L'immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell'artista danese Viggo Rhode (1900-1976). L'ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

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diario del Prof (scolastico e oltre)

 

ottobre 2007

 

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mercoledì 31 ottobre 2007

Il Ponte dell'Obbrobrio e dello Spreco

 

Il Ponte dellObbrobrio e dello Spreco

 

Abbiamo atteso a lungo, più di un anno. La prima volta che ne abbiamo parlato (clicca qui per andare alla pagina "Il nuovo ponte sull'Aniene") lo abbiamo fatto con molta cautela, in tono lieve, in forma speranzosa o tuttal più dubitativa. Ma è passato un anno, i lavori sono andati avanti, e speranze e dubbi si sono a poco a poco trasformati in una spiacevolissima certezza: questo è il Ponte dellObbrobrio e dello Spreco, e lo scempio che con esso è stato perpetrato non è e non sarà mai più rimediabile: dovremo tenercelo per sempre, lo lasceremo in eredità ai nostri figli e ai nipoti come un orribile contromonumento che parlerà loro di noi come di gente volgare, piena di disprezzo non solo per lambiente (nessuno, nella storia della Valle dellAniene, le aveva mai inflitto una ferita così grave, forse neanche il tristemente noto Grande Buco è così brutto) ma per tutti gli esseri umani che per secoli si troveranno a passare di qui. E piena di disprezzo anche per sé stessa, poiché non cè dubbio: come può amarsi, chi escogita robaccia come questa?

 

Un nuovo ponte, lo sappiamo bene, era necessario, sperato e atteso da molto tempo. Il vecchio, infatti, oltre che angusto, ed esposto di tanto in tanto ad allagamenti, si poteva ormai a buon diritto definire fatiscente... Ma chi ve lha chiesto, un mostro di questa fatta? Che bisogno cè che sia così alto da farci passar sotto anche il Titanic? A che diavolo servono piloni così massicci da sostenere il traffico da e per Manhattan? Che ce ne facciamo di una massicciata così imponente (e brutta) da fermare (per il disgusto, oltre che per lenormità dellimpresa) perfino Annibale con tutti i suoi elefanti? Che cosa mai dovranno sfogare quei tubaccioni osceni come crateri di bombe, una piena del Nilo? Un repentino scioglimento dei ghiacci dellArtico? O dobbiamo ritenere che i progettisti confondano l’Aniene con lo Stretto di Messina?... E tutto sto popò di roba suprema presa in giro o suprema insipienza? si mettono a tirarla su proprio mentre lAniene è minacciato di ridursi a un rigagnolo per la captazione delle sue sorgenti? Prima di decidere la quale, fra l’altro, nessuno ha pensato bene d’interpellare i cittadini della Valle (Clicca qui per vedere la documentazione)?

 

La verità, probabilmente, è come al solito banalissima e triste: si volevano spendere tanti, tanti, tanti soldi. E per spendere tanti, tanti, tanti soldi non ci si è fatti alcuno scrupolo di schiacciare e insozzare uno degli angoli più belli della Valle dellAniene e del Lazio. E poi hanno anche il coraggio di parlare di ecomostri e di gloriarsi, come di unimpresa sovraumana, delle poche demolizioni che hanno avuto il coraggio di fare finora in Italia! Ottima e sacrosanta cosa, sia chiaro, far saltare gli abusi privati. Ma chi ci difenderà dagli ecomostri pubblici? Quelli che abbiamo votato illudendoci che avessero in cuore sentimenti simili ai nostri?

 

 

Materiali

 

Il nuovo Ponte sull'Aniene

Con le foto del Prof e un interessante intervento di Daniele Misnoli.

 

In gommone sull'Aniene

La Prima, la Seconda e la Terza media di Anticoli Corrado

in gommone sullAniene sabato 14 ottobre 2006

 

Insieme per l'Aniene

 

Vivere l'Aniene

 

Una brutta storia, ma un bel racconto che ormai è un classico:

La Banda del Buco

(che evidentemente ormai è bipartisan...)

Storia disperata di quelli che scavano buchi e mettono mostri

al posto della bellezza che non vedono e non godono più... 

 

Gli ultimi sviluppi

 

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domenica 28 ottobre 2007

Paperon De Paperoni: "Se continua così, tra un miliardo di anni sarò rovinato!"

Ma Paperon De Paperoni, almeno, è simpatico...

 

A caval donato non si guarda in bocca?

 

Secondo noi, invece, ci si deve guardare eccome! Così, tanto per farsi unidea di che tipo di persona sia il donatore...

