ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Più Niente da Ridere

 

In questa pagina raccoglievamo le parole di chi vuol farci piangere e cercavamo, invece, di riderne. Ma presto ci fu più niente da ridere, e la pagina cambiò. Le immagini divennero quelle de "Il settimo sigillo" (1957), di Ingmar Bergman, e sullo sfondo apparve l’attore Bengt Ekerot nei panni della Morte...

la Pagina di Chi andò dietro alla Morte e portò lItalia con sé nel mese di luglio del 2011

 

“Libertà, giustizia sociale, amor di patria. Noi siamo decisi a difendere la Resistenza.

Lo consideriamo un nostro preciso dovere: per la pace dei morti e per l’avvenire dei vivi,

lo compiremo fino in fondo. Costi quel che costi.” (Sandro Pertini, Genova, 28 giugno 1960).

 

Home     Mesi precedenti o successivi     Clicca qui per il Diario del Prof "La Terra vista da Anticoli"     Clicca qui per scriverci

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

(su) Stefania Prestigiacomo: In questi giorni vedo sui giornali pubblicità del ministero dell’Ambiente che rivendicano di aver eliminato le buste di plastica inquinanti a beneficio di quelle biodegradabili. Vorrei ricordare, per informazione corretta, che la legge fu approvata dall’allora governo Prodi (ministro Pecoraro Scanio) con data di attuazione 1° gennaio 2011. E che l’attuale governo Berlusconi ha tentato di rinviarne l’attuazione. (Lettera a La Repubblica di domenica 31 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Un processo lungo allunga la vita impunita dei criminali.

Un processo lungo allunga la vita impunita dei criminali.

 

(su) Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e Francesco Nitto Palma: Il Senato ha approvato ieri il processo-lungo, provvedimento che permette ai difensori di chiamare a deporre nei dibattimenti un numero illimitato di testimoni. La discussione del ddl passa ora alla Camera. (La Repubblica, sabato 30 luglio 2011). E il piano B qual era? Ispirarsi al vecchio spot della Telecom e concedere agli imputati il rinvio della lettura della sentenza per tutto il tempo che riescono a resistere al telefono?...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Tremonti odia lo Stato e i Lavoratori ma non quanto me": Guido Crosetto.

Per la serie Tremonti odia lo Stato e i Lavoratori ma non quanto me: Guido Crosetto.

 

Guido Crosetto (pidiellìno in divenire Tea party): Quello che dice Tremonti, in particolare i suoi timori sulla Guardia di Finanza, non è lontano dalla verità: il potere della Gdf è troppo grande, troppo incontrollabile. E mentre dico queste cose, anch’io non mi sento tranquillo, affatto: è una cosa grave, lo so, ma la dico in diretta perché rimanga, me ne assumo la responsabilità: Tremonti dovrebbe andare a riferire in Parlamento. Probabilmente, dopo queste parole, da domani ci sarà un finanziere che si occuperà anche di me. In questo Paese, so che se qualcuno dice qualcosa sulla Gdf rischia di pagarla. (La Repubblica, sabato 30 luglio 2011). Coraggio, puoi sempre chiedere protezione alla mafia. O alla camorra. O alla ’ndrangheta. Quelli li amano, i nemici dello Stato.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Chi si somiglia si piglia": Dalemino Latorre e Berluschino Nitto Palma.Per la serie "Chi si somiglia si piglia": Dalemino Latorre e Berluschino Nitto Palma.

Per la serie Chi si somiglia si piglia: Dalemino Latorre e Berluschino Nitto Palma.

 

(su) Nicola Latorre (piddìno dalemìno): Primo giorno in aula del neoministro della Giustizia Francesco Nitto Palma: lo va a trovare il pd Nicola Latorre. (La Repubblica, sabato 30 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Elio Catania, presidente dell’Atm, Azienda trasporti di Milano: Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha revocato l’incarico a Elio Catania, il manager che dal 2007 era a capo dell’Atm. “Stupore e indignazione, questo è il sentimento che mi ispira quanto avvenuto, per come è avvenuto e per quanto dichiarato dal sindaco,” è la reazione di Catania. Una poltrona, la sua, da tempo al centro di polemiche: nel 2009 la Corte dei conti gli aveva chiesto di scegliere tra i due incarichi (amministratore delegato e presidente) e Catania aveva risolto facendosi nominare invece group Ceo, una sorta di super amministratore delegato delle 11 controllate dell’Atm, sommando 486.000 euro annui di stipendi ai corposi gettoni per le cariche nella Telecom e in Intesa San Paolo. Con lui erano arrivati nell’Atm diversi dirigenti con benefit inaccettabili per i sindacati: dal leasing della Jaguar scaricato sui conti dell’azienda (come il posto nel garage vicino casa dell’autista), all’affitto pagato per due anni e ai buoni benzina. In più, nell’ultimo scorcio di campagna elettorale per le Comunali, l’Atm aveva “collaborato” a diverse iniziative elettorali della Moratti. (La Repubblica, sabato 30 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Grandi laureati e diplomati italiani": Monica Rizzi e Renzo Bossi.Per la serie "Grandi laureati e diplomati italiani": Monica Rizzi e Renzo Bossi.

Per la serie Grandi laureati e diplomati italiani: Monica Rizzi e Renzo Bossi.

 

(su) Renzo Bossi e Monica Rizzi: Leggo avidamente le cronache del Trota-gate, vicenda minore ma gustosissima del sottobosco lumbard. Pare pensata da Piero Chiara e scritta, però, da un suo emulo non di vaglia, di quelli che mandano tutto in vacca fin dalle prime righe. A cominciare dal nome di battaglia della protagonista, Monaca della Valcamonica, assessore regionale lombardo. Per proseguire con la sensitiva-veggente da lei fatta assumere al Pirellone, seguace del culto di Orion (la giunta Formigoni, si sa, è molto attenta alla religione). E poi gli immancabili dossier (chi non ne ha un paio nel cassetto?) che riguarderebbero quelle che i giornali chiamano “storie di corna”, per fare fuori i rivali interni del Trota, affidato da papà a Monica della Valcamonica e a uno staff, come dire, piuttosto composito, anzi talmente composito che ne faceva parte anche l’indimenticabile Valerio Merola detto Merolone. E finte lauree in psicologia, e un mondo di paesi, di compaesani e millanterie paesane, di aspirazioni nate al bar e trascinate con febbrile fatica fino a Milano, la grande città che non vota Lega Nord ma alla quale i leghisti arrivano come Renzo Tramaglino, tramortiti dallo stupore. Detestiamo i dossier: puzzano. Ma una sbirciata a un dossier a caso di quelli compilati dalla maga del Pirellone e da Monica della Valcamonica dev’essere un divertimento irresistibile. (Michele Serra su La Repubblica di sabato 30 luglio 2011). Una cosa non abbiamo capito: che ci azzecca il Merolone? Forse a compensare, in qualche modo, eventuali inadeguatezze del Trota? Mah... A ogni buon conto, ecco, una volta per tutte, la Troteide completa di ScuolAnticoli dalle origini ai giorni nostri:

 

Troteide

Troteide

 

Lunedì 21 luglio 2008, Umberto Bossi presenta il figlio in società con le seguenti parole: Non possiamo lasciarci martoriare i figli da insegnanti che non sono del Nord. Uno dei nostri è stato stangato perché alla maturità aveva portato una tesina su Cattaneo. Commento de La Repubblica: Renzo Bossi, figlio del senatur, si è presentato da privatista al liceo scientifico Bentivoglio di Tradate, un istituto religioso, ma la sua tesina non ha convinto gli esaminatori, che l’hanno bocciato. L’anno scorso Renzo era stato bocciato in un liceo a Varese. Sabato 13 settembre 2008, ancora Umberto: Mio figlio un delfino? Per il momento è solo una trota. Ma intanto comincia a portarlo con sé a tutte le riunioni politiche, sù, sempre più sù, fino ai vertici ultraristretti da cui sono esclusi anche quasi tutti i ministri. Eppure, domenica 30 novembre 2008, Renzo Bossi è bocciato per la terza volta. La prova di maturità era stata ripetuta dopo il ricorso, accolto dal ministero. E il padre attacca i prof: “Erano gli stessi dell’altra volta. Martedì 5 maggio 2009, il Trota apre finalmente bocca per conto proprio: Non sarò mai io a chiedere di essere candidato, ma se un giorno il capo, per le mie competenze, me lo chiederà, sono pronto. Di Roma non me ne frega nulla, minteressa il territorio: a Roma vado per conoscere le leggi e poi spiegarle sul territorio. Mercoledì 17 giugno 2009 riparla il padre: Quando perde, la sinistra diventa cattiva. Mio figlio ha un ufficio in centro a Milano, io lo avevo avvisato: “Guarda che sanno chi sei, metti la macchina in garage!” Lui non mi ha dato retta e gliel’hanno distrutta. A sinistra si definiscono democratici, ma quando perdono non accettano di perdere democraticamente... Maroni ha infilato alcuni agenti dei Servizi e della Digos e hanno trovato che nel giro della sinistra hanno intenzione di ricostituire le Brigate Rosse (dove non si sa se faccia più piangere l’idea che il Trota, a pochi mesi dalla doppia maturità negata, abbia già un ufficio in centro a Milano, o viceversa più ridere l’idea di una ricostituzione delle Brigate Rosse come associazione anti-Trota). Mercoledì 24 giugno 2009, Renzo viene intervistato nientepopodimenoche da Diva & Donna: La Lega non è un partito familiare, ma se mi chiama sono pronto. Sono cresciuto, politicamente. Sto capendo come funzionano i meccanismi della politica. Io non chiederò mai di essere candidato, nel caso sarà la Lega Nord a farlo. Chi conosce mio padre sa che non direbbe mai: “Mio figlio ora si candida”. Si siederebbe a un tavolo con i vertici del partito e direbbe: “Valutiamo insieme”. E finalmente, al quarto tentativo, il Trota è maturo, lo annuncia Umberto domenica 12 luglio 2009: Oggi sono particolarmente in forma perché mio figlio ha passato la maturità. Scientifica. Con 69/100. Dopo di che bastano cinque settimane, solo fino a venerdì 21 agosto 2009, per verificare quanto sia ormai effettivamente maturo Renzo Bossi: Sulla pagina di Facebook della Lega Nord anche ieri si poteva giocare a Rimbalza il Clandestino, infame passatempo dove con un click sulle barchette che appaiono a ridosso delle coste italiane si elimina la minaccia straniera. Gioco venduto con motivazioni da statista dal cogestore con il figlio del ministro della pagina del Carroccio: “Abbiamo deciso di puntare sull’interattività cercando di coinvolgere i giovani e sensibilizzarli su un fenomeno reale che affligge le nostre coste. Allora il padre si rende forse conto che il figlio ha bisogno di un supplemento di studi, e domenica 13 settembre 2009 annuncia: I dialetti sono lingue, ci vuole una legge per farli insegnare a scuola... E Renzo Bossi andrà a fare l’università in Inghilterra, perché qui non lo lasciano stare. Ci sarà andato davvero? Temiamo di no, non se n’è saputo più niente... Ma non per questo il Trota cessa di far parlare di sé, e martedì 26 gennaio 2010 su La Repubblica appare la seguente letterina: Uno dei miei contatti su Facebook riportava un link in cui si segnalava che il figlio di Umberto Bossi avrebbe ottenuto un contratto di consulenza per l’Expo di Milano da 12.000 euro al mese. Il link, giusto o sbagliato che fosse, non conteneva né offese né minacce. L’ho quindi copiato e l’ho riportato sul mio profilo di Facebook. Stamattina scopro che è scomparso, senza che io lo abbia cancellato. Chi lo ha fatto? Si scrive tanto della censura del governo cinese su Google, ma forse c’è anche qualche “padano” qui in Italia che fa scomparire le notizie che non gli piacciono, vere o false che siano. Dodicimila euro al mese per fare il consulente all’Expo de che? Non si sa. Forse in quanto studioso di Cattaneo fra i maggiori in Italia?... Protestano, a questo punto, perfino i leghisti (mercoledì 3 febbario 2010) ma col beffardo risultato di vedersi ammannire non solo Renzo, ma anche il fratello maggiore Riccardo: “No alla Trota!!!” scrivono su Facebook giovani coraggiosi leghisti. È nato un gruppo ribelle, il logo mostra un’urna e sopra un pesce sbarrato di rosso con la scritta “no, grazie”. Scrivono pure: “Che vada a Varese”, “Forse a Milano non hanno ben capito che non siamo qui a farci prendere in giro!”, “Facciamoci sentire!” Protesta contro il Figlio di Papà della Padania, Renzo Bossi, paracadutato nel collegio provinciale e blindato di Brescia e perciò quasi sicuro consigliere regionale. E tempo fa si era fatto vivo anche il primogenito Riccardo, pilota di rally: “Ohè! Ci sono anchio!” Venne fatto assistente di Speroni a Strasburgo, ma gli fu impedito di partire per lIsola dei famosi. Poi un lungo silenzio (come mai?, era forse in Inghilterra?) fino a giovedì 24 febbraio 2011, quando si apprende che Il Carroccio ha deciso di centralizzare la gestione delle sue “reti informative”. Tutti i media leghisti (La Padania, Radio Padania libera e Telepadania) risponderanno a un’unica struttura. A comandarla sarà Renzo Bossi. Passano solo tre giorni, e domenica 27 febbraio 2011 Renzo Bossi viene contestato ad Abbiate Guazzone. A un convegno sul federalismo, srotolano lo striscione: “Più trote nei fiumi, meno trote al governo”. Per il momento è tutto, su Renzo Bossi detto il Trota. Ma niente paura, ne sentiremo altre: già si comincia a parlare, per la felicità dei nostri figli, di un futuro governo Marina Berlusconi - Renzo Bossi...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Meglio un giorno da pecora che cent'anni da Fiorone": Giuseppe "Beppe" Fioroni

Per la serie Meglio un giorno da pecora che cent’anni da Fiorone: Giuseppe “Beppe” Fioroni

 

Giuseppe “Beppe” Fioroni: Un individuo non può disporre della propria vita perché non gli appartiene. (Il Venerdì di Repubblica, venerdì 29 luglio 2011). Come si chiameranno quelli che non hanno una propria vita? Forse gli svitati?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Apostrofi rosa": Alfano bacia Croce Napoli.

Per la serie Apostrofi rosa: Alfano bacia Croce Napoli.

