i propri interessi da chi dedica la vita al Paese ― anche se a volte sbaglia, come accade a tutti ― non è un modo di pensare e di parlare su cui possa esserci accordo né “apprezzamenti” reciproci: le responsabilità sono sempre individuali, mai collettive ― lo prescrive, oltre che il buon senso, la Costituzione ― e questo vale per tutte le “categorie” di persone, ivi compresi i politici. Proporre di “lavorare insieme per il bene di Anticoli” ma fondare questa proposta su una specie di “affratellamento” contro l’intera classe politica “brutta e cattiva” avrebbe un solo effetto, se la proposta fosse accolta: “accecare” l’opposizione rendendola incapace di distinguere fra chi, la Destra, da decenni sta operando per allontanare l’Italia dai fondamentali princìpi di libertà, eguaglianza e fraternità, e chi invece, la Sinistra, ha una colpa anch’essa grave ma ben diversa: non aver lottato con la necessaria convinzione ed efficacia contro tale operazione, cioè, appunto, essersi lasciata fin troppo “affratellare” alla Destra nelle idee e nei comportamenti.

 

L’idea di “lavorare insieme”, maggioranza e opposizione ― dunque ― potrà essere presa in considerazione solo se (e quando) si sarà raggiunta un’intesa vincolante su un preciso programma e su un metodo realmente democratico: interpellare sempre i Cittadini e ascoltarli davvero.

 

“Sono convinto” ha detto Vittorio Meddi, “che ad Anticoli ci siano le potenzialità per la costituzione di un’associazione culturale, una sorta di officina, aperta a tutti, che promuova dibattiti e convegni sui problemi della collettività. Sono convinto che il nostro gruppo, l’Arcobaleno, disimpegnando la propria azione dai partiti e accogliendo le esperienze individuali dei singoli, ha dato avvio a una fase di politica locale nuova, nella quale viene rivendicata con orgoglio la rimozione di una dimensione settaria che è caratteristica distintiva della fase calante dei partiti. L’amministrazione ha guidato il paese abiurando l’ottica dell’appartenenza, è stata l’amministrazione di tutti e non solo dei propri elettori. Parlo di amministrazione perché in questo processo accomuno maggioranza e opposizione: abbiamo compiuto, il paese ha compiuto, un salto in avanti di civiltà e democrazia riconoscendo e valorizzando l’individuo non per il colore elettorale. Una conquista che Anticoli in futuro non potrà e non dovrà perdere.”

 

Belle parole? Sì, ma se... fossero vere. Invece il grazioso discorso corrisponde così poco alla realtà, che perfino i sostenitori dell’attuale maggioranza si saranno detti, ammiccando: ma dai, non è possibile che se la bevano! Non è vero, infatti, che la maggioranza uscente abbia “disimpegnato la propria azione dai partiti”. È vero l’opposto: mentre nella Sinistra anticolana non c’è più nessuno che si identifichi acriticamente con le idee e le scelte dei dirigenti nazionali e locali della Sinistra, l’Arcobaleno invece, sia come maggioranza in Consiglio comunale sia nelle prese di posizione individuali di molti suoi esponenti maggiori e minori, si è sempre attivamente schierato con la Destra e col governo. Mai, per fare un solo esempio, abbiamo udito l’attuale maggioranza dissociarsi in pubblico o in privato dalla politica razzista del Pdl e della Lega Nord contro i Migranti. Mai, per far solo un altro esempio, abbiamo udito la maggioranza uscente condannare in pubblico o in privato la distruzione della Scuola. Prima di parlare agli oppositori di “abiura dell’ottica dell’appartenenza”, dunque, Vittorio Meddi e gli altri dovrebbero pubblicamente dimostrare di essere “svincolati dai partiti” almeno un decimo di quanto gli oppositori lo sono.

 

“Non ho difficoltà a riconoscere”, ha detto ancora Vittorio Meddi, “che l’opposizione, in Consiglio comunale, pur esprimendo le proprie posizioni, non è stata belligerante, e ha trovato una maggioranza altrettanto convinta ma sempre pronta a dialogare.” Belle parole, anche queste? Sì, ma se... fossero pulite. Invece questo apparente riconoscimento è, in realtà, un tentativo di dividere l’opposizione spingendo i più fragili tra i suoi componenti ad accusare i consiglieri di minoranza di non aver fatto tutto ciò che potevano per contrastare le scelte e non scelte della maggioranza uscente: mentre quasi tutti i consiglieri della minoranza sono sempre stati molto belligeranti, e mai hanno trovato l’attuale maggioranza “pronta a dialogare”. Contro ogni proposta della minoranza, la maggioranza uscente ha sempre fatto muro, compatta, agli ordini del suo vero capo: le menti ben chiuse e le manine sempre scattanti e obbedienti.

 

“L’esperienza di questi dieci anni circa,” ha detto Vittorio, “mi porta ad affermare che il cittadino, prim’ancora delle grandi opere, ha bisogno di considerazione, di sentirsi partecipe della vita della comunità.” Belle parole? Sì, ma... se fossero vere. Mentre i Cittadini di Anticoli, comunque abbiano votato nel 2001 e nel 2006, sanno ormai benissimo che la “considerazione” di cui hanno “goduto” in questi dieci anni è consistita solo nella capacità di Vittorio medesimo di dire a tutti di sì, di tranquillizzare sempre tutti, per poi fare o non fare, sempre e comunque, solo ciò che nelle “segrete stanze” dell’attuale maggioranza era stato già da tempo deciso. Peggio: i Cittadini di Anticoli Corrado, comunque abbiano votato, sanno ormai benissimo che la non considerazione di cui sono oggetti è tale che perfino ricevere informazioni non “criptate”, circa le intenzioni e gli atti dell’amministrazione, è difficile se non impossibile.

 

L’idea di “lavorare insieme”, maggioranza e opposizione ― dunque ― potrà essere presa in considerazione solo se (e quando) si sarà raggiunta un’intesa vincolante sul dovere inderogabile di ogni esponente di qualsiasi amministrazione, pubblica o privata, di mettere a disposizione dei Cittadini, sempre e comunque, tutte le informazioni di cui l’amministrazione medesima è in possesso.

 

Ma Vittorio Meddi ha dato prova di aver capito niente del discorso di Francesco Putignani (o, ripetiamo, di fingere di non capirlo per poter travisarlo e annullarlo) soprattutto quando ha dichiarato: “È stato detto che non abbiamo un progetto di sviluppo del paese. Con tutto il rispetto per Francesco, mi vorrei affrancare dal parlare dell’eterogeneità dei muretti sulla circonvallazione, del filo spinato, delle pozzanghere, dei marciapiedi... Resta secondo me difficile avvicinare i due argomenti: piano di sviluppo, e questioni, diciamo, di questa rilevanza. Fondamentalmente il Comune, se non ho capito male, dovrebbe imporre ai cittadini l’omogeneità delle recinzioni... Senza sapere che oggi il dibattito culturale ritiene superati perfino i piani regolatori come strumenti di sviluppo del territorio”.

 

Queste parole non sono neanche belle. E per di più, come le precedenti, non sono vere. Nessuno, nella Sinistra anticolana, ha mai pensato che si debba “imporre” ai Cittadini qualcosa. L’opposizione, in Consiglio comunale e fuori, in pubblico e in privato, pensa e dice l’opposto: sono i Cittadini che hanno il diritto di imporre le proprie esigenze alle amministrazioni, sono le amministrazioni che hanno il dovere di essere democraticamente accessibili alle esigenze dei Cittadini. Chi si è sempre imposto agli Anticolani, se vogliamo dirla tutta ― dietro i sorrisi e le moine di circostanza, pronti a tramutarsi in occhiacci e sgarbi alla prima contrarietà ― è proprio l’amministrazione uscente: fingendo di ascoltarli, ma avendo sempre già deciso prima che cosa fare o (più spesso) non fare di questo nostro bellissimo paese. Che appartiene a tutti gli Anticolani, non all’amministrazione, e tanto meno al suo vero capo.

 

L’attuale maggioranza ― questo è ciò che ha davvero detto Francesco Putignani venerdì 20 agosto in piazza delle Ville ― non ha mai avuto un’immagine di Anticoli da confrontare con i sentimenti e le immagini dei Cittadini. L’attuale maggioranza ama Anticoli Corrado come amano i figli i genitori che sanno solo mettergli in mano un po’ di soldi di quando in quando, ma non li sognano, non li pensano, non li capiscono, e così a poco a poco li pèrdono. L’amministrazione uscente, cioè, è riuscita solo a spendere, ma alla rinfusa e pressoché a casaccio, i soldi che di volta in volta otteneva da questo o da quello (dimenticandosi sempre, però, di ringraziare la Regione e la Provincia di Sinistra, alla faccia dello “svincolamento” dai partiti) ma non ha mai saputo concepire un’immagine creativa del paese e della comunità da offrire in dono ai suoi stessi elettori e a tutti gli Anticolani; e in questo senso ha tradito, in primo luogo, proprio le aspettative di chi, votandola, aveva riposto le sue speranze in essa e non ha avuto in cambio che qualche “mancia” ogni tanto, buttata lì senza una parola. Lontana dai desideri e dalle esigenze dei Cittadini e incapace di immaginarli, la maggioranza uscente ha sempre imposto le proprie scelte e non scelte senza ascoltare nessuno: convocando assemblee su assemblee, questo sì, ma solo per mettere i Cittadini di fronte a decisioni già prese. Per farli, come si dice, “contenti e canzonati”.

 

La verità, dunque, è l’opposto di come l’ha raccontata il sindaco uscente: la Sinistra anticolana non ha alcuna intenzione di imporre qualcosa a chicchessìa, la Sinistra vuole donare ai Cittadini le proprie idee e chiede che siano i Cittadini a “imporre” all’amministrazione le proprie esigenze. Mentre proprio la mancanza d’immagini, d’idee e di progetti dell’attuale maggioranza si è imposta sui Cittadini sotto forma di sempre più accentuato degrado di Anticoli Corrado come paese e come comunità di Esseri umani. Il centro storico e i Colli, i quartieri “bassi” e quelli “alti”, l’intero paese è accomunato dal medesimo abbandono costellato qua e là di “grandi opere” scollegate l’una dall’altra, spesso incompiute, talvolta impossibili: come un figlio poco amato, appunto, per il quale si spende e magari si spande, ma che nessuno vede e comprende e aiuta perché nessuno lo ha davvero in mente e nel cuore.

 

Altro che muretti diversi uno dall’altro e fili spinati arrugginiti ad altezza di bambino: quel ch’è ancora più grave (ed è causa di tutto ciò che non va ed è lasciato non andare) è che mentre gli Anticolani ― che quasi tutti amano la bellezza e hanno, essi sì, immagini e idee e progetti ― si prodigano per far belle e accoglienti le proprie case e ― perché no ― per accrescerne il valore, l’amministrazione uscente per dieci anni ha abbandonato a sé stesso quasi tutto ciò che c’è intorno a quelle case. Non nel senso che non abbia fatto niente, lo ripetiamo ancora: per fare ha fatto, quando ha avuto un po’ di soldi in cassa li ha spesi, ma così, tanto per spenderli, come se tutto fosse sempre e solo questione di soldi, come se si potesse gestire una comunità come una donna raccattata per strada, senza mai guardarla e stare a sentirla davvero, senza mai domandarle, nemmeno per sbaglio, se è felice o se le manca qualcosa.

