ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

I luoghi di Anticoli

che amiamo di più

 

Componimenti degli alunni delle Terze Medie del 2007 - 2009

 

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l’Oreèlla (fotografia di Stefano)

l’Oreèlla (fotografia di Stefano)

 

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Andrea

(Terza media 2005 - 2008)

Il "Posto sacro" di Andrea fotografato da Lorenzo

(foto di Lorenzo)

Io vivo in un piccolo paese, Anticoli. Può sembrare strano, ma anche se Anticoli è piccola, noi ragazzi abbiamo molti posti dove passare le nostre giornate.

Qui ad Anticoli ci sono tre gruppi: quello dei grandi, quello delle femmine e il nostro, detto Branko. Questo nome ce l’ha assegnato Roberto, il padre di Tommaso, perché dice che noi ci muoviamo in branco.

Il Branko, quando esce, va in quasi tutti i posti di Anticoli: la stretta, sotto l’arco, da Celeste, in piazza della Chiesa e al posto sacro. Quest’ultimo è il luogo dove io preferisco stare.

Si trova vicino a palazzo Carboni, ed è un posto buio. Mi piace stare lì perché ci passano poche persone, quindi è un posto tranquillo, dove puoi fare anche chiasso. È un punto moolto facile da raggiungere, ci si può arrivare con molta facilità da ogni parte di Anticoli.

Mi dà ai nervi quando la gente ci guarda storto, quando andiamo lì. Non so perché qui ad Anticoli il Branko è sempre stato guardato storto dalla gente. Loro pensano, quando andiamo in quel posto, che ci andiamo per fumare o per fare baccano. Questo a me non va giù, perché noi andiamo lì per stare più tranquilli e per parlare di cose nostre. Poi la gente più anziana ci dice che lì non dobbiamo andare, perché vicino a questo posto c’è una casa che si dice che sia abitata da dei fantasmi... Molte persone dicono che sia vero, ma io penso che sia solo una leggenda per impaurire i ragazzi.

Noi però non ci facciamo impaurire, perché lì è l’unico posto dove si può stare tranquilli e parlare di cose segrete.

Io questo posto, anche se è all’aperto, lo definirei un posto dove nascondersi.

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Cecilia

(Terza media 2005 - 2008)

Ognuno di noi, nel corso delle nostre vite, ha conosciuto di Anticoli almeno un luogo che probabilmente gli ha ispirato sentimenti indelebili. Io ad esempio ne ho molti, ma uno in particolare mi è caro: la panchina delle bagasce. Si trova in piazza, di fronte alla farmacia, ma non è questo il solo motivo per cui le sono molto affezionata. Il nome delle bagasce le è stato dato da noi ragazzi per il fatto che ci vanno a sedere molto spesso le signore anziane, da noi soprannominate bagasce.

Questa panchina è a noi molto cara perché si trova in un punto da cui puoi dominare tutta la piazza, da cima a fondo, con un solo sguardo; e ciò ci ispira sentimenti di superiorità rispetto all’altra gente. Poi è il punto dove ogni pomeriggio ci ritroviamo, specialmente noi ragazze, per chiacchierare un po’...

Ma c’è da dire che il motivo principale è che questa è la panchina dei nostri segreti. Infatti, radunandoci quasi tutti i pomeriggi qui e raccontandoci cose tra di noi, vengono a scoprirsi dei segreti che non si erano mai saputi prima. A volte riguardano i nostri amori, a volte le nostre amicizie e molto spesso anche i nostri pensieri sulla scuola. E, trovandoci tra amici, ci possiamo dare e chiedere consigli a vicenda senza problemi.

Questa è l’unica panchina che ci fa provare tutti questi bei sentimenti. Non solo perché si trova in un punto da cui si vede tutta la piazza, ma anche perché è a due passi dal nostro bar preferito. Daniele, la barista, è molto simpatica, e ogni volta che andiamo a comprare qualcosa ci dà sempre l’opportunità di parlare un po’ con lei.

C’è un ultima cosa da dire, importante per me, riguardo a questa panchina. Quando ero piccola, d’estate, ci venivo sempre con mia nonna. Facevamo lunghe passeggiate e poi per riposarci venivamo qui, dove trovavamo un po’ d’ombra. Nonna mi raccontava molte storie, alcune delle quali mi sono rimaste impresse. Poi si aggiungevano altre signore, che me ne raccontavano di nuove. Era bellissimo stare insieme a delle signore che mi raccontavano storie, e molto divertenti. E rammento ancora che ero strafelice quando mia nonna mi chiedeva di fare una passeggiata e poi di venire a riposare qui, su questa panchina.