 

Il signor Enzo Rossi, per esempio, industriale proprietario del pastificio La Campofilone che ha provato a vivere e a mantenere la famiglia per un mese con uno stipendio di 1000 euro, e non essendoci riuscito ha aumentato di 200 quelli dei suoi dipendenti devessere davvero unottima persona. Anzi: basta una semplice divisione (200 : 30) per comprendere che il signor Enzo Rossi è un uomo e un signore sei volte più del signor Marchionne, che invece ha concesso ai lavoratori dellazienda che amministra (la Fiat) solo 30 euro.

 

Non è che un acconto? Be, sì, lo sappiamo... A pensarci bene, in effetti, chissà come sta premendo il signor Marchionne per ottenere che le trattative coi sindacati si concludano con un aumento perfino superiore a quello che hanno avuto i lavoratori de La Campofilone! Che so io?, almeno 250 euro... Per non fare, davanti al signor Rossi, la figura del pezzente!

 

I commentatori, da giorni, si scervellano per capire che cosa ci sia sotto la mossa dellamministratore delegato della Fiat. Ma tutti concordano su un punto: si tratta certo di una mossa astutissima! Bisogna sapere, infatti, che il signor Marchionne passa per un genio per essersi accorto che la Fiat fabbrica veicoli e non prodotti finanziari, e per aver di conseguenza restituito alloriginaria vocazione della ditta le risorse economiche e umane che i suoi predecessori stavano allegramente dilapidando in Borsa in tutto il pianeta.

 

Siamo daccordo: solo un genio poteva comprendere che una fabbrica di mezzi di trasporto che mette i mezzi di trasporto in fondo alla lista delle priorità non può durare! Veni, vidi, vici: il Genio è venuto, ha compreso, e i suoi dipendenti son finalmente potuti tornare a dedicarsi, col pieno sostegno del management, a ciò che sanno fare così bene. Lui, il Genio, ha avuto lintuizione che solo un genio poteva avere: Smettiamola, insomma, di derubarci da soli! Loro, i lavoratori, tornate le risorse, hanno fatto tutto il resto. Tutto.

 

E la mossa astutissima dei 30 euro? Secondo noi, senza nulla togliere al Genio, le cose potrebbero essere andate così...

 

Sapendo che stava per annunciare al mondo un utile di 2 miliardi, il signor Marchionne potrebbe essersi detto: Che figura ci faccio, davanti al mondo medesimo, se con 2 miliarducci in tasca non do qualcosina anchio ai lavoratori come ha fatto il Rossi?... Sì, ma... quanto? Io, di dipendenti, ne ho centomila, mica cento! Se a tutti regalo 200 euro lordi, che in un anno son 2.400, moltiplicato per centomila dipendenti fanno 240 milioni di euro!... 240 milioni di euro?! Uè, ma siamo matti?! E che mi resta, poi, dei 2 miliardi?... Dunque... Dunque... Oddìo! Mi resta solo 1 miliardo e 760 milioni!... No, no, non se ne parla proprio!... Facciamo così: gli do 30 euro (lordi, eh?, sempre lordi), che in un anno son 360, che per centomila fa 36 milioni... Che mi sembra ancora troppo, eh? Perché i 2 miliarducci di profitti netti del 2007, metti che poi di profitti non ne facciamo più, a forza di 36 milioni allanno, 2 miliardi diviso 36 milioni... Oddio! Fra 55 anni siamo rovinati!

 

Ci dispiacerebbe moltissimo, a questo punto, se il lettore si sentisse autorizzato dalle nostre parole a fare dei confronti poco benevoli tra la generosità del signor Marchionne (e della Fiat) e quella del signor Enzo Rossi e de La Campofilone... Ma vuoi mettere, una megamultinazionale come La Campofilone con unaziendina come la Fiat? Facile fare i generosi, quando si dispone delle incommensurabili risorse di un fabbricante di pasta! Ma dei poveracci che in un anno si son messi in tasca la miseria di duemila milioni di euro, pari a quattromila miliardi di lire, be, devono stare molto ma molto attenti, prima di fare gli sciampagnoni!

 

Noi invece, nel nostro piccolo, quei 2 miliardi ci permettiamo di chiamarli ancora plusvalore, guarda un po! Li consideriamo, cioè, valore aggiunto creato dal lavoro, e riteniamo perciò che appartengano ai 100.000, tutti quanti sono dal primo allultimo, compreso primus inter pares il geniale signor Marchionne. Che deve, quindi, non solo ringraziare i lavoratori per il gruzzolo, ma anche chieder loro il permesso per ogni spesa che con il medesimo si starà certo (disinteressatamente) proponendo di fare per il progresso dell’azienda.

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Omosessuali si nasce?... Secondo noi si nasce umani. E tutto il resto viene dopo.

 

Omosessuali si nasce?

 

P.s.: Impossibile non dedicare due righe alla campagna della Regione Toscana  (Regione di sinistra o pidì?) per le Giornate mondiali di Ready in corso a Firenze nella Fortezza da Basso...

