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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Meglio Ridere!

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

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la Pagina di Quelli che fanno Piangere... nel mese di febbraio del 2010!

 

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Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

In questa pagina raccogliamo le parole di chi vorrebbe farci piangere.

E cerchiamo, invece, di riderne.

Torna spesso: troverai sempre delle novità, perché questa è gente che una ne pensa e cento ne dice! E se vuoi segnalarci qualche perla che ci è sfuggita...

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Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "I grandi Amorazzi del XXI secolo", l'abbraccio della Cisl di Raffaele "in pejus" Bonanni a Maurizio Sacconi.

Per la serie I grandi Amorazzi del XXI secolo, l’abbraccio della Cisl di Raffaele in pejus Bonanni a Maurizio Sacconi.

 

Raffaele in pejus Bonanni (segretario della degenerazione della Cisl da sindacato a sbrigaservizi riccamente remunerato dal governo): I lavoratori e i pensionati sono stufi di pagare più di quello che dovrebbero, mentre migliaia di società e di liberi professionisti continuano a evadere le tasse come se nulla fosse. È antisociale mantenere questo status quo che serve solo a fregare i più deboli. (La Repubblica, domenica 28 febbraio 2010). Noto alle cronache per aver ordinato, il 22 giugno 2008, di “identificare e isolare” un iscritto alla Cisl che lo contestava durante un suo comizio a braccetto col pidiellìno Sacconi; per aver tentato ― in combutta col medesimo Sacconi ― di isolare e colpire la Cgil a costo di far fallire l’Alitalia; per aver accettato il piano confindustriale di snaturare il ruolo del sindacato affidandogli, attraverso gli enti bilaterali, funzioni di servizio alle imprese: dalla gestione del collocamento, agli ammortizzatori sociali, fino alla certificazione dei rapporti di lavoro (dichiarazione di Guglielmo Epifani del 2 ottobre 2008); per aver finto di partecipare, il 31 ottobre 2008, alla grande manifestazione indetta dalla Cgil contro i tagli alla Scuola, aver firmato poche ore dopo l’accordo separato col governo Berlusconi sui contratti pubblici e averlo festeggiato la sera stessa a cena, in gran segreto, col ministro Tremonti; per aver partecipato, il 13 novembre 2008, a una cena a palazzo Grazioli ― col Berlusconi, alcuni ministri e la Marcegaglia ― alla quale non era stata invitata la Cgil (e speriamo che almeno quella volta non ci fossero escort per tutti); per aver firmato una riforma della contrattazione, respinta solo dalla Cgil, che prevede una piattaforma al ribasso dei contratti nazionali, da recuperare nei contratti di secondo livello che saranno stipulati azienda per azienda, con esplicita esclusione di contratti di “filiera” riguardanti aziende di analoga struttura e produzione. Poiché il 95% delle imprese italiane sono di piccolissime dimensioni, ciò significa che per una moltitudine di lavoratori il contratto di secondo livello non ci sarà, mentre il contratto nazionale di base partirà con una decurtazione notevole (Eugenio Scalfari su La Repubblica del 25 gennaio 2009); per aver definito, il 14 febbraio 2009, roba da sinistra del ’900 lo sciopero e la manifestazione dei Metalmeccanici e degli Statali della Cgil contro il governo; per essersi accordato col Sacconi, il 26 febbraio 2009, per arrivare a un diritto di sciopero solo “a maggioranza”, o dei lavoratori o dei sindacati, contrario al dettato costituzionale secondo cui la titolarità del diritto di sciopero è individuale; per aver firmato, il 27 febbraio 2009, un accordo per gestire la ristrutturazione degli uffici dell’Agenzia delle Entrate in Piemonte escludendo dal tavolo di contrattazione un sindacato, la Cgil, che nell’ente ha raccolto il 27% dei voti; per aver dichiarato, il 5 aprile 2009, che la linea conflittuale e antagonista della Cgil è ormai fuori dalla storia; per aver firmato con la Uil del suo degno compare Angeletti e l’Ugl di Renata Polverini, il 14 aprile 2009, l’accordo separato sulla cosiddetta “riforma” della contrattazione; per aver accettato, firmando quell’accordo, una deroga in pejus, peggiorativa, alla legge che prevede, dopo 36 mesi di contratti a termine, che i precari abbiano diritto a un posto a tempo indeterminato; per aver fatto osannare Maurizio Sacconi da una platea di sindacalisti e imprenditori di estrazione cattolica, il 15 aprile 2009, in occasione del Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica, un neonato cartello creato per lavorare sui temi del welfare da Cisl, Compagnia delle opere (il braccio imprenditoriale di Comunione e liberazione), Confcooperative, Confartigianato e Movimento cristiano lavoratori; per essersi fatto denunciare per disturbo della quiete pubblica, alla fine di aprile del 2009, durante una chiassosa nottata a base di karaoke in compagnia del Sacconi, della Polverini e del Lusetti; per aver detto a Emma Marcegaglia, il 22 maggio 2009, che unEmma Marcegaglia è una persona seria, libera e concreta; per essere stato rieletto segretario della Cisl col 99% dei voti, il 24 maggio 2009, arringando la folla al grido Le encicliche non scadono mai!; e per aver poi taciuto fino a oggi, evidentemente pago e satollo dei risultati ottenuti, facendosi sentire solo per incoraggiare il Tremonti a fare delle Poste Italiane, dove sono impiegati 54.000 cislini, la rete della futura Banca del Sud ― per tutto questo, e per molto altro che per fortuna ci sarà sfuggito, il Bonanni meriterebbe di essere insignito del titolo di Faccia come il popò del millennio, se pensa che ci siano ancora persone per bene, in Italia, che possano scambiarlo per un difensore dei Diritti dei Lavoratori.

 

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Silvio Berlusconi: Faremo una riforma della giustizia importante e cercheremo di eliminare questa terribile patologia: qualche volta si dice la corruzione, le organizzazioni criminali... Ma secondo me è la magistratura politicizzata, l’uso politico della giustizia, la patologia più grave della nostra democrazia. Infatti l’unico difetto del nostro candidato, Roberto Cota, è di avere una moglie magistrato. Oggi la nostra democrazia è questa: il popolo elegge il Parlamento, che ha la sovranità attraverso i voti, ma se una legge approvata dal Parlamento non piace ai pm si va alla Corte, che abroga questa legge. Oggi, dunque, la sovranità non è più nel popolo, ma è nei pm. Il male non riguarda tutta la magistratura, tanto è vero che ieri abbiamo avuto una sentenza che ha detto il contrario delle precedenti sentenze Mills, quindi per fortuna la grande maggioranza dei giudici non appartengono a questa, stavo per dire banda e lo dico: banda di magistrati talebani. Ma che questi magistrati esistano, che siano molto forti e che intervengano con propositi eveersivi nella vita democratica è una realtà assolutamente incontrovertibile. Uso una parola forte: eversione. Perché c’è già stata nel ’94 una eversione, quando fui accusato di un delitto che non avevo commesso. (La Repubblica, sabato 27 febbraio 2010). E quale? L’abigeato, forse? O il procurato intralcio alla navigazione?

 

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Per la serie "Inquinamento ambientale": Mariastella Gelmini irradiata sulla Scuola Pubblica da un atomo radioattivo. Forse di Stronzio.

Per la serie Inquinamento ambientale:

Mariastella Gelmini irradiata sulla Scuola Pubblica da un atomo radioattivo. Forse di Stronzio.

 

(su) Mariastella Gelmini (ministro dell’Istruzione Privata): L’ultima trovata della figlia dell’ex sindaco democristiano di Milzano? Far cadere nelle scuole il tabù del nucleare: “Bisogna fare una corretta informazione sui rischi, che sono davvero limitati,” ha dichiarato durante la presentazione di un progetto europeo sulla conservazione e sicurezza del patrimonio culturale. “Riteniamo che il nucleare debba entrare a pieno titolo anche nelle conoscenze dei ragazzi”. (Terra, sabato 27 febbraio 2010). La scuola privata cattolica a cui iscriverà sua figlia, per esempio, potrebbe essere addetta a smaltire anche le scorie delle centrali.

 

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Silvio Berlusconi: Partono solo secchiate di fango e si risolveranno solo in secchiate di fango, perché non ci sono reati che emergono con certezza. La sinistra punta a uno stato di polizia, anche se è quello che c’è già adesso perché tutti noi siamo controllati con le intercettazioni. È un sistema barbaro: lo vediamo in questi giorni, tutte le cose che diciamo al telefono riservatamente con un’altra persona appaiono sui giornali e portano delle secchiate di fango. Ogni giorno ci sono attacchi alla libertà: quando uno alza il telefono e teme di essere registrato, questo è un attacco alla libertà, perché quello della privacy è un diritto fondamentale. Noi vogliamo restare liberi. Noi amiamo la libertà. (La Repubblica, giovedì 25 febbraio 2010). L’immagine del Berlusconi e di tutti i berluscisti e i leghìni-nordìni sommersi da secchiate di fango è così simpatica che quasi ci rende simpatico pure lui, per avercela suggerita. Se vuol davvero conquistarci, però, perché non sostituisce al fango qualche materiale meno inorganico e più odoroso?

 

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Per la serie "La Destra presentabile (figuriamoci la non presentabile)": Gianni Alemanno, i suoi più affezionati sostenitori e, ancora più a destra, il bel faccino pulito del fiduciario di Alemanno alla monnezza romana.Per la serie "La Destra presentabile (figuriamoci la non presentabile)": Gianni Alemanno, i suoi più affezionati sostenitori e, ancora più a destra, il bel faccino pulito del fiduciario di Alemanno alla monnezza romana.Per la serie "La Destra presentabile (figuriamoci la non presentabile)": Gianni Alemanno, i suoi più affezionati sostenitori e, ancora più a destra, il bel faccino pulito del fiduciario di Alemanno alla monnezza romana.

Per la serie La Destra presentabile (figuriamoci la non presentabile): Gianni Alemanno, i suoi più affezionati sostenitori e, ancora più a destra, il bel faccino pulito del fiduciario di Alemanno alla monnezza romana.

 

(su) Gianni Alemanno (ex neofascista, ex aennìno, oggi pidiellìno e sindaco di Roma): “Salvato da una frangia di Aènne”. La procura di Roma indaga sulle “coperture istituzionali” di cui avrebbe goduto Nicola Di Girolamo, il senatore del Pidièlle raggiunto da una seconda richiesta di arresto in 21 mesi. L’inchiesta sulla frode da due miliardi che ha investito Fastweb e Tis, la controllata di Telecom che gestisce il traffico estero, svela l’intreccio tra mafia e politica. La magistratura ritiene che l’uomo “eletto dalla ’ndrangheta” sia riuscito a evitare il nulla osta del Senato per gli arresti domiciliari chiesti dal pm nel 2008 “grazie alle protezioni di una componente di Aènne”. Nelle carte spunta il nome di Stefano Andrini, coinvolto in passato in un episodio di squadrismo, uomo del sindaco Alemanno. Nel 2006, un’informativa della Digos sugli “Irriducibili” della Lazio se ne occupa perché è lui a registrare il sito del gruppo di ultrà formato da tanti militanti di Forza Nuova (ma come mai?, a registrarselo da soli non ci arrivavano?, n.d.r). Andrini è conosciuto per la sua pregressa appartenenza,” scrive la Digos, ai gruppi di estrema destra Movimento Politico Occidentale e Alternativa Nazionale Popolare”. Nel ’94 era stato arrestato per l’aggressione ad alcuni studenti di sinistra alla Sapienza. E quattro anni prima aveva ridotto in fin di vita due ragazzi al cinema Capranica. Fuggito in Svezia, era stato poi condannato a quattro anni per tentato omicidio. (La Repubblica, giovedì 25 febbraio 2010). Veramente, all’epoca, il Di Girolamo fu graziato all’unanimità non solo dalla Destra, ma anche dalla finta “sinistra”, allora guidata dal finto tra i finti Walter Veltroni. L’Andrini, invece, è tutto merito dell’Alemanno, entrato in Campidoglio (grazie alla candidatura del Rutelli) tra i saluti fascisti dei suoi fan.

 

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Per la serie "Solo il Sud può svelare la vera faccia del Nord": sarà questo il simbolo dei leghìni-sudìni dal moccichino verdìno-sudìno?

Per la serie Solo il Sud può svelare la vera faccia del Nord: sarà questo il simbolo dei leghìni-sudìni dal moccichino verdìno-sudìno?

 

Giacomo Chiappori (leghìno-nordìno, portatore di moccichino verde e deputato): Alleanza Federalista, il movimento avvicinato e coordinato nel Lazio, nel 2007, da Gennaro Mokbel, l’ambasciatore dei boss calabresi nella capitale? Sì, quel movimento lo avevo fondato io nel 2003, autorizzato dalla Lega Nord per sondare la fertilità delle regioni meridionali al progetto del Carroccio. Siamo sbarcati nel Lazio, in Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Ma dopo le ultime elezioni politiche abbiamo rinunciato ed è finita lì. Mokbel mi venne presentato a Roma, non ricordo da chi, nella prima metà del 2007, in una riunione politica. Mi confessò di essere stato militante di destra, di aver avuto per questo anche problemi con la giustizia e di aver aiutato negli ultimi anni esponenti di Aènne e di Forza Italia. Si disse entusiasta del nostro progetto e si mise sùbito al lavoro. (La Repubblica, giovedì 25 febbraio 2010). Saranno i nazisti a piacere ai leghìni-nordini o i leghìni-nordìni a piacere ai nazisti? Né l’uno né l’altro, forse. Forse sono la stessa cosa.

 

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Sergio De Gregorio (pidiellìno senatore): Diciamocela tutta: o intavoliamo sùbito un discorso con la magistratura, togliamo di mezzo la querelle sulle intercettazioni, garantiamo insomma un rapporto. Oppure si arriva allo scontro totale. (La Repubblica, giovedì 25 febbraio 2010). Incredibile: perfino il De Gregorio è più intelligente del Violante.

 

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(su) Nicola Di Girolamo (senatore pidiellìno) apostrofato da Gennaro Mokbel (affarista neonazista): Se t’è venuta la senatorite è un problema tuo, però stai attento: ultimamente io so’ stato zitto, ma oggi mi hai riempito proprio le palle, Nico’, capito? Devo aprì bocca, Nico’? Devo aprì ’a bocca mia? Io quando apro la bocca faccio male, a seconda del male che si fa, Nico’, hai capito? Vuoi che parlo io? Puoi diventà pure presidente della Repubblica, Nico’, ma per me conti sempre come il portiere mio. Sei una grandissima testa di c... Ricordati che devi pagà tutte le cambiali che so’ state aperte, Nicò’, e in più devi paga’ lo scotto sulla vita tua, perché tu una vita non ce l’avrai più. (La Repubblica, mercoledì 24 febbraio 2010). Così si parla ai senatori della Repubblica? Ai rappresentanti del Popolo italiano? Ai pidiellìni sì. E se loro lo sopportano, vuol dire che qualcuno li ha addestrati a lasciarsi trattare così.