Molte di quelle signore le incontro ancora in piazza, a volte sedute proprio su questa panchina, e sono felice pensando ai tempi passati... Insomma, questo è il mio luogo preferito ad Anticoli, e credo che lo sarà anche in futuro, se ripenserò a queste cose!

La panchina "delle bagasce" fotografata da Veronica

(foto di Veronica)

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Davide

(Terza media 2005 - 2008)

Il ponticello di Davide fotografato da Stefano

(foto di Stefano)

Il luogo di Anticoli che amo di più è un ponticello che si attraversa per raggiungere la fonte Oreella.

Si trova nella pianura di Anticoli, tra il mulino che si usava in passato per macinare il grano, e oggi come casa, e un campo coltivato da mio padre.

In estate, quando vado con mio padre e fa caldo, mi piace rifugiarmi lì, sotto il ponte, per stare al fresco. Vicino ci sono due fiumiciattoli, che si congiungono proprio lì sotto.

Intorno c’è molta vegetazione, e io passo sulle radici di un albero per arrivare a una piazzola di pietra, dove mi siedo e mi riposo giocando con l’acqua, che è molto fredda e mi congela le mani.

Nascoste tra le piante ci sono anche le rane, che senti gracidare quando arrivi o quando c’è poco rumore; ma ci sono anche dei pesciolini: una volta ho provato a prenderne uno, ma non ci sono riuscito.

Una cosa negativa sono gli insetti, come le zanzare e i tafani, che d’estate sono dappertutto e specialmente di sera girano in sciami giganteschi.

Ma lì l’acqua è molto fresca, limpida e non inquinata: per questo mi piace molto berla, anche se è difficile prenderla senza far fatica.

Ci sono molti bei posti ad Anticoli, ma per il momento è qui che mi piace di più passare il tempo.

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Lorena

(Terza media 2005 - 2008)

Anticoli è un paese che si trova nella Valle dell’Aniene. È un paese piccolo ma bello, perché ha molti luoghi. Lo possiamo dividere in due parti: la vecchia e la nuova.

Nella parte vecchia è situato il luogo che amo di più. Si chiama la Gliva murata.

Il posto è molto tranquillo. Poca gente ci va.

La prima volta che ci sono andata avevo dieci anni, con Giada, mia sorella, e il nostro cane. Precisamente l’ho scoperto quando il cane mi è scappato e si è fermato solo quando ha incontrato una cascata, vicino all’acqua.

Io sono rimasta incantata.

Quando vai lì ti isoli dal resto del mondo, perché pensi a cose meravigliose: per quanto è bello, sembra che la natura ti voglia parlare. Puoi ascoltare, in estate, gli uccelli, le cascate, i cavalli... E tanti altri animali.

Anche quando è inverno, o autunno, è sempre bello, benché gli alberi perdano le foglie e certi animali vadano in letargo.

Questo luogo mi rispecchia, ed è proprio lì che vado quando ho bisogno di pensare o di leggere qualche buon libro. Ma quello che mi piace più di tutto sono le cascate, perché è bello ascoltare l’acqua che scorre.

Alla Gliva murata il 26 ottobre 2006 (foto del Prof)

(foto del Prof)

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Lorenzo

(Terza media 2006 - 2009)

La piazza del Papa fotografata da Lorenzo

(foto di Lorenzo)

Il luogo che amo di più di Anticoli è la piazza del Papa.

La piazza del Papa, per me e per i miei amici, è un luogo d’incontro. L’estate ci vediamo sempre lì, per giocare a carte o parlare tra noi. Inoltre, quando ci annoiamo di giocare o parlare, alcune volte, anche se lo spazio è poco, giochiamo a calcio.

In questa piazza c’è un punto dove i ragazzi possono mangiare, bere, scherzare e ridere. Io e i miei amici, la sera, andiamo lì a mangiare. E per me questo è molto importante, perché altrimenti dovrei sempre cenare con i miei genitori.

Prima nella piazza del Papa c’era la sala giochi, c’erano i giochi più divertenti. Io in quella sala giochi ci spendevo tanti soldi, talmente tanti che mia madre e mio padre mi sgridavano sempre. Oggi, invece della sala giochi, c’è la sede della S.P.A.C., cioè della Società Polisportiva di Anticoli Corrado.

Nella piazza del Papa c’è anche un arco, dove, anche se piove, possiamo continuare a parlare e a giocare a carte.