 

(su) Angelino Alfano: Come nella migliore tradizione democristiana, il delfino designato vanta un bacio a un uomo di Cosa nostra nel suo curriculum. Nel 1996, appena eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana, il futuro ministro viene visto al ricevimento di nozze della figlia di Croce Napoli, boss di Palma di Montechiaro. La notizia si diffonde parecchio tempo dopo, nel 2002, e Alfano dirà di non ricordare di aver mai partecipato al matrimonio. Poche ore dopo, però, un filmino lo smentisce categoricamente: l’allora deputato regionale è ritratto proprio nel momento del fatidico bacio al padre della sposa. Sorpreso con le mani nella marmellata, Angelino il delfino dichiara: “Adesso ricordo, adesso che ho appreso altri particolari su quel matrimonio, ricordo di esserci stato, ma su invito dello sposo e non della sposa”. Uno sforzo di memoria e le immagini tornano in mente, anche se con le dovute precisazioni. Ma non è l’unica volta che sulla lucida giacca del segretario appare l’ombra di una macchia. Nel marzo del 2009, mentre i pm di Palermo indagano sull’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro (Totò Vasa vasa), si imbattono nel pentito di mafia Ignazio Gagliardo. Che dice quello che sa o che ha sentito dire da alcuni suoi ex colleghi criminali in carcere. E fa il nome anche del ministro della Giustizia. Racconta di Giovanni Alongi, boss della famiglia mafiosa di Aragona, che un giorno in carcere avrebbe detto, vedendo Angelino in tv pontificare sull’antimafia dei fatti: “Il padre di Angelino mi ha chiesto voti per Angelino. Anche lui era un politico”. Parole che non hanno avuto alcun riscontro giudiziario. Tra le amicizie sbagliate del ministro potrebbe rientrare anche Giuseppe Nobile, consigliere provinciale nel feudo agrigentino del successore designato di Berlusconi. Primo dei non eletti nelle fila di Forza Italia, Nobile riesce a entrare in consiglio nel gennaio del 2001 subentrando a Gioacchino Lauria, dimessosi perché diventato nel frattempo assessore. A marzo viene nominato presidente della commissione provinciale per lo sviluppo economico. Ma il suo mandato scade prestissimo: a luglio viene arrestato nell’ambito dell’operazione “Cupola” perché considerato il capo della famiglia mafiosa di Favara. Possibile che Alfano non conoscesse la lista dei candidati per Forza Italia nella sua Agrigento? Sembra difficile, anche perché Giuseppe Nobile era un uomo noto in città. Era già stato coinvolto nel 1999 in un’inchiesta di mafia, anche se poi assolto, per l’uccisione “accidentale” di un bambino. Pasquale Salemi, pentito della mafia agrigentina, ha detto di lui: “Mi risulta essere uomo d’onore”. Strano che Angelino, agrigentino da generazioni, non ne sapesse niente. (Rocco Vazzana su left di venerdì 29 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Silvio Berlusconi: Guardiamo con preoccupazione al recente andamento dei mercati finanziari. Il mercato non sembra riconoscere la solidità dei fondamentali dell’Italia. Siamo consapevoli che la fase che stiamo attraversando dipende solo in parte dalle condizioni di fondo dell’economia italiana ed è connessa a un problema europeo di fragilità dei Paesi periferici. A ciò si aggiungono i problemi di bilancio degli Stati Uniti. Ma queste incertezze dei mercati si traducono per l’Italia nel deciso ampliamento degli spread sui titoli sovrani e nella penalizzazione dei valori di borsa. Ciò comporta un elevato onere di finanziamento del debito pubblico e un aumento del costo del denaro per famiglie e imprese. Per evitare che la situazione italiana divenga insostenibile occorre ricreare immediatamente nel nostro Paese condizioni per ripristinare la normalità sui mercati finanziari con un immediato recupero di credibilità nei confronti degli investitori. A tal fine si rende necessario un Patto per la crescita che coinvolga tutte le parti sociali; serve una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti e una discontinuità capace di realizzare un progetto di crescita del Paese in grado di assicurare la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione. (Abi, Alleanza cooperative italiane ― Confcooperative, Lega cooperative, Agci ― , Cgil, Cia, Cisl, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria, Reteimprese Italia ― Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confesercenti ― , Ugl. La Repubblica, giovedì 28 luglio 2011). La Uil no, l’Angeletti non voleva ferire Berlusconi

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Così avrai più tempo per la Mamma": Nicola "Nichi" Vendola con l'adorata genitrice.

Per la serie Così avrai più tempo per la Mamma: Nicola “Nichi” Vendola con l’adorata genitrice.

 

Nicola “Nichi” Vendola (in unintervista al settimanale berluscista Panorama): Se le cose continuano così, lascio la politica. Le mie ambizioni sono sinteticamente descritte dalla voglia di uscire fuori da una politica che continua a mettersi la maglietta di riformista o di radicale. (L’Unità, giovedì 28 luglio 2011). Che significhi non lo sa forse neanche lui, ma apprezziamo la buona intenzione.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Uomini-scudo a difesa dei ladri fiscali": Giulio Tremonti.

Per la serie Uomini-scudo a difesa dei ladri fiscali: Giulio Tremonti.

 

(su) Giulio Tremonti: Dal carcere, dove è precipitato con l’accusa di corruzione nell’inchiesta sugli appalti Enav e finanziamento illecito per aver acquistato lo yacht da 24 piedi di Marco Milanese, un uomo raccontà a verbale una “verità de relato” capace, se riscontrata, di travolgere il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. L’uomo è Tommaso di Lernia (nel giro lo chiamano er cowboy), un ex muratore che si è fatto imprenditore edile e che si trova al crocevia di tre vicende annodate fra loro: Finmeccanica, gli appalti Enav, i rapporti incestuosi tra l’ex consigliere politico del ministro e imprenditori corrotti. Il suo racconto svela tre circostanze. La prima: l’affitto della casa abitata dal ministro in via di Campo Marzio era pagato non da Marco Milanese ma da un imprenditore, Angelo Proietti, che in cambio avrebbe ricevuto subappalti in Enav. Lo stesso che quella casa aveva ristrutturato gratuitamente e che è oggi accusato di corruzione per gli appalti ottenuti dalla sua impresa, la Edilars, con Sogei (società pubblica partecipata al 100% dal Tesoro). La seconda: Tremonti venne ricattato da Lorenzo Cola, uomo del presidente di Finmeccanica, perché fosse costretto a riconfermare Pierfrancesco Guarguaglini al vertice della holding, e la pressione decisiva fu il dossier che Cola aveva sulla compravendita della barca di Milanese, sull’affitto della casa e “sulle sue altre porcate”. La terza: Di Lernia chiese a Milanese una pressione sull’Agenzia delle entrate perché ammorbidisse la verifica sulla sua società Print Sistem. (La Repubblica, giovedì 28 luglio 2011). Simpatico ambientino. Se le cose stanno davvero così, speriamo che nessuno di loro finisca in gattabuia: chi già c’è potrebbe risentirsi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Giulio Tremonti, Roberto Maroni e tutti i berluscisti: Questo è un momento difficile per i collaboratori di giustizia: qualcuno è stato anche sfrattato da casa, perché lo Stato non ha i soldi per pagare l’affitto. Tutta colpa dei tagli al servizio di protezione: nel 2006 c’erano 70 milioni per lo strumento principale dell’Antimafia, i collaboratori. Oggi, i fondi per i pentiti e i loro legali sono dimezzati. (La Repubblica, mercoledì 27 luglio 2011). Non solo con le grandi cose: anche con le piccole il governo dell’antiStato aiuta l’antiStato.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Grandi laureati e diplomati italiani": Monica Rizzi e Renzo Bossi.Per la serie "Grandi laureati e diplomati italiani": Monica Rizzi e Renzo Bossi.

Per la serie Grandi laureati e diplomati italiani: Monica Rizzi e Renzo Bossi.

 

(su) Renzo Bossi e Monica Rizzi: L’assessore leghista allo Sport e Giovani della Lombardia, Monica Rizzi, è indagata dalla procura di Brescia con l’accusa di trattamento illecito di dati protetti. La Rizzi è accusata di aver promosso un’attività di dossieraggio per favorire l’elezione di Renzo Bossi e mettere fuori gioco alcuni suoi possibili concorrenti alle ultime elezioni regionali lombarde nel 2010. L’indagine prende spunto dalla denuncia di un ex collaboratore della Rizzi, Marco Marsili, che l’accusa di aver fabbricato (con la collaborazione di un maresciallo della Guardia di finanza) una serie di dossier per colpire, dentro e fuori la Lega Nord, alcuni candidati che avrebbero potuto togliere voti a Bossi jr, detto Il Trota. Monica Rizzi non è nuova alle indagini: è già stata denunciata, in passato, per una falsa laurea in psicologia che disse di aver preso pur di ottenere una consulenza alla provincia di Brescia. A smascherarla, allora, ci pensò anche la trasmissione Le Iene. Leghista dal 1989, la Rizzi è stata anche collaboratrice del ministero della Giustizia. Il suo curriculum parla anche di una sua adesione all’associazione Medici floriterapeuti. (La Repubblica, mercoledì 27 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Domanda: "Che c’è di peggio di un lupo travestito da pecora?" Risposta: "Un lupo travestito da pastore".

Domanda: Che c’è di peggio di un lupo travestito da pecora? Risposta: Un lupo travestito da pastore.

 

(su) certi dipendenti di Joseph Ratzinger: Il Vaticano richiama il nunzio apostolico, cioè il proprio ambasciatore, da Dublino. Segno che lo scontro con l’Irlanda (vedi qui e qui, n.d.r.), dopo le durissime accuse del ministro Enda Kenny su abusi di minori da parte di sacerdoti, e la pubblicazione di un nuovo dossier sulla pedofilia nella Chiesa locale, si amplia. (La Repubblica, martedì 26 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Roberto Maroni e tutti i portatori di moccichino verde: Cade un altro pezzo del pacchetto sicurezza: per la Corte costituzionale, anche uno straniero senza permesso di soggiorno può sposare un cittadino italiano. Bocciato, dunque, il giro di vite introdotto nel 2009 contro “i matrimoni dei clandestini”. (La Repubblica, martedì 26 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Da Gladio a Previti e da Previti a ministro della Giustizia": Francesco Nitto Palma.

Per la serie Da Gladio a Previti e da Previti a ministro della Giustizia: Francesco Nitto Palma.

 

(su) Francesco Nitto Palma, pidiellìno, neoministro della Giustizia: Tutti, nel Pidièlle, se lo ricordano così: “Ah, sì, l’amico di Previti!”. E in effetti alla battaglia per salvare Previti dalla galera Nitto Palma si dedicò strenuamente in passato, cercando di far approvare un emendamento che avrebbe congelato i processi di tutti i parlamentari fino alla fine del mandato. Un super Lodo Alfano ante litteram. Del resto questo ex pm folgorato da Berlusconi ha sempre coltivato lhobby di intralciare il lavoro della magistratura inquirente, quando le inchieste andavano a toccare i politici del centrodestra. Nel ’94, primo governo Berlusconi, era Nitto Palma il vice capo di gabinetto di Biondi, il ministro del decreto salva ladri. A via Arenula s’innamora e sposa (poi si separeranno) Elvira Dinacci, la figlia del potente capo degli ispettori che andavano a rivoltare le scrivanie dei pm di Mani Pulite. Anche in passato, da sostituto procuratore, più che per i risultati delle sue inchieste sul terrorismo, Nitto Palma viene ricordato per aver stoppato dei colleghi. Nei primi anni ’90 due giovani e coraggiosi pm di Padova, Dini e Roberti, indagano sull’organizzazione clandestina anti-comunista Gladio. Riempiono migliaia di pagine di istruttoria, che poi verrà loro sottratta e spedita a Roma, nel porto delle nebbie. Il colmo è che Roberti si trovò perfino indagato per rivelazione di notizie segrete da due pm della Capitale. Chi erano? Proprio Nitto Palma e Ionta, gli stessi che chiederanno l’archiviazione dell’inchiesta Gladio ritenendo la struttura segreta del tutto “legittima”. Nitto Palma, ormai parlamentare di lungo corso, si prodigò anche per l’approvazione della legge Cirielli (ribattezzata Salva Previti). Ma l’ultima battaglia che si ricorda di lui in Senato fu quella del 2007 contro la riduzione dello stipendio degli onorevoli: “Grave errore,” tuonò, “andare incontro alla demagogia dell’antipolitica. (Francesco Bei e Liana Milella su La Repubblica di martedì 26 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Superiorità morale? Ma quando mai!": Giuseppe “Beppe” Fioroni.

Per la serie Superiorità morale? Ma quando mai!: Giuseppe “Beppe” Fioroni.

 

Giuseppe “Beppe” Fioroni: Il criterio non può essere quello della superiorità morale, ma la capacità di un partito di scegliere le norme che prevengono e risolvono i problemi prima dell’intervento della magistratura. (La Repubblica, martedì 26 luglio 2011). No, non è un consiglio a papi e vescovi su come affrontare la pedofilia dei preti, benché potrebbe aiutarli a risolvere anche il loro, di problema, prima che debba intervenire la magistratura. È, piuttosto, che il “Beppe” Fioroni probabilmente non crede a quella che lui chiama superiorità morale. Cioè non crede, probabilmente, che esistano Esseri umani sani, ma solo individui capaci di tutto, da controllare (se ci si riesce) istupidendoli entro rigide organizzazioni gerarchiche, per mezzo di rigide strutture normative e sotto rigide strutture mentali.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Non tutti riescono ad assomigliare a Hitler abbastanza da far paura": Francesco Speroni e Mario Borghezio.Per la serie "Non tutti riescono ad assomigliare a Hitler abbastanza da far paura": Francesco Speroni e Mario Borghezio.Per la serie "Non tutti riescono ad assomigliare a Hitler abbastanza da far paura": Francesco Speroni e Mario Borghezio.

Per la serie Non tutti riescono ad assomigliare a Hitler abbastanza da far paura: Francesco Speroni e Mario Borghezio.

 

Mario Borghezio e Francesco Speroni: Il 100% delle idee di Breivik sono buone. In qualche caso ottime. Sull’Islam e sull’Europa sono le stesse che aveva Oriana Fallaci. Le posizioni di Breivik collimano con quelle dei movimenti che in Europa ormai ovunque vincono le elezioni... Sono intervenuto perché ho avuto l’impressione che questa strage sia servita a qualcosa; io non penso che lo squilibrato abbia agito con queste finalità, ma chiediamoci: com’è possibile che uno così noto alle autorità possa girare così?... Se noi facciamo due più due e capiamo che questa strage viene utilizzata per condannare posizioni come quelle di Oriana Fallaci, io non ci sto... Non sono nella testa dello squilibrato di Oslo, ma i cristiani non devono essere bestie da sacrificare: dobbiamo difenderli (Mario). Un conto sono le idee dell’assassino, che potrebbero anche essere condivisibili; ma se da queste idee nasce un eccidio, il nesso non è assolutamente accettabile... Ma comunque io sto con Borghezio, non penso che si debba dimettere, le sue parole sono state anche strumentalizzate (Francesco).

(La Repubblica, martedì 26 e mercoledì 27 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Se non ci fossero papi non ci sarebbero antipapi": Joseph Ratzinger e Anders Behring Breivik.

Per la serie Se non ci fossero papi non ci sarebbero antipapi: Joseph Ratzinger e Anders Behring Breivik.

 

(su) Joseph Ratzinger: Papa Benedetto XVI ha abbandonato il cristianesimo e gli europei cristiani. Deve essere considerato un codardo, un incompetente, un corrotto e un papa illegittimo. (Anders Behring Breivik, fondamentalista cattolico e massacratore nazista, su La Repubblica di lunedì 25 luglio 2011). Dunque era Ratzinger il suo faro, o non avrebbe potuto deluderlo così tanto.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Meno grave violentare un bambino che abortire un feto": Gianfranco Girotti.

Per la serie Meno grave violentare un bambino che abortire un feto: Gianfranco Girotti.

 

(su) certi dipendenti di Joseph Ratzinger: Violare il segreto della confessione per denunciare abusi sui minori? Non se ne parla, dice il Vaticano. Si acuisce la polemica fra Irlanda e Santa Sede sulla pedofilia. Dublino studia una legge che costringa i sacerdoti a riferire alle autorità giudiziarie notizie su abusi apprese durante il sacramento della confessione. “La Chiesa non si sottometterà mai all’obbligo di denuncia del confessore all’autorità civile,” replica il reggente della Penitenzieria apostolica, arcivescovo Gianfranco Girotti, definendo “assurda e irricevibile” la proposta di legge. E la Congregazione per la dottrina della fede prepara un documento. (La Repubblica, lunedì 25 luglio 2011). Girotti, Girotti... questo nome non ci è nuovo... Ah, ecco... Questo signor Girotti, che si permette di definire assurde e irricevibili le leggi di uno Stato democratico, è lo stesso signor Girotti che nel marzo del 2010 dichiarò quanto segue: Nel segreto del confessionale è più facile assolvere un pedofilo (pentito) che non una donna che ha abortito. Un tema scottante, ma nel campo sacramentale la disciplina e la prassi della Chiesa sono ferree. (…) Come si deve comportare un confessore che raccoglie la confessione di un  pedofilo? Che consigli fornite? Un penitente che si è macchiato di un delitto simile, se è è pentito sinceramente, lo si assolve. È chiaro che dinanzi a casi di persone consacrate soggette a disordini morali costanti e gravi (sottolineo: costanti e gravi) il confessore, dopo aver, senza successo, messo in atto tutti i tentativi per ottenere lassoluzione, consiglierà di abbandonare la vita ecclesiastica. Ma il confessore può andare dall’autorità giudiziaria e denunciarlo? Assolutamente no. Il confessore non solo non può imporgli l’autodenuncia, ma non può nemmeno recarsi da un magistrato per denunciarlo. Romperebbe il sigillo sacramentale. Una cosa gravissima. Se lo facesse il confessore incorrerebbe nella scomunica ipso facto, immediata (…). Perchè i confessori possono assolvere direttamente un omicidio, o anche un abuso sessuale, ma non possono assolvere una donna che ha abortito se non prima di avere ottenuto dal vescovo una dispensa speciale? L’aborto viene considerato un peccato riservato, diciamo speciale. Oltre all’aborto vi è la violazione del sigillo sacramentale, lassoluzione di un complice e la profanazione dell’eucarestia. Nel caso specifico è chiaro che la Chiesa vuole tutelare al massimo la vita della persona più debole, più fragile, e cosa c’è di più inerme di una vita che è in divenire e non è ancora nata?. A questo punto, oltre all’obbligo per i cosiddetti confessori di denunciare i pedofili all’autorità giudiziaria, proponiamo che il Parlamento irlandese e tutti i Parlamenti del mondo legiferino (ove già non l’abbiano fatto) sulla particolare aggravante del favoreggiamento della pedofilia costituita dalla posizione di autorità di chi se ne rende responsabile.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Tristi amorazzi senili": Roberto Maroni, Eugenio Scalfari e Gianfranco Fini.Per la serie "Tristi amorazzi senili": Roberto Maroni, Eugenio Scalfari e Gianfranco Fini.Per la serie "Tristi amorazzi senili": Roberto Maroni, Eugenio Scalfari e Gianfranco Fini.