 

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Enrico Letta, Franco Marini e Giuseppe “Beppe” Fioroni (piddìni papisti): Questa partita possiamo vincerla. Perciò Emma lasci perdere lo sciopero della fame e si concentri sulla campagna elettorale (Enrico, quello che ha uno zio berluscìsta). La penso allo stesso modo: la Bonino ha tutte le caratteristiche per far bene la presidente della regione. Ma è la candidata di una coalizione e ha il dovere di un impegno straordinario per vincere la sfida: la battaglia richiede dedizione assoluta (Franco, quello che ha zii in ogni angolo del Vaticano). Sono antico e non mi piace la politica moderna: mi devono spiegare, Pannella e Bonino, come si può fare la campagna di tutti nel Lazio e andare contro il candidato del Pidì in Lombardia (“Beppe”, quello che ha zii e ziette in ogni scuola privata d’Italia). (La Repubblica, mercoledì 24 febbraio 2010). Tre volpi. Ma si illudono, se credono che Emma farà il gatto per loro.

 

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Per la serie "I grandi prodotti dell’educazione religiosa": Anita Marchetti.

Per la serie I grandi prodotti dell’educazione religiosa: Anita Marchetti.

 

Anita Marchetti (leghìna-nordìna, portatrice di moccichino verde e sindaco di Goito, in provincia di Mantova): Alla scuola materna comunale di Goito, in cui da anni insegnano le suore, il regolamento comunale prescrive di non accettare iscritti le cui famiglie non perseguono finalità educative con una visione cristiana della vita. (La Repubblica, mercoledì 24 febbraio 2010). Le famiglie che non condividono la visione cristiana della vita non abbandonano i figli alle suore, se non vi sono costrette. Se lo fanno, vuol dire che fingono (fors’anche dinanzi a sé stesse) di non condividerla. La decisione dei leghìni-nordìni di Goito, dunque, non avrà effetti nella realtà: è solo una leccata di popò alle gerarchie ecclesiastiche. Ma i dirigenti della Lega Nord farebbero bene a redarguirli severamente: chi lecca i popò dei vescovi e dei cardinali è un po’ scarsino, come nazista.

 

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Mariastella Gelmini e “Beppe” Fioroni (la straordinaria coppia di ministri della Pubblica Istruzione che fa rimpiangere la Volpe e il Gatto)

Mariastella Gelmini e “Beppe” Fioroni

(la straordinaria coppia di ministri della Pubblica Istruzione che ha fatto e fa rimpiangere la Volpe e il Gatto)

 

(su) Giulio Tremonti, Tarcisio Bertone e i loro portavoce Joseph Ratzinger e Mariastella Gelmini (più, naturalmente, i finti sinistri come Giuseppe Beppe Fioroni e chi lo fece ministro e lo imbeccò): Le scuole pubbliche in Italia sono sottoposte a una energica cura dimagrante su tutti i fronti: orari, offerta formativa, pulizia e manutenzione, materiali didattici, sostituzioni in casi di assenza. La cosa riguarda soprattutto la scuola, dall’obbligo all’università, ma tocca anche le scuole materne. (...) A fronte di questo accanimento nei confronti della scuola pubblica, il governo ha fornito viceversa rassicurazioni alla Chiesa cattolica sul finanziamento alle sue scuole. Sorge il sospetto che non siamo solo di fronte a uno scambio indecente tra legittimazione politica e riconoscimento di un monopolio etico-educativo (che coinvolge anche altri temi). Siamo di fronte anche alla progressiva squalificazione della scuola pubblica a favore di quella privata, che in Italia è soprattutto scuola cattolica. Il terreno è stato ampiamente preparato dall’ingegneria linguistico-legislativa messa in opera dal governo Prodi. A esso si deve la trasformazione delle scuole private (incluse quelle materne) cattoliche in “scuole paritarie” per aggirare il dettato costituzionale che ne vincola l’esistenza all’essere “senza oneri per lo Stato”. (Chiara Saraceno su La Repubblica di mercoledì 24 febbraio 2010).

 

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Per la serie "Lasciate che i Bambini vestiti da cretini vengano a me guidati da cretini vestiti da Bambini": Angelo Scola.

Per la serie "Lasciate che i Bambini vestiti da cretini vengano a me guidati da cretini vestiti da Bambini": Angelo Scola.

Per la serie Lasciate che i Bambini vestiti da cretini vengano a me guidati da cretini vestiti da Bambini: Angelo Scola.

 

Angelo Scola (dipendente di Joseph Ratzinger ― o, per meglio dire, del vero papa Tarcisio Bertone ― col grado di cardinale di Venezia e di “ambasciatore” di Cl in Vaticano): Don Giussani (il fondatore di Comunione e liberazione, n.d.r.) era un grande realista, e aveva percepito con chiarezza che il potere è inevitabile, perché la sua radice è antropologica. Tutti hanno potere, anche il neonato sulla mamma e viceversa. (La Repubblica, martedì 23 febbraio 2010). Solo che il potere del neonato sulla mamma, e della mamma sul neonato, si fondano su realtà interiori che niente hanno a che vedere con la volontà di sopraffazione dei Bertone, dei Ratzinger, degli Scola e dei loro camerati berluscìsti e leghìni-nordìni, né tanto meno coi deliri d’inferiorità dell’umano rispetto al divino che tale volontà ispirano. Sarà perché la bocca non è collegata al cervello che si sparano frescacce come queste?

O perché il cervello deliberatamente si serve della bocca per mistificare?

 

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Per la serie "Disonestà e Onestà intellettuale a confronto": Olivier Blanchard e Luciano Gallino.

Per la serie "Disonestà e Onestà intellettuale a confronto": Olivier Blanchard e Luciano Gallino.

Per la serie Disonestà e Onestà intellettuale a confronto: Olivier Blanchard e Luciano Gallino.

 

Disonestà e Onestà intellettuale a confronto: I più indebitati tra i paesi europei devono avviare il risanamento sùbito. Nel breve termine, questo risanamento delle finanze pubbliche comporta una minore crescita. L’aggiustamento è più facile per i paesi che possono svalutare la propria moneta. Nei paesi che non hanno questa opzione, è giusto dire che il risanamento sarà estremamente doloroso. Il risanamento dei conti pubblici non è imposto dai mercati, non è per piacere al mondo della finanza che lo si deve fare, ma nell’interesse dei paesi stessi. Alcuni hanno perso competitività e devono recuperarla. Dove non c’è la valvola della svalutazione, per recuperare competitività saranno inevitabili dei sacrifici sui salari. (Olivier Blanchard, n°2 di quel Fondo Monetario Internazionale che da un quarto di secolo impone ai paesi in difficoltà il fondamentalismo liberista, intervistato da La Repubblica di martedì 23 febbraio 2010). L’interpretazione corrente, la quale vede la politica sopraffatta dall’invasione dell’economia e costretta suo malgrado ad adeguarsi alle esigenze di questa, arriva sì a descrivere con una certa proprietà gli effetti dell’invasione, ma al prezzo di ignorarne le cause. Sono la cronaca e la storia degli ultimi decenni a mostrare che i confini tra economia e politica non sono stati attraversati dalla prima grazie esclusivamente alle proprie incontenibili forze. A partire dai primi anni ’80 del secolo scorso, in numerosi paesi, tali confini sono stati deliberatamente spalancati all’economia non da altri che dalla politica. Cosa che non sarebbe potuta avvenire senza l’intervento di un’ideologia che dopo esser giunta a pervadere l’intero sistema culturale, ha promosso e legittimato tale attraversamento. Questa ideologia è il neo-liberalesimo. Esso non è una continuazione nella nostra epoca della dottrina politica liberale: per molti aspetti ne rappresenta una perversione. In primo luogo, il neo-liberalesimo è una teoria politica, la quale asserisce in modo categorico che la società tende spontaneamente verso un ordine naturale. Di conseguenza occorre impedire che lo Stato, o il governo per esso, interferiscano con l’attuazione e il buon funzionamento di tale ordine. Si tratta di un argomento che viene da lontano, poiché fu usato almeno dal Seicento in poi per contrastare il potere monocratico del sovrano: applicato a una società democraticamente costituita, esso si trasforma nella realtà in un argomento contro la democrazia. (Luciano Gallino su La Repubblica di lunedì 22 febbraio 2010).

 

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Guido Bertolaso: Cercano di distruggere la mia credibilità. Anche oggi, qualcuno continua a insinuare tutta una serie di comportamenti che non mi appartengono. Quindi di che cosa si tratta, se non di cercare di minare la credibilità di un rappresentante dello Stato, di un sistema? Ma io, quando parlo con gli abitanti di San Fratello o di qualsiasi altra parte d’Italia, prendo degli impegni. E gli Italiani mi credono e mi rispettano, perché io poi quegli impegni li mantengo. (La Repubblica, lunedì 22 febbraio 2010). Ecco il discorso d’investitura di uno che posa a capetto, a ducetto... Anzi: visto che confonde lo Stato col “sistema”, a bossetto.

 

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Per la serie "Non astuti ma non malvagi odiati da malvagi ma non intelligenti": Romano Prodi.

Per la serie Non astuti ma non malvagi odiati da malvagi ma non intelligenti: Romano Prodi.

 

(su) Silvio Berlusconi: Di malgoverno gli Italiani ne hanno conosciuto uno solo: quello di Silvio Berlusconi, il premier delle promesse disattese, impegnato a difendere con le unghie e coi denti le proprie aziende e sé stesso. Contro la giustizia e senza alcun rispetto per i valori di cui si riempie la bocca. Quanto all’emergenza rifiuti di Napoli, è bene ricordare come lo stesso Bertolaso abbia più volte dichiarato di aver seguito, nella soluzione del problema, il piano già predisposto con il presidente Prodi. (Romano Prodi su La Repubblica di lunedì 22 febbraio 2010). Il Bertolaso come testimone a discarico? Ah, Romano-Romano: è come prendere un Veltroni, un Mastella e un Dini come sostenitori del proprio governo. Se il tuo piano per Napoli fosse stato buono, Romano-Romano, il Bertolaso e il Berlusconi non l’avrebbero adottato. Se l’hanno adottato, Romano-Romano, è segno che il tuo piano era cattivo, cattivissimo, pessimo. Così com’è segno, al contrario, che tu sei (tutto sommato) una brava persona, Romano-Romano, il fatto che il Berlusconi e il Veltroni non abbiano potuto evitare di rivelarsi identici proprio nel loro odio contro di te.

 

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Per la serie "Gli asili infantili sono per gli idioti": Denis Verdini.

Per la serie Gli asili infantili sono per gli idioti: Denis Verdini.

 

Denis Verdini (pidiellìno coordinator de’ pidiellìni): Il mio amico Riccardo Fusi è persona di cui mi fido, un vero imprenditore con tremila lavoratori alle sue dipendenze. Sono indagato per aver sostenuto una nomina che poteva interessare. Questo ha indotto i magistrati a pensare che ci fosse sotto un reato, ma non è così, non ho mai preso una lira, ma non nasconderò mai che a Riccardo ho presentato il mondo, tutti quelli che mi chiedeva di conoscere. Dimettermi da coordinatore? Non mi passa neanche per l’anticamera del cervello. Certe cose sono roba da asilo infantile. Siamo un sistema di potere? Scoperta dell’acqua calda. Quando c’è discrezionalità, si apre la porta a un sistema. Il punto è se è legittimo o illegittimo. (Citato da Eugenio Scalfari su La Repubblica di domenica 21 febbraio 2010). A parte il fatto che in un asilo infantile non ci sono Esseri Umani mentalmente inferiori (convinzione che per la verità non è solo del Verdini, ma anche di certi preti amanti dei bambini e di certi educatori da galera), appurare se il “sistema sia legittimo o illegittimo non è sufficiente. La merda, per esempio, è legittima (finché lor “signori” non troveranno il modo di far denaro anche con quella). Ma un sistema di merda, anche se legittimo, fa schifo lo stesso. Negli asili infantili e ovunque vi siano Esseri ancora Umani.

 

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Per la serie "Papi e papini": Silvio Berlusconi (a sinistra, con l’aria un po’ più astuta) e Guido Bertolaso (a destra).

Per la serie Papi e papini: Silvio Berlusconi (a sinistra, con l’aria un po’ più astuta) e Guido Bertolaso (a destra).

 

(su) Silvio Berlusconi, Guido Bertolaso e la “cricca” di cui, poverini, erano “allo scuro”: Il pomeriggio del 29 gennaio, Silvio Berlusconi dice: “Credo che tutti possano immaginare che dopo lexploit straordinario che Guido ha fatto in questi dieci mesi in Abruzzo, il minimo che possiamo dargli come riconoscimento e merito è la nomina a ministro da parte del presidente del Consiglio. Bertolaso si mette le mani tra i capelli e scoppia in lacrime. Per il capo della Protezione civile ― che ora sappiamo essere informato di quanto sta per accadere a Firenze (e non, come ha sostenuto in questi giorni, “tenuto incredibilmente allo scuro di quanto gli si muoveva intorno”, Ballarò, Rai, 18 febbraio ― quell’annuncio pubblico ha un significato chiaro. Almeno per lui, ci sarà un salvagente immunitario. Una fune che lo sottrarrà in tempo utile al drammatico naufragio della “cricca”. E lo capisce anche la “cricca”. Nel pomeriggio, l’avvocato Azzopardi (A) lo dice infatti a Massimo Sessa (S), dirigente del ministero delle Infrastrutture e braccio destro di Angelo Balducci. Così. A.: “Dimmi, caro...” S.: “Senti... Fai una dichiarazione contro gli Americani... Può essere che hai un futuro” (ride). A.: (ride) “Tu sei un ragazzo perspicace e intelligente, invece... Credo che tu abbia fatto le mie stesse riflessioni...” S.: “Eh!... Bo’... Mi sembra... Solo lui? O ha fatto anche sottosegretari?” A.: “Adesso stava a Coppito e ha detto in diretta: «Ringraziamo paraparaparà... E che io lo faccio ministro...» Quindi lo ha annunciato adesso... Tant’è vero che... Non so se è stata una boutade eccetera eccetera... Lui si è coperto il viso... Bertolaso... come se si mettesse a piangere... si commuovesse...” S.: “A piangere? Perché, si è commosso?” A.: “Si è commosso... però non si... se rideva o se piangeva.” S.: (ride). (Carlo Bonini su La Repubblica di domenica 21 febbraio 2010). Parlano del presidente del Consiglio della Repubblica italiana e del capo della Protezione civile come se fossero due topi morti in bocca ad altrettanti gatti. Ma chi siamo noi per dar loro torto?

 

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È un grave errore, cara Emma, aver permesso al Veltroni di avvicinarsi a te. Ti sei dimenticata del povero Soru, che alle regionali sarde andava a gonfie vele finché non dovette subire le attenzioni veltroniane? Speriamo bene. Speriamo che tu riesca a liberarti dall’ombra nera (vedi foto, assolutamente non taroccata, apparsa su La Repubblica di domenica 21 febbraio) che il Veltroni ha proiettato alle tue spalle.