 

Ciliegina sulla torta del discorso di Vittorio Meddi: il ringraziamento agli “amici stranieri che hanno scelto di vivere ad Anticoli”. Per i quali niente è stato mai pensato né fatto, che sono stati tenuti ai margini della vita del paese, ai quali in alcuni casi è stato rifiutato ogni aiuto e sono stati spinti a lasciare Anticoli con calunnie come quella che “non avevano voglia di lavorare”; e ai quali adesso ci si prepara a offrire come “nuovo” sindaco uno che ha legami con un signore che alla fine del 2007, furibondo, batteva piazza delle Ville gridando che “i Rumeni bisogna ammazzarli tutti”.

 

A proposito del futuro sindaco di Anticoli Corrado. Come se non bastasse quel che abbiamo detto e descritto nelle righe precedenti, il colmo è che l’attuale maggioranza ― forse per la soddisfazione di sé che le deriva dalla consapevolezza delle proprie splendide realizzazioni? ― dinanzi ai Cittadini si finge unita ma è invece gravemente divisa e in preda a sentimenti reciproci di totale disamore. Come, del resto, ha pubblicamente dimostrato in piazza delle Ville, involontariamente tradendosi, proprio durante la Festa dell’Arcobaleno. Quando un importante consigliere comunale ― con il quale non abbiamo niente a che spartire, sia chiaro, e dalle cui idee tutto ci spinge a dissentire, ma che per dieci anni è stato sempre presente e attivo nell’amministrazione e certo non si è limitato, come altri, a farsi vedere solo per litigare con gli impiegati comunali per l’accesso ai computer ― è stato incredibilmente tenuto lontano dal palco per motivi che nessuno ha ritenuto di dover spiegare agli Elettori dell’Arcobaleno e a tutti i Cittadini. Mentre un altro ― con il quale si sono avute divergenze così profonde che poche settimane fa con le nostre orecchie lo abbiamo udito accusare il sindaco e il vice sindaco di aver “svuotato le casse del Comune” ― lui invece è stato accolto sul palco e addirittura ha potuto avanzare, neanche troppo velatamente, la propria candidatura a futuro sindaco di un paese che merita di più.

 

All’ex consigliere ed ex vicesindaco Roberto Falconi, dunque ― che dal palco si è permesso di “restringere” la Costituzione della Repubblica per ammonire la Sinistra anticolana su chi, a seconda della persona che è e del lavoro che fa, possa o non possa impegnarsi in politica ― anche noi, modestamente, vorremmo offrire qualche suggerimento: Primo, che non si ringrazia calorosamente per il suo operato un sindaco che poche settimane prima si è accusato urlando di “aver svuotato le casse del Comune”, se non si vuol dare adito al sospetto di tentar di nascondere agli Anticolani un conflitto che un domani potrebbe pesare sull’efficienza dell’amministrazione, e di cui pertanto è giusto che essi siano correttamente informati, e non trattati come tratta i Bambini chi non li stima. Secondo, che non si mescola la Raccolta del Sangue con un comizio politico. Terzo, che non si racconta agli Anticolani che “con la Regione, quand’era di Sinistra, non si è lavorato bene” proprio mentre si stanno finendo di spendere i 400.000 euro accordati dalla Regione di Sinistra per la messa in sicurezza della Scuola, se non si vuol dare adito al sospetto che la stessa ingratitudine potrebbe un giorno riversarsi sui Cittadini di cui oggi si chiede la fiducia e l’appoggio. Quarto, che non si accusa Zingaretti di essersi inventato una “compartecipazione economica” dei Comuni ai contributi pari al 10%, aggiungendo un “carico da undici, e anche da dieci”, al “pochino” di tagli fatti dal governo Berlusconi, se non si vuol dare adito al sospetto di voler gabellare agli Anticolani l’opposto della verità: e cioè che Zingaretti si è “inventato” proprio niente, che la partecipazione dei Comuni ai contributi c’è da anni e che è anche giusta, perché induce i Comuni stessi a spendere con maggior prudenza il denaro dei Contribuenti.

 

Che ne pensano gli Anticolani? Ha davvero “considerazione” per loro chi si presenta a chiederne i voti in maniera così poco trasparente e dando prova di questa “stima” per le loro intelligenze?

 

Ma poveri amministratori uscenti ― si potrebbe dire, per giustificare la finta unanimità sbandierata venerdì 27 dall’attuale maggioranza ― poverini, quelli non si possono vedere, lo sanno tutti, ma sono costretti a mostrarsi uniti dal loro vero capo... E allora, per concludere, è doloroso ma è necessario domandarsi: ci convince, ci corrisponde, ci rende felici che i desideri e le esigenze degli Anticolani debbano sempre coincidere con le volontà e gli interessi del vero capo dell’attuale maggioranza? Di un uomo, per di più, che non solo ha la maggior parte di tali interessi in un altro comune, ma perfino fisicamente vive isolato dal resto di Anticoli in una specie di castello? E ammesso e non concesso che egli sia davvero un illuminato benefattore (?) donato dagli dei ad Anticoli Corrado, ci convince, ci piace, ci ispira fiducia che i nostri amministratori ― o, per meglio dire, gli amministratori che dovrebbero essere i nostri, perché siamo noi che li abbiamo eletti ― siano invece, sempre e comunque, in primo luogo d’accordo con lui come se non fosse possibile neanche per magia che fiorisca nelle loro teste un’idea diversa dalle sue?

 

“Abbiamo chiesto e ottenuto dalla Provincia,” ha detto Vittorio Meddi al culmine della “faccia tosta”, “l’estensione della zona industriale del Cavaliere al territorio della provincia di Roma ― in particolare a Vivaro, Vallinfreda, Riofreddo ― prevedendo per gli altri comuni la possibilità di realizzare centri specializzati nei servizi alle persone, in particolare nel settore sanitario.” Traduzione, se le nostre informazioni non sono errate: prevedendo, per Anticoli, la possibilità che il privato che ci guida vi realizzi una clinica per lungodegenti e malati cronici. Cosa significa questo? Semplice: che il privato che li guida ha deciso che la vocazione di Anticoli è quella di diventare un cronicario (del) privato. È una bella immagine del paese immaginario? È un progetto degno della storia e della bellezza di Anticoli Corrado? Non lo sappiamo, può anche darsi che lo sia... Ma il fatto è che nessuno ― né il privato né la sua maggioranza ― si è curato di domandare agli Anticolani se è questo che sognano, per il futuro di Anticoli Corrado.

 

L’autore di queste righe non ha alcun titolo per avanzare proposte a nome della Sinistra di Anticoli Corrado. Ma certamente può, da libero cittadino e da lavoratore di questo paese, condividere le proprie speranze e idee con quanti siano eventualmente interessati a conoscerle. E dunque eccole:

 

Cinque Proposte per la piena Realizzazione di Anticoli Corrado

 

1. La vocazione di Anticoli Corrado è quella di una comunità i cui Rapporti umani, desiderosi di libertà, di bellezza, di gioia di vivere, nel corso di più generazioni hanno costruito un patrimonio materiale e non materiale di Socialità, d’Arte e di Cultura che dev’essere salvaguardato e valorizzato, con il massimo rispetto, progettando e avviando un recupero complessivo della vivibilità e della bellezza del paese che sia reso economicamente sostenibile, oltre che dal contributo degli enti pubblici e privati che un tale progetto non mancherà di sensibilizzare, soprattutto mobilitando su base volontaria l’impegno finanziario, lavorativo, relazionale e intellettuale dei Cittadini che a ciò vorranno rendersi disponibili, e in particolare dei Lavoratori provenienti da altri Paesi che apprezzino la nostra comunità e aspirino a integrarvisi. I Cittadini chiedono da tempo che il futuro di Anticoli Corrado, materiale e non materiale, non sia più abbandonato al caso. La futura amministrazione dovrà impegnarsi fortemente in tal senso.

 

2. La vocazione di Anticoli Corrado è quella di una comunità che, per il numero relativamente modesto dei suoi componenti, per la fitta rete di relazioni che tra essi intercorrono e per la presenza di numerose e vivaci associazioni, da tempo manifesta l’incompreso e inascoltato desiderio, nonché la piena capacità, di realizzare, sul piano amministrativo e della vita culturale e sociale della comunità stessa, una moderna e autentica democrazia diretta, in cui ogni decisione riguardante la comunità nel suo complesso sia preventivamente sottoposta ai Cittadini perché esprimano su di essa, mediante il voto, assenso o dissenso. I Cittadini chiedono da tempo di essere considerati, stimati e apprezzati quanto basta a fidarsi davvero di loro e del loro voto. La futura amministrazione dovrà impegnarsi fortemente in tal senso.

 

3. La vocazione di Anticoli Corrado è quella di una comunità che nel corso di più generazioni, estromessa ogni sorta di “castello” antico o postmoderno dal dominio del paese, si è data soprattutto tre luoghi di rapporto interumano e di realizzazione individuale e collettiva, collegati l’uno all’altro da una linea immaginaria, sì, ma non per questo meno reale, imperniata sulla pubblica fontana centrale donata ad Anticoli da Arturo Martini: il Museo, Piazza delle Ville e la Scuola. Sono i luoghi nei quali i Cittadini di Anticoli Corrado si riuniscono e si uniscono al di là di ogni differenza anagrafica, culturale, religiosa, sociale ed economica, e i Cittadini stessi chiedono da tempo una politica culturale che metta quei luoghi e ciò che essi rappresentano in effettiva sinergia e ne faccia l’asse portante della crescita affettiva e intellettuale del Paese. La futura amministrazione dovrà impegnarsi fortemente in tal senso.

 

4. La vocazione di Anticoli Corrado è quella di una comunità che si libera degli antichi campanilismi, aizzati dall’odio e dalla stupidità dei “signori” di un tempo, e cerca e realizza rapporti più vivi e produttivi con la bellezza e la vivacità culturale, sociale ed economica degli altri Comuni della Valle dell’Aniene. I cui Cittadini percorrono le stesse vie, s’incontrano, competono nello sport, si fanno concorrenza in commercio, festeggiano, vanno in pellegrinaggio, fanno affari, fanno amicizia, litigano, s’innamorano, e da tempo chiedono invano che le amministrazioni, da questo punto di vista molto in ritardo, si adeguino, coordinando iniziative, strutture e infrastrutture, al loro desiderio di reciproche relazioni sempre più valide e creative. La futura amministrazione dovrà impegnarsi fortemente in tal senso.

 

5. La vocazione di Anticoli Corrado è quella di una comunità che si prende cura con impegno, generosità e intelligenza, insieme alle comunità di tutti i Paesi della Valle dell’Aniene, del meraviglioso ambiente naturale che hanno ereditato dal duro lavoro e dalla straordinaria cultura contadina delle generazioni che li hanno preceduti ― e in particolare delle acque, del suolo e degli altri animali con cui ne condividiamo il possesso ― e che tale ambiente vuole lasciare intatto e ancora più bello ai propri discendenti. I Cittadini di Anticoli Corrado chiedono da tempo una politica dell’ambiente che salvaguardi questa “oasi”, che nel Lazio ormai non ha quasi più eguali, e ne tragga tutta la ricchezza che una retta e intelligente conduzione può trarne. La futura amministrazione dovrà impegnarsi fortemente in tal senso.