Per la serie Tristi amorazzi senili: Roberto Maroni, Eugenio Scalfari e Gianfranco Fini.

 

Eugenio Scalfari: Berlusconi e Tremonti sono ormai due entità politicamente separate da un odio vero e duraturo, ma sono legati l’uno all’altro indissolubilmente. Questo è lo stallo in cui il Paese si trova. Strano a dirsi: chi se n’è reso conto e ha denunciato pubblicamente questa circostanza ha un nome assolutamente imprevisto: si chiama Roberto Maroni, nuovo vero leader della Lega Nord e ministro degli Interni. In un’intervista di ieri a Francesco Verderami, del Corriere della sera, il ministro degli Interni leghista solleva un caso che del resto è sotto gli occhi di tutti. Dice: “In Italia ci sono due presidenti del Consiglio. Uno è Berlusconi, l’altro è Tremonti. Ma il potere del superministro dell’Economia è di gran lunga maggiore di quello di Palazzo Chigi. Il superministro controlla la spesa con il Tesoro, l’entrata con la Finanze e la politica economica con il dipartimento del Bilancio. Ha a sua disposizione l’Agenzia delle entrate, la Ragioneria dello Stato, la Guardia di Finanza, la Cassa depositi e prestiti, la Banca del Sud, il Fondo d’intervento sulle imprese strategiche, la Consob. Tiene in esclusiva i contatti con l’Unione europea. In realtà Palazzo Chigi è ormai soltanto uno sportello che invia a destinazione alcune delle decisioni del superministro”. Questa è la diagnosi di Maroni, come si vede realistica e al tempo stesso impietosa. Ma ancor più impietosa è la terapia del ministro degli Interni: “Bisogna spacchettare il ministero dell’Economia e bisogna farlo presto. Tremonti deve restare ministro del Tesoro, chi meglio di lui? Ma poi ci dev’essere un ministro della Finanze, un ministro del Bilancio, uno ministro dello Sviluppo economico, che rispondano tutti e quattro a Palazzo Chigi, il quale coordina tra loro le politiche dei ministeri economici”. Come mai Maroni vuole proprio adesso spacchettare Tremonti? Ne teme la concorrenza nella guerra di successione in corso nella Lega? Oppure è un modo efficace per dare una scossa ai fondamenti dell’alleanza Berlusconi - Bossi, che ha in Tremonti il suo architrave, con l’obiettivo di far venir giù l’intero edificio dell’alleanza? La mossa di Maroni è quanto di più imprevisto e andrà seguita con la massima attenzione. (La Repubblica, domenica 24 luglio 2011). L’incurabile malattia infantile dello Scalfari, che in passato fu capace di andare in estasi per individui come il De Mita e il Veltroni, si aggrava ora fino a innamorarlo di un Maroni. Ma con un obiettivo (lo Scalfari non è tipo da amori disinteressati) del tutto consono alla sua qualità di esponente fra i più pericolosi della finta “sinistra” italiana e di massimo comun divisore della Sinistra vera: intralciare e possibilmente far cadere Pier Luigi Bersani, che lo Scalfari vede come il fumo negli occhi per i suoi timidi tentativi di restituire al Pd uno straccio d’identità. Post scriptum... Quando si dice le coincidenze: La Repubblica di oggi, che nelle pagine interne contiene il bel regalino scalfariano di cui sopra, in prima titola su tre colonne (e tutto d’un fiato): Fini: “Sì a un governo Maroni anche il Pd lo sosterrebbe”. Peccato che quella del Fini, proprio come quella dello Scalfari, non solo sia invece una pura speranza (parlo a nome del Terzo Polo e spero che anche il Pd non si sottragga alle responsabilità), ma è anche così vaga che il Fini stesso la contraddice poche righe dopo: Il Pd coltiva ancora la tentazione di mettere tutti insieme a sinistra. Come ieri, quando si illudeva di tenere insieme Dini e Bertinotti... Ah, che delusione questo Pd bersaniano che sembra (incrociamo le dita) preferire la Sinistra ai razzisti e ai neonazisti!

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Cattolici": Mimmo Laddaga, Nicola Vendola, Livia Turco, Margherita Bramato, Joseph Ratzinger e Alberto Tedesco.Per la serie "Cattolici": Mimmo Laddaga, Nicola Vendola, Livia Turco, Margherita Bramato, Joseph Ratzinger e Alberto Tedesco.Per la serie "Cattolici": Mimmo Laddaga, Nicola Vendola, Livia Turco, Margherita Bramato, Joseph Ratzinger e Alberto Tedesco.Per la serie "Cattolici": Mimmo Laddaga, Nicola Vendola, Livia Turco, Margherita Bramato, Joseph Ratzinger e Alberto Tedesco.

Per la serie Cattolici: Mimmo Laddaga, Nicola Vendola, Livia Turco, Margherita Bramato, Joseph Ratzinger e Alberto Tedesco.

 

Alberto Tedesco: Rosy Bindi non so che cosa voglia da me, sono anni che vive di politica. Certi livori non sono degni di un cattolico, sarebbe da scomunica. Io sono sempre stato cattolico, ma non amo sbandierarlo: la fede è una cosa privata che va esercitata pubblicamente e mi hanno fatto piacere le manifestazioni di solidarietà, tante, ricevute proprio da ambienti cattolici. La fede mi è servita a capire tante cose, a riflettere, a saper comprendere, a essere più mite, e anche a saper accettare quello che sarebbe accaduto. Mi ha aiutato nella difficile arte del perdono. Sento vicino padre Pio, per l’esempio che ha dato di sofferenza, di umiltà, di servizio, e confesso che in certi momenti difficili ho chiesto anche a lui il perché. Padre Pio mi ha aiutato, mi ha salvato. E la sanità cattolica, talvolta, funziona anche meglio della pubblica. Se dovessi scegliere dei manager, oggi in Puglia, chiamerei don Laddaga del Miulli, un galantuomo, e suor Margherita di Tricase. (L’Unità, domenica 24 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Come vorrei essere al posto di Topo Gigio": Nicola Latorre e Paolo Bonaiuti.Per la serie "Come vorrei essere al posto di Topo Gigio": Nicola Latorre e Paolo Bonaiuti.

Per la serie Come vorrei essere al posto di Topo Gigio: Nicola Latorre e Paolo Bonaiuti.

 

(su) Nicola Latorre: Il tribunale di Trani ha depositato nuove intercettazioni telefoniche sul direttore del Tg1, Augusto Minzolini, tra le quali quella in cui Paolo Bonaiuti, portavoce di Palazzo Chigi, chiede al direttorissimo, come lo chiama il Berlusconi, di non trattare male il senatore Nicola Latorre, considerato dal giudice il “riferimento” dell’area dalemiana nella Rai. (La Repubblica, sabato 23 luglio 2011). Già, ma... chi è Nicola Latorre? Semplicissimo: Il Latorre è colui che nel giugno del 2008 ebbe l’onore di essere definito, dalla giudice Clementina Forleo, complice di D’Alema in un disegno criminoso. Poi è colui che nel novembre del 2008, durante un dibattito in tv, passò un pizzino al Bocchino per aiutarlo contro Massimo Donadi, dell’Italia dei valori (ma questa, oggi che il Bocchino vien fatto passare per uomo di sinistra, rischia di passare a sua volta per un’azione di sinistra). Quindi è colui che nel dicembre del 2009 dichiarò di non essere affatto scandalizzato per la decisione del Comune di Milano di intitolare una via a Bettino Craxi. A seguire è colui che, sempre nel dicembre del 2009, sostenendo il diritto del Berlusconi di difendersi dal processo, arrivò ad affermare che sul cosiddetto processo breve (uno dei peggiori ricatti berluscìsti) Bersani non avesse posto alcun veto (il che, visto che Bersani non se lera nemmeno sognato, significa che in realtà gli intimò di non porlo). Successivamente è colui che nel novembre del 2010 propose di fondere il Partito democratico con Sinistra e libertà di Vendola (e non il contrario). E infine (per ora) è colui che nel febbraio scorso ha aperto qualche spiraglio sul ripristino dell’immunità parlamentare. Povero cocco di mamma sua.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Luigi Verzé: I magistrati si trovano di fronte a un quasi impenetrabile muro di riserbo, forse anche a seguito di una direttiva interna, che don Verzé ha inviato a manager e dipendenti, con cui invita tutti a non rilasciare dichiarazioni a stampa e inquirenti (vedi anche qui e qui). Intanto un’altra lettera del sacerdote noventunenne indirizzata a Cal è stata trovata tra le carte sequestrate dopo il suicidio: “Le voci maligne diranno che tu hai portato alla rovina il San Raffaele, ma io voglio dirti che so che l’hai fatto per una causa comune”... E proprio ieri, dietro le quinte dalla celebrazione dei funerali, mentre dipendenti e autorità politiche davano l’ultimo saluto a Cal, uno scontro feroce si è consumato tra alcuni parenti del defunto e un “fratello” della confraternita dei Sigilli, la cerchia ristretta (una decina di dirigenti della fondazione Monte Tabor) da sempre al fianco di don Verzé: “Siete voi ad aver permesso tutto questo,” hanno urlato alcuni parenti. (La Repubblica, sabato 23 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "I lupi cacciano in branco": Cappuccetto Rosso incontra alcuni dipendenti di Joseph Ratzinger e dei suoi predecessori.

Per la serie I lupi cacciano in branco: Cappuccetto Rosso incontra alcuni dipendenti di Joseph Ratzinger e dei suoi predecessori.

 

su (una parte de)i dipendenti di Joseph Ratzinger: “Questa non è Roma. Questa è la Repubblica d’Irlanda 2011, una repubblica fondata sul diritto”. Sono parole di fuoco quelle pronunciate dal primo ministro irlandese Enda Kenny contro il Vaticano. Ed è uno scontro durissimo quello che si è acceso negli ultimi giorni fra il governo di Dublino e la Santa Sede, surriscaldatosi ieri sera con la risposta del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Al centro del caso un dossier-shock di 400 pagine che accusa la Chiesa di aver coperto, “tre anni fa,” spiega Enda Kenny, “non trent’anni fa,” gli abusi commessi da 19 sacerdoti nei confronti di 40 persone. E chiamato pesantemente in causa sulla questione è monsignor John Magee, già segretario di ben tre papi, lo scorso anno rientrato definitivamente in patria. In serata padre Lombardi ha replicato alle accuse veementi di Dublino dichiarando che “la Santa Sede risponderà opportunamente alla domanda posta dal governo irlandese a proposito del rapporto sulla diocesi di Cloyne”. E in una nuova dichiarazione, seguita all’acuirsi della crisi, il portavoce vaticano ha poi aggiunto che “ci si augura che il dibattito in corso su temi così drammatici si sviluppi con la necessaria obiettività”. Ma l’attacco giunto da Dublino, proveniente dallo stesso primo ministro, è un affondo senza precedenti. Sia Enda Kenny che il Parlamento hanno infatti severamente censurato la Chiesa di Roma. Le istituzioni di Dublino hanno poi, in una mozione approvata all’unanimità, accusato le gerarchie cattoliche a Roma di aver messo gli interessi della Chiesa davanti a quelli delle vittime degli abusi. (La Repubblica, venerdì 22 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Giorgio Napolitano (ai magistrati e sui magistrati): Nell’avvio e nella conduzione delle indagini sappiate applicare scrupolosamente le norme e far uso sapiente ed equilibrato dei mezzi investigativi bilanciando le esigenze del procedimento con la piena tutela dei diritti costituzionalmente garantiti. Il discorso vale anche per le intercettazioni, cui non sempre si fa ricorso solo nei casi di assoluta indispensabilità per le specifiche indagini, e delle quali viene poi spesso divulgato il contenuto, pur quando esso è privo di rilievo processuale, ma può essere lesivo della privatezza dell’indagato o di soggetti estranei al giudizio. Evitate l’inserimento nei procedimenti giudiziari di riferimenti non pertinenti o chiaramente eccedenti rispetto alle finalità dei provvedimenti stessi, così come usate il massimo scrupolo per decidere l’apertura di un procedimento e, a maggior ragione, la richiesta o l’applicazione di misure cautelari... Dal 2007 ho chiesto ai magistrati di ispirare le proprie condotte a criteri di misura e riservatezza, a non cedere a fuorvianti esposizioni mediatiche, a non sentirsi investiti di improprie ed esorbitanti missioni, a non indulgere in atteggiamenti protagonistici e personalistici che possono mettere in discussione l’imparzialità dei singoli, dell’ufficio giudiziario cui appartengono, della magistratura in generale.

(L’Unità, venerdì 22 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Speriamo che alla fine ci rimangano solo loro": il Tremonti e il Berlusconi sul Titanic. (Immagine tratta dal sito "Fuoriditesta" e modificata).

Per la serie Speriamo che alla fine ci rimangano solo loro: il Tremonti e il Berlusconi sul Titanic. (Immagine tratta dal sito Fuoriditesta e modificata).

 

(su) Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi: A proposito della recente citazione di Tremonti sul Titanic, trascriviamo letteralmente da Walter Lord, A Night to Remember (New York: Henry Holt & Co., 1955, p. 107): “Quando affondò il Titanic (...) la classe sociale di ciascun passeggero fu uno dei fattori che determinarono chi sarebbe annegato o sopravvissuto. La lista ufficiale delle vittime dimostrò che su un totale di 143 viaggiatrici di prima classe, solo 4 perirono (delle quali 3 avevano scelto volontariamente di rimanere sulla nave). Fra le viaggiatrici della seconda classe, le vittime furono 15 su 93, e nella terza classe 81 donne su 179 affondarono con la nave. I passeggeri della terza classe ricevettero l’ordine di rimanere sottocoperta, e in alcuni casi l’ordine fu fatto eseguire sotto la minaccia delle armi. (Lettera a La Repubblica di giovedì 21 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "The Manchurian Candidate contro Pier Luigi Bersani": Filippo Penati.

Per la serie The Manchurian Candidate contro Pier Luigi Bersani: Filippo Penati.

 

(su) Filippo Penati: La procura di Monza ha iscritto nel registro degli indagati Filippo Penati, vice presidente del Consiglio regionale lombardo. Il sospetto dei magistrati è che l’esponente del Partito democratico, presidente della provincia di Milano per cinque anni ed ex coordinatore della segreteria di Bersani, abbia percepito tangenti per quattro miliardi di vecchie lire per i lavori nelle aree ex Falck a Sesto San Giovanni, di cui è stato sindaco tra il 1994 e il 2002. (La Repubblica, giovedì 21 luglio 2011). Figura ben nota a queste cronache, Filippo Penati (ex presidente della provincia di Milano trombato dopo aver espulso la Sinistra dalla giunta, persecutore dei Rom, nemico delle moschee, fautore delle ronde e dei soldati nelle città, favorevole ai respingimenti in mare, questuante senza successo di voti leghisti) dopo la trombatura elettorale è finito a coordinare la segreteria di Bersani non sappiamo per quali meriti. Ci piace supporre, poiché per il Pier Luigi conserviamo un residuo di stima, che vi sia stato collocato (da chi?, forse dal D’Alema?) come una sorta di bomba a tempo da far esplodere nel caso che Bersani cominciasse a dare fastidio...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Fabrizio Cicchitto (sull’autorizzazione della Camera all’arresto di Alfonso Papa): Il giacobinismo ha fatto tante vittime nel secolo scorso e rischia di farne altre anche in questo secolo. (La Repubblica, giovedì 21 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Lucio D'Ubaldo.

Lucio D’Ubaldo.