Premessa la nostra intransigente convinzione che ognuno abbia il pieno e assoluto diritto, purché non rechi danno ad alcuno, di vivere la sessualità come meglio crede, ci permettiamo tuttavia di pensare e affermare, sommessamente ma fermamente, che tutto ciò che si può dire su come nasce un essere umano è che un essere umano nasce umano, e basta.

Nascere umani infatti, secondo noi, proprio in questo consiste: nella libertà che gli altri animali non hanno, per quel che ne sappiamo di far di noi stessi ciò che creativamente (o distruttivamente) ci pare e piace: gli eterosessuali, gli omosessuali e perfino gli asessuali, se così ci gira, senza che nessuno pretenda di imporci quella che secondo lui sarebbe niente di meno che la sua Verità di noi stessi!

Ragion per cui il braccialetto con la scritta homosexual, al polso di un neonato come a quello di chicchessia, a noi fa l’effetto di un marchio indelebile. E i marchi indelebili sui polsi degli esseri umani, comunque vi siano apposti, con un pennarello o col fuoco, non ci piacciono affatto.

 

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P.p.s.: Per la serie I ragazzi sono il male, l’ultima graziosa notizia è che qualcuno ha pensato bene di mettere in commercio giubbotti spia satellitari da far indossare ai figli per seguirne gli spostamenti.

Visto da fuori riferiva Enrico Franceschini su La Repubblica di mercoledì scorso   è un giubbotto nero da mezza stagione, col bavero rialzabile, una tasca esterna per liPod e un look decisamente alla moda. Visto da dentro, è l’ultima idea per sapere dove si trovano i vostri figli: un minuscolo congegno a batterie, infilato in una tasca interna, emette un segnale che permette di sapere dove si trova il giubbotto, o meglio chi lo indossa, in qualunque parte del mondo, con un’approssimazione di quattro metri.

Chiaro, anche se il giornalista si limita a lasciarlo intuire, che una roba del genere funziona soltanto se il ragazzo non sa che cosa veramente gli è stato messo addosso...

E pensare che pochi giorni fa un certo numero di individui sono stati rinviati a giudizio per aver smerciato (o per aver acquistato e rifilato alla moglie o al marito) un software che trasforma i telefonini in microspie! Le intercettazioni telefoniche o ambientali infatti, come tutti sanno (anche nei confronti di chi è sospettato di aver commesso un crimine) devono essere autorizzate da un magistrato, perché così impone la Costituzione. Ma i diritti dell’uomo e del cittadino, a quanto pare, valgono per ogni sorta di delinquenti ma non per i minori. O meglio: valgono solo se i genitori del minore hanno con lui un rapporto normale.

 

Che cosa pensa, dei figli, chi li sorveglia come criminali? E che cosa pensa di sé?

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domenica 21 ottobre 2007

La Sinistra italiana alla grande e bellissima manifestazione di sabato 20 ottobre 2007.

La Sinistra italiana alla grande e bella manifestazione di sabato 20 ottobre (dalla prima pagina de La Repubblica)

 

Enrico Berlinguer.

Rita Levi Montalcini, grande scienziata italiana e donna meravigliosa.

Scalfari + Veltroni = Attacco alla Libertà di Espressione?

Enrico Berlinguer, Rita Levi Montalcini, Eugenio Scalfari e Walter Veltroni (clicca sulle immagini per ingrandirle!)

 

Lunica Sinistra oggi in Italia

 

Due settimane fa mentre La Repubblica accusava di barbarie la puntata di Anno zero in cui le ragazze e i ragazzi del nostro miglior Sud, insieme al giudice Clementina Forleo e al fratello di Paolo Borsellino, avevano preso le difese del procuratore De Magistris chiedendo giustizia vera e la cacciata dei troppi don Rodrigo che avvelenano le fonti della democrazia italiana avevamo deciso di dedicare la prima puntata dottobre del Diario del Prof a Eugenio Scalfari e a Walter Veltroni, intitolandola Scalfari + Veltroni = Attacco alla libertà di espressione?... Poi, di fronte alla rapida inversione di marcia del quotidiano (confermata anche dalla disapprovazione espressa in questi giorni sulle sue colonne per il tentativo di Riccardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, di inserire nella riforma delleditoria in corso di approvazione un articolo che istituirebbe una sorta di censura preventiva sui siti Internet e sui blog, vedi documentazione sui siti di Beppe Grillo e di Mario Adinolfi) abbiamo deciso di soprassedere (per il momento) e abbiamo scritto (vedi, qui sotto, il Diario di lunedì 15 ottobre) Riapre la caccia ai ragazzi e i media ricominciano a sparare...

