ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

L'immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell'artista danese Viggo Rhode (1900-1976). L'ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

La Terra vista da Anticoli Corrado

nel settembre del 2015

 

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ScuolAnticoli ha inviato sei domande sul futuro di Anticoli Corrado ai signori Laura Amicone, Marco Calderari, Manuel Carrera, Anna D’Incalci, Fernando Espositi, Giovanni Gaudenzi, Angelo Iacovelli, Vittorio Meddi, Marco Occhigrossi, Francesco Putignani e Piero Splendori, ai quali è stato chiesto di voler cortesemente rispondere a tutte o solo a quelle da essi preferite, eventualmente modificandole e/o integrandole secondo le proprie esigenze, con la formale garanzia che tutti i contributi saranno pubblicati con la medesima evidenza e senza commenti.

Le risposte finora pervenute sono quelle di

Vittorio Meddi

Sindaco di Anticoli Corrado dal 2001 al 2011

Marco Calderari

Ingegnere, Capogruppo dell’Opposizione nel Consiglio Comunale di Anticoli Corrado

Manuel Carrera

Direttore del Civico Museo d’Arte moderna e contemporanea di Anticoli Corrado

 Tutti i Cittadini di Anticoli Corrado sono invitati a rispondere alle stesse domande, cliccando qui per scaricarle in pdf, e tutte le risposte verranno pubblicate, senza commenti, con la medesima evidenza.

(Mercoledì 7 ottobre 2015. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Clicca sullimmagine per averne una conferma!)

(Lunedì 28 settembre 2015. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Il peggiore, il migliore e il più affettuoso commento alla morte di Pietro Ingrao.
Matteo Renzi:
E anche questo ce lo siamo tolto.
Pietro Ingrao:
Mannaggia, così mi son perso i funerali di Napolitano!
Luigi Scialanca:
Tu eri Pietro, ma su una pietra come la tua nessun nemico dellUmanità sarebbe riuscito a fondare una chiesa.
(P.s.: uno di questi tre commenti non è stato mai pronunciato ma soltanto, ipocritamente, pensato. Indovinate quale. Un altro è stato solo sussurrato, ma nessuno lo ha udito. Indovinate quale. Tutt
e tre, è ovvio, sono frutto della mia fantasia)

(Lunedì 28 settembre 2015. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Martedì 22 settembre 2015. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Venerdì 18 settembre 2015. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Ho fatto un sogno.

Sì, ma... sentite che sogno strano!

Ero l’uomo più importante di Anticoli Corrado!...

Lo so: state già ridendo. Ma ve l’ho detto che è un sogno strano!

Dunque. Io, Luigi Scialanca, ero l’Uomo Più Importante di Anticoli Corrado. Una specie di re, anche se “in incognito”, senza corona né scettro né manto.

Per anni, in segreto, avevo fatto “il bello e il cattivo tempo”. Ad Anticoli, per anni e per decenni, non si muoveva foglia se io non volevo che si muovesse. Le amministrazioni si avvicendavano, di ogni colore, ma il Primo Cittadino vero ero sempre io, Luigi Scialanca.

Stranissimo sogno, no?

Ma non finisce qui: sentite il resto!...

Clicca qui per sentire il resto in .pdf!

Clicca qui per sentire il resto in .doc!

(Sabato 12 settembre 2015. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Chi è “il primo della classe”?...

 

 

Chi è “il primo della classe”?

“Chi sta più attento e studia di più” dirà qualcuno. Ma sbaglierebbe.

Stare attento e studiare è importante, certo. Ma non basta. Anzi: se lo si fa perché ci si costringe, si potrà forse “prendere” qualche bel voto, sì, ma non per questo ci si realizzerà di più.

No: chi a Scuola si realizza (espressione che preferisco di gran lunga a “diventa uno dei primi della classe”) è chi rispetta...

“La Scuola!” dirà qualcuno.

“Gli insegnanti!” dirà un altro.

“I compagni!” dirà un terzo.

Ma sbaglierebbero.