 

Lucio D’Ubaldo (piddìno chierichetto): Ho detto no all’arresto di Alberto Tedesco (senatore ex Pd passato al gruppo Misto, già assessore alla Sanità nella regione Puglia). E mi sono fatto due conti: siamo stati una quindicina nel gruppo del Pd a respingere la richiesta del tribunale di Bari. Lo abbiamo salvato un po’ noi e un po’ la Lega Nord. Sono garantista e la magistratura ha a disposizione altri strumenti per perseguire un cittadino. Votare l’arresto preventivo è un salto nel buio, e io non l’ho fatto. Vale anche per Papa, per quanto mi riguarda. Dalemiani, ex popolari, liberi pensatori. I no all’arresto ci sono stati anche nelle nostre file. Una scelta sacrosanta, anche se non organizzata. Sono rigoroso sulle questioni giudiziarie, ma dico no a misure prese quando il processo deve ancora cominciare. (La Repubblica, giovedì 21 luglio 2011). (Altri del Pd che hanno contribuito a salvare il Tedesco, secondo La Repubblica: Franco Marini, Franca Chiaromonte, Nicola Latorre, Colomba Mongiello, gli ultimi due pugliesi e dalemiani). D’Ubaldo, D’Ubaldo... chi è costui? È forse lo stesso D’Ubaldo, piddìno di Dio, che nel febbraio del 2009 votò con berluscìsti e leghìni l’obbligo di idratazione e alimentazione artificiale? O è per caso il D’Ubaldo che nell’aprile del 2009 chiese l’uscita del Pd dalla giunta del X Municipio di Roma “colpevole” di aver istituito e messo a disposizione di tutti i cittadini romani un registro dei testamenti biologici?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Il partito per spartirsi gli onesti": Angelino Alfano.

Per la serie Il partito per spartirsi gli onesti: Angelino Alfano.

 

Angelino Alfano: Il partito degli onesti non sarà mai il partito delle manette. (La Repubblica, mercoledì 20 luglio 2011).

E allora cosa sarà? Il partito del no no col ditino?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Piero Fassino: Io guadagno meno di 5.000 euro al mese, per dodici mensilità, per guidare una città di un milione di abitanti. E per questa scelta ho lasciato il Parlamento. Un assessore della mia giunta ha un’indennità di 2.500 euro al mese. Saremmo noi la casta? Bah... (La Repubblica, mercoledì 20 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Maestri di vita": Luigi Verzé.Per la serie "Maestri di vita": Luigi Verzé.

Per la serie Maestri di vita: Luigi Verzé.

 

(su) Luigi Verzé (vedi qui): Mario Cal, diventato potente, aveva sistemato il suo curriculum vitae con una laurea in economia (lui, che non parlava bene l’inglese) presa in un’università a New York: andata e ritorno in giornata sul Concorde, per quello che a molti è sembrato un miracolo. E poi non aveva mai spiegato la ragione di quel suo piccolo ma conosciuto segreto: quella pistola sempre addosso. La Smith & Wesson calibro 38 con cui si è ucciso ieri mattina, dopo aver pagato l’ultimo caffè. E intanto qualcuno ricorda una frase shock pronunciata in un’intervista da don Luigi, racconto di una sua visita in Vaticano: “Deve solo temere che la sua opera fallisca. Se fallisce, meglio che si compri una pistola e si spari”. (La Repubblica, martedì 19 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Che faccia ha un dipendente pubblico che vota per chi lo odia, deruba e distrugge il futuro suo e dei figli? Può averne infinite... Ma dentro sarà più o meno così.

Che faccia ha un dipendente pubblico che vota per chi lo odia, deruba e distrugge il futuro suo e dei figli? Infinite. Ma dentro sarà più o meno così.

 

(su) Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti: Nei prossimi quattro anni un dipendente pubblico vedrà “sparire” dal suo portafoglio fra gli 8.000 e gli 8.500 euro. Un dato medio calcolato sugli effetti che avranno sugli stipendi la manovra del 2010 e quella appena licenziata a tamburo battente dal Parlamento. Alla fine, spiega Michele Gentile, responsabile del dipartimento settori pubblici della Cgil, quando arriverà il 31 dicembre 2014 e tutte le norme saranno operative, ogni dipendente dello Stato lascerà sull’altare del rigore economico-finanziario fra i 210 e i 215 euro al mese. La cifra 8.000 - 8.500 euro è, come viene spiegato, un dato medio. Perché il taglio dello stipendio varia da settore a settore. Un docente di scuola, per esempio, perderà nei quattro anni quasi 8.000 euro. Ma un dirigente vedrà sparire circa 16.000 euro. Un ricercatore circa 7.500, il personale tecnico e amministrativo perderà in media 6.400 euro. (...) E il dipendente pubblico che si ammala? Il Tribunale dei malati - Cittadinanzattiva del Lazio denuncia che col ticket a 46 euro e con liste d’attesa di due o tre mesi, spendendo poco di più, 52 euro, si prenota una visita privata con un’attesa di due o tre giorni. Questa manovra del governo è una privatizzazione della Sanità non dichiarata. (La Repubblica, lunedì 18 luglio 2011). I soldi (e magari la perdita del lavoro, o la riduzione della pensione) son cose che capisce anche un dipendente pubblico talmente “ingenuo” da votare per chi gliele porta via. Così, adesso, i dipendenti pubblici “ingenui” hanno pubblicamente ricevuto, uno per uno, il loro bel certificato di “ingenuità”. Unica consolazione: avranno meno soldi da regalare alle cosiddette imprese dei loro camerati berluscisti ricchi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Quelli che non han bisogno di tagli perché se lo son già tagliato da soli": Roberto Formigoni.

Per la serie Quelli che non han bisogno di tagli perché se lo son già tagliato da soli: Roberto Formigoni.

 

(su) Roberto Formigoni: Formigoni, il governatore della Lombardia, da una località turistica, con tanto di yacht sullo sfondo, parla al Tg3 della necessità di tagliare gli sprechi. (La Repubblica, lunedì 18 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Giulio Tremonti: Ma Tremonti non è da meno quanto a improntitudine. Non parliamo dei suoi cinque anni di “finanza creativa” nella legislatura del 2001, basati sui condoni e sulle cartolarizzazioni senza coperture; parliamo di oggi, di questa manovra. Quando la presentò poco meno di due mesi fa era molto diversa e molto più mite di quella approvata il 14 luglio. Per lui bastava così e per la Commissione europea di Barroso anche. Poi ci fu il nerissimo venerdì e l’altrettanto nero lunedì successivo e la manovra fu radicalmente cambiata sotto la spinta di Napolitano e con i suggerimenti di Mario Draghi. Da 40 miliardi fu aumentata a 48 ma per metterla ancor più in sicurezza, una clausola di salvaguardia ne prevede altri 20 eventualmente riassorbibili nella riforma fiscale. Siamo dunque ad un totale di quasi 80 miliardi, un salasso di quelli che possono ammazzare un Paese se non saranno gestiti con altissima professionalità e con altrettanto solida credibilità. Osserviamo che il rapporto tra tagli di spesa e maggiori imposte raggiunge il 50%. La vera macelleria sociale è questa perché si tratta di imposte regressive. (...) Nel frattempo il ministro dell’Economia è tenuto a spiegare come sia stato possibile che le nomine nei consigli d’amministrazione di società controllate direttamente o indirettamente dal Tesoro siano state affidate a quel Milanese che non aveva altro titolo fuorché quello di essere un consulente del ministero, scavalcando il direttore generale Vittorio Grilli, che peraltro si è fatto tranquillamente scavalcare senza opporre alcuna resistenza. (Eugenio Scalfari, La Repubblica, domenica 17 luglio 2011). Governo e maggioranza hanno vilmente scaricato sulle spalle dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie a reddito basso e medio una manovra con un impatto regressivo senza precedenti. Hanno vilmente scaricato su regioni, province e comuni il compito di tagliare servizi essenziali ai cittadini o aumentare le tasse. Tremonti, con il taglio della deducibilità dei contributi versati all’Inps, propone di tassare due volte lo stesso reddito. (Stefano Fassina, Partito democratico, La Repubblica, domenica 17 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Immagini che sembrerebbero provare una totale insensibilità fisica di Silvio Berlusconi": Silvio Berlusconi e Luigi Verzé.

Per la serie Immagini che sembrerebbero provare una totale insensibilità fisica di Silvio Berlusconi: Silvio Berlusconi e Luigi Verzé.

 

(su) Luigi Verzé: Il primo stop alle sue conquiste è a Roma, quando il suo ospedale non ottiene la convenzione con il pubblico ed è guerra dichiarata con il ministro della Sanità, Rosy Bindi, che il Verzé accusa di “sovietismo statalista”. Ma va avanti, niente lo ferma, e lancia il progetto dell’Università Vita e salute: non solo una facoltà di medicina, anche filosofia, affidata a Massimo Cacciari. Ma apprezza anche Nichi Vendola e con lui lancia un progetto per la sanità d’eccellenza in Puglia. Il lusso, l’esagerazione, fanno parte di lui. Si giustifica citando san Tommaso, “Il bello è lo splendore del vero,” e davanti alla sua scrivania Luigi XVI impone che gli ospiti siedano su due sedie ribassate, così che sia chiaro chi tiene il bastone del comando. Per i suoi novanta anni, il 14 marzo del 2010, dà una festa con “alcuni amici”: tra loro Berlusconi, il cardinale Martini, la first lady dell’Azerbaijan, Mehriban Aliyeva (al Berlusconi non sarà parso vero..., n.d.r.). E in quell’occasione lancia l’ultima delle sue creature: il Quo vadis, il centro di ricerca sulla longevità che dovrà permettere di vivere fino a 120 anni. A tutti, ma a cominciare dall’amico Silvio. Ha scritto diversi libri (Pelle per pelle, Io e Cristo) e una delle frasi del Vangelo che preferisce è “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. (Cinzia Sasso, La Repubblica, sabato 16 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Silvio Berlusconi descrive la sua caduta nella doccia (da "La Repubblica" di sabato 16 luglio 2011)

Silvio Berlusconi descrive la sua caduta nella doccia (da La Repubblica di sabato 16 luglio 2011)

Eh, le cabine doccia troppo vaste, quando uno non è abituato a trovarle deserte, fanno di questi scherzi...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Silvio Berlusconi: Non sono arrabbiato, di più... Ho letto sui giornali che mi si attribuisce un silenzio inspiegabile, ma invece è molto chiaro: le cose che sono recentemente accadute, e che mi hanno anche riguardato da vicino, sono tali che se io dicessi quello che penso davvero, farei qualcosa che non coincide con l’interesse del Paese, che in questo momento è sotto gli attacchi internazionali. Il mio senso di responsabilità mi ha quindi impedito di dichiarare quello che penso a riguardo. (La Repubblica, sabato 16 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Silvio, grazie di esistere": una berluscista ubbidiente mentre cerca di farsi il segno della croce col gomito.

Per la serie Silvio, grazie di esistere: una berluscista ubbidiente mentre cerca di farsi il segno della croce col gomito.

 

Silvio Berlusconi: Agli italiani con il nostro governo è andata molto bene. Da farsi il segno della croce con il gomito, come dicono a Milano. Per questo dobbiamo continuare a governare noi. La sinistra avrebbe certamente appioppato a tutte le famiglie una bella imposta patrimoniale. (Dichiarazione resa alla pidiellìna Mariarosa Rossi. Citata da L’Unità di venerdì 15 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "La colpa dei ritardi dei Grandi è sempre del maggiordomo, o tutt'al più del droghiere": Ignazio La Russa.

Per la serie La colpa dei ritardi dei Grandi è sempre del maggiordomo, o tutt’al più del droghiere: Ignazio La Russa.

 

(su) Ignazio La Russa e Silvio Berlusconi: I funerali solenni del caporalmaggiore Roberto Marchini, ucciso martedì in Afghanistan, si sono celebrati ieri nella basilica di Santa Maria degli Angeli, a Roma. Assente Berlusconi. L’aereo che ha portato in Italia la salma è stato costretto a volteggiare per mezz’ora su Ciampino: il ministro La Russa era in ritardo. (La Repubblica, venerdì 15 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Compagno Nichi? No, frate Nicola": Nicola “Nichi” Vendola ringraziato da Gesù per i suoi buoni consigli. (Immagine tratta da "Segnalazioni").

Per la serie Compagno Nichi? No, frate Nicola: Nicola “Nichi” Vendola ringraziato da Gesù per i suoi buoni consigli. (Immagine tratta da Segnalazioni).

 

Nicola “Nichi” Vendola (alla presentazione del libro Oltre i partiti, del noto veltroniano Goffredo Bettini): Nel Pci mi dicevano che non si doveva dire amico, che bisognava dire compagno. Ho passato tutta la vita a ripetermi questa frase. Ma ora ho capito che era una stronzata, perché è stato un alibi per molti crimini. Io preferisco stare con molti amici, che mi aiutano a crescere. (L’Unità, venerdì 15 luglio 2011). Tranquilli, è solo una fase: tra poco preferirà stare coi fratelli.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Sì, vabbe', ma la faccia come che cosa?": Virginio Merola.

Per la serie Sì, vabbe’, ma la faccia come che cosa?: Virginio Merola.

 

(su) Virginio Merola (neosindaco piddìn-chierichetto di Bologna, noto tra l’altro per aver dichiarato che chi si sposa, rispetto a chi non lo fa, si assume una responsabilità maggiore che deve essere riconosciuta anche dal Comune): A Bologna quelli del comitato Articolo 33 chiedevano un referendum consultivo contro il piano comunale per finanziare gli istituti privati con un milione di euro, confermato dalla nuova giunta di Virginio Merola. I cinque garanti del Comune, però, l’hanno bocciato e definito discriminatorio e incostituzionale. (Il Venerdì di Repubblica, 15 luglio 2011). Lo dicevamo, noi, che battezzarlo Virginio era stato solo il primo passo...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Rupert Murdoch e tutti i padronacci: Ogni tanto qualcosa ti fa pensare che forse Dio esiste sul serio. La settimana scorsa abbiamo vissuto uno di quei momenti. Sono lieto di annunciarvi che Rupert Murdoch, l’uomo davanti a cui tremavano primi ministri e interi continenti, il pezzo grosso dei mezzi d’informazione che aveva scoperto il segreto del profitto eterno, all’improvviso è nella merda fino al collo (vedi qui, qui e qui, n.d.r.). (...) Mi sembra evidente che la cultura giornalistica dell’illegalità, dell’esagerazione e della menzogna derivi direttamente dalla cultura aziendale della prepotenza e dell’inganno. (David Randall, Internazionale, venerdì 15 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Le più impressionanti somiglianze figlia-padre della Storia dell'Umanità": Marina Berlusconi. (Ma ScuolAnticoli sconsiglia di cliccare sulla miniatura per ingrandirla).

Per la serie Le più impressionanti somiglianze figlia-padre della Storia dell’Umanità: Marina Berlusconi.

(Ma ScuolAnticoli sconsiglia di cliccare sulla miniatura per ingrandirla).

 

Marina Berlusconi: A mente fredda dico con chiarezza che c’è un tentativo, fin troppo evidente, di cancellare le nostre aziende dalla storia economica di questo Paese. E con altrettanta chiarezza dico che non ci riusciranno... Carlo De Benedetti è un capitalista cannibale. (La Repubblica, giovedì 14 luglio 2011). Veramente, noi ci accontenteremmo di vedere il padre in galera, i due figli maggiori in due camere e cucina ciascuno (con millecinquecento euro a testa di sussidio statale), il Confalonieri mantenuto a vita su una nave da crociera purché si esibisca come one man band davanti ai passeggeri e le aziende dirette dall’assemblea dei dipendenti.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Rupert Murdoch e la finta “sinistra” di Tony Blair: Il futuro dell’impero Murdoch appare incerto, scosso dallo scandalo delle intercettazioni illegali. Deputati del Labour auspicano che sia l’addio all’Inghilterra per un uomo che ne ha spesso condizionato le campagne elettorali, un oligarca capace di fare e disfare i leader con spregiudicate capriole ideologiche: a favore di Margaret Tatcher, poi di Tony Blair. (La Repubblica, giovedì 14 luglio 2011). Nessuna capriola e niente di spregiudicato: quella della Tatcher era destra vera, quella di Blair era (ed è) sinistra finta, dove sarebbe la spregiudicata capriola del Murdoch?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Maurizio Paniz (a destra) quando era il difensore di Elvo Zornitta.

Maurizio Paniz (a destra) quando era il difensore di Elvo Zornitta.