È un grave errore, cara Emma, aver permesso al Veltroni di avvicinarsi a te. Ti sei dimenticata del povero Soru, che alle regionali sarde andava a gonfie vele finché non dovette subire le attenzioni veltroniane? Speriamo bene. Speriamo che tu riesca a liberarti dall’ombra nera (vedi foto, assolutamente non taroccata, apparsa su La Repubblica di domenica 21 febbraio) che il Veltroni ha proiettato alle tue spalle.

 

Walter Veltroni (capo-intombatore della Sinistra italiana): Dobbiamo spingerci a parlare del linguaggio della vita delle persone, perché la politica lo ha smarrito: Berlusconi parla sempre di giustizia, noi soprattutto di tattica. Questo paese sta male come neppure negli Anni di piombo... I partiti pesanti diventano partiti dominati dagli apparati e sempre più sganciati dal rapporto con la realtà e si hanno casi di consiglieri regionali che diventano padroni dei partiti... Io non ho nostalgia delle preferenze, le considero uno strumento fondamentale attraverso il quale le mafie controllano la vita pubblica. Certo oggi il sistema è ancora peggiore, perché decidono le segreterie. (La Repubblica, domenica 21 febbraio 2010). L’uomo che fece cadere il governo Prodi ― a, per semplice stupidità; b, oppure per ambizione personale e stupidità; c, oppure perché servo del Berlusconi e per stupidità ― crede di poter parlare degli errori e delle colpe altrui perché crede noi così stupidi da aver dimenticato in pochi mesi chi è lui e che cosa ha fatto. Come, per esempio ― dopo aver fatto cadere Prodi ― il suo stupido o servile (o stupido e servile) accordo col Berlusconi per non modificare la legge porcata che consegna alle segreterie tutto il potere sulle liste elettorali. E il suo stupido o servile (o stupido e servile) accordo col Berlusconi per escludere la Sinistra anche dal Parlamento europeo. Davvero: se è umanamente possibile l’esistenza di qualcuno che disprezza gli Esseri Umani, gli Italiani e la memoria storica più del Berlusconi, questo qualcuno è il Veltroni. Detto ciò, affermare che la segreteria Bersani è peggio della mafia è talmente enorme che non ce lo saremmo aspettato nemmeno da un Veltroni: segno che le sue condizioni si stanno aggravando.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Lasciate che i semplificati semplifichino": Roberto Calderoli.

Per la serie Lasciate che i semplificati semplifichino: Roberto Calderoli.

 

Roberto Calderoli (leghìno-nordìno, portatore di moccichino verde e ministro per la Semplificazione), commentando i dati della Banca d’Italia che ridimensionano a 35 miliardi i capitali rientrati in Italia con lo scudo fiscale): Banca d’Italia o banca d’opposizione? Siamo ormai purtroppo abituati alla politica del tanto peggio tanto meglio, ma è un atteggiamento che non si può concedere a una istituzione come la Banca d’Italia che già in passato ha comunicato dati pessimistici e non fondati sull’occupazione. L’operazione scudo fiscale rappresenta il più grande successo di sempre: Bankitalia torni ai suoi doveri istituzionali. (La Repubblica, domenica 21 febbraio 2010). Ci tocca ringraziarlo, il Calderoli: la sua pubblica ammissione che per il governo è un dovere istituzionale diffondere dati “abbelliti” sulla situazione economica italiana e sulle casse dello Stato è davvero preziosa: Paese avvisato...

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Non sempre si riesce a farla volare dentro": Alessandro Battilocchio.

Per la serie Non sempre si riesce a farla volare dentro: Alessandro Battilocchio.

 

Alessandro Battilocchio (ex craxìsta, ex candidato alle europee con Sinistra e Libertà nel 2009, oggi candidato pidiellìno al Consiglio regionale del Lazio): Renata Polverini sarà un grande presidente. Io un voltagabbana? Vola solo chi osa farlo. (La Repubblica, domenica 21 febbraio 2010). Se è per questo anche la pipì vola, prima di cadere nel cesso per effetto della forza di gravità. Ma no, ci pentiamo e chiediamo scusa per queste parole: la pipì è una cosa naturale e, a suo modo, anche simpatica, a paragone di certi fenomeni...

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Nemo defensor puerorum in Ecclesia": Rino Fisichella.

Per la serie Nemo defensor puerorum in Ecclesia: Rino Fisichella.

 

(sui) Dipendenti di (in ordine d’importanza) Tarcisio Bertone e Joseph Ratzinger: Aborto, bufera su monsignor Fisichella. Lettera di cinque membri dell’Accademia pontificia per la vita: si dimetta, difese una bimba stuprata dal patrigno. (La Repubblica, sabato 20 febbraio 2010). Chi difende i Bambini non ha vita facile, nella Chiesa cattolica. Molto meno facile di chi difende i pedofili.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Silvio Berlusconi: Il disegno di legge contro la corruzione, annunciato da Silvio Berlusconi, non c’è perché non poteva esserci. Nel mondo meraviglioso di mister B., i fatti sono immaginari e la comunicazione sostituisce l’azione. Chi si ricorda del “piano casa”? Berlusconi: “Venerdì faremo il provvedimento sul piano casa, che avrà effetti straordinari sull’edilizia” (7 marzo 2009). Non se n’è avuta più traccia. E tuttavia, anche nel mondo fiabesco del Cavaliere, emerge con molta coerenza il principio di non contraddizione tutte le volte che sono in ballo gli affari, la storia e il destino del presidente del Consiglio. Berlusconi che annuncia di voler inasprire le pene per i corrotti, di voler liberare il suo partito e quindi il Parlamento e il governo da “chi sbaglia o commette dei reati” è la volpe che pretende di essere il custode del pollaio: una scena non disponibile in natura, a meno di voler credere che il bianco possa essere uguale e contrario al nero. (Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di sabato 20 febbraio 2010). Una volpe a guardia del pollaio? Impossibile nel mondo animale, ma possibilissima nel mondo animale umano. Una parte del quale è costituita da Esseri Umani che si son lasciati convincere di essere Galline. E galline di una varietà particolarissima, che in bocca alla volpe ci si mettono da sole e l’aiutano a chiuderla. Per non poter più guardare fuori.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Berluscisti sì, ma non fino a scontentare i ladri che ci votano": Matteoli, Vito, La Russa e Frattini.

Per la serie "Berluscisti sì, ma non fino a scontentare i ladri che ci votano": Matteoli, Vito, La Russa e Frattini.

Per la serie "Berluscisti sì, ma non fino a scontentare i ladri che ci votano": Matteoli, Vito, La Russa e Frattini.

Per la serie "Berluscisti sì, ma non fino a scontentare i ladri che ci votano": Matteoli, Vito, La Russa e Frattini.

Per la serie Berluscisti sì, ma non fino a scontentare i ladri che ci votano: Matteoli, Vito, La Russa e Frattini.

 

Altero Matteoli (ex neofascista, ex aennìno, attualmente pidiellìno e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti), Elio Vito (pidiellìno), Ignazio La Russa (ex neofascista, ex aennìno, attualmente pidiellìno e ministro della Difesa) e Franco Frattini (pidiellìno ministro degli Esteri) commentano l’idea del Berlusconi di un disegno di legge contro la corruzione: Un partito che ha fatto del garantismo il suo vessillo non può fare d’un tratto marcia indietro e consegnarsi al giustizialismo (Altero). I nostri elettori non ci capirebbero, perderemmo consensi: questo sembra un testo che dà ragione ai magistrati (Elio). Così rischiamo di mettere il destino della politica e delle candidature nelle mani dei pm, a cui riconosciamo all’improvviso troppo potere (Ignazio). Se facciamo passare un testo così, ci buttiamo la croce addosso da soli (Franco). (La Repubblica, sabato 20 febbraio 2010). In effetti i corrotti, i corruttori, i criminali fiscali, i ladri, gli inquinatori, i mafiosi, i camorristi e gli ’ndranghetisti che costituiscono il 50% dell’elettorato del Pidièlle non crederebbero mai che il Berlusconi gli si sia rivoltato contro: accuserebbero i suoi dipendenti di averlo ingannato e correrebbero loro dietro con i forconi. E l’altro 50%, la parte onesta e intelligente dell’elettorato del Pidièlle? Nessun problema: quelli, per il Berlusconi, i forconi se li ficcherebbero negli occhi da soli.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Altero Matteoli (ex neofascista, ex aennìno, attualmente pidiellìno e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti): Possibile che le puttane siano diventate le protagoniste della vita politica? (La Repubblica, sabato 20 febbraio 2010). Chi intende il Matteoli per puttane? Quelle che le fanno? O una parte dei suoi colleghi di governo e dellelettorato di Destra e di finta “sinistra”, senza i quali le “puttane” dovrebbero cambiare mestiere?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Minetticrazia": Nicole Minetti sulla prima pagina del Times.

Per la serie Minetticrazia: Nicole Minetti sulla prima pagina del Times.

 

(su) Silvio Berlusconi: “Berlusconi c’è cascato di nuovo”. Alludendo al debole del Cavaliere per le candidate avvenenti, il Daily Telegraph ha pubblicato ieri una grande foto di Nicole Minetti, l’igienista che Berlusconi ha conosciuto nello studio odontoiatrico dove si è fatto curare dopo l’aggressione in piazza Duomo. La Minetti è in pista per un posto alle regionali. Il Times ha addirittura messo in prima pagina la giovane candidata, che nel curriculum ha una partecipazione a Colorado Cafè. (La Repubblica, sabato 20 febbraio 2010). Ormai siamo ai saldi: per entrare in politica basta aver messo una mano in bocca al presidente del Consiglio senza vomitare. Ci resteranno male quelle a cui è costato molto di più, ma la colpa è loro, non sono state previdenti: se è vero che più s’invecchia e più ci s’accontenta, tra non molto per diventar ministra basterà fargli un bel sorriso, al Berlusconi.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Guido Bertolaso (addetto dal Berlusconi all’Abbandono de L’Aquila e dell’Italia agli Sciacalli): La Protezione civile è diventata una specie di Stato nello Stato. Lo si è visto a L’Aquila, dove la ricostruzione avviene esautorando gli enti locali e costruendo gruppi di case che sono anonime periferie di una città edificata in deroga ai piani urbanistici, che mortifica il territorio e la sua memoria storica. L’Aquila rischia di trasformarsi in una non città. (Teresa Crespelloni, docente di Ingegneria geotecnica sismica, su La Repubblica di sabato 20 febbraio 2010). Elio Vittorini, in Uomini e no, si domanda se l’Umano possa farsi non umano. La questione è ancora aperta. In attesa di una risposta definitiva, c’è chi si fa aiutare dai terremoti a mettere non-città al posto delle Città. Uomini o no?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Nonni in Carriola": Pier Luigi Bersani a Firenze nel 1966.

Per la serie Nonni in Carriola: Pier Luigi Bersani a Firenze nel 1966.

 

Guido Bertolaso (addetto dal Berlusconi all’Abbandono de L’Aquila e dell’Italia agli Sciacalli) e Pier Luigi Bersani (piddìno segretario): Se viene un terremoto, spala Bersani? (Guido). Bertolaso sia meno arrogante e voli basso. Nel ’66, a quindici anni, andai a spalare il fango a Firenze (Pier Luigi). (La Repubblica, sabato 20 febbraio 2010). Lo vedi che la colpa è nostra, Pier Luigi? Altro che pale e carriole ci volevano. La nostra generazione ha sottovalutato il fango che c’è in Italia. Ecco perché oggi, in Italia, è il fango che manda il fango a spalare il fango.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie (dedicata agli antropologi) "Nonnina, che denti che hai! Nonnina, che mani che hai!": Stefania Prestigiacomo.

Per la serie (dedicata agli antropologi) Nonnina, che denti che hai! Nonnina, che mani che hai!: Stefania Prestigiacomo.

 

Gianni Letta (amico del Berlusconi), Guido Bertolaso (amico del Berlusconi) e Stefania Prestigiacomo (ministro per la Difesa degli amici del Berlusconi dall’Ambiente): Gli vuoi fare una telefonata tu o debbo attivare l’Ambiente, che evidentemente non ha saputo difenderti a dovere? (Gianni). L’Ambiente non ci difende mai... E poi in ambasciata purtroppo c’è ancora la gente che ci ha messo Pecoraro, e che la Prestigiacomo ancora non è riuscita a togliere... (Guido). Mi dici se devo fare qualcosa... (Gianni). (La Repubblica, giovedì 18 febbraio 2010). Davvero poco prestigiosa, la Prestigiacomo cui non riesce ― pur con quell’apertura di braccia, d’artigli e di zanne da Tyrannosaurus Rex ― il gioco di prestigio di far sparire dall’Ambiente la gente che ci ha messo Pecoraro. Il Bertolaso invece, che a far sparire intere città è più bravo dei terremoti, lui sì che dovrebbe fare il ministro della Prestidigitazione. Magari con uno strapuntino d’onore per il Veltroni, che ha fatto sparire dall’Italia non solo Pecoraro, ma tutta la Sinistra.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Joseph Ratzinger (vicecapo dei dipendenti di Tarcisio Bertone e di Joseph Ratzinger): La pedofilia è non solo un crimine odioso, ma anche un grave peccato che offende Dio e ferisce la dignità della persona umana creata a sua immagine. (La Repubblica, mercoledì 17 febbraio 2010). La pedofilia offende Dio? È come dire che offende nessuno. Non ci siamo, caro Joseph. Un suggerimento: togliamo le parole Dio e a sua immagine e riscriviamo così: Le chiese, in quanto organizzazioni fondate su un’idea di inferiorità dell’Umano, ne sminuiscono la dignità e attraggono i pedofili. Per dare il buon esempio chiudiamo dunque la Chiesa cattolica, mettiamo in vendita tutte le sue proprietà e devolviamo il ricavato alle vittime degli stupri e ai loro familiari. Questo sì che sarebbe parlare, caro Joseph.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Sandro Pertini secondo Angese in "Quirinale Show", supplemento al n° 23 de "L'Espresso" del 1985.

Sandro Pertini secondo Angese in Quirinale Show, supplemento al n° 23 de LEspresso del 1985.

 

(su) Giovanni Leone, Sandro Pertini e Giorgio Napolitano (presidenti della Repubblica italiana): Addio a Gaetano Caltagirone, dalla bancarotta alla riabilitazione. Epocale la frase a Evangelisti: “A Fra’, che te serve?” Giovanni Leone lo fece cavaliere nel ’77 su proposta del ministro Donat Cattin. Nel 1981, Sandro Pertini gli tolse il titolo per indegnità. Nel 2009, Giorgio Napolitano glielo rese. (La Repubblica, mercoledì 17 febbraio 2010).

Non siamo noi, in questo caso, a mettere il Napolitano col Leone. Ci si è messo da solo.