 

Commenti e Risposte

 

Un interessante intervento di Andrea Fabbi

 

Andrea Fabbi

 

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Caro professore,

 

riflettendoci credo sia ideale, a questo punto, controbattere alcune sue critiche, conferendo così un valore maggiore a questo civile ed aperto dibattito.

 

Vorrei subito rispondere alla mia grande amica (ed a volte addirittura confidente) Laura. Non voglio stare qui a rimembrare le violenze reciproche, gli errori madornali compiuti nel passato da ambo le parti. Ognuno potrebbe ricordare ciò che ha subito, ognuno dovrebbe anche ricordare ciò che ha compiuto, dove ha sbagliato. Non è un invito ad un esame di coscienza, che ritengo (almeno per quanto riguarda la tua persona) inutile e superfluo. La tua intelligenza e lucidità fanno sì che tu comprenda facilmente ciò che sto dicendo; concordo con il discorso del desiderio di concludere una fase passata, mettere nel dimenticatoio azioni grossolane, senza cercare colpevoli né santi. Io ero poco più di un ragazzino, ricordo la tensione di quei periodi. Molti hanno sbagliato, fortunatamente molti lo hanno ammesso e hanno fatto sì che la situazione si distendesse, da una parte e dell’altra. Qualche residuo rimane, ma non si può di certo ottenere tutto nella vita, soprattutto se non dipende da te in prima persona.

 

Adesso, caro professore, mi prendo il tempo (parecchio, scrivo alternando lunghe pause, sia per la mia poca costanza, sia per gli altri e gravosi impegni) e provo a rispondere ad alcune sue visioni.

 

Comincerei con lo schieramento politico a Destra. Ricordo che nell’attuale maggioranza non c’è alcun iscritto ad alcun partito, e solo una persona ricopre un incarico politico: Vittorio, capogruppo consiliare del PSI (dunque una forza di sinistra) alla Comunità Montana. Nessun tipo di linea politica derivante dall’alto è mai stata perseguita, non si è mai compiuta nessuna azione tesa a corroborare l’operato dell’attuale governo. Ed ecco che nessuno può dissociarsi da cose alle quali non è associato. Vittorio, rappresentante del PSI, di sinistra, dovrebbe dissociarsi da un governo che non ha votato, e che per lui rappresenta un avversario politico? O io, dovrei dissociarmi da un governo che non ho votato, e che reputo inadatto su molti nodi di governo? Ci si dissocia da cose alle quali si è associati, Lei si dissocerebbe, se fosse Sindaco, dalle azioni del governo Berlusconi, che non appoggia minimamente? Il governo Berlusconi distrugge la scuola, non mi sembra che questa amministrazione abbia fatto lo stesso. Lei è testimone vivente dell’operato di questa amministrazione sul tema scuola, sia a livello infrastrutturale che puramente interno, con un numero di investimenti ampio, e mirato sempre a conferire una condizione migliore a studenti ed insegnanti. Ecco che le parole di Vittorio in quel comizio risultano vere, concrete.

 

La pulizia delle parole, le segrete stanze. La giunta è aperta anche ai consiglieri, non solo agli assessori: io stesso partecipo alle giunte, cosa che non mi spetterebbe di diritto. La posta che arriva al Sindaco viene lasciata sulla sua scrivania, non esistono lucchetti o caselle chiuse: la trasparenza è massima, e questo è uno dei segnali. Chiunque, per esempio, potrebbe entrare e sbirciare quella posta. Se ci fosse qualcosa di sporco, o segreto, non giacerebbe lì, questa posta. Le “informazioni criptate”? Questa amministrazione ha un numero di commissioni non obbligatorie elevato, per poter allargare il dibattito a più persone esterne possibili. Lei lo sa, fa parte di una Commissione Scuola che non sarebbe obbligatoria, ma viene istituita proprio per essere strumento dell’amministrazione, per avere a disposizione più menti possibili per lavorare di concerto. Falconi si dimise proprio perchè l’attuale amministrazione decise di rispettare delle decisioni della commissione che lui riteneva da modificare. E’questo un operato da segrete stanze? Non ricorda che poco tempo fa, Lei stesso ha, su richiesta dell’Amministrazione, collaborato con una relazione sul Piano Scuola, APPROVATA ALL’UNANIMITA’ dalla Giunta? Crede sarebbe stato possibile una cosa del genere in un clima di “segrete stanze”, dove Lei rappresenta un oppositore dell’attuale maggioranza, civile e moderato, ma pur sempre oppositore? (e crede sarebbe stato possibile 20 anni fa? La storia, sempre la storia professore...).

 

E non mi soffermo sul tema Museo, risollevato dall’oblio e fiero ospite di un numero enorme di mostre, anche di alto livello (come ci ricordano alcune pagine di giornali nazionali), né sul tema dell’immobilismo (le associazioni fiorite in questi ultimi anni, l’ultimo grande progetto di questa amministrazione per fornire una casa a tutte le associazioni, il rapporto di disponibilità che esiste fra Comune ed associazioni), né su quello del Progetto (forse ha saltato qualche verbale di Consiglio, magari quello dove all’UNANIMITA’ è stato votato il volgarmente detto CRONICARIO, ovvero l’istanza programmatica delle opere e delle azioni dell’aministrazione).

 

Mi soffermo un attimo sul tema stranieri. Ricorda la notte dei permessi? Il comune era aperto, aveva messo a disposizione i suoi locali per il riparo, e bevande calde con cibi per gli stranieri in fila alle Poste. Non lo ricorda, forse. Non sa che la macchina del Comune è sempre disponibile per gli amici stranieri? Non sa quante volte il Sindaco ha convocato riunioni con gli amici stranieri per concordare iniziative? Io, Vittorio e gli altri consideriamo gli stranieri dei nuovi anticolani, una forza per il nostro paese. E sottolineo questo: forza, non peso, soggetti di integrazione e non di discriminazione.

 

Anche io, professore, lei lo sa, sono una persona che studia le idee. Lei ha studiato queste cose prima di me e molto più di me, ma è una passione che condividiamo (e che a volte ci chiude in noiose – per gli altri – chiacchierate). La passione per le idee, e perchè no, per le ideologie (passione, non condivisione, badi bene), ci porta a bagnare ogni nostro pensiero con la visione politica, a volte, quasi massimale. Quello che voglio dire, con questo, è che tutto ciò in un piccolo comune non funziona. L’eterogeneità di questa maggioranza né è la prova: persone di destra e di sinistra che collaborano, e che hanno posto al centro dell’ormai decennale amministrazione il sociale (non voglio enumerare le azioni compiute, non è un comizio elettorale). Dal momento in cui questo spirito sarà perduto, e sorgerà una connotazione fortemente politica e schierata, il sottoscritto si tirerà fuori. Non sarò più a disposizione dal momento in cui potrei essere costretto a difendere posizioni non mie, che politicamente non condivido. Se sono ancora con queste persone, è perchè ciò non è accaduto. E perchè non esistono, ad oggi, CAPI.

 

Scusi se glielo dico, professore, ma l’espressione “Capo” ha un nonsochè di sminuente e quasi denigratorio, come se tutti gli elettori dell’Arcobaleno, e gli amministratori, me compreso, siano marionette a cui altri tirano i fili. Io ho agito, come tutti gli altri amministratori, in completa libertà, non ho mai subito costrizioni. Anzi, ogni volta che chiedevo a Vittorio l’assenso per delle mie iniziative, lui stesso mi invitava ad agire con piena libertà, ad assumere più decisamente l’iniziativa. Non trova che questa forma di benevolo rimprovero nei miei confronti da parte del Sindaco cozzi un po’ con la sua visione delle gerarchie interne al gruppo? OgnunoOgnuno, ne sono testimone vivente, ha sempre agito con le sue convinzioni e tramite le sue idee: non è stato raro, infatti, il dibattito, anche acceso, all’interno delle giunte e delle riunioni. Se fossimo stati proni ai voleri di un fantomatico capo, perchè discutere così largamente? Perchè dibattere in maniera anche accesa sulle tematiche amministrative? Io stesso ho collezionato un bel numero di arrabbiature, di “battaglie”, di dibattiti, proprio perchè non esiste un Capo che detta, ed altri soggetti “appecoronati” che eseguono. La sua divisione sembra quasi intrisa di una ragione “genetica”, oserei dire, secondo la quale chi sta da una parte si piega al direttore supremo, e chi sta dall’altra è spirito libero e raffinato, non soggetto a dettame alcuno. Esiste chi possiede più personalità e chi meno, ma questo è fatto umano e non politico: le assicuro che in quanto a personalità, per quanto ho potuto vedere in questi quattro anni di amministrazione, non c’è carenza (e le divisioni di cui parla ― accettando solo il termine positivo di divisione, ovvero quello ideale, e non quello fisico, materiale ― e gli accesi dibattiti, sono frutto proprio di un conflitto di personalità, decise e non immobili e stantie).

 

Sui 5 punti che lei propone, infine. Possono essere condivisi o meno, secondo il mio parere destano tutti e 5 un vivo interesse, sono sicuramente razionali ed utili, da prendere in considerazione. Ma nel metodo, non le sembrano un filo “destroidi”? Non le sembra un pizzico impositivo l’invito a sottoscrivere, da parte degli elettori “delusi” dell’Arcobaleno, proprio i suoi 5 punti? Non sarebbe stato meglio, in un’ottica davvero democratica, chiedere di contribuire, piuttosto che sottoscrivere? Non è che per caso voglia fare lei il capo (faccina sorridente)? Come ho già sottolineato, parlo di metodo, non di contenuti.

 

Per chiudere, la voglio ringraziare per lo spazio che sta concedendo a questo dibattito, e per il coraggio che ha nel metterci la faccia, cosa che molti, soprattutto negli ultimi anni, temono. Anche io ce l’ho messa, speriamo che ne seguano degli altri, disponibili a contribuire a questo dibattito e a quelli futuri.

 

Un cordialissimo saluto da

 

Andrea Fabbi

 

Intervento molto interessante, costruttivo e meritevole di una risposta seria e argomentata, caro Andrea. Per la quale mi prendo anch’io qualche giorno di tempo. Due cose, però, tengo a dirti sùbito.

La prima è che ti ringrazio molto: non solo per le tue esplicite parole di stima, di considerazione e anche, mi sembra, di simpatia, ma soprattutto per la fiducia che mi hai dimostrato inviando questo tuo articolo a ScuolAnticoli. (Dovrei anche ringraziarti per aver scritto, anziché spingermi indietro col muso della macchina come ha fatto il signor Jablonowitz ― cfr. il film Chiamami Aquila per sapere tutto su Jablonowitz ― ma di questo non ti ringrazio perché sarebbe come ringraziarti perché respiri: so che la correttezza e la non violenza, NEL TUO CASO, fanno parte della tua natura...).