 

(su) Maurizio Paniz e gli altri: Intesa raggiunta, rivolta domata. Nel Parlamento occupato da intere file di avvocati (42 solo alla Camera e solo del Pidièlle) la norma contenuta nella manovra finanziaria di liberalizzazione della professione forense ha avuto cinque ore di vita. Comparsa nel primo pomeriggio, è scomparsa prima che facesse notte in virtù della resa incondizionata del governo sottoscritta dal ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto: l’ordine professionale non sarà più abolito. La rivolta è stata guidata da Maurizio Paniz (l’avvocato noto per aver chiesto al Parlamento di ritenere verosimile la parentela di Ruby con l’ex presidente egiziano Mubarak)... Mezz’ora dopo, la retromarcia governativa. Felici e sazi per la guerra lampo, il plotone di legali che popola il Parlamento si è diretto a cena. Finalmente senza pensieri. (Antonello Caporale su La Repubblica di giovedì 14 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Donald Sutherland nel remake de "L'invasione degli ultracorpi" girato da Philip Kaufman nel 1978: la faccia dello Stato etico.

Donald Sutherland nel remake de L’invasione degli ultracorpi girato da Philip Kaufman nel 1978: la faccia dello Stato etico.

 

(su) i ladri di vita di destra e di finta “sinistra”: In un’aula rissosa e distratta, con qualche fischio e pochi applausi, la legge sul biotestamento è stata approvata ieri alla Camera in una giornata scandita da critiche e polemiche. Blindata la maggioranza, compatta sul sì insieme all’Uddiccì, divisa l’opposizione, con una parte degli ex popolari (circa 20) che hanno votato con il centrodestra, mentre altri 13, tra cui Pierluigi Castagnetti e Sergio D’Antoni, si sono astenuti perché contrari, hanno affermato in un documento, a una legge sul fine vita. Beppino Englaro: “È una legge irrispettosa, un insulto al buon senso dei Cittadini e soprattutto è incostituzionale: né un medico né uno Stato può disporre della mia salute. Questa è una legge da Stato etico, nel senso che decidono loro cosa è giusto o sbagliato anche per me. Quando dicono che la vita è indisponibile, parlano come uno Stato confessionale: io sono laico e vorrei che la politica rispettasse anche il mio sentire. Non sanno proprio cos’è il primato della coscienza personale”. (La Repubblica, mercoledì 13 luglio 2011). Rosy Bindi: “Questa è la prova tecnica del partito dei cattolici”. (L’Unità, mercoledì 13 luglio 2011). Certo: sia nel voto di oggi sia nelle manovre sotto la tonaca del Bertone lo zampino di Giuseppe “Beppe” Fioroni è più che evidente.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Tutto il mondo (della finta 'sinistra') è paese": Blair che si beve Murdoch e Veltroni che si beve Berlusconi.Per la serie "Tutto il mondo (della finta 'sinistra') è paese": Blair che si beve Murdoch e Veltroni che si beve Berlusconi.

Per la serie Tutto il mondo (della finta “sinistra”) è paese: Blair che si beve Murdoch e Veltroni che si beve Berlusconi.

 

(su) Tony Blair: “Sono scioccato che lei non sia scioccato”. Così lanchor della Cnn, Wolf Blitzer, ha detto all’ex premier britannico Tony Blair, suo ospite sullo scandalo intercettazioni che ha coinvolto i tabloid di Rupert Murdoch. Interpellato su quanto si sta scoprendo in questi giorni, Blair aveva detto di non essere troppo stupito dei fatti, dopo “cinquant’anni ai vertici della politica, e Blitzer ha reagito. (La Repubblica, mercoledì 13 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Il tg e il suo traino": il Minzolini e il Berlusconi.

Per la serie Il tg e il suo traino: il Minzolini e il Berlusconi.

 

(su) Augusto Minzolini: Faccio solo osservare che il Tg1 è l’unico tg nella storia della tv mondiale che fa meno share del suo traino, il programma che lo precede. (Mauro Mazza, direttore Rai1, La Repubblica, 13 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Giorgio Napolitano e il partito trasversale del no a elezioni anticipate: E ancora una volta è il presidente a dover prendere in mano la situazione: “Oggi più che mai dovrebbe sprigionarsi nel nostro Paese un impegno di coesione nazionale di cui c’è bisogno per affrontare le difficili prove che sono all’ordine del giorno (traduzione: per distruggere definitivamente il welfare e i Diritti cedendo al ricatto del nazismo finanziario globale bisogna essere tutti uniti). Un appello ad approvare la manovra in modo bipartisan raccolto dall’opposizione. Così, in serata, il Quirinale tira le somme: “Il presidente Napolitano ha preso nota con viva soddisfazione degli annunci dell’opposizione nel senso di un impegno a concorrere, con pochi qualificati emendamenti, a una rapidissima approvazione della necessaria manovra. Ci si attende che a ciò corrisponda l’immediata disponibilità di governo e maggioranza a condurre le consultazioni e a ricercare convergenze”. E così sarà. (...) Resta ferma la richiesta dell’opposizione a non inserire un nuovo salva-Fininvest e a rinunciare alla fiducia. In serata, dal Cairo, il segretario Bersani aggiunge: “Berlusconi non mi ha ancora chiamato. Se mi chiama, il confronto si fa in Parlamento. Ci stiamo comportando così per l’Italia, non per Berlusconi. Ma voteremo contro la manovra. (La Repubblica, martedì 12 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Riprendiamoci la vita (degli altri)": il Fioroni e il Gasbarra.Per la serie "Riprendiamoci la vita (degli altri)": il Fioroni e il Gasbarra.

Per la serie Riprendiamoci la vita (degli altri): il Fioroni e il Gasbarra.

 

(su e di) Giuseppe “Beppe” Fioroni ed Enrico Gasbarra: Biotestamento, oggi il voto. Il Pd: vendetta contro Eluana. Volata finale alla Camera. Alimentazione e idratazione artificiali vengono escluse dalle dichiarazioni anticipate di trattamento. La legge riguarda anche chi è incapace di capire le informazioni sul trattamento sanitario. Sarà valida solo la dichiarazione anticipata espressa nelle forme previste dalla legge, escluse le altre. Ma le volontà espresse dal paziente non saranno vincolanti per il medico curante. E la maggioranza appare non solo blindata e forte con i voti di Pidièlle, Uddiccì e Lega Nord, ma supportata anche da un piccolo gruppo di deputati del Pd (circa una ventina), tra cui Enrico Gasbarra e Giuseppe Fioroni. Fioroni: “La vita è un bene disponibile, di cui noi possiamo decidere? È lecito, mi chiedo, lasciarsi morire?” (La Repubblica, martedì 12 luglio 2011). No, quando mai: secondo il Fioroni ci si dovrebbe vivere per forza, in un mondo in cui ci sono tipi come lui.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Il richiamo del Porcellum": il Veltroni, il Vendola e il Di Pietro.Per la serie "Il richiamo del Porcellum": il Veltroni, il Vendola e il Di Pietro.Per la serie "Il richiamo del Porcellum": il Veltroni, il Vendola e il Di Pietro.

Per la serie Il richiamo del Porcellum: il Veltroni, il Vendola e il Di Pietro.

 

(su) Walter Veltroni, Antonio Di Pietro, Nicola “Nichi” Vendola e tutti i porcellisti: Legge elettorale, al via il controreferendum. L’asse Veltroni - Di Pietro - Vendola deposita i quesiti. Mentre Stefano Passigli, che invece aveva rinunciato al referendum suo e di numerosi esponenti della società civile (vedi qui, qui, qui, qui e qui) raccogliendo l’appello di Bersani a favore della nuova legge elettorale proposta dal Pd, ora accusa la squadra di Castagnetti, Veltroni e Parisi: “Sono doppiamente scorretti: da un lato la doppiezza per fermare il nostro referendum, senza nessuna ricerca d’intesa; dall’altro l’attacco di fatto a Bersani. In un Paese che frana”.

(La Repubblica, martedì 12 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Ferruccio Fazio e Mariastella Gelmini: “Troppo tempo per diventare medici” e il governo taglia un anno di studi. Via al piano Fazio - Gelmini: “Così l’Italia avrà più specialisti. (La Repubblica, martedì 12 luglio 2011). Anzi, già che ci siete, fate medico chiunque autocertifichi di esserlo e abbia almeno 8 anni di età: vedrete quanti altri bei soldi potrete sottrarre all’Università e alla Scuola.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

È questa l’educazione cattolica da prendere in mano? (Immagine tratta dal sito "Segnalazioni").

È questa l’educazione cattolica da prendere in mano?

(immagine tratta da Segnalazioni)

 

(su e di) Giuseppe “Beppe” Fioroni e i suoi amichetti: Rocco Buttiglione, presidente dell’Uddiccì, è fra i protagonisti di una serie di incontri riservati che va avanti già da alcune settimane. L’ultimo lunedì scorso, alla parrocchia salesiana del Sacro Cuore di Gesù, via Marsala a Roma. Questa volta erano in tanti. Oltre a Buttiglione, Beppe Fioroni (Piddì), Beppe Pisanu (Pidièlle), Paola Binetti, Savino Pezzotta e Lorenzo Cesa (Uddiccì), il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. Con loro le sigle dell’associazionismo cattolico, dai Focolarini alla Compagnia delle opere, dagli Scout alle Acli, dal Movimento cristiano lavoratori alla Comunità di Sant’Egidio rappresentata da Andrea Riccardi. “C’è bisogno,” spiega il democratico Fioroni, “di riprendere in mano la formazione politica dei ragazzi cattolici, di dare una prospettiva a loro e al Paese. È più un impegno culturale che politico. Il modello è il codice di Camaldoli”, il documento, varato tra gli altri da Andreotti, Moro, Taviani e La Pira nel 1943, che fu la base della politica economica della Democrazia cristiana. (La Repubblica, lunedì 11 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Giorgio Napolitano: Maggioranza e opposizione devono concordare sulla necessità di conseguire l’obiettivo del pareggio di bilancio. Voglio che questo obiettivo non sia messo in discussione da nessuna parte politica.

(La Repubblica, lunedì 11 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Vendiamo l'Italia e scappiamo": Enrico Letta.

Per la serie Vendiamo l’Italia e scappiamo: Enrico Letta.

 

Enrico Letta: È arrivato il momento di cominciare a parlare di privatizzazioni. Penso a Poste, Ferrovie, Eni, Enel, Finmeccanica e alle 20.000 aziende partecipate dagli enti locali. (La Repubblica, lunedì 11 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Il trenino della Storia": Marina, Lupi, Verdini, Bondi e Ghedini. Per Alfano non bastava lo spazio, ma tanto...Per la serie "Il trenino della Storia": Marina, Lupi, Verdini, Bondi e Ghedini. Per Alfano non bastava lo spazio, ma tanto...Per la serie "Il trenino della Storia": Marina, Lupi, Verdini, Bondi e Ghedini. Per Alfano non bastava lo spazio, ma tanto...Per la serie "Il trenino della Storia": Marina, Lupi, Verdini, Bondi e Ghedini. Per Alfano non bastava lo spazio, ma tanto...Per la serie "Il trenino della Storia": Marina, Lupi, Verdini, Bondi e Ghedini. Per Alfano non bastava lo spazio, ma tanto...

Per la serie Il trenino della Storia: Marina, Lupi, Verdini, Bondi e Ghedini. Per Alfano non bastava lo spazio, ma tanto...

 

(su) Silvio Berlusconi (condannato a pagare 560 milioni di euro di risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti per avergli sottratto la Mondadori corrompendo un giudice): È una sentenza che sgomenta e lascia senza parole: la Fininvest, che ha sempre operato nella più assoluta correttezza, viene colpita in modo inaudito, strumentale e totalmente ingiusto. È l’ennesimo scandaloso episodio di una forsennata aggressione portata avanti da anni contro mio padre, con tutti i mezzi e su tutti i fronti, compreso quello imprenditoriale ed economico. E il parzialissimo ridimensionamento della sanzione rispetto al giudizio di primo grado nulla naturalmente toglie alla incredibile gravità del verdetto. Neppure un euro è dovuto da parte nostra, siamo di fronte a un esproprio (Marina Berlusconi). In qualsiasi Paese, una sentenza che intima al leader di maggioranza di risarcire il vero leader dell’opposizione avrebbe suscitato unanime condanna (Maurizio Lupi). La valorizzazione dell’intera Mondadori oggi è di gran lunga inferiore a 560 milioni: può un risarcimento valere più dell’azienda nel suo complesso? Se non è persecuzione questa... (Denis Verdini). Ci vorrebbero osservatori internazionali per una giustizia come questa, amministrata come nei Paesi totalitari (Sandro Bondi). La sentenza va contro ogni logica processuale e fattuale: la Cassazione la annullerà (Niccolò Ghedini). Tutto il partito è vicino al premier con determinazione (Angelino Alfano). (La Repubblica, domenica 10 luglio 2011). Siamo contenti per il De Benedetti. Riteniamo, tuttavia, che dovrebbe devolvere i 560 milioni in beneficenza. Chi se non il De Benedetti, infatti, nel 1984 (insieme al Formenton) favorì in modo determinante l’ascesa del Berlusconi vendendogli Rete4, il cui fallimento aveva provocato nelle casse della Mondadori un buco di 150 miliardi di lire? A quei tempi il Berlusconi aveva già Canale 5 e Italia 1, tv che bastava guardare per una sera per capire chi le faceva e quale pericolo rappresentava. Ma il De Benedetti evidentemente non capì, o l’avrebbe data al diavolo, piuttosto, Rete4. Chi è causa del suo mal...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "I grandi perseguitati politici": Saverio Romano.

Per la serie I grandi perseguitati politici: Saverio Romano.

 

(su) Saverio Romano (pidiellìno ministro dell’Agricoltura): Dopo la decisione del gip, Romano da indagato diventa imputato. Il pm Nino Di Matteo, pur concludendo per la richiesta di archiviazione nei confronti del ministro, aveva evidenziato come dall’indagine emergesse “un quadro preoccupante di evidente contiguità con le famiglie mafiose”, ma il gip è andato ben oltre motivando la sua richiesta di imputazione coatta con il fatto che le condotte di Romano “non appaiono arrestarsi alla soglia della contiguità dell’indagato al sistema mafioso, ma rappresenrtano una perdurante, consapevole e interessata apertura verso componenti di primaria importanza dell’organizzazione mafiosa, apertura che si è ripetutamente tradotta e concretizzata in specifici, consapevoli e volontari contributi rilevanti per la vita di Cosa nostra. (La Repubblica, sabato 9 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Interlocutori o gemelli?": Moretti e Milanese.Per la serie "Interlocutori o gemelli?": Moretti e Milanese.

Per la serie Interlocutori o gemelli?: Moretti e Milanese.

 

Mauro Moretti (amministratore delle Ferrovie dello Stato): Sì, è sempre stato Milanese il nostro interlocutore per il Tesoro. Anche se alla fine decido io. (La Repubblica, domenica 10 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Provate a toglierci il Porcellum e vi meniamo col Mattarellum": Tonini, veltroniano, e Veltroni, berlusconiano.Per la serie "Provate a toglierci il Porcellum e vi meniamo col Mattarellum": Tonini, veltroniano, e Veltroni, berlusconiano:

Per la serie Provate a toglierci il Porcellum e vi meniamo col Mattarellum: Tonini, veltroniano, e Veltroni, berlusconiano.