Mentre Sandro Pertini rimarrà per sempre nei cuori degli Italiani per bene.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) la bella Italia: Fisco, non paga nulla il 27% degli Italiani. E solo 1 su 100 dichiara più di centomila euro. (Titolo de La Repubblica di mercoledì 17 febbraio 2010). Se i criminali fiscali sono solo il 27%, come si arriva al 51% di Italiani che votano per la Destra? Semplice: aggiungendo un 24% di rimbecilliti.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Marcello Dell’Utri e Gianfranco Miccichè: Un imprenditore di Cosa Nostra che arriva a palazzo Chigi. Un giudice, Giuseppe Tesauro, in società con un funzionario ministeriale e imprenditore legato ai Casalesi. Un commercialista mafioso, Pietro Di Miceli, che fa da mediatore con la Provincia di Frosinone per procurare un appalto a Riccardo Fusi, presidente di Btp. Ecco lo scenario che emerge dal rapporto dei Ros dei carabinieri allegato all’inchiesta fiorentina sui grandi appalti della Protezione civile. Tutto, o molto, ruota intorno alla figura di Antonio Di Nardo ― considerato vicino al clan dei Casalesi ― al quale si lega anche il personaggio che in una telefonata sostiene di essere stato “alla presidenza del Consiglio”: Mario Fecarotta, imprenditore affiliato a Cosa Nostra e legato, in particolare, alla famiglia Riina. (...) E nelle ventimila pagine del rapporto dei Ros saltano fuori, questa volta esplicitamente, anche i nomi di Gianfranco Miccichè e Marcello Dell’Utri. (La Repubblica, mercoledì 17 febbraio 2010). Individui di questa risma che arrivano a palazzo Chigi? Ma allora erano meglio le mignotte a palazzo Grazioli.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Guido Bertolaso (amico del Berlusconi) parlando del sismologo Giuliani, che previde il terremoto de L’Aquila ma non fu ascoltato: Ma chi è questo?... Chi è, non so... Chi è questo?... Ma come?... Ma che stai dicendo?... Uno, lo denuncio per procurato allarme e viene... viene massacrato... Che è?... Che è? (La Repubblica, martedì 16 febbraio 2010). Peccato non poter udire il tono di voce di quei reiterati ma chi è, questo?... Chissa se è il tono di voce tipico dei palloni gonfiati per i quali tutti gli altri so’ nessuno... Tranne il loro padrone, s’intende, al cui apparire i palloni gonfiati si sgonfiano all’istante e senza rumore, come scorregge pudiche.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Badanti, Manutengoli, Camerieri e Maggiordomi": Denis Verdini, Sandro Bondi e Gaetano Quagliariello (quest’ultimo in versione "soft": cliccalo, se vuoi vederlo com’è davvero!)

Per la serie "Badanti, Manutengoli, Camerieri e Maggiordomi": Denis Verdini, Sandro Bondi e Gaetano Quagliariello (quest’ultimo in versione "soft": cliccalo, se vuoi vederlo com’è davvero!)

Per la serie "Badanti, Manutengoli, Camerieri e Maggiordomi": Denis Verdini, Sandro Bondi e Gaetano Quagliariello (quest’ultimo in versione "soft": cliccalo, se vuoi vederlo com’è davvero!)

Per la serie Badanti, Manutengoli, Camerieri e Maggiordomi: Denis Verdini, Sandro Bondi e

Gaetano Quagliariello (quest’ultimo in versione soft: cliccalo, se vuoi vederlo com’è davvero!)

 

(su) Denis Verdini, Sandro Bondi e Gaetano Quagliariello (berluscìsti di varia stazza) e sul Pidì toscano (uno dei cui principali esponenti, l’attuale sindaco di Firenze Matteo Renzi, secondo la leggenda metropolitana fu aiutato nelle primarie democratiche da votanti infiltrati dalla Destra, e a diventare sindaco dalla scelta di Verdini di contrapporgli per favorirlo un avversario debole come l’ex calciatore della Fiorentina e del Milan Galli): D’altra parte Verdini, da “uomo di mondo”, capisce che in Toscana il suo amico imprenditore si dichiari vicino al Pidì. Il 20 febbraio 2009, in una delle innumerevoli conversazioni intercettate, Fusi gli spiega: “Ho cominciato a dire che sono Pidì, che voto a sinistra. Da quando mi hanno messo vicino a te, io non ritiro mai una concessione, non mi danno mai un appalto, mi fanno causa tutti”. Verdini: “Bene, o Riccardo, o Riccardo, ma lo si sa perché gli imprenditori stanno con chi gli fa fare le cose, quindi giustamente qui in Toscana tu devi stare con il Pidì. (...) In Forza Italia iniziarono a chiamare Verdini “la badante” di Bondi, o anche il suo “manutengolo”. “Questo soprannome,” ha spiegato Verdini a Libero con un bel sorriso compiaciuto, “è nato quando in Forza Italia arrivò il professor Gaetano Quagliariello, cui scherzando ho detto: guardi che qui non siamo mica all’università. Lei è il manutengolo del manutengolo (che sarei io) del cameriere di Berlusconi, cioè Bondi”. Il quale con molta serietà corresse: “Maggiordomo, prego”. (La Repubblica, martedì 16 febbraio 2010). Una volta li chiamavano lacchè. Ed evitavano, così, da un lato di offendere le badanti, i camerieri e i maggiordomi, che son persone per bene, e dall’altro di umiliare eccessivamente, chiamandoli manutengoli, dei poveretti che non sanno nemmeno che cosa significhi. Ma si sa: delicatezza è morta. (Quanto ai dirigenti del Pidì toscano e ai loro imprenditori “di sinistra”, semplicemente non ci sono parole).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Francesco Rutelli (ex radicalìno, ex margheritìno, ex piddìno, oggi papista apìno): “Due cognati importanti” girano intorno alla figura, non proprio specchiata, dell’imprenditore Diego Anemone: Francesco Piermarini, cognato di Bertolaso e ingegnere nei cantieri del G8 della Maddalena. E Paolo Palombelli, cognato del senatore Francesco Rutelli. Perché? Angelo Balducci e Diego Anemone parlano dei due con un linguaggio carbonaro. B.: “Tra un po’ devo vedere il cognato Paolo”. A.: “Lui mi aveva detto che passata questa buriana ci saremmo visti per quel programma che lui conosce bene. Nel frattempo lui ci ha già un discorso in corso”. B.: “Senti... No, il cognato...” A.: “Di FR...” B.: “E poi c’è quell’altro cognato...” A.: “Oddio, e quanti ce ne sono di cognati?” (La Repubblica, martedì 16 febbraio 2010). Ci son tragedie, nella storia di certi popoli, a preveder le quali non basta uno Stanley Kubrick. E miserabili farse, nelle storiacce di certi popolini, che a immaginarle basta e avanza un Renato Rascel: La cognaaata... (Smentisce Paolo Palombelli: Sono stato arbitrariamente associato alla “cricca” del signor Anemone, dal quale, tra l’altro, non ho mai avuto alcun compenso economico. Per questo ho incaricato il mio avvocato di procedere per l’offensività della notizia e l’abusività della pubblicazione di telefonate insignificanti e ordinarie per la mia professione di commercialista. La Repubblica, mercoledì 17 febbraio 2010. Povero Palombelli, è nato nel Paese sbagliato: in Italia, se fai il commercialista, non sai quali individui possono fare il tuo nome al telefono; figurati, poi, se oltre che il commercialista fai anche il cognato...)

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Rappresentanti della (dan)Nazione": il Rutelli che se la ride da sé, la Bianchi in posa e il Lusetti che se la ride col Berlusconi.

Per la serie "Rappresentanti della (dan)Nazione": il Rutelli che se la ride da sé, la Bianchi in posa e il Lusetti che se la ride col Berlusconi.

Per la serie "Rappresentanti della (dan)Nazione": il Rutelli che se la ride da sé, la Bianchi in posa e il Lusetti che se la ride col Berlusconi.

Per la serie Rappresentanti della (dan)Nazione: il Rutelli che se la ride da sé, la Bianchi in posa e il Lusetti che se la ride col Berlusconi.

 

(su) Francesco Rutelli, Dorina Bianchi, Renzo Lusetti, Paola Binetti e Gianni Vernetti (papisti ex piddìni): Sedici i parlamentari transfughi dal Pidì, tra cui il co-fondatore Rutelli, che crea l’Api. Dorina Bianchi torna invece all’Uddiccì. A sorpresa Renzo Lusetti, ex rutelliano, dà l’addio al Pidì ma sceglie lUddiccì. Mentre Gianni Vernetti, ex Margherita, abbandona i Democratici e segue Rutelli. Nicola Zingaretti: “Tutti questi dirigenti che se ne vanno dal partito, Binetti ma anche gli altri, dovrebbero riflettere sul posto che occupano in Parlamento, che hanno ottenuto grazie al Pidì”. Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori Pidì, cita invece l’articolo 67 della Costituzione: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. (La Repubblica, martedì 16 febbraio 2010). Ha ragione Zanda: i transfughi non hanno alcun obbligo di dimettersi per aver ingannato gli Elettori e rubato i loro voti. Son gli Elettori ingannati e derubati, invece (a meno che non siano degli imbecilli o dei venduti) ad aver l’obbligo di non incoraggiare sulla via dell’istupidimento e del vizio i partiti a cui i transfughi, a quanto pare, non hanno fatto senso.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "La scienza non è un’opinione ma forse sì": Giacomo Rizzolatti ed Elena Dusi.

Per la serie "La scienza non è un’opinione ma forse sì": Giacomo Rizzolatti ed Elena Dusi.

Per la serie La scienza non è un’opinione ma forse sì: Giacomo Rizzolatti ed Elena Dusi.

 

Elena Dusi (giornalista de La Repubblica) e Giacomo Rizzolatti (docente di neurofisiologia umana all’università di Parma e scopritore, con gli studenti Vittorio Gallese, Luciano Fadiga e Leonardo Fogassi, dei cosiddetti neuroni specchio): I neuroni specchio, ovvero il meccanismo che ci consente di comprendere e condividere le emozioni altrui. Il motivo per cui proviamo compassione o ci emozioniamo davanti a un film. Ma anche l’anello della catena che si spezza in un bambino colpito da autismo. “Un gesto banale come allungare la mano per porgere una mela è colmo di mille possibili significati,” spiega quel mix di entusiasmo e comunicativa che è Rizzolatti. “Le persone normali riescono a coglierne molti, se non tutti. Un bambino autistico invece si blocca alla prima interpretazione. Per lui, se afferro una tazza è solo per bere. Non esistono altre intenzioni, come donare, spostare o lavare”. Il mondo delle emozioni e delle intenzioni altrui è precluso a chi è colpito da questa sindrome e il ventaglio dei significati di un gesto è ripiegato in un’unica interpretazione. “Ma noi crediamo,” corregge Rizzolatti, “che si tratti di un meccanismo solo inceppato, non rotto per sempre”. Per rieducare i neuroni specchio e insegnar loro a parlare con il sistema motorio, a Parma pensano di usare i videogiochi: “La Wii è perfetta,” spiega il professore, “perché coinvolge il sistema motorio e non prevede l’interazione con gli altri, un ostacolo per i bambini autistici. Con questo metodo possiamo forse correggere uno dei difetti della malattia: l’incapacità di legare intenzione e movimento. Vogliamo rieducare i neuroni specchio a dialogare con i neuroni del sistema motorio... Dopo la scoperta dei neuroni specchio potremmo forse rivedere il nostro modo di insegnare nelle scuole. Osservare gli altri, imitarli, ripetere molte volte i gesti fondamentali è la base per imparare”. E il sogno nascosto di chi guarda al lavoro degli scienziati di Parma è forse quello di una “pillola dell’empatia” che aiuti gli uomini a comprendersi meglio e gli impedisca di procurarsi sofferenze. Oltre al Nobel per la medicina (tutt’altro che inatteso qui a Parma) verrà allora anche quello per la pace. (Elena Dusi su La Repubblica di martedì 16 febbraio 2010). Pur con la dovuta umiltà ― non tanto nei confronti della “scienza” come la immaginano La Repubblica ed Elena Dusi quanto nei suoi, caro professor Rizzolatti, che i neuroni specchio li ha scoperti davvero e quindi ha fatto scienza senza virgolette ― ci permetta di suggerirle, onde rendere più probabile e vicino il Nobel “da voi a Parma tutt’altro che inatteso, di verificare la possibilità che rispecchiare” e “interpretare” non siano la stessa cosa. E che per spiegare lautismo, dunque (come, più in generale, per spiegare che cosa ci renda animali umani) i neuroni specchio, ahinoi, non bastino. A meno che lei invece di accontentarsi di fantasticare che tali neuroni, oltre che imitare (come fanno gli animali non umani) interpretino (come fanno gli animali umani) ― riesca un bel giorno anche a dimostrarlo.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Quelli che non ce l’hanno si consolano con quello del Duce": Luigi Celori con Benito Mussolini che si tocca il pisello.

Per la serie Quelli che non ce l’hanno si consolano con quello del Duce: Luigi Celori con Benito Mussolini che si tocca il pisello.

 

(su) Luigi Celori (pidiellìno candidato al consiglio regionale del Lazio con Renata Polverini): Il candidato del Pidièlle regala il calendario del Duce. Luigi Celori propone un nostalgico omaggio per il 2010, “ottantottesimo anno dell’Era fascista”: Dovete mantenere nel cuore la fede”. (Titolo de La Repubblica di martedì 16 febbraio 2010). Ognuno ha i suoi gusti: se al Celori e camerati piace appendersi in camerata un morto che si tocca il pisello, in casa loro son liberi di farlo. E se per Celori e camerati il culto del pisello del morto è una fede, chi siamo noi per discuterla? Anzi: fra tanti leccachiappe berluscisti, qualche virile adorapiselli fascista ci sta pure bene.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Non ditelo alla mamma che mi son tagliato i boccoloni...": Matteo Salvini.Per la serie "Non ditelo alla mamma che mi son tagliato i boccoloni...": Matteo Salvini.

Per la serie Non ditelo alla mamma che mi son tagliato i boccoloni...: Matteo Salvini.

 

Matteo Salvini (leghìno-nordìno eurodeputato): Chiederemo al ministro Maroni di aprire un tavolo per gestire la situazione di via Padova a Milano. Questa è un’emergenza che va gestita con pugno duro. Occorrono controlli ed espulsioni casa per casa, piano per piano. (L’Unità, lunedì 15 febbraio 2010). Smessi i bei boccoloni, si fa grossa la chioccia voce nazista del Salvini. Nessuno ha mai parlato di rastrellamenti: chiediamo solo controlli, se serve casa per casa, sulla regolarità delle residenze e delle attività commerciali. (La Repubblica, martedì 16 febbraio 2010). Nazisti sì, ma non sotto elezioni. Altrimenti rischiano di perdere l’elettorato che non li vota perché nazista, ma perché troppo stupido per accorgersi che sono nazisti loro. Bravo, Matteo, hai fatto bene a rimangiarti le parole di ieri in attesa di ficcarle in gola a noi, appena possibile, con qualche sorso di olio di ricino. Vero?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Gli Spolverini e la Polverini": Scajola, Bondi, Cicchitto, Stracquadanio e Polverini.