La seconda è che i miei 5 punti non sono un’imposizione e non possono esserlo: come potrei imporre qualcosa a qualcuno, con quale potere, con quale forza? (Non ho neanche un macchinone da spingere contro il prossimo, tentare di intimidire qualcuno con una vecchia Lanos sarebbe come voler farlo con una bicicletta...) I miei 5 punti sono “solo” proposte, e se terminano tutte con la frase La futura amministrazione dovrà impegnarsi fortemente in tal senso è perché questo è il sogno di tutti i Cittadini di Anticoli e di ogni altro luogo: che le amministrazioni si impegnino a fare quello che vuole IL Cittadino, non quel che vuole UN certo Cittadino più Cittadino degli altri. Si chiami Jablonowitz o in un altro modo.

Scusa queste righe affrettate, caro Andrea: ti risponderò meglio appena ci riuscirò. Intanto, grazie ancora. Con amicizia e stima da

Luigi Scialanca

 

*

 

Risposta a Jak Robba

 

Jak Robba è un mio ex alunno, ora grande. Naturalmente non si chiama così, ma questo è lo pseudonimo che ha scelto per la sua pagina su Facebook, ed è giusto rispettarlo. Jak Robba, dunque, mi ha scritto in tono abbastanza severo riguardo al mio articolo Anticoli Corrado merita di più. Ecco il suo messaggio:

 

Caro Prof. :), Dopo i suoi 3 lunghissimi e buonissimi anni di insegnamento, mi stupisce il GRAVISSIMO fatto della politica all’INTERNO del sito della scuola di Anticoli... quindi all’interno della stessa. E mi PERMETTO di giudicare la parte riguardante ROBERTO FALCONI, (in questo caso NON VISTO come stretto parente, ma come comune persona), parte FALSA ed OFFENSIVA per il semplicissimo fatto che è ormai da anni che il cosiddetto VAMPIRO DI ANTICOLI” PROMUOVE (E NON SOLO!) la CAMPAGNA SULLA RACCOLTA DEL SANGUE", quindi per nessun motivo al mondo dovete pensare o peggio SCRIVERE SU UN LUOGO SCOLASTICO delle simili falsità.

 

Era notte, quando ho letto questa mail, ed ero un po’ stanco. La mia risposta, quindi, è stata un po’ frettolosa. Eccola:

 

Caro Jak, io non ho scritto che Roberto Falconi sia il vampiro di Anticoli. Ho scritto che un comizio politico e un appello alla raccolta del sangue sono due cose diverse e distinte. Altrimenti, se uno chiede alla gente di andare a donare il sangue e contemporaneamente annuncia il proprio rientro in politica, può dare adito al sospetto (così ho scritto, e significa può sembrare) che voglia usare la prima cosa a favore della seconda. Tu capisci che certe cose vanno tenute separate, tant’è vero che mi accusi di mescolare scuola e politica sul mio sito.

Devo dirti, però, che ScuolAnticoli NON è il sito della scuola, non è un luogo scolastico e non è pubblico: è un sito privato, costruito con la collaborazione di tutte le persone che mi hanno dato fiducia ― compresi te, tua sorella e i tuoi genitori ― ma privato. Inoltre la politica non è una cosa sporca, se fatta onestamente e generosamente, quindi non c'è niente di male a scrivere di politica dove che sia, anche su ScuolAnticoli. Ho fatto delle critiche e delle proposte, come tutti hanno il diritto di farne. Abbiamo studiato insieme la Costituzione, quindi sai cos’è la libertà di espressione, caro Jak...

E per concludere, vedi, Jak, se io avessi fatto qualcosa di scorretto mi si potrebbe denunciare. Se, invece, nessuno mi denuncia, vuol dire che non ho fatto niente di scorretto.

Ma naturalmente capisco che Roberto è tuo zio e tu gli vuoi bene: se io fossi tuo zio, sarei orgoglioso che tu abbia preso le mie difese! Adesso è tardi e sono stanco, ma entro domani (mercoledì) sera il tuo messaggio sarà su ScuolAnticoli in calce al mio articolo.

Con l’amicizia e la stima di

Luigi Scialanca.

 

Oggi, poi (mercoledì 8) mi sono reso conto che quelle poche parole non potevano bastare, e gli ho scritto di nuovo:

 

Vorrei aggiungere una cosa, caro Jak, dopo che ci ho dormito sù e, come sai,... la notte porta consiglio!: il fatto che tu mi abbia scritto per dirmi queste cose, dimostra che tu sai quanto io sono stato e sono legato ai miei alunni. Se c’è qualcuno al cui giudizio io tengo, se c’è qualcuno che può farmi cambiare idea, siete proprio voi, compresi quelli di voi con cui non sempre sono andato d’accordo. Quindi, dopo aver letto il tuo messaggio e averci dormito sopra, ho deciso di apportare alcune correzioni al mio testo, nei punti che A TE sono dispiaciuti. Lo faccio, intendiamoci, non per te (che sarebbe offensivo) ma perché tu sei riuscito a farmi mettere nei tuoi panni, cioè a farmi rileggere quello che avevo scritto come se lo leggessi con i tuoi occhi. Se vai a riguardarlo tra un’oretta, lo troverai leggermente cambiato, in quei punti.

Detto questo, vorrei risponderti in modo più intelligente di ieri sera anche sulla questione del sito della Scuola. Dirti che NON è il sito della Scuola, anche se è la verità, non basta, me ne rendo conto. Ora la storia è questa: io all’inizio desideravo che fosse il sito non solo mio ma anche della Scuola, ma non ci sono riuscito: solo pochissime persone (come Eclario, per esempio) hanno voluto partecipare. Altri, addirittura, hanno fatto di tutto per farlo morire. Allora ho continuato da solo, ed è diventato il mio sito. Ma la Scuola, i miei alunni, i miei colleghi fanno parte della mia vita: come facevo a tenerli fuori da un sito che è diventato una sorta di specchio della mia intera vita, della mia storia, dei miei pensieri? E la politica è lo stesso, fa parte della mia vita, così come le mie idee su ciò che ci vorrebbe per Anticoli: come faccio a tenerli fuori? Ecco perché su ScuolAnticoli c’è tutto, la Scuola e anche la Politica: perché tutt’e due fanno parte della mia vita, e ScuolAnticoli anche.

Esempio: anche la tua lettera è politica, perché contiene critiche e prese di posizione su cose che io ho scritto e che, come tu stesso dici, sono politiche. Che dovrei fare, dunque? Se non pubblico la tua lettera su ScuoAnticoli, potrei essere accusato di voler censurare le tue critiche. Se invece la pubblico, potrei essere accusato di mettere una lettera politica su un sito scolastico. Dimmi tu! Io credo di far bene a pubblicarla, perché tu hai diritto di dire la tua e perché la tua lettera è sincera e onesta.

P.s.: per essere del tutto sincero e onesto anch’io, però, caro Jak, devo dirti che ho due grandi sensi di colpa nei confronti dei miei alunni, compresi tu e i tuoi compagni:

1°, di non essere riuscito a difendervi dall’attacco alla vostra vita scolastica compiuto tentando ogni anno di portarvi via da Scuola per alcuni giorni, come se la vostra vita scolastica fosse una sciocchezza che si può interrompere in qualsiasi momento.

2°, di non avervi difeso quando un giorno un signore si permise di entrare a scuola (facilitato dal fatto che il bidello, contro il proprio dovere, non lo fermò), entrò in classe, interruppe la lezione, davanti a tutti accusò alcuni di voi di aver commesso atti di teppismo in giro per Anticoli, e addirittura vi minacciò. Poteva essere vero o non vero che voi foste colpevoli, ma attaccarvi e minacciarvi in quel modo in un’aula scolastica, davanti ai vostri compagni e al vostro insegnante, fu peggio. In entrambi i casi io non sono stato capace di difendere i ragazzi a me affidati, e ne provo dolore tutte le volte che ci ripenso.

Di nuovo e sempre con l’amicizia e la stima di

Luigi Scialanca.

(La lettera è scritta in fretta e senza correzioni: scusa se è piena di errori!)

*

 

Caro professore, non mi addentro nel grosso del discorso, poiché richiederebbe tempo e spazio: preferisco rispondere a voce, mi annoio a scrivere. Su due punti però posso risponderle in maniera breve.

1. Quando parla della connotazione a destra dellattuale maggioranza, ricordo che, a parte me, cè altra gente che non è di destra nel gruppo consiliare e nel gruppo Arcobaleno. Tante persone dellArcobaleno, infatti, mi hanno fatto presente il disappunto per il discorso di Falconi, essndo elettori di Zingaretti e di Marrazzo. Fatto sta che, al di là dellopinabilità, cè un documento ufficiale che attesta leterogeneità del gruppo: le elezioni per il Consiglio dei piccoli comuni alla Regione. Votanti: 12 consiglieri più il sindaco. Voti al centro sinistra: 7; voti al centro destra: 6.

2. Sui modi, sul non detto, sulla non lucidità di questa amministrazione, sui rapporti umani ai quali lei tanto tiene: si faccia recapitare quella famosa delibera censoria che impediva ai consiglieri di minoranza di accedere agli atti se non autorizzati dal sindaco, nellultima amministrazione prima di Vittorio (cosa completamente illegale e anticostituzionale, lesiva dei diritti civili di ogni cittadino, più che dello stesso amministratore); si faccia raccontare della cacciata di un consigliere di minoranza che stava consultando degli atti (altra cosa lesiva dei diritti civili), che fu addirittura reinvitato a consultare questi atti da un altro consigliere di maggioranza (sempre nellultima amministrazione prima di Vittorio).

La ritengo persona intelligente e disponibile, per questo mi prendo il permesso di invitarla a farsi raccontare, in maniera imparziale e oggettiva, il passato del nostro comune, sul quale mi sembra poco informato. Fatto ciò, credo che si possa riflettere meglio anche sul presente, e iniziare ad apprezzare ciò che non è offuscato dal pregiudizio.

Sempre con la massima cordialità e disponibilità,

Andrea Fabbi

(consigliere dell’attuale maggioranza).

*

Giustissimo, Andrea, non facciamoci offuscare dal pregiudizio; sei troppo intelligente per non capire il ragionamento di fondo sia di Francesco Putignani che di Luigi Scialanca! Ad Anticoli non può essere negato il diritto di sognare e di progettare un futuro positivo e luminoso... Quello che si prospetta è buio e non allaltezza degli Anticolani. Possiamo fare qualcosa? Ce la facciamo a combattere perchè non ci venga negata la possibilità di fare progetti? Possiamo svincolarci da esempi tratti dal passato più remoto, del quale, caro Andrea, io ricordo la violenza e laggressività sulle persone a me più care forse molto meglio e molto più di altri? Sarà molto più difficile per me, che certe cose le ho vissute nella piena maturità (cercando con fatica di salvaguardare e proteggere le mie figlie, ad esempio, dallaria irrespirabile di allora), che per te che eri poco più di un ragazzino... Svincolarmi dal passato e ricominciare a sognare, o no???, eppure voglio provarci!

Con immenso affetto per tutti voi

Laura Amicone

*

Ti ringrazio, caro Andrea, per aver voluto commentare il mio scritto e per averlo fatto in modo così argomentato e civile. Conoscendoti, non mi aspettavo di meno!