 

Walter Veltroni: Voglio rivolgermi, con stima e rispetto, ai promotori del referendum Passigli (vedi qui, qui, qui e qui). Esso finisce col dividere il fronte riformista nel momento in cui c’è bisogno di unità per chiudere definitivamente la stagione berlusconiana. Traduzione: siamo pronti a dividere il fronte riformista, anche in un momento come questo, pur di impedirvi di abrogare la legge Porcellum e tornare al proporzionale, che libererebbe il Pd da quasi tutti i chierichetti iperliberisti e filoberluscisti come me. (Su) Walter Veltroni e tutti i chierichetti iperliberisti e filoberluscisti come lui: Stefano Passigli capitola, e blocca la raccolta delle firme del referendum Riprendiamoci il voto, contro il Porcellum, già iniziata da una settimana... Ma quelli del contro-referendum non si fidano. E pensano di non retrocedere, o almeno non ora, e di depositare lunedì i quesiti in Cassazione. “Vedremo cosa accade, perché questo può voler dire tutto o niente,” commenta Giorgio Tonini, veltroniano... Parisi rilancia: “Il referendum è l’unica strada per cambiare qualcosa. Berlusconi ci dice che il tempo è scaduto, conviene che ce ne facciamo una ragione, e che la legge elettorale resta questa”. Anche Di Pietro offre il suo appoggio ai pro-Mattarellum. E anche Sel, il movimento di Vendola, è più favorevole al ritorno del Mattarellum e ai quesiti referendari che lo ripristinano. “Il referendum pro-Mattarellum è un dovere,” insiste Mario Barbi. (La Repubblica, sabato 9 luglio 2011). Mai stanchi di fare esercizio di memoria, ricordiamo che il Tonini è lindividuo che nel settembre 2009 dichiarò che di fronte alla mozione Bersani e ad alcuni suoi sostenitori andava sollevata una grande questione democratica e civile; che nel novembre 2009 insinuò che ripresentare il lodo Alfano sotto forma di legge costituzionale era un’idea che andava valutata; e che nel settembre 2010 sostenne che con Bersani il Pd ha perso tutta la sua autorevolezza.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Lo zoccolo duro": Daniela Santanchè.

Per la serie Lo zoccolo duro: Daniela Santanchè.

 

Daniela Santanchè: Ripeto: si deve candidare Berlusconi. Ma, sapendo quanto crede nelle donne e quanto le ha premiate nelle proprie aziende, quanto le ha fatte avanzare anche nel partito e nel governo, mi aspetto che, se proprio deve scegliere un candidato al suo posto, indichi una donna. Marina Berlusconi? Non so chi, non faccio nomi. Ma lo zoccolo duro di Berlusconi sono sempre state le donne e dopo di lui non potrà che esserci una donna. (La Repubblica, sabato 9 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Testimoni che lo chiamino bello sono ovviamente inattendibili": Francesco Barbato.

Per la serie Testimoni che lo chiamino bello sono ovviamente inattendibili: Francesco Barbato.

 

(su) Francesco Barbato: Agli atti sono allegate intercettazioni tra l’inquisito Paolo Viscione, accusatore di Milanese, e il parlamentare Francesco Barbato, dell’Iddivvù, conosciuto come autore di denunce e interpellanze contro abusi. Nelle stesse carte si parla anche di Antonio Milo. Entrambi i parlamentari non risultano indagati. Interrogato dal pm Piscitelli su tali rapporti, Viscione fa, tuttavia, dichiarazioni non ancora riscontrate: “(Barbato, n.d.r.) è una persona che sta con Di Pietro, e poi mi dà appuntamenti. Quindi alla fine mi vede alla caffetteria Solano, mi chiede 20.000 euro di consulenza e io gli dico: senti, per contanti, senti, bello, vattene”.

(La Repubblica, sabato 9 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) le Multinazionali dell’istupidimento di massa: Spiate illegali, bufera sui tabloid. Murdoch: “Chiudo News of the world”... Ormai sarebbero 4.000 le persone a cui i reporter avevano manomesso il telefonino in cerca di indiscrezioni piccanti o atroci, ed è un elenco raccapricciante, non più solo principi, calciatori, starlette, ma vedove di guerra, madri di bambine scomparse, genitori di figlie violentate e assassinate. (La Repubblica, venerdì 8 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "La notte porta consigliere": il Tremonti e il suo (ex) consigliere, Milanese.Per la serie "La notte porta consigliere": il Tremonti e il suo (ex) consigliere, Milanese.

Per la serie La notte porta consigliere: il Tremonti e il suo (ex) consigliere, Milanese.

 

(su) Giulio Tremonti e Marco Milanese: Una casa prestigiosa nel cuore di Roma. Simbolo, forse, di un nuovo rompicapo politico-giudiziario. In quell’appartamento cinquecentesco abita infatti il ministro Giulio Tremonti, mentre a pagare il pesante canone di 8.500 euro, ogni mese, da alcuni anni, è il suo discusso braccio destro, il deputato pidiellìno Marco Milanese: l’ex ufficiale della Finanza e consigliere politico del ministro fino a pochi giorni fa, già da un anno travolto da accuse e da ieri destinatario di un ordine di custodia in carcere. Pesanti le contestazioni per lui: associazione per delinquere, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio. Il deputato è accusato di aver “estorto” a un imprenditore, Paolo Viscione (già in carcere per frode) circa un milione di euro tra viaggi, contanti, gioielli in oro e brillanti per lui e la compagna, in cambio della promessa di aggiustare le indagini che riguardavano quel faccendiere. E di aver incassato altri benefici e vantaggi personali in cambio di nomine per altri due soggetti, arrestati ieri, in società controllate dal ministero dell’Economia, come “Ansaldo Breda, Ferrovie dello Stato, Oto Melara ed altre”... Fino a quando, nel 2008, a 49 anni, Marco Milanese decide che può cominciare una nuova vita. Da onorevole. E sceglie due nuovi compagni di strada. In politica, Nicola Cosentino, di cui è vice-coordinatore per la Campania. Nella vita, Manuela Bravi, la portavoce di Tremonti, per la quale lascia la moglie. E che conquista con squisiti regali sempre pagati da altri e “comprati” con notizie coperte da segreto che raccatta al Comando generale della Finanza, dove, da ultimo, ha scommesso su un giovane alto ufficiale, considerato un astro nascente: Giuseppe Zafarana, pupillo di Pollari. Già, i regali: orologi tempestati di gemme, “un magnifico trittico di Mirò”, un viaggio a New York per un indimenticabile capodanno da 58.000 euro... Ma l’inchiesta su Marco Milanese documenta qualcosa di più e di più grave di un’umiliante storia di corruzione. Racconta il vincolo di fedeltà e appartenenza di alti ufficiali della Guardia di Finanza non al Paese, ma a una parte politica, il Pidièlle. Fotografa generali divisi in “due cordate” che si contendono un rapporto fiduciario con Palazzo Chigi e la cui posta in gioco è, nell’immediato, la nomina del nuovo comandante generale. Una cordata che “fa capo al presidente del Consiglio”. L’altra che risponde a Milanese, giù ufficiale della Finanza, consigliere del ministro Giulio Tremonti, che del Corpo è vertice politico e funzionale. Entrambe pronte a soffiare notizie coperte da segreto. (La Repubblica, venerdì 8 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "A pari merito": Tremonti e Brunetta.Per la serie "A pari merito": Tremonti e Brunetta.

Per la serie A pari merito: Tremonti e Brunetta.

 

Giulio Tremonti e Renato Brunetta: Questo è proprio un cretino (Giulio di Renato). Qui il prunto non è l’epiteto, la parola cretino, che a volte può anche scappare. Basta vedere cosa succede nelle redazioni al momento della chiusura, se uno sentisse gli insulti che volano nel momento di massima tensione dubiterebbe che il giorno dopo il giornale possa uscire. Ma poi in edicola ci arriva e io sono uno che guarda al prodotto finito... Ma io sono uno serio, trasparente ed efficiente, e nella conferenza stampa di mercoledì ho solo spiegato la sostenibilità sociale della manovra per il pubblico impiego. Perché nella sua stesura ho difeso il potere d’acquisto dei salari pubblici, ai quali del resto togliamo solo seicento milioni, anche se ovviamente avrei preferito dare anziché tagliare... Rigore e sostenibilità, insomma, ma lui evidentemente alla sostenibilità non pensa... Quella di Tremonti è stata una reazione scomposta e volgare, paradossale visto che stavo difendendo la sua, di manovra. E continuo a difenderla con convinzione, perché sono convinto che non stiamo facendo macelleria sociale... Ed è proprio questo che ha fatto impazzire Tremonti... Me lo ha spiegato lui stesso quando si è venuto a scusare... Mi ha detto che i mercati sono l’unica cosa che gli interessa e che i mercati oggi si aspettano che facciamo e rivendichiamo tagli pesanti. Se invece vai a dire che in fondo la manovra non incide più di tanto sul pubblico impiego, i mercati ne traggono la conclusione che nella Finanziaria non c’è niente (Renato di Giulio). (La Repubblica, venerdì 8 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Berluscìsti televisivi ad honorem": Antonio Di Pietro e Piero Fassino.Per la serie "Berluscìsti televisivi ad honorem": Antonio Di Pietro e Piero Fassino.Per la serie "Berluscìsti televisivi ad honorem": Antonio Di Pietro e Piero Fassino.

Per la serie Berluscìsti televisivi ad honorem: Antonio Di Pietro e Piero Fassino.

 

(su) Antonio Di Pietro, Walter Veltroni, Arturo Parisi e Pierluigi Castagnetti: Antonio Di Pietro (vedi qui e qui) ha incontrato ieri alcuni promotori del referendum per il ritorno al mattarellum. E a Walter Veltroni, Arturo Parisi e Pierluigi Castagnetti il leader dell’Idv avrebbe promesso un sostegno ai loro quesiti. Nel duello dentro il Partito democratico s’inserisce anche un terzo incomodo. Dalla parte di Veltroni e contro Bersani. (La Repubblica, venerdì 8 luglio 2011). Ora sappiamo cosa il Berlusconi sussurrò nei capaci padiglioni auricolari del Di Pietro il 22 giugno: sondaggi che danno in ripresa il Pd di Bersani (in quanto un po’ più a sinistra del Pd dei Fassino e dei Veltroni) e in calo l’Iddivvù, che di sinistra non è mai stato ma che finora (grazie appunto alle segreterie Fassino e Veltroni e ai loro amici e amichetti dichiaratamente di destra) si era finto tale con una certa abilità (ma neanche tanta, visto che il Di Pietro è secondo soltanto al Pannella nellallevare futuri berluscìsti...)

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "I ladri di soldi non sono il peggio, se in giro ci son ladri di vita": Eugenia Roccella e Joseph Ratzinger.Per la serie "I ladri di soldi non sono il peggio, se in giro ci son ladri di vita": Eugenia Roccella e Joseph Ratzinger.

Per la serie I ladri di soldi non sono il peggio, se in giro ci son ladri di vita: Eugenia Roccella e Joseph Ratzinger.

 

(su) Silvio Berlusconi, Maurizio Sacconi ed Eugenia Roccella (quest’ultima ex radicale, ora berluscìsta, fondamentalista cristiana e sottosegretario alla Salute): La maggioranza parlamentare sempre più delegittimata per gli scandali che l’attraversano, per l’impunita vocazione a secondare ogni pretesa del suo capo, per la distanza abissale dal rispetto dovuto ai Cittadini, pretende di impadronirsi della vita stessa delle persone. Non si cura dei documenti analitici mandati a tutti i senatori e deputati da più di cento giuristi che mostrano i gravi limiti tecnici della legge. Disprezza l’opinione pubblica perché, come da anni ci dicono le periodiche rilevazioni dell’Eurispes, il 77% degli Italiani è favorevole al diritto di decidere liberamente sulla fine della vita. Mentre ripetono la sempre più mendace formula “non mettiamo le mani nelle tasche degli Italiani”, il presidente del Consiglio e la sua docilissima schiera mettono le mani sul corpo di ciascuno di noi. La legge è ideologica e violenta, quintessenza di un dispotismo etico che vuole imporre a tutti il parzialissimo, controverso punto di vista di una sola parte a chi ha convinzioni, fedi, stili di vita diversi. Afferma la “indisponibilità” della vita: ma questa è un’affermazione in palese contrasto con l’ormai consolidato diritto al rifiuto e alla sospensione delle cure, che in moltissimi casi è già stato esercitato con la consapevolezza che si trattava di una decisione che avrebbe portato alla morte. Nega il diritto di rifiutare trattamenti come l’alimentazione e l’idratazione forzata, escludendone il carattere terapeutico in contrasto con l’opinione delle società scientifiche e con l’evidenza della pratica medica. Riflette un fondamentalismo cattolico incomprensibile.

(Stefano Rodotà su La Repubblica di giovedì 7 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Inventiamoci qualcosa o il Pd ridiventa un partito di Sinistra": il Veltroni, il Parisi, il Renzi e il Di Pietro.Per la serie "Inventiamoci qualcosa o il Pd ridiventa un partito di Sinistra": il Veltroni, il Parisi, il Renzi e il Di Pietro.Per la serie "Inventiamoci qualcosa o il Pd ridiventa un partito di Sinistra": il Veltroni, il Parisi, il Renzi e il Di Pietro.Per la serie "Inventiamoci qualcosa o il Pd ridiventa un partito di Sinistra": il Veltroni, il Parisi, il Renzi e il Di Pietro.

Per la serie Inventiamoci qualcosa o il Pd ridiventa un partito di Sinistra: il Veltroni, il Parisi, il Renzi e il Di Pietro.

 

(su) Walter Veltroni, Arturo Parisi, Matteo Renzi, piddìni porcellìsti, e Antonio Di Pietro, Pierferdinando Casini e Nicola “Nichi” Vendola, amici loro: Il partito è spaccato tra chi sostiene il referendum per il proporzionale di Stefano Passigli, già depositato in Cassazione (unico referendum vero contro la legge elettorale porcellum, n.d.r.) e i promotori del ritorno al Mattarellum (referendum fasullo presentato solo per far fallire il primo, n.d.r., vedi qui, qui e qui) che hanno riunito in un’unica battaglia big come Veltroni e Parisi. In mattinata il vicesegretario Enrico Letta prova a far desistere Passigli. Poi l’altolà del segretario: tutti devono attenersi alla proposta ufficiale del Pd, che “non è un ritorno al proporzionale con i collegi e il doppio turno”. Una tirata d’orecchie che Bersani ha concordato con Letta e Franceschini e che gli altri big si dicono pronti ad accettare solo se verranno ritirati i quesiti proporzionali di Passigli. Se sul sistema di voto le cose non vanno bene, sulle province il Pd è altrettanto nel caos. Martedì il gruppo alla Camera si è astenuto sulla proposta della loro abolizione avanzata dallIdv di Antonio Di Pietro. Ma Veltroni si smarca: “Io ero per votare con il resto dell’opposizione,” dice, il Pd dev’essere più “innovativo”. Lo segue il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, per il quale il partito “ha perso un’ottima occasione per dare un segnale al Paese: ieri avevamo da battere un rigore e non l’abbiamo neanche calciato!”. Per Di Pietro il Pd è niente meno che reo “di corruzione parlamentare e tradimento delle promesse elettorali realizzata nel concorso con la maggioranza. Questa denuncia pubblica sarà per noi la premessa di ogni futuro discorso”. Per il leader dellUddiccì, Pierferdinando Casini, Di Pietro ha ragione e “il Pd ha commesso un grave errore politico”. Attacca anche Nichi Vendola, “assolutamente favorevole al taglio delle province”. (La Repubblica, giovedì 7 luglio 2011). Naturalmente il Di Pietro sapeva benissimo che la proposta sarebbe stata respinta e che i consiglieri e gli aderenti all’Idv nelle amministrazioni e nelle burocrazie provinciali non correvano alcun rischio. A lui interessava solo mettere in difficoltà Pier Luigi Bersani, che con la sua sterzata a sinistra, per quanto timida, ha interrotto l’emorragia di voti dal Pd a favore del Di Pietro medesimo (e di altri furbacchioni) che agli ingenui hanno dato a bere di essere più e davvero di sinistra. Odio contro Bersani, da parte del Di Pietro, condiviso dai liberisti-fondamentalisti e dai chierichetti del Pd, come il Veltroni e il Renzi. Odio per soddisfare il quale erano disposti a infliggere alla Costituzione l’ennesimo sfregio a colpi di maggioranza semplice: ché questo, e non altro, avrebbe significato la cancellazione del termine province dalla Carta.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Meglio una mela al giorno": lo Scapagnini mentre si prende cura del Berlusconi.

Per la serie Meglio una mela al giorno: lo Scapagnini mentre si prende cura del Berlusconi.

 

Umberto Scapagnini (pidiellìno deputato e medico personale di Silvio Berlusconi): È un uomo fisicamente e intellettualmente superiore, può avere sei rapporti alla settimana, senza esagerare. E il settimo giorno si deve riposare... Le quattro o cinque volte al giorno dichiarate nella concitazione della diretta di un programma radiofonico erano quindi un’esagerazione, ma comunque la media settimanale non è da poco, soprattutto per un uomo di 74 anni che ha anche sconfitto un tumore alla prostata. (La Repubblica, giovedì 7 luglio 2011). Considerati gli effetti che lo Scapagnini ha avuto sulla città di Catania quando ne era il sindaco, chissà che non ne abbia di analoghi sul Berlusconi in qualità di medico...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Italia berluscista, in piedi!": Alfano e Berlusconi se la ridono, ma de che?