Per la serie "Gli Spolverini e la Polverini": Scajola, Bondi, Cicchitto, Stracquadanio e Polverini.

Per la serie "Gli Spolverini e la Polverini": Scajola, Bondi, Cicchitto, Stracquadanio e Polverini.

Per la serie "Gli Spolverini e la Polverini": Scajola, Bondi, Cicchitto, Stracquadanio e Polverini.

Per la serie "Gli Spolverini e la Polverini": Scajola, Bondi, Cicchitto, Stracquadanio e Polverini.

Per la serie Gli Spolverini e la Polverini: Scajola, Bondi, Cicchitto, Stracquadanio e Polverini.

 

Claudio Scajola (pidiellìno ministro per lo Sviluppo economico), Sandro Bondi (pidiellìno ministro della Cultura), Fabrizio Cicchitto (pidiellìno capogruppo alla Camera) e Giorgio Stracquadanio (pidiellìno deputato)contro Renata Polverini (pidiellìna candidata alla presidenza della regione Lazio): Il no al nucleare nel Lazio è un errore: devono dire la verità ai cittadini e chiedere il consenso (Claudio). Il ricorso al nucleare è una scelta importante del governo, che i candidati hanno il dovere di sostenere con coerenza (Sandro). Il nucleare è una cosa seria, che non può essere negata per ragioni elettorali (Fabrizio). Renata Polverini è contraddittoria e masochista, come si può andare contro il governo e chiedere l’aiuto del premier? (Giorgio). (La Repubblica, lunedì 15 febbraio 2010). A chi crediamo? A Renata, che promette che non metterà una centrale nucleare vicino a casa nostra, o al suo partito, che giura che ce la metterà? Nel dubbio, chi non vuole una centrale nucleare sotto casa farà benino a votare Bonino.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Paola Binetti (papista): Paola Binetti, la teodem, dopo mesi di annunci ha deciso di lasciare il Pidì. Si trasferisce nellUddiccì. (La Repubblica, lunedì 15 febbraio 2010). E per favore non si dimentichi il cilicio e l’Opus Dei, gentile signora. Son cose pericolose da lasciare in giro, nel Pidì.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Dario Franceschini (piddìno democristìno e veltronìno) su Emma Bonino: Avrei fatto una scelta diversa, cercato un’altra persona e fatto le primarie. (La Repubblica, lunedì 15 febbraio 2010). Ecco un uomo che sa cos’è la lealtà. Verso la Destra. Non come il Rutelli o la Binetti, che pensando solo a sé stessi hanno lasciato il Pidì. Sul Franceschini si può contare: non abbandonerà la postazione e farà il suo dovere fino in fondo. Per la Destra.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "I Furbetti del Bilancino": Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa.

Per la serie "I Furbetti del Bilancino": Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa.

Per la serie I Furbetti del Bilancino: Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa.

 

(su) Giulio Tremonti (tenutario della contabilità della Destra) e Tommaso Padoa Schioppa (tenutario della contabilità della finta “sinistra”): Grecia e Italia vengono citate fra quei paesi i cui governi hanno fatto ricorso alla consulenza delle grandi banche americane (Goldman Sachs e JP Maorgan Chase) per operazioni di “chirurgia estetica” che hanno dissimulato la vera entità dei deficit pubblici. Un ruolo perverso spetta ai titoli derivati: quanto hanno nascosto, e quanto nascondono tuttora, dell’indebitamento di alcuni Stati sovrani. (Federico Rampini su La Repubblica di lunedì 15 febbraio 2010). Il Padoa Schioppa è quello che suggerì di ridurre la Scuola italiana ai livelli di quella nordcoreana, il Tremonti è quello che ha accolto il suo suggerimento. In più si sarebbero anche divertiti a iniettare botulino nelle rughe e silicone nelle tette del bilancio dello Stato? Speriamo che non sia vero, ma se lo fosse non ce ne stupiremmo: i nemici della Scuola son capaci di tutto.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Silvio Berlusconi (in Albania): Non voglio che i flussi criminali vengano verso l’Italia, e non voglio che gli Albanesi muoiano in mare. Facciamo un’eccezione, però, per qualche bella ragazza. (La Repubblica, sabato 13 febbraio 2010). Certe volte il povero Berlusconi non riesce a spiegarsi. Qual è l’eccezione che vuol fare per qualche bella ragazza? Che i suoi flussi criminali vengano in Italia o che la disgraziata fanciulla muoia in mare?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Dio, il suo popolo, il papa e i Cittadini italiani fanno quello che dico io, se no ci rimango male": Tarcisio Bertone.

Per la serie Dio, il suo popolo, il papa e i Cittadini italiani fanno quello che dico io, se no ci rimango male: Tarcisio Bertone.

 

Tarcisio Bertone (dipendente di Joseph Ratzinger ― o boss di Joseph Ratzinger? ― col grado di cardinale e segretario di Stato): La democrazia, come ogni sistema costituzionale, è una struttura di potere. Che si pone perciò, al pari di ogni sistema di governo, essenzialmente in termini di ripartizione di potere. Tale dinamica diventa equivoca nella Chiesa. Il rapporto strutturale, anche a livello decisionale-operativo, tra la gerarchia e il popolo di Dio, non può mai essere posto in termini di ripartizione di potere. (Se governata da un voto di maggioranza, la Chiesa) diventa una Chiesa puramente umana, dove l’opinione sostituisce la fede. I diritti umani sono universali perché non dettati da un voto assembleare. Ma oggi si parla spesso, più che di diritti umani, di diritti individuali, trasformando desideri da soddisfare in diritti. Benedetto XVI, nel 2008, all’Onu, ha detto che i diritti trovano fondamento nella legge naturale, e che separarli da essa significherebbe cedere a una concezione relativista. (La Repubblica, venerdì 12 febbraio 2010). Traduzione: Io dico che la democrazia è una ripartizione di potere perché me ne frega niente che la Costituzione del mio Paese dica invece che la sovranità appartiene al popolo. Io dico basta con le Costituzioni, che fondano i diritti umani sul voto dei rappresentanti del popolo. Io dico che i diritti umani si fondano sulla legge naturale, cioè sulla volontà di Dio. E chi è che decide qual è la volontà di Dio? Io dico che lo decide la gerarchia della Chiesa ― cioè lo decido io, perché il vero papa sono io. E il popolo di Dio? Io dico che il popolo di Dio ubbidisce e basta. Ubbidisce alla gerarchia. Cioè ubbidisce a me. Te piacerebbe, eh, Tarcì? E invece noi ridiamo a crepapelle di questi tuoi desideri da soddisfare. E finché ridiamo, vedrai, non ti sarà facile trasformarli in diritti. Anzi: in tuoi personali privilegi.

 

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(su)Vladimir Luxuria: Vladimir Luxuria, già paragonato a Obama da Piero Sansonetti dopo l’elezione per Rifondazione, flirta con Ignazio La Russa e lancia segnali di disponibilità alla destra: Adesso non ho tempo e non mi candido neanche a Miss Italia. Ma se me lo chiedessero più avanti forse non direi di no: vorrebbe dire che è nata una nuova destra liberale, alla Sarkozy. Con la Carfagna ho già collaborato. Se lei o un altro ministro mi chiedessero di lavorare a un progetto sui diritti civili, lo farei volentieri. Non sono mai stata militante. L’unica tessera che ho è quella dell’Avon. Non sono rimasta in contatto. E comunque sono moralmente onesta: vado dove posso migliorare la vita della gente. Mi hanno dato della vigliacca e della traditrice. Ma mi sono arrivati molti più elogi.  Luxuria sbarca a destra, sdoganato a La Vita in diretta da Ignazio La Russa. Hanno improvvisato un simpatico siparietto, scambiandosi cordialità. La Russa ha aperto ai gay nelle caserme. E già che c’era ha elogiato Luxuria. Che gongola: Se permette, dopo essere trattata per anni come una Cicciolina ridicola (copyright Mastella), sentire un ministro che dice che ho lavorato meglio di molti suoi colleghi, mi riempie di orgoglio. E poi perché queste cose sulle caserme non le ha dette prima Parisi?. Attestati di stima anche da Marina Berlusconi: È preparata, ragionevole, con un grande senso dell’umorismo”. E perfino da Castelli: È intelligente, corretta, per nulla volgare. Maurizio Gasparri, facendo uno sforzo, ha detto di non trovarla affatto sciocca. Lui incassa ed esibisce le credenziali: Partecipai a una festa del Tricolore. E a un’iniziativa leghista. (Alessandro Trocino sul Corriere della Sera di venerdì 12 febbraio 2010). C’è la Sinistra. C’è la finta “sinistra”. E c’è la “sinistra” doppiamente finta. Di mente e di corpo.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Silvio Berlusconi (amico del Bertolaso): I magistrati si devono vergognare: Bertolaso non si tocca. La legge sulla Protezione civile andrà avanti. Andremo avanti su tutto. Ho parlato con Bertolaso, so che aveva mal di schiena e andava da una fisioterapista, una signora di mezza età che, tra l’altro, oggi è in ospedale per farsi operare per un problema alla spina dorsale. Quindi tutte queste cose qui sono assolutamente non accertate, non vere e infondate. Ci può essere qualche irregolarità da parte di chi opera nel bene, è anche giusto, ma non lo dico riferendomi a Bertolaso. Se uno mette il telefono sotto controllo per due anni, si alzi in piedi chi pensa che non ci possa essere qualcosa di scandaloso. Però non si tratta di reati. Se una persona opera bene al 100% e c’è un 1% discutibile, questo va messo da parte, mi sembra una cosa di buon senso che non è difficile da capire. Siamo alla presenza di un imbarbarimento, di un avvelenamento della vita civile che è difficile da sopportare. Si ver - go - gni - no. (La Repubblica, venerdì 12 febbraio 2010). Il Berlusconi, che una volta parlò di Romolo e Remolo, perché mai dovrebbe conoscere l’aritmetica meglio della storia? I centesimi per lui sono centouno, e basta. Ecco perché i commercianti lo votano: anche loro fecero un euro = mille lire perché non sapevano moltiplicare né dividere e non avevano idea di cosa siano i centesimi. In compenso, il Berlusconi sa sillabare, e questo è già qualcosa. Quanto alla fisioterapista del Bertolaso con problemi alla spina dorsale, sappia che può considerarsi fortunata: agli Aquilani il Bertolaso disse di star tranquilli e crollò la città. A lei, invece, mica è crollata la casa: il Bertolaso le ha solo passato il mal di schiena.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Guido Bertolaso (amico del Berlusconi): Quando mi chiedevano se avevo paura della mia popolarità, io rispondevo ovviamente di sì. Magari, poteva succedere che qualcuno mi mettesse in tasca una bustina di cocaina. Mutatis mutandis, è quello che sta accadendo. (La Repubblica, venerdì 12 febbraio 2010). Mettere in tasca al Bertolaso una bustina di cocaina? Mutatis mutandis, dev’esser facile come tirare in faccia al Berlusconi una statuetta del Duomo di Milano. Ti avvicini al Bertolaso, gli dici: Guarda l’uccellino, Guidino!, lui si gira e... zacchete!, il gioco è fatto. Povero Guidino, così inermino, così indifesino, così ingenuino, che perfino un bimbino potrebbe metterlo nei guaiucci.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Papi e papini": Silvio Berlusconi (a sinistra, con l’aria un po’ più astuta) e Guido Bertolaso (a destra).

Per la serie Papi e papini: Silvio Berlusconi (a sinistra, con l’aria un po’ più astuta) e Guido Bertolaso (a destra).

 

(su) Guido Bertolaso (amico del Berlusconi) e i suoi amici (amici dell’amico del Berlusconi): Una “cricca di banditi”. Il gip di Firenze racconta la corruzione che ha governato gli appalti della Maddalena e la ricostruzione a L’Aquila. Le escort di Bertolaso e gli imprenditori che la notte del 6 aprile ridono pensando agli appalti (Carlo Bonini). Questi giudici sono pubblici dipendenti, pagati con i soldi dei contribuenti, che pensano solo a deprimere chi fa il bene del Paese. A Bertolaso abbiamo tributato un applauso, durante la seduta del governo, per invitarlo a restare al suo posto (Silvio Berlusconi). Il regime delle ordinanze di Protezione civile è questo: niente controlli e deroga a decine di leggi sugli appalti e alla trasparenza. Se servisse per i terremoti e le alluvioni avrebbe un senso, ma cos’hanno a vedere con le emergenze i Mondiali di nuoto o l’esposizione delle spoglie di san Giuseppe da Copertino? Dal 2002 a oggi, Berlusconi ha definito a sua discrezione cosa dev’essere considerato stato di eccezione ben 500 volte. L’ordinanza di Protezione civile è diventata lo strumento ordinario dell’azione del suo governo. E Bertolaso sarà ministro perché è l’uomo che ha saputo offrirgli uno strumento utile per derogare quando vuole a decine di leggi (Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori del Pidì). Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell’impresa Opere pubbliche e ambiente Spa di Roma, al cognato: “Oh, ma alla Ferratella occupati di ’sta roba del terremoto, perché qui bisogna partire in quarta subito... Non è che c’è un terremoto al giorno”. “No, lo so,” e ride. “Così per dire, per carità... poveracci.” “Va buo’, ciao.” “Eh, certo, io ridevo stamattina alle tre e mezzo dentro al letto” “Io pure... Va buo’, ciao. (La Repubblica, giovedì 11 febbraio 2010). Ecco la prova che Dio non c’è: se ci fosse, o se gliene fregasse qualcosa, schiacciato sotto le macerie al posto di una ragazza de L’Aquila ci sarebbe stato chi nel proprio letto, invece, in quel momento rideva. E con lui chi dirige il “sistema” che si serve di individui di questa risma. E con loro chi gli tributa applausi.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Gli squadristi dal moccichino verde": Buonanno, Ranieri e Brigandì.

Per la serie "Gli squadristi dal moccichino verde": Buonanno, Ranieri e Brigandì.

Per la serie "Gli squadristi dal moccichino verde": Buonanno, Ranieri e Brigandì.

Per la serie Gli squadristi dal moccichino verde: Buonanno, Ranieri e Brigandì.