 

Una settimana fa, invece, volevamo dedicare la seconda puntata dottobre del Diario del Prof alle primarie del Partito Democratico. Eravamo andati a votare (per Rosy Bindi, secondo noi il male minore) e facendo la fila, durata più di unora, avevamo nostro malgrado ascoltato così tanti discorsi di destra (Non se ne può più di questi emigrati!; C’è gente che sta cercando di passare avanti!...; I giovani? Non sono qui perché sono con Berlusconi, ecc. ecc.) che avevamo deciso di porre il nostro nuovo intervento sotto un bel “santino” e un titolo luttuoso: Addio, Enrico. Volendo dire, con ciò, che finalmente, dopo ventitré anni, anche dei “testoni” come noi si son resi conto che il partito che fu di Berlinguer non è più di sinistra. Persone più intelligenti l’avevano capito molto prima. Come Lella Bertinotti, per esempio, che ieri, intervistata a San Giovanni, ha dichiarato: Io il Pci lho lasciato nel 1987, avevo capito dove si stava andando a parare...

 

Indietro di ventanni rispetto a lei, cara signora, anche noi ci siamo arrivati. E a nostro maggiore scorno non possiamo non confessare che forse non ce ne saremmo dati per intesi neanche oggi, se non fossero stati proprio il Pidì e Walter Veltroni a eliminare la parola sinistra dal loro vocabolario e dalla denominazione stessa del partito. Questo (era ora!) ci ha aperto gli occhi. Ed è stato un grande, un grande dolore, aprirli (e aprire con essi la mente e il cuore) a una così sgradevole verità, poiché non si vota per un partito per 35 anni (1972 - 2007) senza affezionarsi a esso anche più di quanto si sarebbe voluto e creduto possibile.

 

Ma tantè, bisogna farsene una ragione. Lo ripetiamo e lo sottolineiamo: sono stati loro, e non noi, a eliminare le parole di sinistra dal nome del nuovo partito. Sono stati loro, dunque, e non noi, a proclamare pubblicamente che il Partito Democratico non è un partito di sinistra.

 

Certo, non per questo ci sogniamo di pensare che democratico, anche da solo, sia un brutto termine, in un paese che ancora si cova in seno personaggi (e gente che con tali personaggi vorrebbe tornare al governo) come quelli che hanno minacciato la senatrice e premio Nobel Rita Levi Montalcini (giù il cappello, dinanzi a questa donna!). E neanche intendiamo dire che fra i tre milioni e mezzo di donne, di uomini e di ragazzi che hanno votato alle primarie, e fra i molti di più che voteranno per il Partito Democratico alle future elezioni, non ci sia nessuno di sinistra, siamo stupidi ma non fino a questo punto! Né tanto meno dimentichiamo che insieme al Partito Democratico la Sinistra dovrà continuare a proporsi di governare, se non si vuole che il paese torni nelle mani nefaste di manganellatori, bastonatori, stampellatori e dei loro manutengoli. Sappiamo tutto questo molto bene. Ma sappiamo anche, e lo ripetiamo, che il Partito Democratico nella maggioranza dei dirigenti, nella maggioranza dei quadri, nelle forze economiche, culturali e religiose che lo sostengono e soprattutto nel nome che di esso dice che cosa esso è non è un partito di sinistra. È un partito di centro. E speriamo, per il bene dellItalia, che non vada ancora più in là. Speriamo che le parole uscite dalla bocca dellonorevole Finocchiaro qualche sera fa a Otto e mezzo (parole che a noi sono parse assai più sinistre che di sinistra: Ora dobbiamo mettere il Paese in sicurezza... In sicurezza!) non significhino che ci saranno ulteriori delusioni, o almeno che non siano gravi come il pessimismo dellintelligenza indurrebbe a temere: non tanto per noi, che finalmente, come Lella Bertinotti ventanni fa, abbiamo capito dove si va a parare, ma per i milioni che ancora credono e sperano.

 

Solo unaltra cosa vogliamo dire: Walter, visto che ora sei un democratico e basta, cioè un democratico non di sinistra, abbi il coraggio (che siamo certi tu abbia, malgrado i tuoi modi un po lumacosi) di ammetterlo, di riconoscerlo, di rivendicarlo! Dichiara in pubblico che non è ammissibile, da oggi in poi, che si continui a chiamare sinistra radicale il popolo e i suoi dirigenti che erano ieri in piazza San Giovanni a Roma. Come se di sinistre ce ne fossero più duna! Non è carino, non ti pare?, proclamare che non si è più di sinistra e poi, parlando di sinistra radicale, insinuare ammiccando che ce ne sia unaltra, e per di più migliore! Siamo certi che tu, con lintelligenza che non si può non riconoscerti (anche se i tuoi modi un po servili parrebbero smentirla) non avrai difficoltà a comprendere e adeguarti. Permettendo così, a tanti altri compagni tardi di comprendonio come noi, di fare finalmente il 2 + 2 che la signora Lella ha saputo fare ben ventanni fa.