Rispettare gli insegnanti e i compagni è importante, certo. Ma non basta. Anzi: se lo si fa perché ci si costringe, si diventa “lecchini”, ipocriti e fasulli, e magari i “cocchetti” di certi insegnanti. Talvolta, orribilmente, per tutta la vita.

No: chi a Scuola si realizza è chi rispetta sé stesso (o sé stessa)... Clicca qui per continuare a leggere in .pdf! Oppure clicca qui per continuare a leggere in .doc!

(Sabato 12 settembre 2015. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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ATTENZIONE: LEGGERE QUESTO BRANO POTREBBE TURBARE LA TUA SENSIBILITÀ.

Clicca qui per leggere il testo in .pdf - Oppure qui per leggerlo in .doc.

[...] “Ho raccolto molto, moltissimo materiale sui bambini russi, Alëša” disse Ivàn. “Una bimbetta di cinque anni era stata presa in odio dal padre e dalla madre, persone stimatissime del ceto burocratico, istruite e ben educate. Vedi, io affermo ancora una volta recisamente che esiste in molti uomini un’inclinazione speciale, e cioè la passione di torturare i bambini, ma soltanto i bambini. Con tutti gli altri componenti del genere umano questi stessi aguzzini sono anzi cordiali e gentili, da veri europei civili e bene educati, ma hanno la passione di tormentare i bambini, e in questo senso hanno anche la passione dei bambini. È appunto l’aria indifesa di queste creature che eccita gli aguzzini, l’angelica fiducia del bambino, che non sa dove e da chi rifugiarsi; è proprio questo che accende la passione schifosa del carnefice! [...]

Questi genitori bene educati sottoponevano la povera piccina a tutte le torture possibili e immaginabili...

ATTENZIONE: CONTINUARE A LEGGERE QUESTO BRANO POTREBBE TURBARE LA TUA SENSIBILITÀ.

Clicca qui per leggere il testo in .pdf - Oppure qui per leggerlo in .doc.

(Venerdì 4 settembre 2015. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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“Dopo centinaia di ore a preparare quanto richiesto, fino alle più insignificanti minute di laboratorio, il paleoclimatologo Rodney Dyer ha capito che all’American Tradition Institute, legato a imprese energetiche, non importavano i dati: volevano solo bloccare la sua ricerca. [...] Negli Stati Uniti, le leggi sulla trasparenza, quali il Freedom of Information Act, sempre più spesso sono sfruttate da gruppi d’interesse per intralciare scienziati sgraditi con richieste di immense quantità di dati, anche confidenziali, come i commenti privati su lavori in review [...] Due terzi delle richieste vengono da entità commerciali, ma gli attacchi giungono da organizzazioni di ogni genere e ogni area ideologica, dall’industria del tabacco a quella del petrolio, a quella energetica o chimica, agli animalisti. Poche discipline sono al riparo: anche uno studioso di storia del lavoro è stato subissato di richieste da un think-tank conservatore [...]“.

(Da Le Scienze, settembre 2015).

(Mercoledì 2 settembre 2015. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Dopo aver visto sul sito de la Repubblica questa foto, scattata su Marte dal rover Curiosity, ho consultato parecchi siti che da ieri, negli Stati Uniti, la stanno pubblicando. Be, nessuno di essi propone una stima delle dimensioni della roccia (eppure è uninformazione fondamentale, e basterebbe chiederla alla Nasa), ragion per cui è assolutamente impossibile farsene unidea.

Tranne la seguente: sia lunga centinaia di metri o pochi centimetri (e dato che la sua ombra dimostra che essa è sospesa a una certa altezza dal suolo) quella formazione rocciosa induce a supporre che un ambiente extraterrestre (benché le leggi naturali siano presumibilmente le stesse in ogni punto di questa parte dellUniverso) possa sfidare la nostra razionalità in una maniera che allambiente terrestre è impossibile. Vale a dire, che ciò che possiamo comprendere con lunico ausilio della ragione sia strettamente determinato (a differenza dellimmaginazione?) dallambiente in cui essa si è evoluta.
(Mercoledì 2 settembre 2015. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Guerra agli “schiavisti” o crimine contro l’Umanità?