Tuttavia, benché mi faccia piacere che qualche consigliere dell’attuale maggioranza abbia votato per il Centrosinistra alle elezioni per il Consiglio dei piccoli comuni presso la Regione, devo dirti che ho l’impressione che a questi consiglieri di Sinistra all’interno dell’Arcobaleno non sia mai stato permesso di influire granché, non tanto sulle decisioni, quanto soprattutto sulle non decisioni dell’amministrazione uscente. Del resto è quel che accade in ogni partito, nessuno escluso: i cosiddetti leader comandano, i cosiddetti peones eseguono. La mia proposta di democrazia diretta per Anticoli Corrado mira proprio a farla finita, almeno da noi, con questa prassi antidemocratica e incivile: invito perciò chi è di Sinistra nell’Arcobaleno (senza chiedergli di uscirne né di abiurare alcunché) ad aderire pubblicamente alle mie Cinque Proposte per la Piena Realizzazione di Anticoli Corrado: chissà che non aiuti a sparigliare un po’, per usare la terminologia di Nicola Vendola!

Quanto ai misfatti che tu attribuisci all’amministrazione di Piero Splendori, caduta nel 2001, non ho difficoltà a dirti che, se le cose stanno come a te sono state raccontate e tu mi riferisci, dieci anni fa come in qualsiasi altro momento della mia vita mi sarei dissociato da un simile modo di fare e, se avessi fatto parte dell’amministrazione, mi sarei dimesso. Detto questo, però, vorrei farti notare che non c’è riga del mio scritto che non si riferisca al presente e al futuro di Anticoli Corrado, non al passato! In passato ci sarà stato ad Anticoli chi inneggiava a Stalin o a Hitler... Chi gettava le basi di una grande fortuna depredando i cadaveri dei soldati Tedeschi e mettendo a rischio la vita di tutti i suoi compaesani... Chi angariava e affamava i servi della gleba per conto del signorotto del castello... E così via, fino ad Adamo ed Eva! Cominciamo a cambiare, caro Andrea, cominciamo sùbito! O faremo parte anche noi di quelli di cui i posteri diranno male non meno superficialmente di come diciamo male noi dei nostri predecessori.

Luigi Scialanca

 

*

 

Grazie, cara Laura! Come sempre, le tue parole aiutano a capire meglio anche ciò che si credeva di aver capito benissimo.

*

 

Taccuino elettorale Anticolano. N°1, 08.09.2010

I Sudditi sono migliori del Re

 

Per il mio ultimo articolo, Anticoli Corrado merita di più ho ricevuto critiche severe, ma gentili e argomentate, da parte di due giovani Anticolani. Ne sono stato felice, anche se questi Ragazzi non sono d’accordo con me, perché è bello constatare (in un’Italia ridotta com’è ridotta) che ci sono Giovani che hanno il coraggio (e la capacità) di dire pane al pane e vino al vino.

 

Stamattina, invece, alle otto e mezza, mentre ero al mercato, a piedi, in piazza delle Ville, un signore mi ha “criticato” in modo diverso: è venuto a pochi centimetri da me col muso della sua macchinona, standosene lui al sicuro dentro (ma con una faccia contorta dalla rabbia) e non l’ha fermata finché non sono arretrato, con quel muso a pochi centimetri dal cuore, di un paio di metri.

 

Ho sessant’anni, i sampietrini erano ancora sdrucciolevoli per le piogge della notte, andando all’indietro sarei potuto inciampare, cadere, avrei potuto sbattere la testa... Ma non credo che quel signore ci abbia pensato. Se ci avesse pensato, come si potrebbe definire, dal punto di vista giuridico, un atto che consapevolmente metta un altro Essere umano in pericolo di morte? Ma, ripeto, non voglio credere e non credo che quel signore si sia reso conto che ciò che stava facendo poteva anche avere conseguenze tragiche: era troppo arrabbiato! Ha tirato giù il finestrino, mi ha ingiunto di stare “calmo” (cosa un po’ buffa, poiché io ero calmissimo, era lui che non sembrava esserlo), mi ha detto un paio di volte di “lasciare in pace la sua famiglia”, poi ha dovuto fare una manovra complicata e anch’essa un po’ buffa per uscire dallo stretto spazio tra le bancarelle in cui si era cacciato per venirmi così vicino col muso della sua macchinona, e si è dileguato. Ma non rombando, purtroppo, perché la sua macchinona è silenziosissima.

 

A questo signore, è chiaro, io ho da dire solo una cosa, con calma: non mi fai paura. Molto, invece, ho da dire agli altri Anticolani. In primo luogo, che meglio di quel signore si comporta l’altro signore che da un paio di giorni batte Anticoli insultandomi e calunniandomi dinanzi a chiunque abbia tempo da perdere ad ascoltarlo. Perché dico che il secondo signore si comporta meglio del primo? Semplice. Perché combatte con le parole, benché insultanti e calunniose. Cioè combatte da Essere umano. E così facendo, benché tali parole siano tutt’altro che cortesi, dà comunque almeno un buon esempio ai Bambini ai Ragazzi Anticolani: che gli Esseri umani non combattono con la violenza, e neanche con gesti che a una possibile violenza alludono, ma con l’immaginazione e l’intelligenza che dagli altri animali ci distingue. Ringrazio dunque il secondo signore, che per tutta Anticoli mi sta insultando e calunniando da Essere umano: grazie, caro avversario politico, per il buon esempio che dai ai Bambini e ai Ragazzi Anticolani attaccandomi solo con le parole.

 

Al primo, invece, come faccio a parlare? Come si parla al muso di un macchinone che ti arriva a pochi centimetri dal cuore? Posso solo ripetergli: non mi fai paura. E aggiungere che da oggi in poi, anche il più umile Anticolano, che però non è mai andato col muso della macchina o altri oggetti a pochi centimetri dal cuore di un anziano professore, ha il diritto di sentirsi migliore di lui.

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Taccuino elettorale Anticolano. N°2, 13.09.2010

 

I falsi veri Cittadini di Anticoli

 

Il bigliettino dei falsi veri Cittadini di Anticoli. Cliccalo, se vuoi vederlo meglio!

Clicca il bigliettino per vederlo meglio

 

Voglio di nuovo ringraziare il simpatico individuo che chiama dementi gli avversari. Ogni volta che li insulta e li calunnia, infatti, egli dà una sonora lezione al signore che mercoledì 8 settembre, in piazza delle Ville, mi ha costretto ad arretrare guidando la macchina fino a pochi centimetri dal mio cuore. Il simpatico insultone insegna a quel tipo a usare le parole, non i musi delle macchine, e così dà un buon esempio non solo ai Bambini e ai Ragazzi di Anticoli, ma anche a lui. Che forse ne trarrà vantaggio, e diventerà meno bullo.

 

Detto questo, però, caro insultone, permettimi di muovere qualche appunto al tuo grazioso bigliettino di oggi, che come vedi ho riprodotto qui sopra (clicca per ingrandirlo)...

 

La prima critica, e la più grave, è che tu, caro insultone, non avendolo firmato, dai l’impressione di non avere il coraggio di assumerti la responsabilità di quello che fai. E questo può danneggiarti, perché i Cittadini di Anticoli potrebbero pensare che chi non osa assumersi le proprie responsabilità non sarà mai un buon amministratore. D’ora in poi firma, quindi, e vedrai che la tua immagine pubblica migliorerà.

 

Tu forse dirai: Ma se io firmo, mi potrebbe querelare quello che ho insultato chiamandolo “demente” e calunniato accusandolo di praticare abusivamente la psicoanalisi... Ma no, caro insultone, stai tranquillo, son sicuro che il signore da te insultato e calunniato non ti querelerebbe. Lo conosco bene, so che anche lui ti è grato per le lezioni di civiltà che stai dando al tipo che rivolge agli avversari i musi delle macchine... O forse dirai: Non è vero, il bigliettino è firmato! È firmato dai veri Cittadini Anticolani!... Ma no, caro insultone, quella non è una firma! Le firme si compongono di un nome e di un cognome. O, se uno non sa scrivere, fa una X. Quindi quella è una firma falsa, e ammetterai che fa un po’ ridere un Cittadino Anticolano che pretende di essere un vero Anticolano e invece fa una firma falsa. Dunque, se non vuoi che si rida di te (cosa che anch’essa può danneggiare la tua immagine pubblica facendoti sembrare poco serio) ti ripeto il mio consiglio: fatti coraggio e firma con il tuo nome e il tuo cognome.

 

Quanto ai veri Anticolani, poi, non ti sembra che firmare al posto di tutti loro messi insieme sia poco democratico? Sei forse Corrado in persona, che credi di poter firmare a nome di tutti i Cittadini di Anticoli Corrado? E non ti sembra, inoltre, che sia un po’ razzista chiamare falso Anticolano chi non è nato ad Anticoli o non corrisponde alla tua idea di Anticolano vero? E che dire della facilità con cui dai del “demente” a chi non è d’accordo con te? Non vorrai mica assomigliare ai comunisti sovietici, che chiamavano pazzi e dementi gli oppositori politici e li rinchiudevano in manicomio? E quanto alla psicoanalisi, poi, permettimi di segnalarti che ad Anticoli, se proprio vuoi trovare qualcuno che la esercita abusivamente, dovresti forse cercare in un’altra direzione...

 

Ecco, questi erano i piccoli appunti che non potevo non fare al tuo bigliettino, caro insultone. Ma in fondo sono inezie, sai? Mi sei simpatico lo stesso.

 

(Post scriptum: quanto alla famiglia a cui tu esprimi solidarietà contro il “demente” che si “aggira” per Anticoli, anch’io, Luigi Scialanca, vorrei esprimerle la mia solidarietà. Non contro il famoso “demente”, però: vorrei esprimerle la mia solidarietà semplice. La mia solidarietà esistenziale).

*

domenica 19 settembre

 

Un manifesto di solidarietà della Sinistra di Anticoli Corrado (Cliccalo per vederlo meglio!)

 

Chi non cerca il meglio, il peggio cerca lui

 

(risposta ad Andrea Fabbi e a Boris Tacchia)

 

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Mi ha fatto piacere, caro Andrea, ricevere la tua gentile e argomentata Risposta al mio intervento (Anticoli Corrado merita di più) lo stesso giorno in cui altri ha tentato invece di intimidirmi più con la “cilindrata” della sua auto, per così dire, che con i contenuti della sua mente: sapendo che la solidarietà può anche essere “implicita”, “sussurrata” ― nei regimi deve esserlo ― interpreto il fatto che tu mi abbia criticato per iscritto come una dissociazione da chi, invece (più o meno consapevolmente) mi ha “criticato” mettendo a rischio la mia incolumità. Ma poiché tale implicita solidarietà è l’unica che ho ricevuto dalla tua parte “né di Destra né di Sinistra”, la prima domanda che ti pongo è: come mai nessuno di voi osa disapprovare pubblicamente certi comportamenti? Fate forse capo a un regime?

 

Domanda che attiene alla prima questione da te analizzata: Destra e Sinistra, appunto. Tu sostieni, infatti, che l’amministrazione uscente non è schierata né a Destra né a Sinistra: Nell’attuale maggioranza non c’è alcun iscritto ad alcun partito, affermi, e solo una persona ricopre un incarico politico: Vittorio Meddi, capogruppo consiliare del PSI (dunque una forza di Sinistra) alla Comunità Montana. (...) Persone di Destra e di Sinistra che collaborano, e che hanno posto al centro dell’amministrazione il sociale.