 

Abbiamo sofferto una settimana di passione, dopo la vittoria del no al referendum, e dopo le primarie una settimana di passione raddoppiata. Ma ieri, dinanzi al successo della manifestazione di Roma, è tornato il buon umore. Poiché essa ha mostrato con la rassicurante chiarezza con cui sempre si esprimono quelli che con la realtà umana hanno un rapporto vero e valido, e con la felicità che un tale rapporto suscita in chi lo vive nonostante le difficoltà che la Sinistra in Italia cè eccome, che nessun disegno di restaurazione della Democrazia Cristiana potrà avere successo, e che chiunque voglia governare il Paese senza genuflettersi e consegnarlo a Berlusconi e Fini dovrà tener conto di questo popolo.

 

P.s.: Solo Eugenio Scalfari non capisce, e francamente comincia un po a preoccuparci. Senti cosa scrive oggi sul quotidiano da lui fondato:

 

La sinistra radicale in piazza a chiedere di più sul piano sociale, al di là del referendum sindacale. Non è contro il governo? E allora contro chi? Contro il Partito democratico? Contro Padoa-Schioppa? Contro la Ragioneria dello Stato? Chi sono quei mascalzoni che lesinano il pane ai lavoratori?

 

Ma ti rendi conto, caro Eugenio? Tu stesso ammetti che la Sinistra era in piazza a chiedere. E da quando in qua, caro Eugenio, non si può chiedere al governo senza essere accusati di attentare alla stabilità del governo medesimo? Ma ci pensi alle implicazioni di ciò che dici, alle parole che scegli? Se non sai farlo, accetta che lo facciamo noi per te... Chiedere, Eugenio, soprattutto se lo si fa per mezzo di una manifestazione di un milione di persone, implicitamente significa criticare il governo per non averci finora pensato da solo. Affermare dunque, come fai tu, che non si può chiedere al governo senza minacciarlo, equivale né più né meno ad affermare che non si può criticare senza minacciare!!! Ma non eri un laico?! Speriamo vivamente che il caro Walter e il caro Pidì non prendano lezioni di democrazia da te!

 

I veri nemici del governo, caro Eugenio, e tu lo sai bene, sono a destra e al centro: in Alleanza nazionale, nella Lega, in Forza Italia, nellUdc. Nelle ambiguità di Veltroni, di molti esponenti del Partito Democratico e di tutte le frattaglie varie che il Pidì prima o poi assorbirà. Nella Cisl e nella Uil, che flirtano in pubblico con Forza Italia e An. In una parte della Cgil. E in certi editoriali e articoli più o meno insinuanti, come quello di oggi di Giuseppe DAvanzo che ostenta di voler difendere De Magistris e invece attacca Prodi. Non a Sinistra. La Sinistra, lunica Sinistra attualmente esistente in Italia, sa bene (e la manifestazione di ieri lha dimostrato) che proprio e soltanto il governo Prodi ha mantenuto e mantiene con essa il rapporto che voi, invece, fate di tutto per distruggere per mettere in sicurezza il Paese.

 

Giordano, Mussi, Diliberto, Pecoraro Scanio e quant’altri, che ieri non siete venuti o avete camminato a chilometri di distanza l’uno dall’altro: ora che sapete che la Sinistra in Italia c’è ancora eccome, vedete di smetterla di impedire che sia unita, oltre che in piazza, anche dalle vostre parti!

 

P.p.s.: Quanto sopra, naturalmente, non esprime necessariamente il punto di vista di tutti i collaboratori di ScuolAnticoli, ma solo quello del Prof. Che auspica, quindi, che chi non è daccordo con lui si faccia vivo ed esprima il suo, di punto di vista. Basta cliccare qui! E tutto, fuorché lanonimo, sarà sùbito pubblicato.

 

P.p.p.s.: Non possiamo licenziare questa pagina senza testimoniare la nostra profonda stima e il nostro affetto per il signor Enzo Rossi, industriale proprietario del pastificio La Campofilone, che per il bene delle figlie ha provato a vivere un mese con mille euro, come i suoi operai, e non essendoci riuscito ha aumentato lo stipendio a tutti di 200. La notizia, ieri, ci aveva già molto colpito, ma la bellissima intervista di oggi a La Repubblica, in cui il signor Rossi spiega e racconta questa sua esperienza con parole di autentica e profonda umanità e intelligenza (figlie di Enzo Rossi, certo lo sapete già ma vogliamo confermarvelo: avete un signor padre!) ci ha indotto a testimoniargli pubblicamente la nostra riconoscenza regalandogli unintera pagina di pubblicità, anche perché siamo certi che un uomo come quello la pasta deve farla davvero bene e buona e ci proponiamo di non acquistarne più altra che la sua.