 

(su) (leghìni-nordìni e portatori di moccichino verde): Una seduta nervosa, ieri alla Camera, che già aveva visto il leghista piemontese Buonanno criticare una mostra della regione Piemonte su Darwin e i primati e lamentarsi di essere stato definito “turacciolo” dal governatore Mercedes Bresso. (...) Gruppi di leghisti si lanciano contro i banchi di Italia dei valori, Fabio Ranieri aggredisce Fabio Evangelisti. (...) Pierferdinando Casini dice di “essere rimasto molto impressionato”. Incrocia Zaia e gli dice: “Un minimo di decenza: ho visto i leghisti venir giù come dei pazzi e mi è anche arrivato un regolamento in testa. Siamo allo squadrismo, non si può trasformare la Camera dei deputati nella Camera dei fasci”. (...) Il leghista Brigandì a Evangelisti: “Guarda che a me non me ne fotte un cazzo. Non farti vedere in giro, perché appena ti incontro e non c’è nessuno ti spacco la faccia. Di’ una parola e ti spacco il culo... Leghisti, a me: lo stronzo è lì, andiamolo a prendere!. (La Repubblica, giovedì 11 febbraio 2010). Ricordiamo che il Brigandì è lo stesso che il 18 marzo 2009 (insieme all’altra leghìna-nordìna e portatrice di moccichino verde Carolina Lussana) con immensa fiducia nell’infallibilità dei giudici propose la castrazione chimica per i violentatori. Per gli squadristi, invece, che cosa proporrebbe? La sterilizzazione forzata delle loro future madri?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "I sopravvissuti": Giorgia Meloni, Gianni Alemanno, Laura Marsilio e i loro fan.

Per la serie "I sopravvissuti": Giorgia Meloni, Gianni Alemanno, Laura Marsilio e i loro fan.

Per la serie "I sopravvissuti": Giorgia Meloni, Gianni Alemanno, Laura Marsilio e i loro fan.

Per la serie "I sopravvissuti": Giorgia Meloni, Gianni Alemanno, Laura Marsilio e i loro fan.

Per la serie I sopravvissuti: Giorgia Meloni, Gianni Alemanno, Laura Marsilio e i loro fan.

 

Giorgia Meloni (ex neofascista, ex aennìna, oggi pidiellìna ministro della Gioventù), Gianni Alemanno (ex neofascista, ex aennìno, oggi pidiellìno sindaco di Roma grazie a Francesco Rutelli) e Laura Marsilio (assessore alle Politiche educative del comune di Roma): È indegno di ricoprire un ruolo di responsabilità nelle scuole chi non è capace di misurarsi con sensibilità sul tema delle Foibe (Giorgia). I dirigenti scolastici e gli insegnanti che non celebrano la giornata del Ricordo andrebbero rimossi, perché non sono all’altezza del loro compito (Gianni). Chiederò al ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, che la dirigente scolastica della scuola elementare Iqbal Masih, già sanzionata per aver negato il minuto di silenzio nelle classi per i militari caduti in Afghanistan, sia richiamata, se non allontanata dall’incarico (Laura). (La Repubblica, giovedì 11 febbraio 2010). Vi piacerebbe, eh, parlar di stragi a Bambini di pochi anni preparandoli alle guerre di civiltà in cui un giorno meditate di mandarli a morire? Vi piacerebbe insozzare la memoria dei Partigiani e dei Combattenti per la Libertà mettendoli sullo stesso piano degli aguzzini fascisti italiani in Iugoslavia che la rabbia folle delle loro vittime precipitò nelle foibe insieme a tanti innocenti? Vi piacerebbe che la Repubblica italiana nata dalla Resistenza e la sua Costituzione non sancissero la Libertà di Insegnamento per la quale nessuno può dire a un docente che cosa debba insegnare e come? Vi piacerebbe, lo sappiamo, ma ancora per un po’ vi toccherà abbozzare. E comunque grazie, Giorgia e Gianni e Laura, grazie di cuore. Perché? Ma perché siete la dimostrazione vivente che la violenza, oltre che un suicidio umano, è anche del tutto inutile. Tanto qualche “topolino” si salva sempre. E prima o poi torna fuori. (Quanto alla Marsilio, ricordiamo che è quella che il 12 novembre 2008, ad Auschwitz, disse agli studenti: Vi sono classi-ghetto in cui la massiccia presenza di extra-comunitari (fino all’80%) compromette la didattica (spingendoci ad auspicare che i colleghi romani si rendessero conto che una massiccia presenza di neofascisti non può che compromettere la valenza educativa e didattica dei viaggi ad Auschwitz) e che il 20 maggio 2009 dichiarò: Siamo pronti ad allontanare la preside della scuola elementare Carlo Pisacane, che vuole intitolare l’istituto all’educatore giapponese Makiguchi. Altro, che noi si sappia, questa signora in due anni non ha detto né fatto).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Joseph Ratzinger (capo, col nome di papa, dei dipendenti di Joseph Raztinger): Il santo padre ha approvato il seguente comunicato e ne ha ordinato la pubblicazione. È in atto una campagna diffamatoria contro la Santa Sede che coinvolge lo stesso romano pontefice. È falso che responsabili della Gendarmeria vaticana o il direttore de L’Osservatore Romano abbiano trasmesso documenti che sono alla base delle dimissioni, il 3 settembre scorso, del direttore de L’Avvenire; è falso che il direttore de L’Osservatore Romano abbia dato, o comunque trasmesso o avallato in qualsiasi modo, informazioni su questi documenti; è falso che egli abbia scritto sotto pseudonimo, o ispirato, articoli su altre testate. Appare chiaro, invece, dal moltiplicarsi delle argomentazioni e delle ipotesi più incredibili, ripetute sui media con una consonanza davvero singolare, che tutto si basi su convinzioni non fondate, con l’intento di attribuire al direttore de L’Osservatore Romano, in modo gratuito e calunnioso, un’azione immotivata, irragionevole e malvagia, fino a insinuare responsabilità addirittura del cardinale segretario di Stato. Al quale Benedetto XVI rinnova piena fiducia. (La Repubblica, mercoledì 10 febbraio 2010). Traduzione: La finite di coinvolgermi?

Il vero papa è Tarcisio I Bertone. Ubbiditegli e lasciatemi in pace.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Silvio Berlusconi e Maurizio Sacconi (pidiellìno ministro del Welfare, della Sanità, del Lavoro e delle Politiche sociali): Vorrei ricordare Eluana Englaro, carissime sorelle Misericordine, e condividere il rammarico e il dolore per non aver potuto evitare la sua morte. Grazie per la vostra discreta e tenace testimonianza di bene e di amore (Silvio). Questa dev’essere la giornata dell’amore. E l’approccio del governo riguardo al caso di Eluana Englaro è sempre stato laico (Maurizio). (La Repubblica, mercoledì 10 febbraio 2010). Naturalmente il Berlusconi si guardò bene, del tutto indifferente all’invito di Beppino Englaro, dall’andare a far visita a Eluana quando la donna era in coma irreversibile. Ma si sa: parlare spesso e volentieri d’amore e aver sempre la lacrimuccia pronta, almeno dai tempi delle due figlie maggiori di Lear, è il miglior indizio dell’anaffettività di chi lo fa. Quanto al Sacconi, non c’è dubbio: chi, meglio di un craxìsta (demichelisiano o meno), può elargire patenti di quella furba laicità (dai valori umani) che consiste nel fregarsene di tutti e di tutto e nel volgere anche la peggior tragedia al proprio tornaconto?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Le botti piene e le mogli ubriache": Brice Hortefeux e Nicolas Sarkozy.Per la serie "Le botti piene e le mogli ubriache": Brice Hortefeux e Nicolas Sarkozy.

Per la serie Le botti piene e le mogli ubriache: Brice Hortefeux e Nicolas Sarkozy.

 

Brice Hortefeux (ministro degli Interni di Nicolas Sarkozy): Propongo una misura semplice e concreta: in un periodo e un settore ben definiti, il prefetto potrà decidere che qualunque minore di 13 anni sorpreso a passeggiare, dopo le 23 e fino alle 6 del mattino, sarà riaccompagnato a casa sua oppure portato in commissariato, dove i genitori saranno fermamente invitati a venire a prenderlo. I cittadini sono stanchi di vedere i gabbiotti alle fermate degli autobus devastati, le pattumiere incendiate, gli ingressi dei condomini degradati. (La Repubblica, mercoledì 10 febbraio 2010). Vi piace la Scuola Pubblica ridotta al minimo per non dover mettere le mani nelle tasche dei ladri fiscali? Vi piace la schiavitù dei Lavoratori flessibili” costretti a orari che rendono loro impossibile stare coi figli? E allora tenetevi le bande di Bambini e di Ragazzi abbandonati che devastano le città. C’erano anche nel Medio Evo e dopo, e hanno continuato a esserci finché non vi han posto rimedio l’obbligo scolastico e cospicui investimenti degli Stati nell’Istruzione pubblica (e, più in generale, nella creazione di un clima lavorativo e sociale favorevole a un migliore rapporto Adulti - Bambini). Ma voi siete troppo furbi per studiare la Storia, vero? E troppo distrutti per non odiare perfino i vostri Figli, figuriamoci quelli degli altri.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Capa ’zzone o Capa tosta?": Marco Beltrandi.

Per la serie Capa zzone o Capa tosta?: Marco Beltrandi.

 

(su) Marco Beltrandi (radicale eletto nelle liste del Pidì): In Commissione di vigilanza sulla Rai, il Pidièlle e la Lega Nord, facendo propria la proposta del relatore Marco Beltrandi, hanno votato la soppressione delle trasmissioni di approfondimento giornalistico dal 28 febbraio al 28 marzo. E il divieto di partecipare alle tribune politiche per Rifondazione, per il Partito dei comunisti italiani, per i Radicali italiani, per i Verdi, per la Destra di Storace e per tutti i partiti che alle Europee sono rimasti sotto la soglia del 4%. Il leader verde Angelo Bonelli, giunto al quattordicesimo giorno di sciopero della fame per richiamare l’attenzione sull’oscuramento mediatico dei temi ambientali, si è appellato al presidente della Repubblica contro quello che definisce “un furto di democrazia”. (La Repubblica, mercoledì 10 febbraio 2010). Radicale Beltrandi, chi era costui? Un altro, forse, della bella famigliola dei Rutelli, dei Capezzone e delle Roccella?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Le belle famiglie italiane": Steno Marcegaglia e i suoi figli.

Per la serie Le belle famiglie italiane: Steno Marcegaglia e i suoi figli.

 

(su) Steno Marcegaglia: Un milione di tonnellate di rifiuti speciali trattati come normali. Ottocento camion che in un anno percorrevano mezza Italia carichi di terra proveniente da bonifiche di distributori di carburante, di scarti di produzione industriale contaminati dal mercurio, di bombolette piene di gas propano. Materiali pericolosi che finivano in discariche, aree di stoccaggio e zone di ripristino ambientale in Emilia, Toscana e Trentino. A organizzare il sistema era un’azienda grossetana, l’Agrideco, che falsificava analisi per cambiare la natura dei rifiuti e si accordava con gestori dei siti e trasportatori. Tra i suoi venti clienti anche la multinazionale Procter & Gamble e due grandi gruppi industriali come Lucchini e Marcegaglia. A scoprire il sistema sono stati i carabinieri del Noe, Nucleo operativo ecologico di Grosseto, che sono partiti da un incidente mortale sul lavoro avvenuto nel giugno 2008 per avviare l’operazione Golden rubbish, immondizia d’oro. L’Agrideco, secondo l’accusa di procura e carabinieri, lavorava a prezzi concorrenziali. Troppo per essere affidabili. Per questo ritengono che i clienti non potessero non sapere... (La Repubblica, mercoledì 10 febbraio 2010). Verrà mai il giorno che l’Italia si libererà dei rifiuti che l’avvelenano di rifiuti fingendo di non essere rifiuti loro e che non siano rifiuti i loro?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Letterine a Papi Natale": e per conoscenza al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi.

Per la serie Letterine a Papi Natale: e per conoscenza al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi.

 

(su) Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri (corrispondenti di Vito Ciancimino): Massimo Ciancimino, figlio del defunto ex sindaco mafioso Vito, consegna in aula un manoscritto del padre indirizzato a Marcello Dell’Utri “e, per conoscenza, a Silvio Berlusconi”. Una lettera scritta in carcere da Vito Ciancimino, e consegnata al figlio per farla avere all’allora latitante Bernardo Provenzano, nella quale l’ex sindaco minacciava di raccontare com’era nata Forza Italia. Il manoscritto è stato “tradotto” in aula da Massimo Ciancimino: “Non so se è stato poi inviato ai destinatari,” ha detto, “ma quel manoscritto è la rielaborazione di un pizzino di Provenzano dove c’era una minaccia al premier e il riferimento per mettere a disposizione una delle sue tv”. Per Nicolò Ghedini, richiesto di un commento, “le dichiarazioni di Ciancimino sono destituite di ogni fondamento e prive di dignità logica”. (La Repubblica, martedì 9 febbraio 2010). Crediamo anche noi che ci sia niente di vero. Che razza di “minaccia” sarebbe stata quella di “raccontare com’era nata Forza Italia”? Tutti lo sapevano già benissimo com’era nata Forza Italia.

 

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(su) Silvio Berlusconi e i suoi fan: Nessuno sa con esattezza quante ville possieda. Il Corriere della Sera ha tentato un censimento arrivando a quota 27 (sette solo ad Antigua). Sulla penultima Il Giornale scrisse: “Ci si può perfino attaccare alle cancellate, come hanno fatto per tutto il giorno decine di persone. Afferravano le sbarre e strillavano come fossero in carcere, ma non chiedevano la libertà: invocavano Silvio, aspettavano che uscisse a passeggiare nel verde, volevano fargli gli auguri”. (La Repubblica, martedì 9 gennaio 2010). Un barlume d’intelligenza può averlo anche Il Giornale: “Come fossero in carcere...” Il carcere che è la vita dei poveretti cui nessuno ha mai dato neanche le poche belle esperienze che rendono capaci di distinguere il raglio di un asino dal canto di un usignolo.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Sinite parvulos venire ad me": Joseph Ratzinger ed Ennio Antonelli.Per la serie "Sinite parvulos venire ad me": Joseph Ratzinger ed Ennio Antonelli.

Per la serie Sinite parvulos venire ad me: Joseph Ratzinger ed Ennio Antonelli.

 

(su) I dipendenti di Joseph Ratzinger: Dopo gli Stati Uniti e l’Irlanda, è la volta della Germania. Secondo il settimanale Der Spiegel lo scandalo degli abusi sessuali su adolescenti al collegio Canisius di Berlino, gestito dai gesuiti, potrebbe provocare un terremoto simile a quello appena accaduto in Irlanda, dove tra il 1914 e il 2000, secondo una commissione d’inchiesta, circa 35.000 (trentacinquemila) Bambini sono stati sottoposti ad abusi e violenze. (La Repubblica, martedì 9 febbraio 2010). In una Nazione di pochi milioni di abitanti come l’Irlanda, violentare trentacinquemila Bambini nell’arco di tre generazioni significa sconciare l’intero Paese, più e peggio di quanto farebbe una guerra, per altri cent’anni almeno. Chissà che non sia questa, dunque, la vera “missione” della Chiesa cattolica nel mondo: la distruzione degli Esseri Umani in tempo di pace. Eppure un certo Ennio Antonelli (dipendente di Joseph Ratzinger come cardinale) proprio oggi ha la faccia come il popò di dichiarare che I figli dei divorziati soffrono e non rendono sul lavoro. Tossicomani e con danni psichici. Intende, probabilmente, i figli di divorziati che non fanno in tempo a sfuggire alle “attenzioni” dei reverendi per le loro animucce.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(di e su) Silvio Berlusconi: La grave crisi economica è stata affrontata bene: non abbiamo aumentato le tasse e sosteniamo le famiglie e chi ha perso il lavoro (Silvio). Berlusconi ― non so se in buona o cattiva fede perché in lui le due cose coincidono ― ha finora sostenuto che la crisi non c’era mai stata in Italia e che comunque ormai era finita in tutto il mondo (Eugenio Scalfari su La Repubblica di domenica 7 febbraio 2010).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

La targa col nome della strada dove risiede ad Agrigento il ministro della Giustizia Angelino Alfano è stata sostituita venerdì notte con un’altra con su scritto: "Via Lodo Alfano (Vergogna dItalia)". (La Repubblica, domenica 7 febbraio 2010). Ma la targa è sbagliata: l’Alfano, come tutti sanno, non si chiama Lodo ma Angelino. Che fa anche più ridere.