Per la serie Italia berluscista, in piedi!: Alfano e Berlusconi se la ridono, ma de che?

 

Angelino Alfano (a proposito dell’articolo salva Berlusconi inserito nella manovra finanziaria e sùbito ritirato): Come sempre, una norma di buon senso, se si applica a Berlusconi, non è più tale: se Berlusconi è su una nave che affonda, non la salvano. (La Repubblica, mercoledì 6 luglio 2011). Non capisce che se il Berlusconi fosse su una nave che affonda sarebbero gli altri passeggeri, sacrificandosi per il bene del Paese, a non voler essere salvati.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Roberto Calderoli (portatore di moccichino verde e ministro per la Semplificazione): Calderoli dice che non sapeva niente dell’articolo salva Berlusconi inserito nella manovra? Allora vorremmo sapere se ha informato la Procura. Vuol forse dire che fuori del Consiglio dei ministri qualcuno ha falsificato il documento? (Antonio Di Pietro, La Repubblica, mercoledì 6 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie Baciar mani è sempre meglio che piedi e sederi: Angelino Alfano e Silvio Berlusconi.

 

(su) Angelino Alfano e Silvio Berlusconi: Un colpo di mano. All’ultimo momento utile. Poche mezz’ore prima che la manovra lasci le stanze del governo per approdare al Quirinale. Un comma, quattro righe, a misura di Berlusconi contro la Cir di De Benedetti. Scritto proprio dai tecnici del ministero della Giustizia, di cui è tuttora titolare il segretario del Pidièlle Angelino Alfano. Quello che appena venerdì scorso ha teorizzato che il suo dev’essere il partito degli onesti e che ieri ha rinunciato a presenziare a un convegno dove c’era anche De Benedetti. Ebbene: il partito degli onesti ha prodotto l’articolo 37 della manovra, comma 23, lettera B, che per legge stabilisce che, per condanne d’appello che superano i 20 milioni di euro, la sospensione in vista della Cassazione è obbligatoria. Non c’è, come adesso, alcuna discrezionalità del giudice nel concederla. (La Repubblica, martedì 5 luglio 2011). Si fece leader politico per venir fuori dai suoi guai finanziari. Era più o meno alla rovina nel 1994. Aveva debiti a medio-lungo termine per 2927 miliardi di lire e a breve per 1528 miliardi a fronte di un capitale netto di 1053 miliardi. Per non farla lunga, un fallito. (Giuseppe D’Avanzo, La Repubblica, stesso giorno). Ma allora il poveraccio può sostenere che facendosi leader politico la salvò, la Mondadori che corrompendo un giudice aveva scippato a De Benedetti.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Sapienti padani": il Maroni e il Belsito.Per la serie "Sapienti padani": il Maroni e il Belsito.

Per la serie Sapienti padani: il Maroni e il Belsito.

 

(su) Roberto Maroni e Franco Belsito (portatori di moccichino verde costituzionalmente ignorante l’uno e grammaticalmente l’altro): In Val di Susa c’è stata una violenza di stampo terroristico e sono d’accordo con chi ipotizza per quello che è successo domenica pomeriggio il reato di tentato omicidio (Roberto, come se la distinzione tra potere esecutivo e potere giudiziario fosse un’opinione). L’importante è che questa opera parti (Franco, come se fosse un’opinione la lingua italiana, che i portatori di moccichino verde accusano i Migranti di non voler imparare). (La Repubblica, martedì 5 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "E il Porcellum se la ride": il Porcellum ripensa a quando il Veltroni si accordò col Berlusconi sulla legge elettorale.

Per la serie E il Porcellum se la ride: il Porcellum ripensa a quando il Veltroni si accordò col Berlusconi sulla legge elettorale.

 

(su) Pier Luigi Castagnetti, Arturo Parisi, Walter Veltroni, Stefano Ceccanti, Giorgio Tonini e Giuseppe “Beppe” Fioroni (piddìni porcellisti, nel senso che mirano a far fallire il referendum Passigli contro la legge elettorale Porcellum ― vedi qui, qui e qui ― e, en passant, a mettere in difficoltà Pier Luigi Bersani): Via alla guerra dei referendum sulla legge elettorale. Per abbattere il Porcellum, dopo i quesiti di Passigli e della società civile sui quali è già cominciata la raccolta di firme, sarà depositato in Cassazione il referendum che punta a resuscitare il Mattarellum. Pier Luigi Castagnetti, Arturo Parisi e Walter Veltroni hanno tratto il dado. Ma Bersani sarà disposto a impegnarsi sul contro-referendum, offrendo la mobilitazione delle feste di partito per raccogliere le firme? Di certo il Pd è spaccato. Stefano Ceccanti è esplicito: “Il referendum Passigli è sbagliato, vuole abbattere il sistema maggioritario e favorire il progetto di Casini”. Stefano Passigli si sfoga: “Non ha senso un altro referendum con l’obiettivo solo di interdire il nostro, che nasce come iniziativa della società civile”. Arturo Parisi, il “padre” dellUlivo, per il maggioritario “senza se e senza ma”, spiega in un’intervista sul sito di Libertà e Giustizia che “al referendum Passigli siamo contrarissimi, abrogare il Porcellum è sacrosanto ma Passigli punta a tornare al proporzionale, affidando di nuovo ai capi partito il potere di fare e disfare i governi in Parlamento”. Ma di opposta opinione, sempre sul sito di LeG, è Valerio Onida, presidente emerito della Consulta: “I quesiti Passigli meritano appoggio. C’è l’altra iniziativa per ripristinare il Mattarellum, andrebbe bene anche quello ma credo sia molto più a rischio di inammissibilità che non quella di Passigli”. E Giuseppe “Beppe” Fioroni sta preparando una proposta di legge e un emendamento alle regole interne del Pd: “Il rischio,” dice, “è puntare a cambiare tutto per non cambiare nulla”. (La Repubblica, martedì 5 luglio 2011). Il più furbastro, come sempre, è “Beppe”. Sono i porcellisti, infatti, a voler cambiare nulla mettendo un referendum inammissibile (il loro) contro un referendum che invece ha buone probabilità di essere ammesso, ma “Beppe” scambia la trave del proprio occhio con la pagliuzza dell’occhio altrui: vetusta tecnica acchiappacitrulli di marca pretesca che egli ben conosce e che pratica da maestro.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Piero Fassino: Dopo gli scontri in Val di Susa il sindaco di Torino, Fassino, firma una nota congiunta con il governatore del Piemonte, Cota. Plaude l’ex centrista Follini. (La Repubblica, lunedì 4 luglio 2011). Al Fassino non piace essere contro la violenza insieme a noi. Al Fassino piace essere contro la violenza insieme ai peggiori.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie Viva "Bush, Berlusconi e Maria De Filippi": Piero Fassino.

Per la serie Viva Bush, Berlusconi e Maria De Filippi: Piero Fassino.

 

Piero Maria De Filippi Fassino: La marcia in Valle si è caricata di contenuti che vanno oltre l’essere contro la Torino - Lione. A sfilare ci saranno gruppi che dicono no ad altre opere, dal Dal Molin al ponte sullo stretto di Messina. La marcia sta assumendo i connotati di una manifestazione contro qualsiasi infrastruttura moderna, si rischia una regressione culturale. (La Repubblica, domenica 3 luglio 2011). Prendiamo atto: il Fassino è d’accordo con la base Usa a Vicenza, voluta da Bush, e col ponte sullo stretto di Messina, voluto da Berlusconi. Già. Ma... perché ce l’abbiamo tanto col Fassino? Per vari motivi. Tanto per cominciare, perché fece da testimonial per le tv (e la “cultura”) berluscìste permettendo a Maria De Filippi di farlo piangere. Perché nel gennaio 2009, ridanciano, dichiarò: Lo sbarramento del 4% alle elezioni europee è giusto: dobbiamo evitare lo sbarco a Strasburgo di un’Armata Brancaleone; e nel maggio 2009, tranquillo: Il respingimento degli Immigrati non è uno scandalo, si è fatto anche nel passato quando eravamo noi al governo; e nellagosto 2009, affettuoso: Se avessimo dovuto offenderci per tutte le volte che Berlusconi ha parlato di noi in termini pesanti e non ironici, non avremmo dovuto neanche prendere un caffè con gli esponenti del Pidièlle; e nel settembre 2009, untuoso: Mica dobbiamo ripartire solo da Gramsci? C’è don Orione, don Cafasso...; e nel gennaio 2010, craxiano e letizio-morattiano: La dimensione giudiziaria ha finito per sovrastare la riflessione politica su un uomo politico che, tra luci e ombre, è stato un protagonista della politica italiana; e nel giugno 2010, non meno prolisso che pedante: Nell’80 i sindacati commisero l’errore di caricare le richieste della Fiat di un significato politico generale trasformando una battaglia sindacale in una battaglia ideologica. Si diceva: “Romiti vuole piegare i sindacati” e con questa lettura politica non si vedeva l’obiettiva necessità della ristrutturazione. È lo stesso errore che, a mio parere, sta commettendo oggi la Fiom. Perché le proposte dell’azienda nascono dalla necessità di far fronte alla concorrenza e su quel metro vanno misurate. Mi ha colpito invece che Landini, il segretario della Fiom, dice: “Marchionne vuol dare una mano a Sacconi”. Ancora una volta, un’interpretazione solo politica... Certamente la Fiat fa il suo mestiere e alcune sue proposte possono essere in conflitto con i diritti fondamentali dei lavoratori... Ma io mi auguro che vincano i sì. Perché questo garantirebbe occupazione e prospettiva in un’area del Paese dove la carenza di lavoro è endemica. E perché senza il piano di ristrutturazione il destino dello stabilimento sembra irrimediabilmente segnato; e nel dicembre 2010, papale papale: Se fossi un operaio voterei sì all’accordo. Non contento, poche settimane fa, ci fa sapere che anche lui, come Scilipoti, è un frequentatore del “tempio” sotterraneo damanhuriano. E il 9 giugno ultimo scorso, eletto sindaco di Torino, che cosa si scopre? Che Salvatore De Masi (capo del locale di Rivoli della ’ndrangheta che incontra regolarmente politici come il deputato dell’Iddivvù Gaetano Porcino, il consigliere regionale del Piddì Antonino Boeti e l’assessore di Alpignano Carmelo Tromby, anche lui dell’Iddivvù) è stato contattato dall’onorevole piddìno Domenico Lucà, che gli ha spiegato: “Tu sai che a Torino abbiamo le primarie e che sto sostenendo Fassino. Per dare continuità alla giunta Chiamparino...” E il capomafia ha risposto: “Tu dimmi ché m’interesso: ho molti amici da consigliare, facciamo votare Fassino da tutti quelli che conosciamo. Ecco perché ce l’abbiamo col Fassino: perché è (televisivamente e non solo) un berluscìsta; perché vuole sfoltire la Sinistra a colpi di sbarramenti elettorali; perché è favorevole ai respingimenti; perché i suoi idoli, oltre Maria De Filippi, sono Craxi, don Orione, don Cafasso, Damanhur e Marchionne; e perché, come sindaco, è gradito agli ’ndranghetisti. Basta?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Roberto Calderoli: Vi garantisco che entro la fine dell’anno io faccio ballare la destra e la sinistra sul filo tutti i giorni. Perché diversamente non ho più il coraggio di andare in giro a testa alta fra la mia gente. Ho imparato che in politica l’unica cosa che funziona tra persone per bene è il ricatto. Io adesso sono il capo del bordello e non mi frega più nessuno. Ne sono orgoglioso.

(La Repubblica, domenica 3 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Formalmente, politicamente, giuridicamente e QUALUNQUEMENTE": Angelino Alfano e Custodino Di Pietro.

Per la serie Formalmente, politicamente, giuridicamente e QUALUNQUEMENTE: Angelino Alfano e Custodino Di Pietro.

 

(di e su) Angelino Alfano (pidiellìno neosegretario): Racconta dell’innamoramento per Berlusconi, “l’imprenditore che portava il sole in tasca” e che dalla tv lo convinse, a 23 anni, a entrare in Forza Italia. Mostra “il santino” delle sue prime elezioni, nel 1994: “Credevo in quell’uomo e in quella musica,” dice, riferendosi ai jingle di FI. Bersani ironizza e attacca: “Fantastico. Io ho fatto più fatica a diventare segretario. Ma è segretario del partito o è il segretario di Berlusconi? Vedremo...” Ignazio La Russa: “Il segretario del Pd è solo il reggicoda di Vendola, De Magistris o, peggio, Di Pietro”. Ma Di Pietro invece attacca Bersani: “Non condivido nulla dell’attività politica e ministeriale dell’onorevole Alfano, ma ha assunto, piaccia o non piaccia, per decisione unanime degli organi preposti formalmente, poliiticamente e giuridicamente, la direzione di un partito italiano presente in Parlamento e tutelato dalla Costituzione. Siamo in democrazia e di ciò va preso atto e dato rispetto”. (La Repubblica, sabato 2 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Il richiamo del Porcellum": il Veltroni, il Barbi e il Porcellum.Per la serie "Il richiamo del Porcellum": il Veltroni, il Barbi e il Porcellum.

Per la serie Il richiamo del Porcellum: il Veltroni, il Barbi e il Porcellum.

 

(su) Walter Veltroni e compari: Da Bersani sono andati in tre, Walter Veltroni, Pier Luigi Castagnetti e Arturo Parisi per chiedergli di dire no al referendum Passigli (vedi qui e qui) e di spendersi al contrario per un referendum che resusciti il Mattarellum. Il quotidiano Europa riporta l’iniziativa. Ma nel Pd è tensione, proprio sulla riforma elettorale, tra il gruppo di dalemiani convinti della bontà dell’iniziativa di Passigli, di intellettuali e della società civile, e chi invece la giudica pericolosa perché proporzionalizerebbe, se passasse, il sistema di voto. E Mario Barbi attacca: “Il referendum Passigli è incompatibile con il programma del Pd.

(La Repubblica, sabato 2 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Le speranze d'Italia": il Renzi, il D'Alema e il Veltroni secondo le speranze di Bobo.

Per la serie Le speranze d’Italia: il Renzi, il D’Alema e il Veltroni secondo le speranze di Bobo.

 

(su) Massimo D’Alema: Chi ha subìto la sberla sono stati Berlusconi e Bossi, è innegabile. Ma c’è qualcun altro che, se non sconfitto, dovrebbe sentirsi messo in causa, almeno come rappresentante eminente di una tendenza, dal risultato delle amministrative: Massimo D’Alema. (...) Nel marzo 1997 convenivano nel castello di Gargonza quasi tutti gli esponenti del mondo politico che si era riconosciuto nell’Ulivo, e molti rappresentanti della società civile che in qualche modo avevano contribuito alla vittoria del ’96, per confrontarsi e discutere lo stato delle cose ed eventuali prospettive per il futuro. E in quella occasione Massimo D’Alema rivolse un monito severo alla società civile, che è efficacemente riassunto nel brano che riporto: “Noi non siamo la società civile contro i partiti. Noi siamo i partiti. È una verità indiscutibile. Perlomeno, se c’è qualcosa che somiglia di più ai partiti, nella dialettica italiana, siamo noi, non sono gli altri. Non possiamo raccontarci queste storie tardo-sessantottesche. Se c’è qualcosa che somiglia ai partiti in ciò che di nobile sono stati nella crisi attuale, siamo noi, non sono gli altri. Io non conosco questa cosa, questa politica che viene fatta dai cittadini e non dalla politica. La politica è un ramo specialistico delle professioni intellettuali. E fino a questo momento non si conoscono società democratiche che hanno potuto fare diversamente. L’idea che si possa eliminare la politica come ramo specialistico per restituirla tout court ai cittadini è un mito estremista che ha prodotto o dittature sanguinarie o Berlusconi, e il comitato è un sottoprodotto rispetto a queste due tragedie. La politica professionale è esattamente quella struttura che consente ai cittadini di accedere alla politica, perché se manca quella struttura non vi accedono. Si parte con l’idea che devono governare le cuoche e nel frattempo si governa con la polizia politica... e noi abbiamo una certa esperienza nel nostro campo. Poi magari questa transizione dura settant’anni perché nel frattempo ci si dimentica il programma originario. Quindi non inseguiamo qualcosa che, secondo me, non siamo in grado di inseguire e non è neanche un grande obiettivo di modernità”. (...) L’altezzoso monito di Gargonza (facilmente traducibile in termini farseschi nel classico “ragazzino, lasciami lavorare”) ha immediatamente rotto il legame che si era instaurato nel 1996 tra mondo politico e società civile. Il legame si sta riannodando ora, per fortuna, ma a quindici anni di distanza. Si auspica che non vadano sprecati i prossimi quindici.