 

Bene. Se lo dici tu, caro Andrea, io ti credo. A te, alla tua rettitudine e buona fede, io credo. Ma ti domando: e il resto dell’Italia, dell’Europa, del Mondo? Come mai si divide fra Destra e Sinistra? Tutti stupidi? Ci sono anche i delusi da entrambe ― tu mi dirai ― quelli che a votare non ci vanno più... Hai ragione, e fra poco ci torneremo. Ma intanto torno a domandarti: e tutti quelli che a votare ci vanno, e sono ancora la stragrande maggioranza di intere Nazioni, e si schierano con la Destra o con la Sinistra... tutti stupidi? Solo l’attuale amministrazione di Anticoli, sulla Terra, ha capito tutto e di più? O non sarà che l’attuale amministrazione di Anticoli finga di essere né di Destra né di Sinistra? O non sarà che l’attuale amministrazione di Anticoli trovi comodo farsi credere al di sopra delle parti per accaparrarsi anche i voti di chi, come te, ancora non vede né riconosce che essa, l’attuale amministrazione di Anticoli (come tanti altri, in Italia e nel Mondo) più o meno consapevolmente opera per cancellare dalle menti degli Anticolani perfino il ricordo della possibilità di trasformare in meglio l’esistente?

 

Scusami, caro Andrea, se mi permetto di ipotizzare un tuo non vedere né riconoscere. Tu sai tanto, lo so, e molto vedi e capisci che ad altri sfugge. Ma in certe cose mi sembri un po’ ingenuo. Come puoi credere che l’esistente sia così perfetto da non poter essere trasformato? E se invece sai bene anche tu che in tanto siamo umani in quanto non possiamo non trasformare il mondo secondo l’immaginazione che ci contraddistingue, come non vedi che “Sinistra” e “Destra” sono i nomi storicamente determinati di una divisione, antica come l’Umanità, fra chi opera per adeguare la Società all’umano e chi, all’opposto, per costringere l’umano ad adeguarsi alla Società costituita? E come non vedi, dunque, che asserire che un potere, per piccolo che sia, non sia di Destra né di Sinistra, se non è per ingenuità, è per la malafede di chi (nascondendo il conflitto e facendo sparire le parole e i concetti che lo descrivono) tenta di annullare perfino la possibilità di pensare qualcosa di più e meglio della pura gestione dell’esistente?

 

Ricapitolando: sostenere che un’amministrazione non è di Destra né di Sinistra significa ammettere, senza volerlo, che quell’amministrazione finge di essere un’impossibile chimera per dissimulare il proprio vero scopo. E che tale scopo è quello di fare in modo che tutto resti com’è istillando nelle menti dei Cittadini l’idea che una trasformazione in meglio sia impossibile. E perché quella tale amministrazione vuole che tutto resti com’è? Perché chi ne fa parte e la sostiene trae dalla situazione attuale vantaggi che da una trasformazione in meglio teme di perdere. Semplice come l’abc, vero? Lo so, e ti chiedo scusa per questo mio insegnarti l’abc. Ma l’alternativa sarebbe supporre che tu lo sappia già benissimo, cioè che sia in malafede anche tu. E questo non voglio che mi passi neanche per l’anticamera del cervello.

 

Ma tu non lo sai, questo abc. Infatti la tua gentile e argomentata risposta gronda dell’idea che si possa solo gestire alla bell’e meglio l’esistente. Sembra quasi che tu non capisca cosa voglia dire che Anticoli Corrado merita di più. Sembra quasi che tu non sappia che non si può fare a meno d’immaginare, di desiderare, di progettare, di tentar di trasformare; e che negarne la possibilità fa impazzire, se ci si crede. Mi contrapponi i contributi elargiti, le mostre citate dai quotidiani, i panini e le bevande calde agli Stranieri... Ma chi lo nega, questo? Il mio articolo s’intitola forse Per Anticoli Corrado non s’è fatto niente? Il mio articolo s’intitola Anticoli Corrado merità di più. Poiché l’amministrazione “né di Destra né di Sinistra” (come ha sempre perfettamente illustrato la portentosa capacità di Vittorio Meddi di far di sì con la testa a tutti) per Anticoli è stata capace solo di tirare a campare, tappare buchi, elargire qualche contributo e qualche elemosina, non di sognare. Ma questo amministrare senza fantasia, che potrebbe (forse) andar bene ad allevare polli, con gli Esseri umani non soltanto non basta: è deleterio. Un’amministrazione, una leadership, grande o piccola che sia, non può essere così “miope” da non vedere che i Cittadini, oltre i bisogni, hanno immagini e desideri, nei cuori e nelle menti, con cui gli amministratori devono saper mettersi in rapporto. A meno che gli amministratori non fingano di essere miopi proprio per annullare, negare, estinguere nei Cittadini il desiderio. In modo che nessun orizzonte sia visibile e neppure immaginabile, oltre il “giorno per giorno” che è anch’esso importante, certo, ma che da solo ― senza la ricerca del qualcosa di più che tutti, in fondo, abbiamo in mente e nel cuore ― fa del “giorno per giorno” una cupa muraglia di piombo che giorno per giorno ci schiaccia. In modo che continui indisturbato il vecchio tran tran da cui pochi traggono (miseri) guadagni e (effimeri) vantaggi, e gli altri solo un vivacchiare in un degrado che da esterno tende sempre più a diventare anche interno: degrado urbano e ambientale che si insinuano nei Cittadini e ne inquinano i corpi e le menti. L’altra volta ho paragonato l’attuale maggioranza ai genitori che ai figli non sanno dare che soldi, poiché non hanno per loro né sogni né pensieri? Questa volta la paragono ai mariti che mandano ai matti le mogli con l’inattaccabile, “tranquilla” “normalità” della propria mancanza d’affetti mentre sistematicamente ne annullano e negano l’umanità e la femminilità. Salvo passare dalla “tranquilllità” alla bava alla bocca, se non alla violenza, quando le mogli “tranquillate” scoprono che non sopportarli più vuol dire tornare alla vita.

 

Le mie Cinque Proposte per la Realizzazione di Anticoli Corrado non erano dunque l’espressione di una velleità impositiva un filo “destroide”. Come tu, caro Andrea, insinui per tentare ancora ― forse senza rendertene conto ― da un lato di annullare la differenza fra chi osa immaginare e desiderare (quella che una volta si chiamava la Sinistra) e chi non cerca che di tranquillare e controllare (quella che una volta si chiamava la Destra), dall’altro di nascondere che esse ti mettono in ansia proprio perché invece intuisci che non sono le imposizioni di un aspirante capo, ma i desideri di un qualsiasi Cittadino rivolti a un’amministrazione ― l’attuale e uscente ― che i desideri non può soddisfarli perché non è capace di immaginarli e perché, soprattutto, coi Cittadini non è in un rapporto che li renda possibili.

 

Alla tua Risposta gentile e argomentata, caro Andrea, ma anche così “propagandistica” e “tranquillante” (come se un Cittadino che esprime desideri per il suo Paese fosse un folle da sedare) permettimi dunque di contrapporre la lucida e critica analisi che da Roviano mi ha inviato Boris Tacchia. Eccola:

 

Caro Gino,

ho letto del putiferio scatenato dal tuo articolo, Anticoli Corrado merita di più, e dell’aggressione che hai subito. Premettendo che non conosco direttamente i fatti, né tantomeno i soggetti coinvolti, vorrei fare una critica strutturale al tuo scritto alla luce di situazioni, di cui, al contrario, conosco molto.

 

Credo, infatti, che ogni tuo ragionamento sia del tutto privo di validità per il semplice motivo che l’assunto di partenza è errato: i sudditi non sono affatto migliori del re. Essi danno linfa al sovrano, lo corteggiano, lo amano e vivono nella speranza di poter carpire una parte del suo potere (economico o politico). A nulla varranno le tue critiche, le tue proposte, le tue idee. Ciò che andrebbe analizzato ― questo sì in maniera utile ― è il connubio potere-politica-popolazione.

 

Un legame che si sta talmente stringendo da non lasciare più spazio alla libertà di pensiero (e quindi di dissenso) e che è uguale, ormai, nei nostri due paesi. Esso si fonda su alcuni punti centrali.

 

1. Una coalizione civica, creata in tale forma appositamente per non essere attaccabile politicamente (cioè sulle idee forti) né da destra né da sinistra e raccogliere voti da entrambe le parti (offrendo un buon alibi sia qui che lì).

 

2. Un potere economico forte che spinge per l’elezione della suddetta coalizione per il proprio interesse (sia pure semplice megalomania, ma in realtà non è mai solo questo). Tale potere è forte perché governa la vita vera delle persone, che a fine mese devono pur portare a casa “la pagnotta”. Maggiore è la crisi economica e la necessità di guadagno, maggiore è la pressione elettorale spendibile sui propri “dipendenti”. In tale lista devono essere presenti persone di famiglie diverse (per coinvolgere quanta più gente possibile nel legame, anche indiretto, col potere).

 

3. Creazione di una squadra di governo che sia ricattabile o comprabile facilmente (ognuno ha avuto o avrà quello che vuole dal padrone o dal comune: lavoro, facilitazioni, strade, terreni, opere pubbliche, gratificazione sociale). Ciò garantisce durata temporale a chi comanda. In più solo una persona (non è detto sia il sindaco) ha potere decisionale. Gli altri devono fare da spettatori “votanti in consiglio”.

 

4. Progressivo annullamento di ogni critica o obiezione. È la cosa più difficile da attuare, ma si fanno costanti progressi. Tolti i comprati e i dipendenti ed epurati i dissidenti, infatti, rimane il problema di azzittire chi dissente. Come fare? Semplice: si sposta il terreno del dibattito reale su un altro piano. In tal modo ogni voce “diversa” viene azzittita: perché qualcuno ha legami di parentela con qualcun altro; perché in fondo in un paesino sono tutti amici; perché basta con queste critiche perenni a tutto e tutti; perché alla fine chi critica lo fa solo per invidia; perché non si possono rovinare le famiglie con accuse infondate; perché in fondo potremmo aver bisogno di chi amministra (ci può sempre sbottare la fogna, no?)

 

E qui torno alla critica da cui sono partito. Chi ci governa lo fa dietro mandato della maggioranza delle persone. Nessuno punta la pistola alla tempia dell’elettore. Le persone scelgono di eleggere il parente, l’amico, chi dà loro lavoro, chi promette loro ricchezze e vita facile, chi offre loro sogni a buon mercato. Di chi è la colpa di tutto ciò? Dei politici stessi, mi duole dirlo. Le opposizioni (spesso liste accozzaglia anch’esse) fanno ormai il gioco del corteggiamento al potere, al punto che cominciano ad ammettere “che senza quelli non si vince” (ergo speriamo di accattarceli noi alle prossime elezioni), finendo per dare forza, legittimandolo, al sistema che invece dovrebbero scardinare. Quando, poi, avrebbero in mano la scure per tagliare la testa al re che dicono di combattere da anni (un errore lo fanno tutti e prima o poi un cortigiano con le mani in pasta lo becchi) si tirano indietro per quanto già detto (4).

 

E i partiti? Be’, quelli latitano. Tranne che nelle varie elezioni pro o contro Berlusconi alle quali si è ridotta l’Italia.

 

Non resta che chiudersi in un rispettoso silenzio per il “defunto ideale”. Io l’ho fatto.