La targa col nome della strada dove risiede ad Agrigento il ministro della Giustizia Angelino Alfano è stata sostituita venerdì notte

con un’altra con su scritto: Via Lodo Alfano (Vergogna dItalia). (La Repubblica, domenica 7 febbraio 2010).

Ma la targa è sbagliata: l’Alfano, come tutti sanno, non si chiama Lodo ma Angelino. Che fa anche più ridere.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Massimo D’Alema, Luciano Violante, Walter Veltroni, Dario Franceschini, Enrico Letta, “Beppe” Fioroni e tutto il cucuzzaro della finta “sinistra”: Anche gli orbi vedono perché la sinistra perda voti: espone mummie sussiegose; assisteva inerte alla conquista dello Stato (...); anziché tagliare il groviglio perverso, ciurmava nel salotto bicamerale; tornata al governo, riaffonda senza decoro; suoi dignitari trescano in losca compagnia (caso Unipol). Due anni dopo ricorrono vecchi aforismi idioti: “l’antiberlusconismo non porta da nessuna parte”; “così perderemo anche tra vent’anni”, bisbiglia un monsignore nipote; siamo nel carnevale dei politicanti rifiniti, nemmeno avessero studiato sotto i cardinali Richelieu e Mazzarino. Bene, continuino i dialoghi, ripartendo dall’immunità. Cos’è una piccola legge davanti alla gran partita? Fughe dalle urne assottiglieranno il Pidì con profitto dei funamboli. Troppi elettori dissentono dal dialogo, deplora l“equidistante”, auspicando verso costoro una “battaglia... culturale ben più profonda e appassionata” (Paolo Franchi, Corriere della Sera, 4 gennaio 2010). L’Italia assuefatta beve e non batte ciglio. (Franco Cordero su La Repubblica di domenica 7 febbraio 2010.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Sarah Palin (la prossima presidente degli Stati Uniti se si aggraverà l’istupidimento causato dal crescente mors tua vita mea nei rapporti tra i singoli e tra le classi sociali) si produce in una perfetta fusione espressiva di cattiveria e di mancanza d’intelligenza.

Sarah Palin (la prossima presidente degli Stati Uniti se si aggraverà l’istupidimento causato dal crescente mors tua vita mea nei rapporti tra i singoli e tra le classi sociali) si produce in una perfetta fusione espressiva di cattiveria e di mancanza d’intelligenza.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "'Liberali' idrofobi": Maurizio Sacconi, Roberto Calderoli, Claudio Scajola, Renato Brunetta e Raffaele Bonanni.

Per la serie "'Liberali' idrofobi": Maurizio Sacconi, Roberto Calderoli, Claudio Scajola, Renato Brunetta e Raffaele Bonanni.

Per la serie "'Liberali' idrofobi": Maurizio Sacconi, Roberto Calderoli, Claudio Scajola, Renato Brunetta e Raffaele Bonanni.

Per la serie "'Liberali' idrofobi": Maurizio Sacconi, Roberto Calderoli, Claudio Scajola, Renato Brunetta e Raffaele Bonanni. Per la serie "'Liberali' idrofobi": Maurizio Sacconi, Roberto Calderoli, Claudio Scajola, Renato Brunetta e Raffaele Bonanni.

Per la serie “Liberali” idrofobi: Maurizio Sacconi, Roberto Calderoli, Claudio Scajola, Renato Brunetta e Raffaele Bonanni.

 

Claudio Scajola (pidiellìno ministro per lo Sviluppo economico), Roberto Calderoli (leghista-nordista, portatore di moccichino verde e ministro per la Semplificazione), Maurizio Sacconi (pidiellìno ministro del Welfare, della Sanità, del Lavoro e delle Politiche sociali) e Raffaele Bonanni (segretario di un sedicente sindacato di Lavoratori a nome Cisl): La Fiat è cresciuta anche con l’aiuto dei governi italiani e degli italiani (Claudio). Cosa?! Negli anni della presidenza Montezemolo la Fiat non ha avuto un euro di aiuti dallo Stato? Non raccontiamo barzellette (Roberto). L’altra notte, verso le due, ho avuto una reazione nervosa all’ottusa resistenza del management di Alcoa anche solo a un rinvio di una riunione di pochi giorni. L’irritazione del governo è comprensibile. Occorre che coloro che hanno responsabilità nelle aziende, e in particolare nelle grandi compagnie, e che spesso sono ben remunerati, certe volte perfino a prescindere dai risultati di bilancio, possano essere sollecitati ad avere un comportamento socialmente responsabile (Maurizio). La proprietà Fiat ha un atteggiamento distaccato, sembra vivere in contrade anglosassoni (Raffaele). (La Repubblica, sabato 6 e domenica 7 febbraio 2010). I peggior nemici dei Lavoratori tramutati in fustigatori dell’insensibilità padronale? No, è che a questi individui solo una cosa sta a “cuore”: la conservazione del potere. Per farne che? Oh, bella: per conservare il potere. E così, al pensiero che le elezioni regionali si avvicinano, gli stessi padronacci con i quali fino a poche settimane fa brindavano alla “flessibilità” e alla cancellazione dellarticolo 18 gli diventano a un tratto indigesti. Ma i padronacci non si offendono: sanno che passato marzo, e con tre anni senza elezioni davanti a sé, i “compagni” Sacconi, Calderoli, Scajola e Bonanni ritroveranno in sé stessi i forcaioli che sono. E non avranno alcuna “reazione nervosa” rivedendo negli specchi le proprie vere facce. Ma la performance più grottesca (a parte quella del Bonanni, allenato a passare con atteggiamento anglosassone dai karaoke col Sacconi, il Lusetti e la Polverini a darla a bere ai Lavoratori) è quella del Renato Brunetta (ex craxìsta, oggi pidiellìno e ministro per la Funzione Pubblica) nel disperato tentativo di tenere i piedi (o, per meglio dire, di ficcar tutto sé stesso) in due scarpe: La Fiat è un’azienda che da tanti anni viene aiutata dallo Stato. Corre una battuta: se sommassimo tutti gli aiuti dati nell’arco di 50 - 60 anni, ce la saremmo potuta comprare due - tre volte. Magari è una battuta tutta da verificare, ma gli italiani (gli Italiani, per il Brunetta, sono lui, n.d.r.) hanno questa percezione. Non dobbiamo abbandonare gli operai dello stabilimento di Termini Imerese, e per questo serve un grande senso di responsabilità da parte di tutti, a partire dall’azienda, visto che gli operai sono i suoi. Certo, sarebbe un errore tenere posti di lavoro improduttivi, ma tenere la produzione finché passa la notte è un impegno di tutti. Certamente non serve tenere in piedi stabilimenti improduttivi, ma d’altra parte neanche ragionare solo e unicamente in termini astratti di razionalità produttiva. Bisogna, con opportuni investimenti, rimettere in produzione ed efficienza il sito. (L’Unità, lunedì 8 febbraio 2010). Eh, sì: a difesa del potere si può ben metter mano al manganello anche contro i camerati di merende di una vita. Ma con un po’ di stile, che diamine.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Gianfranco Fini (ex neofascista, ex aennìno, oggi pidiellìno e presidente della Camera): Il ricordo più bello che conserverò di questo viaggio negli Stati Uniti è forse quello dell’incontro con John Kerry. Si è operato all’anca, e il vecchio Ted Kennedy, prima di morire, gli ha prestato il bastone con il pomo d’argento che appartenne al patriarca Joseph Kennedy. Era lo stesso bastone che poi passò a JFK e quindi a Ted: mostrandomelo, Kerry si è commosso.

(La Repubblica, sabato 6 febbraio 2010). E tu, in quel magico momento, hai sentito un po’ dello “spirito” dei Kennedy colare ad annacquarsi nel tuo, vero, Gianfranco? Eh, mascherina, ti conosciamo...

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Originali peccatori": Arrigo Miglio.

Per la serie Originali peccatori: Arrigo Miglio.

 

Arrigo Miglio (dipendente di Joseph Ratzinger come vescovo di Ivrea e responsabile Cei per i problemi sociali e del lavoro): Il papa è coraggioso perché guarda anche i problemi che ci sono dentro la Chiesa, che è fatta di uomini e di donne che hanno il peccato originale come tutti gli altri. (La Repubblica, sabato 6 febbraio 2010).

Parla per te e per il tuo capo, Arrigo: noi il peccato non ce l’abbiamo. Né originale né in fotocopia.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) la finta “sinistra” di Tony Blair e Gordon Brown: Tredici anni di governo laburista non sono serviti, o per lo meno non sono bastati, a ridurre il gap tra ricchi e poveri in Gran Bretagna. Anzi: nel biennio 2008 - 2009 il Regno Unito ha raggiunto il più alto livello di disuguaglianza dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il 10% più ricco della popolazione britannica è 100 volte più ricco del 10% più povero. Non solo: negli ultimi tre decenni il gap ricchi - poveri ha continuato a crescere, fino a raggiungere l’apice negli ultimi due anni. (La Repubblica, venerdì 5 febbraio 2010). Com’è mite e gentile, La Repubblica, con le finte “sinistre” d’ogni parte del mondo: non sono serviti... non sono bastati... La verità è più semplice: tredici anni di governo laburista hanno aggravato la povertà degli elettori del partito laburista e accresciuto la ricchezza, la prepotenza e limpunità degli elettori della Destra. Di quante altre dolorose prove avremo bisogno, prima di convincerci che le finte “sinistre” occidentali sono in realtà segmenti della Destra espressamente incaricati di fare il lavoro sporco e poi restituire il potere commettendo qualche (guarda caso) qualche errore in vista delle elezioni? E soprattutto: di quante altre prove avranno bisogno le Donne e gli Uomini onesti, intelligenti, generosi e appassionati dei quali dovrà pur esservi ancora qualche esemplare, in quelle fila, anche se intimiditi dalle cosiddette “maggioranze interne” vendute ai padronacci o rincretinite dalla superstizione?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Eroi del pensiero": Federico Rampini.

Per la serie Eroi del pensiero: Federico Rampini.

 

Federico Rampini e Marco Panara (inviati de La Repubblica) commentano la crisi della Toyota costretta a richiamare” milioni di vetture difettose: La Prius è solo l’ultima delle Toyota-killer, e non la più grave. Una lunga catena di scandali sta distruggendo l’immagine ― e il bilancio ― della più grande casa automobilistica giapponese e mondiale. Un tracollo così repentino, brutale, spettacolare, da sembrare più un evento geofisico (terremoto, tsunami) che una vicenda economica. Grandioso. Quasi misterioso. Come si fa a passare in così poco tempo da una fama tutta fondata sulla qualità, l’affidabilità, la sicurezza, a questa spaventosa sequenza di incidenti dovuti a gravi difetti di fabbricazione? (Federico). È doveroso riconoscere che il Rampini ha fatto qualche progresso dai tempi in cui ogni anno correva a Davos a prosternarsi davanti al fior fiore del fondamentalismo liberista, o in India a genuflettersi davanti al guru Jaggi Vasudev, o a cantare ― in best seller confezionati alla buona ― le magnifiche sorti e progressive della globalizzazione secondo la cosiddetta “scuola” di Chicago. Oggi è più prudente, ci va un po’ più piano: che nel 2008 e nel 2009 le magnifiche sorti e progressive abbiano arrecato qualche danno al suo portafoglio titoli? Sia come sia, oggi siamo felici di congratularci con lui: la sua domanda sulla Toyota è buona. Peccato che manchi la risposta. Ma diamogli tempo: il Rampini è giovane, pian pianino si farà. Il Panara, invece, la domanda non la pone, ma in compenso ha la risposta. Chissà perché, tuttavia, la nasconde verso la fine delle sette ponderose colonne che dedica alla questione... Eccola: Il secondo imputato è la flessibilità. Cinque anni fa è stata introdotta in Giappone una normativa che ha consentito il lavoro temporaneo anche nell’industria manifatturiera, che ne ha fatto larghissimo uso. C’è chi sostiene (ineffabile la delicatezza di quel c’è chi sostiene...) che l’addestramento dei lavoratori a termine sia meno efficace di quello dei dipendenti a tempo indeterminato... (Marco). (La Repubblica, venerdì 5 febbraio 2010) No! E chi sarà mai questo geniale “sostenitore”, e come avrà fatto a capire che un povero cristo dequalificato e trattato come uno schiavo potrebbe non amare il proprio lavoro quel tanto che basta a desiderare di farlo bene? Bravo e coraggioso Panara, speriamo che, per aver osato tanto, il direttore e il vicedirettore (soprattutto il vice) non lo costringano a scrivere una biografia di 1.000 pagine di Milton Friedman.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Chi taglia la Scuola e chi taglia il viaggio di nozze": Mariastella Gelmini con il marito.

Per la serie Chi taglia la Scuola e chi taglia il viaggio di nozze: Mariastella Gelmini con il marito.

 

Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione) e Silvio Berlusconi (datore di lavoro del giardiniere di Arcore che gliela presentò) presentando i tagli e i licenziamenti del Tremonti alle Scuole superiori, che seguono quelli dell’anno scorso alle Scuole elementari e medie: Ci hanno accusato di voler cambiare la scuola per fare cassa. Niente di più falso, era un atto atteso da cinquant’anni. Questa è una riforma epocale (Mariastella). È una legge che ci mette in linea con l’Europa. La prima vera riforma da quella di Gentile. Mariastella Gelmini ha fatto la riforma invece di andare in viaggio di nozze. E nei licei musicali le canzoni mie e di Apicella saranno materia di studio (Silvio). (La Repubblica, venerdì 5 febbraio 2010). E così, dopo tutto, la distruzione della Scuola degli Italiani è servita a qualcosa: a risparmiare a quel poveretto un viaggio di nozze con Mariastella.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Roberto Della Seta e Francesco Ferrante (piddìni senatori): Veramente l’esecutivo pensa di mandare avanti il suo programma nucleare a tappe forzate contro le regioni, i comuni, le province e i cittadini contando solo sull’esercito? (La Repubblica, venerdì 5 febbraio 2010). Veramente sì. Non solo: all’esecutivo, ancor più del nucleare, importa aver un pretesto per militarizzare intere regioni, imporvi lo stato di eccezione, paracadutarvi il Bertolaso e sospendervi la Costituzione e i diritti fondamentali. Vi basta, Della Seta e Ferrante, per cominciare a preoccuparvi?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "San Valentino": Bersani loves Bossi.