(Umberto Eco, La Repubblica, sabato 2 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Fosse la volta che lo fanno fuori?": il Calderoli a Napoli.

Per la serie Fosse la volta che lo fanno fuori?: il Calderoli a Napoli.

 

Roberto Calderoli: E allora che si tengano la spazzatura. Io comunque, se comune, provincia, regione e Stato me lo chiedono, sono disponibile ad andare a fare il commissario per l’immondizia a Napoli. Tanto, tutto quello che dovevo fare nella vita l’ho fatto e anche se mi ammazzano non ho problemi. Però sappiano che io a Napoli ci vado armato e non porgo l’altra guancia. Vado lì e faccio i buchi, faccio i termovalorizzatori. Punto. Se poi arriva la camorra e spara, sparo anch’io. Vediamo chi resta in piedi. E se non riesco a fare i termovalorizzatori, tiro fuori i lanciafiamme, così libero le strade. (La Repubblica, sabato 2 luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Bei visi": Giorgio Ciardi e Sveva Belviso.Per la serie "Bei visi": Giorgio Ciardi e Sveva Belviso.

Per la serie Bei visi: Giorgio Ciardi e Sveva Belviso.

 

Giorgio Ciardi e Sveva Belviso (delegato alla Sicurezza e assessore alle Politiche sociali di Gianni Alemanno): Sono più di sessanta i nomadi sgomberati ieri dal campo abusivo delle Cave di Pietralata, a Roma. “Il 73% delle persone che abitava nel campo era pregiudicato,” ha fatto sapere il delegato alla Sicurezza, Giorgio Ciardi. E l’assessore alle Politiche sociali, Sveva Belviso, ha rivolto un appello “alle mamme che abitavano nel campo affinché siano responsabili, pensino al bene dei loro bimbi e accettino il sostegno del Comune nel centro di accoglienza di via Salaria”. Nel campo vivevano 20 minori. (La Repubblica, sabato 2 luglio 2011). Dunque, i nomadi sgomberati sono più di 60. Che significa più di 60? Diciamo 67, va’, o avrebbero detto quasi 70, o 70, o più di 70. E quanti pregiudicati sono il 73% di 67 persone? Sono 49 pregiudicati. Più 20 minori... ecco, ci siamo: in quel campo c’erano una cinquantina di pregiudicati e una ventina di minori. Se ci fosse stato anche il Berlusconi, ci sarebbe stato un pregiudicato in più. E una parte delle minori sarebbe scappata.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Involuzione leghista": il Fugatti di una volta, il Fugatti della volta dopo e il Fugatti della prossima volta.Per la serie "Involuzione leghista": il Fugatti di una volta, il Fugatti della volta dopo e il Fugatti della prossima volta.Per la serie "Involuzione leghista": il Fugatti di una volta, il Fugatti della volta dopo e il Fugatti della prossima volta.

Per la serie Involuzione leghista: il Fugatti di una volta, il Fugatti della volta dopo e il Fugatti della prossima volta.

 

(su e di) Maurizio Fugatti, portatore di moccichino verde, deputato e segretario della Lega Nord trentina): Un deputato leghista, Maurizio Fugatti, fin qui messosi in luce per emendamenti a favore dello scudo fiscale e contro la cassa integrazione agli immigrati, ha annunciato in maniera plateale una manifestazione a Imer, provincia di Trento, per domani: a tavola si assaggeranno piatti a base di carne d’orso. “Un lauto banchetto,” sostiene Fugatti, “un’occasione per stare insieme e rivivere antiche tradizioni gustando prelibati piatti tipici trentini i cui eccellenti sapori rischiano di sparire dalle nostre tavole”. Il deputato di Bussolengo ha quindi aggiunto: “Tutto avverrà nel pieno rispetto del territorio e del naturale equilibrio fra uomo e animale”. Finalità politica: protestare contro il programma Life Ursus, gestito dalla Provincia: “Via gli orsi sloveni dal Trentino, altrimenti ne facciamo stufato,” dice Fugatti. E in serata, accusato di importazione di frodo, ha certificato: “La carne di orso viene dalla Slovenia, è tutto legale e tracciato”. (La Repubblica, sabato 2 luglio 2011). Fugatti, gennaio 2009: L’Agenzia delle entrate non potrà più far scattare, come avviene oggi, l’accertamento automatico nei confronti del lavoratore autonomo o del professionista che ha presentato una denuncia dei redditi con valori inferiori a quelli consentiti dagli studi di settore. Fugatti, novembre 2009: Le risorse sono quelle che sono, e prima di tutto dobbiamo guardare ai cittadini italiani, quindi diamo la cassa integrazione agli extracomunitari, ma solo per sei mesi: se non c’è lavoro per gli italiani, non ce n’è per nessuno... Rimanga qui solo chi ha il lavoro o la cig, gli altri tornino a casa, come del resto dice la stessa legge Bossi-Fini... L’emendamento è una mia iniziativa personale in linea con lo spirito dei provvedimenti sull’immigrazione. Fugatti, gennaio 2010: Uno dei nostri arriva negli uffici del gruppo sempre molto presto, prima delle sette. Ebbene, in un paio di occasioni ha pure trovato questi lavoratori islamici che dormivano sui divani dei nostri uffici. Così, non ci pare possibile andare avanti. Debbono essere presi dei provvedimenti, con questa impresa di pulizie noi non vogliamo avere più a che fare. Dunque gli Italiani (quelli che pagano le tasse) stipendiano profumatamente il deputato Fugatti per: 1. Aiutare quelli che invece non lo stipendiano, cioè gli evasori fiscali; 2. Lasciare senza un soldo i Lavoratori extracomunitari licenziati; 3. Turbarsi alla vista dei medesimi Lavoratori languidamente addormentati sui divani degli uffici della Lega nord; 4. Abbuffarsi di carne d’orso. Soldi pubblici ben spesi, non c’è che dire.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Silvio Berlusconi: Da inizio anno le azioni Mediaset hanno ceduto il 27%, calando da 4,5 a 3,2 euro con una minusvalenza implicita, per la holding che controlla il 39% della società, di 600 milioni di euro. A queste cifre, commentano gli analisti, l’azionista di controllo dovrebbe comprare, per consolidare la propria posizione e dare un segnale al mercato. Una prassi che Fininvest ha già seguito in passato, ma che attualmente è procrastinata in attesa dell’appello, entro metà luglio, sul Lodo Mondadori: se venisse confermato il giudizio di primo grado, infatti, la Fininvest dovrebbe versare alla Cir di Carlo De Benedetti 700 milioni di euro. (La Repubblica, venerdì 1° luglio 2011). Non sono preoccupato per Mediaset, nel caso di un’eventuale crisi di governo. Sono più preoccupato che il clima ostile maturato in questi diciassette anni di impegno di mio padre in politica possa essere strumentalizzato anche nei confronti dell’azienda. Siamo una realtà industriale sana e vorrei che ci fosse riconosciuto, al di là della politica. Mi fa paura l’atmosfera che a volte trasforma l’astio nei confronti di mio padre in un atteggiamento generale verso Mediaset. Non mi sembra giusto e spero che prevalga il buon senso. In questo ultimo periodo non è così. (Pier Silvio Berlusconi, La Repubblica, venerdì 1° luglio 2011). Non facciamoci illusioni: sarebbe troppo bello se insieme al berluscìsmo finisse anche la macchina con cui è stato creato.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Il partito degli onesti": forse, ma non verso il partito...

Per la serie Il partito degli onesti: forse, ma non verso il partito...

 

(su) Silvio Berlusconi: Il Pidièlle scopre che i suoi eletti, a tutti i livelli, non pagano le quote dovute al partito sugli stipendi che ricevono dalle istituzioni. Il 24% di deputati ed eurodeputati non ha mai versato un euro, provocando nel bilancio un buco di 1.600.000 euro.

(La Repubblica, venerdì 1° luglio 2011). Tali e quali ai loro elettori.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Giovanni Robusti

Giovanni Robusti

 

(su) Umberto Bossi, Roberto Maroni, Roberto Calderoli e tutti i portatori di moccichino verde: La riscossione coattiva delle quote latte, argomento caro alla Lega Nord, non sarà più affidata a Equitalia. (La Repubblica, giovedì 30 giugno 2011). I Cobas del latte del Piemonte non hanno solo truffato, ma anche creato un’associazione a delinquere per nascondere 200 milioni all’erario. Lo ha stabilito la Corte d’appello di Torino, condannando venti persone a pene tra un anno e quattro anni e mezzo di carcere. Tra questi c’è un ex europarlamentare della Lega, Giovanni Robusti, che ha avuto la pena più elevata. Gli allevatori, tra il 2004 e il 2006, hanno aggirato le multe per lo sforamento delle quote latte dell’Unione europea vendendo il prodotto extra a cooperative fittizie.

(La Repubblica, venerdì 1° luglio 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Walter Veltroni, Giuseppe “Beppe” Fioroni e tutti i loro “agenti”: Ai quesiti anti-Porcellum di Stefano Passigli, intellettuali e società civile (vedi qui) potrebbe opporsi un altro referendum. Gli ideatori, i democratici Pierluigi Castagnetti, Giorgio Tonini e Stefano Ceccanti stanno per rompere gli indugi e presentarlo. Punta a resuscitare il Mattarellum. Ma sulla riforma elettorale è scontro, e non solo a colpi di referendum. Arturo Parisi, l’ideatore dell’Ulivo, schierato per il bipolarismo e il sistema maggioritario, ha inviato ieri una lettera al capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini. Toni franchi, per dire che non si può andare avanti così e che i Democratici devono assumere un’iniziativa, ovviamente nel senso maggioritario. Senza farsi sedurre da pericolosi ritorni indietro, verso il proporzionale. La richiesta di Parisi è stata sottoscritta da sessanta parlamentari del Pd, a cominciare da Walter Veltroni, ma anche da Gianni Cuperlo, Piero Fassino, Sandra Zampa, Paola Concia, Giovanni Bachelet, i Radicali.

(La Repubblica, giovedì 30 giugno 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

(su) Massimo D’Alema: L’inchiesta per corruzione e frode fiscale su Vincenzo Morichini e il suo “Sistema”, sul “facilitatore” dall’importante portafoglio clienti, “con buoni rapporti nel Pd”, fundraiser della Fondazione Italiani Europei di Massimo D’Alema, cammina spedita. Promette di investire, dopo l’Enac, altri enti pubblici e aziende private che, nel tempo, hanno “lavorato” con Morichini, dissimulando tangenti con “fatture di consulenza” farlocche. Martedì, infatti, mentre entravano in carcere Franco Pronzato (consigliere di amministrazione di Enac ed ex responsabile nazionale per il trasporto aereo del Pd), il suo sodale e “socio di fatto” Giuseppe Smeriglio, i proprietari della Rotkopf aviation Viscardo e Riccardo Paganelli, con l’accusa di aver comprato per 68.800 euro certificati di abilitazione al volo e la gara per le tratte Elba - Firenze, Elba - Pisa, la Guardia di Finanza perquisiva, a Bresso (Milano) e Roma, la Rdz sistemi e la Gse spa, la società Gestore dei servizi energetici, partecipata al 100% dal ministero dell’Economia e incaricata dell’erogazione di finanziamenti pubblici alla produzione energetica da fonti rinnovabili. (La Repubblica, giovedì 30 giugno 2011). La colpa più grave di Massimo D’Alema? Far sembrare un po’ meno inaccettabili individui come il Veltroni e il “Beppe” Fioroni.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Le (politicamente) peripatetiche": Dorina Bianchi da fioronìsta a casinìsta a berluscìsta.

Per la serie Le (politicamente) peripatetiche: Dorina Bianchi da fioronìsta a casinìsta a berluscìsta.

 

(su) Giuseppe “Beppe” Fioroni e tutti i suoi “agenti”: La senatrice Dorina Bianchi, dopo aver lasciato il Pd, lascia anche il gruppo dellUddiccì e si iscrive al gruppo Pidièlle del Senato. (La Repubblica, giovedì 30 giugno 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Il richiamo del Porcellum": Veltroni, Fioroni, Tonini e Ceccanti.Per la serie "Il richiamo del Porcellum": Veltroni, Fioroni, Tonini e Ceccanti.Per la serie "Il richiamo del Porcellum": Veltroni, Fioroni, Tonini e Ceccanti.Per la serie "Il richiamo del Porcellum": Veltroni, Fioroni, Tonini e Ceccanti.

Per la serie Il richiamo del Porcellum: Veltroni, Fioroni, Tonini, Ceccanti e il Porcellum.

 

(su) Walter Veltroni, Giuseppe “Beppe” Fioroni e tutti i loro “agenti”: D’Alema è tentato di firmare. Matteo Orfini, e un nutrito gruppo di dalemiani, sicuramente sottoscriveranno. Mentre per i Modem, la minoranza di Veltroni, è come fumo negli occhi. Il referendum anti Porcellum, lanciato da Stefano Passigli, intellettuali e società civile, comincia la sua navigazione: si parte con la raccolta delle firme. E il clima politico attorno alla riforma elettorale si surriscalda. Nel Pd c’è chi pensa (Giorgio Tonini, Stefano Ceccanti, Pierluigi Castagnetti, Arturo Parisi) che il partito dovrebbe puntare a un proprio referendum formulato in modo tale da resuscitare il Mattarellum, ovvero il vecchio modello dei collegi uninominali. Giudicano “uno specchietto per le allodole” l’iniziativa di Passigli... La quale piccona le liste bloccate ed elimina il premio di maggioranza, ma è accusata di “proporzionalizzare” il sistema elettorale. Una toppa peggiore del buco, per Mario Segni. E contrari sono anche i Radicali. (La Repubblica, mercoledì 29 giugno 2011). Parliamo solo del Ceccanti, che basta e avanza per descrivere tutta la categoria dei piddìni porcellisti: il Ceccanti è quel tale che nel dicembre 2008, per dare una mano al Berlusconi (tornato al governo grazie al Veltroni), propose di cambiare la Costituzione in senso presidenzialista; che nel giugno 2010 insorse contro Pier Luigi Bersani (insieme, anche allora, a una ben organizzata claque di finti sinistri) perché si era permesso di usare la parola compagni; e che nel febbraio scorso  (con la medesima claque) ha aperto qualche spiraglio ai berluscìsti sul ripristino dell’immunità parlamentare... Basta? Ma no, dai, parliamo anche del Tonini. Che è il memorabile individuo che nel settembre 2009 dichiarò che di fronte alla mozione Bersani e ad alcuni suoi sostenitori andava sollevata una grande questione democratica e civile; che nel novembre 2009 insinuò che ripresentare il lodo Alfano sotto forma di legge costituzionale era un’idea che andava valutata; e che nel settembre 2010 sostenne che con Bersani il Pd ha perso tutta la sua autorevolezza. Questo sono i veltrofioroniani: mai dimenticarlo.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

(su) Silvio Berlusconi: Sì, Berlusconi, visto che fisicamente è un sessantenne o anche meno, potrebbe avere rapporti sessuali plurimi durante la giornata, anche quattro o cinque volte, superiori alla media. Mi ha chiesto consigli, anche su iniezioni e pillole. Sono tornato a visitarlo, l’ultima volta due settimane fa: è in ottima forma. (Umberto Scapagnini, pidiellìno deputato, medico ed ex sindaco di Catania, La Repubblica, giovedì 30 giugno 2011). È in ottima forma o prende pillole e iniezioni? Le due cose stanno insieme come i cavoli e le merende... (Su) Silvio Berlusconi, Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede: “Un bordello per compiacere il premier”. Così i pm Pietro Forno e Antonio Sangermano hanno descritto l’atmosfera dei presunti festini a luci rosse organizzati dal premier Silvio Berlusconi nella sua residenza di Arcore. I magistrati titolari dell’inchiesta sul caso Ruby hanno chiesto al gup di rinviare a giudizio Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede per le ipotesi di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile. (La Repubblica, martedì 28 giugno 2011). Ah, se un’intera azienda finisse in tribunale con questi capi d’imputazione...

 

*

 

*

Torna in cima alla pagina     Home