 

Che ne dici, Andrea? Il mio Anticoli Corrado merita di più è fin troppo moderato, dinanzi a un’analisi come questa. E la tua Risposta, per quanto gentile e argomentata ― cosa di cui continuo a ringraziarti ― al confronto si mostra quale ho cercato di mostrartela: una tiritera propiziatoria.

 

*

 

Però, caro Boris, permettimi di dirti che le tue parole, benché tutt’altro che propagandistiche e tranquillanti, mi deludono né più né meno di quelle di Andrea. Rispetto a esse sembrano diverse e opposte come più non si potrebbe ― le sue mirano (io spero inconsapevolmente) a una descrizione della realtà così edulcorata da risultare obiettivamente mistificante, le tue a illuminarla con severità e in ogni dettaglio ― ma a ben guardare l’opposizione e la diversità son quelle di un muro di pietra rispetto a un muro di gomma. Su quale sarebbe “meglio” schiantarsi, potendo scegliere? Su nessuno dei due, alla velocità naturale della vita umana ci si schianta e si crepa su entrambi: Andrea dice che non c’è niente da cambiare perché tutto va bene, tu che tutto va così male che cambiare non è possibile. In entrambi i casi, dunque, per chi abbia ancora immagini e desideri di un di più e meglio, il risultato sarebbe il medesimo: l’assoluta disperazione. Che non solo renderebbe il potere invincibile, ma rischierebbe di regalargli, come unica “opposizione”, la violenza a cui la disperazione spesso induce. Violenza che del potere è alimento, poiché ne conferma e ne “autorizza” l’odio e il disprezzo contro l’Umano su cui il potere, di per sé violento, non solo si fonda ma delira di “giustificarsi”.

 

Ma forse sono troppo duro. Forse una differenza c’è, caro Boris, fra la tua visione e quella di Andrea. Tu, infatti, non neghi che l’esistente potrebbe essere migliore di come è. E ciò è importante. Ma a che vale, caro Boris, riaffermare e tramandare l’idea che l’esistente potrebbe essere migliorato, se al contempo si nega che sia possibile migliorarlo? È quasi peggio, perché ― ripeto ― induce alla disperazione.

 

L’ideale è defunto, tu dici. Facciamo silenzio, su di esso, e chiamiamo il nostro silenzio rispetto. E non ti accorgi che così tu dichiari defunto non un “ideale”, ma l’Essere umano. Che si distingue dagli altri animali proprio in quanto ha “ideali”, cioè ― io preferisco definirli ― immagini e desideri di un più e meglio, e vitalità e affettività e socialità che lo inducono a tentarne la realizzazione. Altrimenti, negando e rinunciando ― “io l’ho fatto”, tu scrivi, ma spero che non sia così ― noi ci mettiamo contro la nostra stessa natura umana. E diventiamo come quelli che hanno reso l’esistente così disperante da rendere difficile resistere alla disperazione che da dentro di noi ci spinge ad adeguarci all’esistente.

 

La tua analisi così acuta della situazione dei nostri due paesi, caro Boris, è stata e sarà molto importante per me, perché ha dato un ulteriore e meritato colpo a certe mie ingenuità che differivano da quelle di Andrea solo quantitativamente. Ma rifiuto la tua disistima per le Donne e gli Uomini dei nostri due paesi. E la rifiuto non per uno stupido “buonismo”, ma perché essa mi renderebbe simile a coloro che hanno prodotto la situazione che tu descrivi, “miseri” e “meschini” (come amministratori) proprio a causa della poca stima che dentro di sé coltivano contro sé stessi e contro i concittadini. Tu vuoi forse essere simile a loro? Non credo. Anzi: sono certo del contrario. E allora non esserlo! Poiché è proprio la disperazione nell’Essere umano ― e nient’altro ― ciò che da tempo va assimilando la Sinistra alla Destra e riduce certi “sinistri” a far “pappa e ciccia” (ma nella desolazione) con i Destri di sempre.

 

Non per questo devi pensare, caro Boris, che io voglia assolvere me e la mia generazione (anticolana e rovianese e italiana) dal non aver fatto, con voi cui stiamo lasciando questo “esistente” così disperante, un rapporto che fosse esso stesso, in “piccolo”, il mondo migliore che andiamo proclamando. O di non averlo fatto abbastanza. Chi vi fa più disperare siamo Noi per primi, lo so, non cerco scuse. Ma per questo non mi arrenderò all’esistente finché avrò vita: perché almeno non abbiamo perduto Voi, o non del tutto, e Voi non avete perduto Noi, o non del tutto, visto che ci parliamo con tanta passione. Ed è soltanto per non perdere Voi che vale la pena di non perdere il Mondo, l’Italia e i nostri due paesi.

mercoledì 22 settembre

 

Appassionata conoscitrice di Anticoli Corrado e della cultura, le tradizioni, il dialetto, le qualità e i difetti degli Anticolani,

la signora Antonietta De Angelis ha pubblicato su ScuolAnticoli le sue Storielle andicurane e le sue Poesie.

 

Una lettera di Antonietta De Angelis

 

e la risposta del Prof

 

Caro prof, girovagando per il sito non ho potuto fare a meno di leggere ciò che c’è scritto a proposito di Anticoli e di quello che è successo. Naturalmente non approvo le intimidazioni e gli affronti non verbali, premetto che non amo la politica e non ho ascoltato il discorso di Francesco, mio coetaneo e persona che stimo e rispetto. Però, in quello che hai scritto di volta in volta, mi sembra di notare che dividi il popolo anticolano in due fazioni: da una parte sono schierati quelli con tanta voglia di fare per il bene del paese e dall’altra un branco di pecoroni manovrati da un burattinaio che tiene i fili con lo scopo di fare i propri interessi. Io non credo che le persone di Anticoli siano così; forse sottovaluti la gente comune, che osserva, ascolta e decide...

 

E, a proposito di questo, ora io nella mia ignoranza mi chiedo e ti chiedo: ma perché, in politica c’è forse qualcuno che non pensa ai propri interessi? Specialmente oggi che non ci sono più ideali è un’utopia pensare che se si va al comando lo si faccia per il bene degli altri. Di politica non ne capisco niente, ma so che le campagne elettorali si fanno per convincere la gente, anche se oggi è più difficile di ieri, quando appunto dalla politica ci si aspettava chissà che cosa e i contadini e gli operai erano pronti a lottare; io ho sempre pensato che a quei tempi la maggior parte di quelli che votavano comunista (come appunto gli operai, ecc.) lo facessero per ribellarsi al sistema, ma che in realtà non conoscessero né il pensiero di Marx né l’idealismo di Lenin.

 

P.S.: Chiedo scusa se mi sono addentrata in un argomento che non mi compete, ma da libera cittadina ho voluto esporre le mie idee (poiché, come disse qualcuno la libertà è partecipazione) e magari chiedere delucidazioni in merito.

 

Antonietta De Angelis

 

Cara Antonietta, la tua lettera è molto bella. Se ogni Anticolano ne scrivesse una così (naturalmente ognuno a modo suo) in pochi giorni avremmo un quadro variopinto e interessantissimo dei desideri, delle idee e delle speranze di tutti noi per il nostro caro e bellissimo paese. Comincio a risponderti dalla fine. Non hai alcun motivo di scusarti, cara Antonietta: non esistono argomenti che non ti competono. Tutti gli argomenti competono a tutti. Poi, se uno dice cose sbagliate o imprecise, ci sarà chi gentilmente glielo fa notare, ma non esistono questioni su cui tu non puoi mettere bocca, riservate agli addetti ai lavori: ci mancherebbe altro! Come diceva Giorgio Gaber, libertà è partecipazione, ed è proprio così: mentre oggi vorrebbero farci credere che la libertà sia l’opposto, cioè non partecipare, non farsi domande e non farle, non pensare, infischiarsene, starsene seduti davanti alla tv e lasciar fare al capo o al capetto, nazionale o locale che sia. Grazie, dunque, per aver partecipato! Su due delle cose che mi scrivi, però, non sono d’accordo (ma ripeto che ti ringrazio per averle scritte, magari tutti parlassero e scrivessero!) e gentilmente vorrei farti notare che secondo me sono un po’ sbagliate... La prima è che io non divido gli Anticolani in due fazioni, da una parte quelli con tanta voglia di fare per il bene del paese e dall’altra un branco di pecoroni manovrati. Assolutamente no. Io penso (e ho scritto) proprio il contrario: che gli Anticolani (finora) sono stati poco interpellati su ciò che sognano, immaginano, pensano, desiderano, pretendono per Anticoli Corrado. Quindi non che gli Anticolani siano un branco di pecoroni, ma che sono trattati come se lo fossero da persone che (al di là delle belle parole che tutti son capaci di dire e delle mance che tutti son capaci di dare) non li stimano abbastanza per ascoltarli, prima di prendere le decisioni, e soprattutto non hanno abbastanza fantasia per essere all’altezza delle loro esigenze.

 

La seconda cosa su cui non sono d’accordo è quando dici che oggi non esistono più gli ideali e che quindi è un’utopia pensare che chi va al comando lo faccia per il bene degli altri.

 

Certo, è vero che le campagne elettorali si fanno per convincere gli Elettori. Ed è vero che tutti i contendenti cercano di convincere gli Elettori di voler fare il loro bene. Ma qualcuno che vuol farlo davvero c’è, esiste, non può non esserci ― è un principio fondamentale, cara Antonietta: qualcuno c’è sempre, nella vita, non siamo mai del tutto soli al mondo ― e il compito degli Elettori è proprio quello di capire chi siano i candidati migliori per umanità, fantasia, generosità, competenza e onestà: di chi ci si possa fidare di più e di chi ci si possa fidare di meno.

 

Nel fare questa scelta gli Elettori possono sbagliare? Certo, tutti possono sbagliare! Ma l’importante è non fare errori troppo gravi, irrimediabili. E per non fare errori troppo gravi, è necessario avere degli ideali. Non gli ideali di Marx o di chicchessia, da credere come articoli di fede, ma gli ideali propri, personali, frutto dell’immaginazione, dell’esperienza e dell’intelligenza di ognuno: i tuoi desideri per il tuo paese, le tue speranze per il futuro di Anticoli, la tua conoscenza delle persone che chiederanno il tuo voto. Se sceglierai come votare ascoltando quel che c’è in te di più umano, di più profondo, di più intatto, cara Antonietta, non potrai mai sbagliare in modo irrimediabile.

 

Luigi Scialanca

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giovedì 23 settembre

 

Laura Amicone e Francesco Putignani in una bella foto della pagina di Laura su Facebook.

Laura Amicone e Francesco Putignani

in una bella foto della pagina di Laura su Facebook.

 

Anticoli che Vorrei (1)

 

di Laura Amicone

 

Vorrei entrare anch’io nel bel dibattito che sta avviandosi su FaceBook e su ScuolAnticoli, perché troppo spesso in questi anni le parole mi sono rimaste in gola, strozzate dall’indifferenza di chi avrebbe dovuto naturalmente esserne il destinatario.