Sopra l’arco c’era mia zia, che quando giocavo a calcio mi domandava sempre se ero sudato o no. Ma purtroppo adesso non c’è più.

In quella piazza ci divertiamo anche a rincorrere i gatti, che però alla fine vanno sotto le macchine, dove non li possiamo prendere. C’è un gatto, che sarebbe di mia zia, che ha piacere di farsi accarezzare. Ma c’è un altro gatto che ringhia quando cerchiamo di avvicinarci a lui.

Nella piazza del Papa abita anche un’altra mia zia con suo marito e con il figlio. Noi ci divertiamo a scherzare con mio cugino, gli diciamo che lo dobbiamo menare, ma alla fine, come al solito, non ci riusciamo.

Per me la piazza del Papa è molto importante, altrimenti non saprei come passare il tempo con i miei amici.

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Natalia

(Terza media 2006 - 2009)

Nel mio paese, Anticoli Corrado, ci sono tanti bei posti.

Fra tutti preferisco i Colli. In particolare il campetto verde.

Sono molto affezionata a questo luogo, perché è lì che imparai ad andare in bicicletta senza rotelle.

Secondo me, imparare a pedalare senza rotelle è come fare un passo avanti nella vita, è avere una soddisfazione, perché non si deve smettere mai di lottare e di andare avanti. Se smattiamo di combattere, non potremo mai avere una rivincita. Ci misi un bel po’ ad andare senza rotelle, ma alla fine ci riuscii. E ora voglio raccontarvi quale fu il mio percorso per arrivare a pedalare come i grandi.

Avevo circa sei anni, quando cominciai a mettermi in testa che era ora di pedalare senza rotelle.

Era un giorno d’estate, e io andai sù, ai Colli, con la mia bicicletta.

Ad accompagnarmi c’erano mio padre, mia madre e mio fratello, che aveva poco più di tre anni.

Erano tutti curiosi di vedermi.

Entrati nel campo, mio padre tolse le rotelle alla bicicletta e la mia avventura ebbe inizio.

Ero ansiosissima ed emozionata.

Ai primi giri mi tenne mio padre, poi cominciai da sola. Fu un disastro.

Incredibile: dopo tanti tentativi, non riuscivo a fare neanche mezzo metro.

Ero stufa, ma mi ci misi di santa ragione, senza distrarmi.

Alla fine ci riuscii. Era stata una grande impresa. Ero fiera di me.

Quando cominciai a tenermi in equilibrio e ad andare spedita come un razzo, gli applausi si sprecarono.

Avevo lottato tanto, alla fine ebbi la mia vittoria.

Quindi ricorda: Se non riesci, lotta, riprova, non arrenderti. Avrai anche tu la tua soddisfazione, perché è anche di soddisfazioni che si vive.

Oggi, ogni volta che rivedo quel campetto, ripenso al giorno in cui lì mi sentii grande, perché avevo cominciato a pedalare come i grandi.

Il campetto verde fotografato da Natalia

(foto di Natalia)

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Sara

(Terza media 2005 - 2008)

Il Vado fotografato da Natalia

(foto di Natalia)

Molte persone pensano che Anticoli sia solo un piccolo paesino di montagna, ma si sbagliano. È un bellissimo paese che è concentrato tutto intorno alla piazza.

Sono molti i posti da me amati, e ognuno di essi è diverso dagli altri. Il luogo da me più amato, forse, è il Vado.

Il Vado è una piccola piazzetta dove vado spessissimo d’estate; sia di giorno, sia di sera. D’inverno non ci passo altrettanto tempo.

Di sera, d’estate, dopo esserci incontrati tutti in piazza, andiamo al Vado. C’è chi passa per le scalette e chi per la via Romana. Prima che Paola facesse quello splendido lavoro, non ci andavamo spesso.

Però vicino al Vado ci sono altri posti dove stare: l’arco, l’alberuccio e una zona dietro il Vado. Infatti non è proprio solo la piazzetta del Vado il mio posto preferito, ma tutta la zona circostante.

Sempre, di sera, è molto bello stare lì: sia perché non c’è la confusione che c’è in piazza delle Ville (quando fanno i concerti o roba del genere), sia perché io e le mie amiche ci divertiamo a squadrare le macchine che passano. Infatti per andare in piazza bisogna per forza passare per di là, e quindi noi ci mettiamo a guardare tutte le macchine che passano.