 

Questa bellissima storia, però, ci ha anche ispirato una domanda alla quale sarebbe bello ottenere una miriade di smentite: il signor Enzo Rossi è forse lunico imprenditore italiano intelligente e generoso?

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lunedì 15 ottobre 2007

L’aspetto dei ragazzi italiani secondo i media...

L’aspetto dei ragazzi italiani secondo i media.

 

Riapre la caccia ai ragazzi e i media ricominciano a sparare...

 

Puntuali come la riapertura delle scuole, verrebbe da dire, se non fosse che questanno (grazie al nostro caro e onorevole leader, il benemerito ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni, e ad alcuni dei suoi poco guidati dipendenti) le scuole sembrano riaperte ma non lo sono, perché molti insegnanti continuano a mancare... Puntuale come la finta riapertura delle scuole, diciamo allora, per il secondo anno consecutivo è ripartita la grande campagna dei media contro i ragazzi italiani. I quali, secondo lor signori, sarebbero tutti dei criminali in erba, da perseguire sempre e dovunque con la massima severità...

 

Campagna, ancora una volta, sùbito assecondata dal caro e onorevole Giuseppe Fioroni, che tre giorni fa ha presentato e fatto approvare dal Consiglio dei ministri le sue modifiche agli articoli 4 e 5 dello Statuto delle studentesse e degli studenti: in virtù delle quali si potranno, da un lato, semplificare e snellire le procedure di irrogazione e di impugnazione delle sanzioni disciplinari; e, dall’altro, applicare sanzioni particolarmente incisive (come l’esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del corso di studi) nei casi eccezionali, che dovranno però tassativamente essere individuati dal regolamento di istituto, che presentino connotazioni estremamente gravi.

 

Con quale coraggio e quale faccia il caro e onorevole nostro leader minacci sanzioni incisive agli scolari e agli studenti indisciplinati nel momento in cui è invece lui in colpa, in qualità di capo supremo del dicastero che gli è stato affidato, per il ben poco incisivo avvio dell’anno scolastico, è un mistero che rinunciamo a sondare assai più per carità di patria che per il timore di non essere in grado di penetrarlo. E d’altra parte, parlare al caro e onorevole signor ministro di travi nell’occhio proprio e di pagliuzze nell’occhio altrui ci sembrerebbe pleonastico: sappiamo fin troppo bene qual è la sua cultura di riferimento, e confidiamo perciò che egli sia in grado da solo di valutare quanto sia disdicevole che studenti e insegnanti possano oggi vicendevolmente consigliarsi, riferendosi a lui: Fa quel che il prete dice, non fare quel che il prete fa...

 

Ma la campagna di incitamento all’odio e alla paura nei confronti dei ragazzi italiani, a onor del vero, non è partita dallonorevole Giuseppe Fioroni. A organizzarla, e ormai da un anno a portarla avanti inculcando, nelle teste di chi testa non ha, l’idea del tutto falsa che le nostre scuole siano il dominio incontrastato di feroci gang di giovanissimi criminali  sono stati prima di tutti i quotidiani, le riviste e le televisioni, e alle loro spalle le forze politiche, economiche, religiose e “culturali” che tentano di alterare il patrimonio genetico della sinistra italiana in senso non tanto legalitario (magari fosse così, il paese ha davvero un gran bisogno di legalità autentica e condivisa!) quanto piuttosto nella direzione  che potremmo chiamare paranoidea, se non addirittura para... nazista  di una furente, maniacale ricerca di capri espiatori inermi da perseguitare e colpire al posto dei veri responsabili del degrado morale e civile dellItalia. Ciò che al ministro si può tutt’al più rimproverare (e non è poco!) è di non essersi dotato degli strumenti culturali che gli avrebbero permesso: 1°, di rendersi conto che l’intento della campagna in corso è appunto quello di fare delle studentesse e degli studenti i capri espiatori di tutto ciò che nella Scuola non va; 2°, di non lasciarsi plagiare da tale campagna fino ad abbandonarsi ad affermazioni e prese di posizione a dir poco grottesche, come quella che i ragazzi italiani hanno bisogno di essere umanizzati; 3°, di riaffermare la necessità che le regole e gli impegni siano rispettate da tutti coloro che nella Scuola e per la scuola lavorano: a cominciare soprattutto dagli adulti, che delle sue cattive condizioni sono i maggiori responsabili. E, tra gli adulti, a cominciare dai signori capi.