Lettera ai leader dell’Unione europea di 310 storici ed esperti di migrazione e schiavismo di tutto il mondo

(pubblicata su OpenDemocracy il 20 maggio e su Internazionale il 29 maggio 2015. La lista completa dei firmatari è su OpenDemocracy)

Clicca qui per leggere il testo in .pdf - Oppure qui per leggerlo in .doc.

 

I leader dell’Unione europea hanno annunciato1 che la loro risposta alla sconcertante perdita di vite umane tra i Migranti che attraversano il Mediterraneo su barconi inadatti alla navigazione sarà l’uso della forza per colpire le cosiddette “reti” che operano in Libia organizzando le pericolose traversate.

 

In che modo? L’11 maggio l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Federica Mogherini, ha dichiarato: “Nessuno sta pensando di bombardare. Stiamo parlando di un’operazione navale”. Due giorni dopo, però, il Guardian ha rivelato di aver ottenuto un documento strategico su una missione europea nel Mediterraneo e nelle acque territoriali libiche in cui si propone una campagna aerea e navale. Operazione che, dice il documento, può provocare “danni collaterali”. In altre parole, gli adulti e i bambini che sono già sulle imbarcazioni sotto attacco o in procinto di salirvi potrebbero rimanere uccisi.

 

Ma, con o senza bombe, i provvedimenti dell’Ue per respingere, scoraggiare e dirottare i Migranti, compresi quelli che avrebbero diritto all’asilo, stanno già producendo questi “danni collaterali”.

 

Qual è la giustificazione morale che consente ai Paesi più ricchi del mondo di usare la propria potenza navale e tecnologica in un modo che causa la morte di uomini, donne e bambini di alcune delle regioni più povere del mondo e più dilaniate dalla guerra? Per rispondere a questa domanda, molti avanzano una versione pericolosamente distorta della storia.

 

Negli ultimi anni, la politica sui movimenti non autorizzati attraverso le frontiere ha tracciato una distinzione fra le attività dei “contrabbandieri” e quelle dei “trafficanti” di esseri umani. Il contrabbando implica accordi volontari e consensuali. Il traffico, invece, implica la coercizione e l’inganno. Più volte, politici, giornalisti e perfino qualche attivista della lotta contro la schiavitù hanno paragonato il traffico di esseri umani alla tratta degli schiavi attraverso l’Atlantico.

 

Visto che per i Migranti che attraversano il Mediterraneo i termini “contrabbando” e “traffico” sono ormai usati in modo interscambiabile, i pericoli che comporta questa analogia sono evidenti. Ed è questa confusione che permette ai leader dell’Unione europea di parlare di uso della forza militare sulle coste nordafricane come se si trattasse di una necessità morale.

 

“I trafficanti di esseri umani sono gli schiavisti del ventunesimo secolo e devono essere assicurati alla giustizia” ha scritto, il 22 aprile, il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, sul New York Times. Se il problema viene inquadrato in questi termini, l’impegno a “individuare, catturare e distruggere” le imbarcazioni di chi trasporta i Migranti appare come una “scelta difficile” imposta ai leader europei dall’improvvisa comparsa di un male ancora maggiore: la moderna tratta degli schiavi. Ma questo è palesemente falso e del tutto strumentale.

 

Come appare dolorosamente chiaro dagli studi sulla storia della schiavitù, quello che sta succedendo oggi nel Mediterraneo non somiglia neanche alla lontana alla tratta degli schiavi attraverso l’Atlantico.

 

Gli schiavi africani non volevano andarsene dalla loro terra. Prima di essere incatenati e caricati sulle navi venivano rinchiusi in prigioni sotterranee per evitare che si suicidassero pur di non farsi deportare. Quelle deportazioni ebbero un unico, mostruoso risultato: la schiavitù. Oggi, invece, le persone che si imbarcano per l’Europa vogliono partire. Se fossero libere di farlo, si servirebbero dei voli in partenza dal Nordafrica offerti dalle compagnie low cost a un prezzo enormemente più basso di quello della pericolosissima traversata. E non sono gli “schiavisti” né i “trafficanti” che impediscono loro di accedere a questa via più sicura.