Di giorno io e le mie amiche di Roma, o di Tivoli, ci mettiamo lì e parliamo un po’ di tutto e di tutti. I nostri discorsi sono un po’ in generale: i maschi, la scuola e cosa fare quell’estate insieme. A volte non ci va di andare in piazza, anche perché è troppo tardi per salire, e quindi quei dieci minuti ce ne stiamo là...

Il Vado, forse, ha un piccolo difetto: è un pochino lontano dalla piazza e quindi è lontano dalla gente e dai bar. Ma ha un grandissimo pregio: una veduta splendida. Infatti, alcune volte, io e le altre ci mettiamo là, appoggiate al muretto, e guardiamo a sinistra in lontananza Roma e il suo smog; al centro Roviano con tutte quelle curve e case; a destra montagne, e qualche casa sopra di esse... Però lo spettacolo più bello è guardare in basso e vedere la fine di Anticoli. Poi un’altra cosa bellissima che si vede è casa mia. La mia casa non l’ho messa come posto preferito perché ci sarebbe troppo da scrivere, e perché credo che il posto preferito ti debba un po’ mancare, e casa mia non mi manca affatto, anzi: a volte non vedo l’ora di andarmene di là per andare al Vado dalle mie amiche che mi aspettano, là, su quelle panchine, su quel muretto... dove passiamo intere giornate insieme.

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Sofia

(Terza media 2006 - 2009)

Molto probabilmente perché sono anticolana, ma non c’è, secondo me, alcun luogo di Anticoli in cui non fa piacere stare.

Naturalmente ci sono posti più o meno belli, ma in generale il mio è un paese molto accogliente, soprattutto d’estate, perché ci sono spesso delle feste. Anticoli Corrado, a differenza di molti altri paesi della Valle, ha una piazza spaziosa e molto bella, grazie anche alla splendida fontana centrale di Arturo Martini. Sulla piazza si affacciano tre bar – che, nella stagione calda, la trasformano in un vero e proprio salotto – una farmacia, un forno, un alimentari e la chiesa di san Pietro.

La parte della piazza che preferisco comprende – può sembrare strano – solamente due panchine: le due che si trovano vicino alla chiesa, davanti al monumento ai Caduti in guerra.

Quelle possono sembrare due semplici panchine, ma in realtà non è così. Quando ti ci siedi, riesci a tenere sotto controllo tutto e tutti: da lì puoi infatti vedere qualsiasi angolo della grande piazza e tutti i movimenti di chi la frequenta.

Io e i miei amici ci mettiamo molto spesso davanti al monumento, che, insieme alla Stretta, è un posto molto frequentato dai ragazzi.

Quando si sta seduti sulle due panchine, si ha la sensazione di essere superiore a tutti coloro che si trovano sulla piazza, cosa molto piacevole per noi ragazzi, che dobbiamo star sempre ai comandi di qualcuno!

Le persone anziane ci chiedono molto spesso di cedere loro il posto e noi, per educazione e rispetto, ci alziamo dicendo: Non si preoccupi, stavamo andando via, anche se molto spesso non è così, perché magari ci siamo appena accomodati.

I momenti più piacevoli, quando si sta seduti sulle panchine, sono due: le sere d’estate e le domeniche mattina.

Quando ci sono dei concerti o dei comizi, quello è un punto strategico: la musica non è né troppo alta, come quando si sta sotto al palco, né troppo bassa, come quando si sta sulla panchina della scuola elementare.

Molto piacevole è anche la domenica mattina, quando le due panchine vengono riscaldate dal Sole ed è, secondo me, gradevole stare con gli occhiali e con una lattina di tè a prendere il Sole mentre tutto davanti a te fa avanti e indietro.

Quelle panchine sono molto importanti: stando là, sotto gli occhi di tutti, non possiamo essere maleducati e fare tanto rumore; credo che sia anche per questo che quello è un posto dove non ci si trova in difficoltà nel confidarsi con i propri amici.

Le due panchine fotografate da Sofia

(foto di Sofia)

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Sonia

(Terza media 2005 - 2008)

La casa di Sonia fotografata da Sonia

(foto di Sonia)

Potrà sembrare strano, ma il posto di Anticoli che amo di più è il luogo dove abito. In fondo poi non è così strano... È il luogo in cui sono cresciuta, dove ho trascorso i miei primi anni, la mia infanzia, e dove tuttora vivo con la mia famiglia. È qui che si trova la mia casa, abbastanza grande e circondata da un giardino coltivato da mio nonno.