 

Dieci giorni fa, per fare un esempio, gli scandalizzati commentatori della puntata di Anno zero in difesa del procuratore De Magistris  gli illustri giornalisti che hanno gridato niente meno che alla barbarie, ai processi di piazza e a tremendi e imminenti pericoli per la democrazia  si son guardati bene dal dedicare una parola ai ragazzi e alle ragazze del Sud che sono stati i veri protagonisti di quella trasmissione. I quali, invece di dare in adolescenziali escandescenze (come avrebbero fatto il giorno dopo gli egregi signori di cui sopra) hanno dato allItalia una bella lezione d’amore, d’intelligenza e di civiltà manifestando il proprio sdegno per gli squallidi intrallazzi di politicanti e affaristi e il proprio desiderio di poter diventare adulti in un paese di cui non si debbano più vergognare. Ragazzi e ragazze onesti, appassionati, belli  di quella bellezza che non si può simulare, perché viene da dentro  ragazzi che fanno onore al nostro paese e che ogni persona per bene sarà stata felice di vedere, per una volta, su un teleschermo che per il resto del tempo non ospita che fenomeni da baraccone... Ma i nostri stimati e riveriti scribacchini invece non li hanno visti, forse per non dover mettere le loro facce pulite ed espressive a confronto con le proprie, e imperterriti  continuando disonestamente a fare di pochi disperati i rappresentanti di un’intera generazione  continuano a lanciare allarmi degni di miglior causa contro l’avanzata (secondo loro irresistibile) del cosiddetto bullismo.

 

Ancora ieri, su La Repubblica (ma ormai l’abbiamo capito: il dagli all’untore, come l’anno scorso, durerà fino a giugno) abbiamo potuto leggere, a firma di una terrorizzata e terrorizzante Alessandra Retico, che le scuole italiane sono il regno dei video che mettono paura, di professori usati come rete (da calcio), di crudeltà e soprusi che diventano pubblico spettacolo in rete (intesa come Internet), di adulti assenti, di arroganza, di bulli hi-tech, di denunce, di guerra nelle classi, di vittime, di sesso con chi capita, di masturbazioni, di ragazze che si tolgono le magliette, di violenza e impudicizia on demand, di perversità... Dopo di ché, la pudibonda e atterrita signora si domanda come mai non venga applicata la direttiva del 15 marzo 2007 del ministero dell’Istruzione (sic, non s’è accorta che il nostro caro e onorevole leader l’ha ribattezzato della Pubblica Istruzione...) in virtù della quale, dice lei, i telefonini sarebbero fuorilegge a scuola, con sanzioni per chi li tiene accesi, possibilità di sequestro per chi trasgredisce, e agli insegnanti il diritto dovere di vigilare, e se non lo fanno ci vanno di mezzo. E ai genitori di collaborare (diritto o dovere, questo? Le è rimasto nella penna!) e se i figli non rigano dritto, conseguenze pure per loro... E perché non anche manganelli e olio di ricino, egregia signora Retico, illustre collaboratrice dell’organo ufficioso del Pidì?

 

(Tra parentesi, accludiamo a questa pagina il testo della direttiva citata  un non meglio identificato Prot. n. 30/dip./segr.  dal quale si evince che essa, per quanto concerne i famigerati telefonini, altro non contiene che linee di indirizzo e indicazioni alle quali doverosamente premette il proprio rispetto per lautonomia scolastica costituzionalmente garantita e per la libertà d’insegnamento; che usa il verbo dovere solo laddove dice che tutte le componenti scolastiche... devono aprire una fase di riflessione su queste problematiche; e che, pertanto, non può essere considerata niente di più che una rispettosa raccomandazione alle scuole perché rivedano, se credono, il proprio regolamento interno...)

 

Qualche settimana prima, invece, sempre su La Repubblica, avevamo letto con grande interesse il più breve ma assai più intelligente e suggestivo intervento di Marco Bellocchio (oggi forse il più importante regista italiano, autore di capolavori come I pugni in tasca, Diavolo in corpo, Buongiorno notte e Il regista di matrimoni) che, a proposito dei video girati con i cellulari, affermava che il nuovo va ricercato in una società irriconoscibile rispetto a quella in cui mi sono formato come cittadino e cineasta, dove improvvisamente tutti sono registi (non sono diventati, lo sono acquistando un cellulare di ultima generazione) le nuove tecnologie hanno democratizzato mondialmente il fare cinema e le “nuove forme” nasceranno da lì. In Internet si possono già vedere migliaia di film di migliaia di registi a costo zero. Chi si è formato con i carrelli, il dolly, la pellicola continuerà a farlo fino all’estinzione, ma le nuove identità, le nuove immagini nasceranno da una nuova cultura (che non è quella dominante, cinica, fatua, cocainizzata e perciò senza nessuna idea nuova...) innestata in una tecnologia sofisticata ed elementare alla portata di tutti. Tutti è una novità che non garantisce la bellezza, ma il bello e il nuovo nasceranno, stanno già nascendo, dai miliardi di cellulari con cui ogni terrestre oggi può fare il suo film...