 

Mi piace parlare di noi, di Anticoli, delle passioni che animano e agitano gli Anticolani. Mi piace dissentire da quelle che erroneamente vengono considerate opinioni comuni (e che poi, andando a scavare, ad argomentare, ad approfondire, ti rendi conto che non sono comuni per niente, ma che qualcuno indisturbato e difficilmente contraddetto continua a farle credere tali e quindi, chissà perché, le uniche degne di considerazione). Mi piace interloquire con persone buone e per bene per dire che chi ama la politica (come me) e chi si propone alla cittadinanza come candidato al governo di una comunità non lo fa necessariamente intravedendo vantaggi personali (mentre in altri casi i conflitti di interesse sono talmente madornali che non si comprende come qualcuno possa ancora non vederli). Mi piace, parlando e confrontandomi, avere ogni volta la conferma di una cosa di cui sono sempre stata convinta, e cioè che chi ha a cuore il bene comune, chi riesce a mettere sullo stesso piano i propri bisogni e quelli del proprio vicino, chi fa uno sforzo continuo per non farsi travolgere dalle banalità, dai luoghi comuni, dal tentativo di omologare tutto e tutti (compiuto inevitabilmente da chi solo con l’annullamento delle differenze può nascondere la propria mediocrità o, peggio, il proprio malsano egoismo), chi fa tutto questo non può che stare dalla parte giusta; e se per errore di valutazione o per eccessiva indulgenza e fiducia nei confronti dell’affabulatore di turno dovesse ritrovarsi dalla parte sbagliata, presto o tardi se ne renderà conto! (Capita anche di ritrovarsi in quella che dovrebbe essere la parte giusta ma con persone decisamente sbagliate, infiltrati accolti magari con il naso otturato per pura convenienza elettorale, ma questa è un’altra riprovevole storia!!!)

 

Voglio bene al mio paese e ho tanti sogni che vorrei si realizzassero nel prossimo futuroIl primo sogno riguarda il primo cittadino: sogno per Anticoli un Sindaco buono e caparbio, intelligente e aperto alle proposte e ai suggerimenti dei cittadini, generoso e che non abbia alcun potere economico personale da difendere, lungimirante e capace di scelte coraggiose anche se contrarie agli interessi di potenti e prepotenti, che non usi mai l’arma del piccolo favore personale per aumentare il proprio consenso e quindi il proprio potere, che non si permetta mai di dividere i cittadini in buoni e cattivi sulla base delle appartenenze politiche e familiari, che renda inoffensivi i provocatori e i violenti e faccia personalmente da scudo alle vittime destinatarie di aggressioni di ogni tipo. Sogno un Sindaco capace di ascoltare le persone e che non utilizzi mai un atteggiamento di conveniente e finta accondiscendenza, un Sindaco capace di partecipare “emotivamente” ai disagi, ai sogni e ai bisogni.dei suoi concittadini. Sogno un Sindaco forte con i forti e generoso con i deboli!

 

Sogno ancora tante altre cose... e magari ne riparleremo! Un saluto affettuosissimo a tutti voi.

 

Laura Amicone

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venerdì 24 settembre, venerdì 1° e lunedì 4 ottobre

 

Piazza delle Ville, ad Anticoli Corrado, vista dalla terrazza di Antonia Inlander (Cliccala, per averla in formato desktop!)

 

Uno scambio di lettere tra Olimpia Toppi, Antonietta De Angelis e il Prof

 

Non ci conosciamo, ma la seguo da tempo attraverso le pagine del suo sito. Apprezzo molto la sua passione politica, l’impegno civile, l’attenzione verso i nostri ragazzi e la nostra terra. Probabilmente siamo coetanei, e comunque facciamo parte di quella generazione di eterni adolescenti animati da ideali intramontabili e da una speranza indomita verso il migliore dei mondi possibili.

 

Non voglio assolutamente entrare nel merito del dibattito, in corso, sul clima politico che si respira ad Articoli, ma desidero condividere con lei alcune riflessioni sul tema della Comunità.

 

Caro professore, guardiamo insieme da un balcone ideale il “nostro” paese. Un insieme di anime che consumano le stesse pietre, vincolate da legami indissolubili di: storia comune, tradizioni, consuetudini, codici linguistici. Una umanità complessa, ma una stessa identità. L’accesso non è facile, talvolta devi subire il battesimo di un soprannome, altre volte si è guardati con sospetto a do’ è riscitu vissu ma da sempre Anticoli è una comunità aperta, a partire dalla originaria fusione tra due etnie diverse fino alla contaminazione con il popolo degli artisti. La Comunità è un valore, un approdo per anime sole, una opportunità per mettersi in gioco, una rete di solidarietà. I contrasti fanno parte della storia di questo paese, le campagne elettorali, le bande musicali, i Comitati per i festeggiamenti, ma al fondo permangono il senso di appartenenza e il sentimento di protezione che spingono Antonietta a difendere i compaesani da giudizi severi. Nella Comunità c’è bisogno di tutti, tutti devono essere messi in condizioni di spendersi per il paese. Per fare buona politica all’interno della Comunità non serve scomodare né Marx né, Lenin ma educare alla legalità, alla trasparenza nelle scelte e nelle intenzioni. Occorre valorizzare le risorse che caratterizzano il nostro paese, puntare su i nostri giovani orientandoli verso una prospettiva di crescita formativa e occupazionale. La buona politica deve fare i conti con comportamenti spregiudicati e interessi personali, anteposti a quelli della comunità, veicolandoli verso una condivisione di progetti e di idee per uno sviluppo collettivo.

 

Mi dispiace, professore: come si dice, sono partita per la tangente... Prima di scendere dal balcone e tornare in piazza le raccomando di evitare contrasti e ostilità non costruttive. C’è bisogno di lei, c’è bisogno di tutti. Soprattutto se, come dice Francesco, è arrivato il momento di voltare pagina.

 

Un caro saluto da Olimpia Toppi.

 

La ringrazio molto, cara e gentile signora, per la sua lettera interessante e appassionata e per aver voluto contribuire a un dibattito ― aperto dal mio articolo Anticoli Corrado merita di più ― che mi auguro diventi sempre più partecipato e intenso. Condivido praticamente tutto ciò che lei scrive. Mi permetta però di riaffermare ― come del resto ho già fatto nella risposta alla signora Antonietta De Angelis ― che non solo non ho mai pronunciato alcun “giudizio severo” sugli Anticolani (anzi, sono stato spesso “accusato” di idealizzarli!) ma, all’opposto, ho manifestato loro tutta la mia stima proponendo che, a partire da sùbito, siano interpellati e ascoltati molto più di quanto è stato fatto dall’attuale amministrazione. Né mi sono mai sognato di tirare in campo Marx e Lenin: Lenin perché non è mai stato nelle mie corde, Marx perché non penso che possa soddisfare le esigenze di Anticoli Corrado. Anticoli Corrado, anche in questo, merita molto di più perfino di un Karl Marx: merita il Futuro. E per finire, a proposito di futuro, le preannuncio che a giorni comincerò a raccogliere i desideri, le speranze e le proposte di quanti hanno a cuore questo bellissimo paese in una sorta di “album” intitolato, appunto, Anticoli che Vorrei. Torni a trovarci, cara Olimpia, e ancora tantissime grazie per il suo bel contributo. Luigi Scialanca.

 

Antonietta De Angelis ci scrive ancora

(venerdì 1° ottobre)

 

Prof, finalmente ho trovato il tempo per scrivere qualcosa riguardo la tua risposta e la lettera di Olimpia (vedi qui, subito dopo). Mi sento in dovere di precisare che nessuno vuole scomodare nessuno, volevo semplicemente dire che (secondo me) molte persone non conoscevano a fondo la politica, anche se poteva sembrare una provocazione. Mi piace la lettera di Olimpia, profonda sotto certi aspetti, a chi del resto non piacerebbe vivere in un paese ideale dove tutto fila liscio e ci si aiuta a viceda? Fin da bambina mia madre mi insegnava che in qualsiasi situazione non dovevo pensare solo a me stessa ma anche al compagno (cioè a chi mi sta vicino). Ma la realta ci porta a scoprire tanto falso buonismo. Come si può amare il paese se non si guarda in faccia la gente?... Volevo dire ad Olimpia che non sento il bisogno di difendere il popolo anticolano per un senso di appartenenza, (o almeno non solo) ma di riconoscenza, perché è la gente comune che mi ha dato la forza di andare avanti nei momenti difficili, con una semplice parola d’incoraggiamento, un gesto, un sorriso, quelle piccole cose che non fa e non potrà mai fare un’istituzione, (naturalmente la gente ha pregi e difetti). Anche io comunque spero il meglio per il mio paese e per l’avvenire dei nostri giovani...Ora smetto, non voglio essere noiosa... ma continuo a pensare che a volte vado ad infilarmi in situazioni più grandi di me. P.S. Mi piacerebbe leggere anche i pareri di altre persone. Antonietta De Angelis.

 

Grazie per avermi scritto ancora, cara Antonietta. Non sei affatto noiosa! E non ho mai avuto l’impressione che tendessi a “infilarti in situazioni più grandi di te”. Spero anch’io che altre persone ci facciano sapere che cosa ne pensano. E sono lieto e orgoglioso di notare che, per il momento, a farlo sono soprattutto le Signore di Anticoli Corrado. Luigi Scialanca.

 

Olimpia Toppi scrive ad Antonietta De Angelis

(lunedì 4 ottobre)

 

Antonietta bella, quanto mi piacerebbe stà agliu sole con te sopra una panchina, in piazza, a raccontarci la vita, gli interessi comuni, le aspirazioni. Ho già avuto modo di chiarire, con il professore, alcuni passaggi del mio contributo, rammaricandomi dei limiti del confrontarsi attraverso e-mail, e ora sento il bisogno di risponderti pubblicamente... te lo devo. Ecco, io sono convinta che, in realtà come la nostra, praticare buona politica è alla portata di tutti. I grandi pensatori sono certamente un riferimento importante, ci offrono una visione del mondo, ci indicano i punti fermi le priorità irrinunciabili. Ma per chi si propone come “amministratore” del nostro paese può essere sufficiente impegnarsi semplicemente a ricercare il bene comune e non un interesse solo di parte, oppure un’ambizione personale lontana da un progetto più generale. E poi ci siamo noi, i cittadini, con le nostre voci, gli occhi ben aperti, la nostra partecipazione, i nostri sogni... Anticoli che Vorrei. Tu, cara Antonietta, sei un esempio su come si esercita il ruolo di cittadino “militante”. Valorizzare le tradizioni, richiamare un passato comune in una forma poetica e offrirlo a tutti noi, è un atto di amore verso la collettività. Esprimere le proprie opinioni pubblicamente, vuol dire assumere un sano impegno attivo nella vita civica. Certo ad Anticoli, come dici tu, la gente non si guarda in faccia, ma questo è un problema antico e le istituzioni farebbero bene a non strumentalizzare contrasti fisiologici, soprattutto in campagna elettorale, per compiacere poteri forti o evitare un sereno dibattito democratico. Chiudo con un commento sul falso buonismo. Per quanto mi riguarda, buonismo equivale a rispetto per un paese che amo, ma nel quale non vivo. Non mi sento di lanciarmi in una discussione su temi che non conosco fino in fondo. Però ho tanta voglia di contribuire, magari soltanto proponendo alcune riflessioni sui valori su cui far perno per costruire una proposta politica o rilanciando slogan che condivido quali Anticoli merita di più.

Un abbraccio, Olimpia.

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L’immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell’artista danese Viggo Rhode (1900-1976).

L’ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

 

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