L’edificio è diviso in quattro appartamenti e due garage. All’ingresso c’è il salone, molto accogliente, a fianco la cucina, poi la mia camera, quella dei miei genitori, quella di mia sorella e i due bagni.

Mi piace particolarmente il luogo dov’è situata. È la zona più alta dei Colli e non è molto transitata, perché le case non sono tante. A me piace sempre, a qualunque ora del giorno, in qualunque stagione, in qualunque periodo dell’anno, perché mi appare sempre diversa. In primavera, per esempio, c’è tutto il giardino pieno di fiori e un profumo che si diffonde dappertutto. In estate, quando fa caldo, si mantiene fresca e se cerco un posto per riposare o per pensare lo trovo sempre. In autunno le foglie cominciano a cadere e si forma sul viale un tappeto rossastro che scricchiola tutto a causa delle foglie secche. In inverno invece è bello restare davanti al fuoco e guardare dalla finestra la neve che cade sul balcone lenta e soffice. A volte dal terrazzo mi soffermo a guardare il sole tramontare a ovest, dietro le montagne, e il cielo si fa tutto rosa per alcuni minuti.

Secondo me la mia casa mi piace perché la sento mia, evidentemente. Perché non la sento solo come un ambiente in cui mangiare e dormire, ma come un luogo in cui regnano l’affetto, l’amore, l’amicizia e la serenità. La sera, per esempio, è bello stare tutti insieme a tavola e parlare delle cose che ci sono successe durante il giorno.

Inoltre è semplice, mon è una grande villa tutta decorata. Quando ero piccola sognavo di essere una principessa che viveva nel suo castello tutto per sé, fino a quando non avesse trovato il principe azzurro con cui dividerlo. Forse un castello non deve per forza avere delle torri, può anche essere una normale casa, che attraverso la fantasia di una bambina può trasformarsi in una reggia. Forse è per questo che un posto ci piace, perché è quello che si avvicina di più alla nostra fantasia, o perché è un luogo importante per noi.

È per questo che amo così tanto la mia casa, per le piccole cose che mi fanno sorridere, perché è lì che si svolge la mia vita. Si sa che la vita è piena di sorprese che restano nella memoria. Per me la maggior parte delle sorprese sono avvenute lì: è lì che passo più tempo con i miei cari, è lì che dormo e sogno, è lì che aspetto i risultati dei compiti in classe, è lì che ho saputo che mia zia era incinta di mia cugina Angelica. Secondo me tutte queste emozioni restano in quel luogo e quando vi entro le avverto e amo di più la mia casa.

I posti che ci piacciono di più sono quelli più semplici e belli che ci rendono felici e suscitano emozioni di tutti i tipi. La mia casa mi fa sentire tutto questo, mi fa sentire a mio agio, come quando si sogna.

È molto importante per me quel luogo, la mia casa non la cambierei con nessun’altra, anche se magari si può pensare che le case siano tutte uguali come dei semplici oggetti. Ma io non le considero così, perché la casa è il luogo in cui le persone trascorrono i loro momenti più belli e quelli più tristi, e li trascorrono insieme.

Secondo me ognuno di noi ha un posto che ama di Anticoli, ma non per come è fatto, ma perché lì sono accadute delle cose importanti che nel corso della vita non dimenticheremo mai. Per me la mia casa è un po’ così: racchiude le vite e i ricordi della mia famiglia e li custodisce come se fossero in uno scrigno. Io amo la mia casa perché è molto ricca, non nel senso comune, ma in quello dell’anima.

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Stefano

(Terza media 2006 - 2009)

Il luogo che mi piace di più ad Anticoli è una sorgente d’acqua sulfurea chiamata l’Oreèlla.

Mi piace perché l’estate ci vado sempre con i miei amici. Lì ci divertiamo un mondo, perché facciamo le capriole e altri tuffi più pazzi, come il quattro a spade...

L’Oreèlla è sperduta in mezzo alla natura; infatti, quando ci sdraiamo a prendere il sole e a riposarci dopo esserci scatenati, si sente tutta la natura: gli uccelli, che volano contenti al sole, le cicale con la loro canzone stridula, le rane che se ne vanno vicino all’acqua, e a volte il fruscio delle foglie.

Mi piace molto, perché noi l’estate ci riuniamo sempre lì, e forse ci piace anche per un altro motivo: perché ci possiamo scatenare, non ci sente nessuno!

A volte facciamo la guerra col fango con i ragazzi di Marano e li facciamo uscire dall’acqua.