 

E se a questo aggiungessimo, per esempio, che in Giappone da qualche mese si sta affermando un nuovo genere letterario, il Keitai Shosetsu (racconti su cellulare) e che una ragazza di 21 anni ha già venduto 400.000 copie della versione cartacea di un romanzo, Se tu..., scritto sulla tastierina del suo telefonino, messo in rete su un sito dedicato e portato al successo da migliaia di navigatori che in rete l’hanno letto e apprezzato senza attendere che ottenesse l’imprimatur del potere culturale ed editoriale?

 

Ciò che affascina i veri maestri come Marco Bellocchio  e spaventa, invece, i detentori del suddetto potere e la conventicola di falsi insegnanti che sui media chiamano mostruosi i bambini e i ragazzi  è il fatto che per la prima volta nella storia della nostra specie la creatività e la socialità che per natura son proprie degli esseri umani (e in particolare dei più giovani tra essi) dispongono oggi di strumenti per esprimersi, e per dar vita esprimendosi a interrelazioni creative sempre più estese, che nessuno può più riuscire a controllare. Fatto che terrorizza quei signori, più che per la presentita perdita del potere di coartare la libertà di espressione di chi non si piega allideologia dominante, per la loro radicata convinzione che gli esseri umani siano invece per natura ferini, homines hominibus lupi  soprattutto quando sono ancora troppo giovani per poter essere già “umanizzati” a dovere, per dirla con il nostro amato e onorevole leader  e che tutto ciò che nei giovani esseri umani spontaneamente insorge debba dunque essere per forza immorale (le ragazze si tolgono le magliette!), pericoloso (crudeltà e soprusi che diventano pubblico spettacolo!) o quanto meno rozzo, informe, inservibile. Ed è così che atterriti, e paradossalmente “in buona fede”, strumentalizzando pochi e isolati fattacci indicono crociate contro le legioni di giovani “criminali” che esistono soltanto nei loro deliri.

 

Noi, nel nostro piccolo  lo diciamo pacatamente, certo, ma anche con la massima fermezza ― mai e poi mai ci faremo coinvolgere (non solo dai media, ma anche da circolari e direttive più o meno autorevoli e autoritarie) in questa campagna d’odio e di paura. Noi, per quanto ci è possibile, ci proponiamo di smentire e contrastare questa folle visione dei bambini e dei ragazzi come piccoli o meno piccoli gremlins da tenere sotto costante controllo perché da un momento all’altro potrebbero dar di fuori e diventare mostruosi e malvagi. Noi, al contrario, vogliamo affermare e perfino dimostrare che i bambini e i ragazzi (ben più di certi adulti) sono assolutamente degni non solo di incondizionata fiducia nella loro naturale e intatta umanità, che non gli permette di comportarsi in modo distruttivo, ma anche di incondizionata stima per la loro capacità di creare, con l’aiuto di adulti e insegnanti veri che non li disprezzino, bellezza e sapere del tutto nuovi. E abbiamo deciso, pertanto, di proporre agli alunni della Seconda e Terza media di Anticoli Corrado di realizzare liberamente coi loro telefonini, a scuola e fuori, una serie di video che alla fine dell’anno saranno da noi montati in un film da presentare ai genitori, ai compagni delle altre classi e sedi della nostra scuola, ai colleghi insegnanti, al personale non docente e a chiunque sia interessato a vederlo.

 

Il progetto, intitolato Gremlins d’Italia, è pronto e in settimana sarà presentato alle famiglie interessate, alla commissione incaricata di redigere il Piano dell’Offerta Formativa, al Collegio Docenti, al Dirigente scolastico e al Consiglio d’Istituto. Con la proposta, che qui allarghiamo a tutti gli studenti della Valle dell’Aniene, alle loro famiglie e ai colleghi insegnanti, di partecipare a esso coi loro telefonini, con le tastiere, con i mouse e con qualsiasi altro strumento che sentano confacente alla loro creatività. Cliccate qui e scriveteci! Non abbiate alcun timore: non siete, non siamo mostri, e non faremo alcunché di mostruoso!

 

 

 

Materiali

 

Sul cosiddetto bullismo: La colpa del bullismo è di chi non c'è.

 

Sullassurda idea dell’onorevole Fioroni che i giovani debbano essere umanizzati: Ma che cosa c'è nella testa del ministro Fioroni?

 

Sulluso dei telefonini a scuola: Prot. n. 30/dip./segr.

del ministero della Pubblica Istruzione del 15 marzo 2007.

 

Il testo completo dellintervento di Marco Bellocchio su La Repubblica:

Il cinema del futuro.

 

Il progetto Gremlins

 

Lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti della Scuola secondaria

 

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L’immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell’artista danese Viggo Rhode (1900-1976).

L’ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

 

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