 

È vero che talvolta, in Libia, quelli che vogliono partire sono tenuti in condizioni terribili, ma non sono rinchiusi in prigioni sotterranee in attesa di essere imbarcati a forza come schiavi. Invece spesso i Migranti sono segregati in centri “di accoglienza”, in parte finanziati dall’Unione europea, dove sia gli adulti sia i bambini rischiano di essere sottoposti a violenze che possono arrivare alle frustate e alla tortura. E il destino di chi riesce a salire sui barconi è incerto. Alcuni muoiono durante la traversata, altri sopravvivono ma sono maltrattati e sfruttati una volta arrivati a destinazione. Altri ancora sopravvivono e riescono almeno a garantirsi una possibilità di accedere ai diritti, alla protezione, al ricongiungimento familiare, all’istruzione, al lavoro, alla libertà dalla persecuzione.

 

Questo, dunque, non è l’equivalente contemporaneo della tratta degli schiavi. Cercare di fermarlo usando la forza militare non significa schierarsi nobilmente contro lo schiavismo e contro il “traffico” di esseri umani. Significa, semplicemente, rimanere nel solco di una lunga tradizione in cui alcuni Stati, compresi i Paesi schiavisti del Settecento e dell’Ottocento, usarono e usano la violenza per impedire a determinati gruppi di esseri umani di spostarsi liberamente.

 

È una tradizione, non dimentichiamolo, che vide il suo culmine nell’ormai famigerata conferenza di Berlino del 1885, che autorizzò la spartizione/conquista dell’Africa da parte delle potenze europee con il presunto scopo di mettere fine al cosiddetto “schiavismo arabo”. Nei due decenni che seguirono persero la vita milioni di Africani, compresi un gran numero di Congolesi che erano sotto la tutela del grande re “filantropo” Leopoldo II del Belgio. Oggi il modo in cui gli Stati europei e l’Australia continuano quella tradizione è un esempio seguito in tutto il mondo, come dimostra l’atroce spettacolo dei profughi Rohingya, in fuga dalle persecuzioni in Birmania, ai quali inizialmente non è stato permesso sbarcare in Thailandia, Malesia e Indonesia e sono stati lasciati morire in mare.

 

Non esiste giustificazione morale per provvedimenti che portano alla morte di donne, bambini e uomini pacifici spesso in fuga dalla persecuzione, dalla tortura e dalla guerra. I leader e i Cittadini europei devono ricordare la propria storia, recente e passata, e le responsabilità che l’Europa ha verso i corpi nel Mediterraneo e le persone sui barconi. Chiediamo che molti più Rifugiati siano sistemati in Europa e siano eliminate le barriere che impediscono il movimento di tutti tranne che dei più ricchi.

 

Chiediamo che i leader politici europei smettano di sfruttare la storia della tratta transatlantica degli schiavi per legittimare azioni militari e di deterrenza contro i Migranti, e che, invece, ricordino e agiscano in base alle richieste di libertà di movimento, o del “diritto alla locomozione” enunciato dagli attivisti afroamericani dell’Ottocento contro la schiavitù.

 

1. Il 18 maggio 2015 i ministri degli esteri dell’Unione europea hanno approvato la Eunavfor Med, un’operazione navale “contro le reti di trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo” con sede a Roma e guidata dall’ammiraglio Enri­co Credendino. La missione potrebbe partire alla fine di giugno e avrà un mandato iniziale di un anno. Per i primi due mesi il consiglio dei ministri Ue ha previsto una spesa di 11,82 milioni di euro. In una prima fase si procederà con la raccolta di informazioni attraverso navi, elicotteri e droni. Per poter sconfinare nelle acque territoriali e nello spazio aereo libici, invece, servirà un’autorizzazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. (Nota di Internazionale del 29 maggio 2015).

Attualmente, è in corso la “prima fase” (raccolta di informazioni) di cui sopra. (Nota di ScuolAnticoli del 1° settembre 2015.

 

Clicca qui per leggere il testo in .pdf - Oppure qui per leggerlo in .doc.

(Martedì 1° settembre 2015. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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