Oppure ci facciamo i fanghi, perché, dicono, fanno bene alla pelle, e ci divertiamo a cospargerci il corpo di fango. Certe volte andiamo a una sorgente vicina a prendere l’acqua sulfurea per berla, oppure ci divertiamo a catturare le rare che sono nell’acqua.

Noi, quando siamo dentro l’acqua, giochiamo sempre a schiacciacinque o a tirarci la palla addosso, o ad affogarci, ma facciamo anche delle gare di nuoto, anche se lo spazio è piccolo.

Qualche volta la puliamo, oppure mandiamo gli operai del comune a togliere i sacchi dell’immondizia. Siamo molto affezionati a questa sorgente, perché è come se fosse il nostro mare, per l’estate. In verità ci sarebbero due sorgenti, però una è tutta ricoperta dalle erbacce e dai rovi ed è molto più profonda di quella dove andiamo noi.

Intorno all’Oreèlla, da una parte c’è l’erba e degli alberi, mentre al di là della strada ci sono delle tavole e un albero di gaggia molto vecchio, che fa un po’ d’ombra. Poi c’è una zona ricoperta di breccia che forma un piccolo piazzale, dove c’erano dei tavoli per fare dei picnic; ma adesso quei tavoli non ci sono più, perché i ragazzi di Marano li hanno rotti.

A volte li usavamo come trampolini, però facevamo attenzione a non romperli. Loro per copiarci li hanno rotti.

I ragazzi più grandi di Anticoli l’estate ci fanno sempre una festa, chiamata La festa del Tafano Assassino.

Questa è l’Oreèlla, e se il padrone dovesse chiuderla mi dispiacerebbe moltissimo.

L'Oreèlla fotografata da Stefano

(foto di Stefano)

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Veronica

(Terza media 2006 - 2009)

La piazzetta fotografata da Veronica

(foto di Veronica)

Anticoli è un paese molto bello in cui, però, ci sono alcuni luoghi che mi piacciono più di altri. Per esempio, i Colli.

I Colli sono come la seconda piazza di Anticoli dopo piazza delle Ville. Mi piace, in particolare, la piazzetta fra i due campi di calcio. Io e le mie amiche ci andiamo quasi sempre per vedere i nostri amici che giocano, a volte anche contro i ragazzi di Roviano. È molto bello, per me e le mie migliori amiche (Sara, Cecilia e Sofia) stare a guardare e fare il tifo.

Di solito, quando ci andiamo noi quattro, incontriamo anche le nostre amiche più grandi. Con loro ci divertiamo da morire!!! Ma il bello di questa piazzetta è che da lì si può vedere anche il campo grande! Lì gioca la squadra di Anticoli. Si allenano ogni martedì e giovedì pomeriggio e noi andiamo a vederli, approfittandone per scambiare qualche parola tra amiche.

Il momento in cui questo posto mi piace di più è quando i nostri amici giocano contro Roviano o quando la squadra di Anticoli gioca le partite di domenica pomeriggio. Sono i più bei momenti della settimana! Quando vengono i Rovianesi ci divertiamo troppo! Sono tutti simpatici, e quando finiscono di giocare, restiamo ore e ore in questa piazzetta a parlare di tutto ciò che ci viene in mente! Invece, quando gioca Anticoli, mi piace stare in mezzo alla gente e fare il tifo, insieme alle mie amiche, per la nostra squadra (soprattutto se vinciamo)!!!

Si può dire che questo posto mi piace perché, in qualche modo, mi raffigura.

È un posto che, anche quando non c’è nessuno, mi dà l’impressione di non essere vuoto, isolato. Lo vedo come se ci fosse sempre qualche cosa di primaverile, allegro, vivace. Un posto socievole e caldo in cui passare giornate indimenticabili. E credo che questo mi corrisponda molto, visto che sono una ragazza molto socievole. Non credo che potrei stare senza i miei amici per più di un paio di giorni! E, come questo posto, anche quando è inverno e tutto è silenzioso, non lo dimostro: sono sempre felice e non c’è un momento che non abbia il sorriso sulle labbra!

Un altro aspetto di questo posto è che da lì si vedono tutti i Colli e tutta la gente che passa: hai tutto sotto controllo! Anche se a volte ti senti piccolo e senza potere, a me basta andare in questa piazza e mi sento grande! Non so se voi provate quello che provo io: in questo posto o in un altro, basta che lo proviate.

 

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26 ottobre 2006 (fotografia del Prof)

26 ottobre 2006 (fotografia del Prof)

 

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