Per la serie "San Valentino": Bersani loves Bossi.

Per la serie "San Valentino": Bersani loves Bossi.

Per la serie San Valentino: Bersani loves Bossi.

 

Pier Luigi Bersani (piddìno segretario): Che qualcosa si possa muovere nel corpaccione del Pidièlle non lo credo, almeno finché esiste questa legge elettorale. Ma se il Carroccio si sveglia, allora sì che la maggioranza entra in crisi. I loro elettori non si faranno prendere in giro ancora a lungo. I leghisti (sic, invece di leghisti nordisti, n.d.r.) sembra che vengano a Roma in trasferta premio. Erano quelli del cappio e della ghigliottina per i corrotti, ora in Parlamento fanno passare di tutto. Ma quando stanno sul territorio tornano puri, camminano sul doppio binario dell’opposizione e del governo. Eh no, questo lo dobbiamo denunciare, l’ho detto ai miei dirigenti del Nord. Ma per la Lega (sic, invece di Lega Nord, n.d.r.) massimo rispetto. Io riconosco che Bossi ha creato una classe dirigente vera e giovane, è stato capace di tirarla sù. (La Repubblica, giovedì 4 febbraio 2010). Se il Carroccio si sveglia la maggioranza va in crisi?! Dunque è nella Lega Nord (e non Lega, come la chiama il Bersani, accreditandola così come partito nazionale) che dobbiamo sperare, contro il Berlusconi? E perché non nel Berlusconi stesso, allora?... Una classe dirigente vera e giovane?! Ma quale? Quella delle raffiche di ordinanze razziste? Quella dei neonazisti catapultati in centinaia di consigli comunali dagli squallidi bar dove ciondolavano da anni e dagli squallidi tinelli dove si fotografavano da soli per farsi notare su Facebook da Renzo Bossi? Che il Bersani sia impazzito? Sempre meglio impazzire che farsi venire un ictus come Berlinguer, siamo d’accordo, ma meglio ancora iscriversi direttamente alla Lega Nord insieme al Penati e togliere il disturbo. Sì, perché quelle che il Bersani ripete a pappagallo sono le idee del suo “consigliere” Penati Filippo, che quand’era presidente della provincia di Milano, e si scagliava contro i Rom o contro le Moschee, e per gradire invocava i voti dei leghisti-nordisti, il Salvini lo tesserò leghista ad honorem. Pier Luigi, ascolta: se come vice-Baffino facevi un po’ compassione, come vice-Penati fai sinceramente pena. Ripigliati, se ancora puoi.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Rosemarystella’s Baby": Mariastella Gelmini e Umberto Bossi.

Per la serie Rosemarystella’s Baby: Mariastella Gelmini e Umberto Bossi.

 

(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione) e Umberto Bossi (leghìsta-nordìsta, portatore di moccichino verde e ministro per le Riforme): Durante il dibattito alla Camera sul legittimo impedimento, Umberto Bossi si è avvicinato a Mariastella Gelmini e le ha fatto una carezza sul pancione: il ministro è in attesa di una bimba. (La Repubblica, giovedì 4 febbraio 2010). Nemmeno con tutto il nostro odio per la madre (intombatrice della Scuola degli Italiani) saremmo stati capaci di minacciarne l’incolpevole figlia con un vaticinio così funesto. Perché non sei fuggita, sventata Mariastella, quando hai visto avvicinarsi al tuo pancione il padre di Renzo Bossi? Non dirci, te ne preghiamo, che si è trattato di un rito celtico nero da te stessa voluto e impetrato...

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Date a Silvio quel ch’è di Silvio e a Mammona quel ch’è di Mammona": Silvio Berlusconi e Tarcisio Bertone.

Per la serie "Date a Silvio quel ch’è di Silvio e a Mammona quel ch’è di Mammona": Silvio Berlusconi e Tarcisio Bertone.

Per la serie Date a Silvio quel ch’è di Silvio e a Mammona quel ch’è di Mammona: Silvio Berlusconi e Tarcisio Bertone.

 

(su) Silvio Berlusconi, Tarcisio Bertone (dipendente di Joseph Ratzinger col grado di cardinale segretario di Stato) e altri berluscisti in tonaca e no: L’azione intenzionale di chi, “primo ministro” (Bertone), pretende un riequilibrio si poteri che ridimensioni l’autonomia della “Chiesa nazionale italiana”, perché non ci possono essere “piccoli vaticani” sparsi nei cinque continenti (Vittorio Messori), incrocia il disegno del presidente del Consiglio che, in estate, ha riorganizzato la sua “mischia mediatica” e ha deciso di muovere contro i suoi avversari, autentici e presunti. Ha stilato una lista di nemici e vuole demolirli. (...) Vittorio Feltri è disposto, altro che. Scrive che “il suo fucile è carico”. Gian Maria Vian, direttore de L’Osservatore romano, lo avvicina. Gli fa consegnare il dossier manipolato, “autenticandolo”. Lo rassicura: è un’iniziativa voluta dal cardinale Bertone. A delitto consumato, il segretario di Stato telefonerà a Feltri (secondo una confidenza sfuggita a Boffo con i suoi collaboratori) ringraziandolo per “aver reso un servizio alla Chiesa e al Papa”. Ma non è la Chiesa che il direttore de Il Giornale vuol servire. Egli è al servizio del suo editore e di una nuova strategia politica che altera il giornalismo in calunnia. (...) La character assassination del direttore de L’Avvenire è l’esito di due azioni intenzionali che, come Cossiga ci ha spiegato in anticipo, sono state organizzate per dare “a ciascuno, il suo”. A Tarcisio Bertone il governo (anche politico) dell’episcopato italiano. A Silvio Berlusconi una via d’uscita da guai che, con l’abbandono della Chiesa, potevano travolgerne il destino. (Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di mercoledì 3 febbraio 2010). Una cosa tuttavia non abbiamo capito, nella pur pregevole ricostruzione di D’Avanzo: perché il Vian ce l’aveva tanto col Boffo? Impossibile, naturalmente, che sia perché il Boffo non lo aveva molestato. Ma allora perché? Eppure erano colleghi. Un bel mistero.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Mavalà!": Nicolò "Niccolò" Ghedini.

Per la serie Mavalà!: Nicolò Niccolò Ghedini.

 

Nicolò “Niccolò” Ghedini (pidiellìno avvocato-deputato) sul disegno di legge Valentino sui pentiti: Ho letto quel testo solo oggi sul vostro giornale. Se avessimo voluto davvero presentare una proposta del genere saremmo ricorsi a un emendamento a sorpresa e non certo a un disegno di legge. In Italia la normativa antimafia è intoccabile, perché altrimenti di rischia l’isteria collettiva. (La Repubblica, mercoledì 3 febbraio 2010). Di sicuro lo dice a noi, Italiani onesti, per provocarci. Poiché, se lo dicesse ai mafiosi, sarebbe per scusarsi.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Statali tali e quali": Renato Brunetta.

Per la serie Statali tali e quali: Renato Brunetta.

 

(su) Renato Brunetta (ex craxìsta, oggi berluscìsta e ministro per la Funzione pubblica): Statali, obbligo di trasparenza ma non al ministero di Brunetta. Una circolare della Funzione pubblica esclude Palazzo Chigi e i suoi dipartimenti, tra cui il ministero di Brunetta, dall’obbligo di trasparenza sulle retribuzioni, sulle assenze e sui curricula. (Titolo de La Repubblica di mercoledì 3 febbraio 2010). È segno che il Brunetta ha cominciato a capire che lo Stato, per quanto voglia demolirsi a favore dell’antiStato, ha interesse (almeno finché il Brunetta medesimo non è sbarcato) a tenersi buono sé stesso. Per uno come il Brunetta, cominciare a capire questo è tanto.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Schiavi di Roma mai schiavi del dito medio": Renzo Bossi.

Per la serie Schiavi di Roma mai schiavi del dito medio: Renzo Bossi.

 

(su) Renzo Bossi (prole di Umberto): “No alla Trota!!!” scrivono su Facebook giovani coraggiosi leghisti. È nato un gruppo ribelle, il logo mostra un’urna e sopra un pesce sbarrato di rosso con la scritta “no, grazie”. Scrivono pure: “Che vada a Varese”, “Forse a Milano non hanno ben capito che non siamo qui a farci prendere in giro!”, “Facciamoci sentire!” Protesta contro il Figlio di Papà della Padania, Renzo Bossi, paracadutato nel collegio provinciale e blindato di Brescia e perciò quasi sicuro consigliere regionale. E tempo fa si era fatto vivo anche il primogenito Riccardo, pilota di rally: “Ohè! Ci sono anchio!” Venne fatto assistente di Speroni a Strasburgo, ma gli fu impedito di partire per lIsola dei famosi. (La Repubblica, mercoledì 3 febbraio 2010). Ma non era diventato consulente dell’Expo di Milano per 12.000 euro al mese? E da consigliere regionale quanto guadagnerà? Se continua così, a furia di offrirgli stipendi principeschi purché se ne vada, ce lo ritroviamo Papa di Papà, altro che Figlio.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Giovanna Melandri e Antonello Soro (piddìni veltro-franceschìni): Bene: si allarga il solco tra noi e l’Uddiccì (Giovanna). Le distanze tra noi e l’Uddiccì sono sistemiche, non casuali (Antonello). (La Repubblica, mercoledì 3 febbraio 2010). Nessuno è più democristiano dei piddìni veltro-franceschiìni. Perché, allora, si scagliano contro il filocasinismo bersa-dalemiano? Per lo stesso motivo per cui, dopo aver inciuciato col berluscismo fino a colare a picco il governo Prodi, adesso si atteggiano a campioni dell’antiberluscismo: mentre da parte loro, contro il Bersani e soprattutto contro il D’Alema, non c’è niente di politico né (tanto meno!) di filosofico, ma solo un odio personale così feroce da istupidirli. Quale altra forza, del resto, potrebbe strappare la Melandri alle feste di Briatore?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

"Corleone 2, la vendetta", da "Terra" di martedì 2 febbraio 2010.

Corleone 2, la vendetta, da Terra di martedì 2 febbraio 2010.

 

(di e su) Silvio Berlusconi: Credo di essere l’italiano vivente che ha messo a dimora più alberi. Sono l’unico italiano a fare collezione di ulivi antichi. In Sardegna ho almeno venti ulivi che hanno più di mille anni. Ne ho uno, con la certificazione dell’Università di Gerusalemme, che pare ne abbia duemila. Io, scherzando, dico qualche volta ai miei ospiti che viene direttamente dall’orto di Getsemani e che il segno visibile sul tronco fu lasciato dal ginocchio di Gesù. In vista delle elezioni regionali vogliamo portare i nostri candidati in un luogo di valore storico del nostro Paese e fargli assumere (sic) alcuni giuramenti: uno sarà quello di mettere a dimora un determinato numero di alberi durante gli anni della loro presidenza, in modo di fare dell’Italia un Paese più che verde. Concorro a un istituto per portare la vita a 120 anni. Non è così difficile, se si pensa che agli inizi dell’800 la vita media era di 23 anni, nel ’900 di 43 anni e ora di 80. Si può arrivare tranquillamente a 120. Appuntamento qui fra 47 anni. (La Repubblica, martedì 2 febbraio 2010). Una parte del “tesoro” del defunto mafioso ed ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino, fu investito nella realizzazione di “Milano 2” che segnò la scalata imprenditoriale di Berlusconi. Un investimento immobiliare fatto attraverso dei “prestanome”, gli imprenditori mafiosi Antonino e Salvatore Buscemi e Francesco Bonura. E una traccia di questi investimenti è in un manoscritto di Vito Ciancimino, consegnato dal figlio Massimo ai magistrati, dove oltre ai nomi dei tre imprenditori c’è quello di Marcello Dell’Utri e di “Milano 2”. (L’avvocato Ghedini definisce “prive di fondamento” le dichiarazioni di Massimo Ciancimino e annuncia querela). (La Repubblica, martedì 2 febbraio 2010). Dunque Gesù mise un ginocchio su quell’ulivo, duemila anni fa, per dare al Berlusconi un segno del proprio favore. Poi si fece crocifiggere, così che villa Certosa aumentasse di valore. E quell’ulivo, divina impronta e tutto, il Berlusconi dopo duemila anni lo mise a dimora proprio lì, a villa Certosa, così ché la profezia di Gesù si realizzasse. E come altri avevano messo a dimora nel cemento di Milano 2 i propri sudati risparmi. Ma non (lo speriamo per chi ci vive) anche le ossa delle ginocchia di chi aveva lasciato loro quei risparmi in eredità... Certo che il Vangelo, ad aver tempo di riscriverlo oggi, sarebbe il best seller comico mondiale del secolo.

 

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(su) Silvio Berlusconi: Entra in campo il senatore Giuseppe Valentino (calabrese, avvocato, avverso ai pentiti per via si un’inchiesta che lo coinvolse nel 2004 per voti della ’ndrangheta, ex aennìno finiàno dato ormai per seguace del Cavaliere, vice di Nicolò Ghedini nella consulta pidiellìna per la giustizia) e si produce in un disegno di legge (relatore Piero Longo, avvocato di Berlusconi assieme a Ghedini) sul quale così si pronuncia Gianrico Carofiglio (magistrato, scrittore e senatore del Pidì): “Senza entrare in dettagli tecnici che rischiano di essere incomprensibili ai più, mi spiego con un esempio: pensiamo a un collaboratore di giustizia che parla di cinque omicidi. Immaginiamo che si trovino riscontri rigorosi, obiettivi e individualizzanti per quattro di essi. Con la legge attuale, il giudice condannerà per quattro omicidi e assolverà per il quinto. Come è giusto che sia. Con la legge di Valentino, invece, il giudice dovrebbe assolvere per tutti e cinque gli omicidi”. (La Repubblica, martedì 2 febbraio 2010). Ma questa è una legge contro il Berlusconi: se un giorno si pentisse, ecco là che i giudici che lo perseguitano potrebbero, per fargli dispetto, non tenere in alcun conto le sue dichiarazioni.

 

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Per la serie "Lo Spirito delle Leggi": Il Luciano Violante volante.

Per la serie Lo Spirito delle Leggi: Il Luciano Violante volante.

 

(su) Silvio Berlusconi (in carne e ossa) e Luciano Violante (in ectoplasma): Si fa largo lidea di un “primato della politica” che vuole, per chi ha il potere, una protezione assoluta e indiscutibile nei confronti del controllo di legalità. (...) Una volontà di creare argini così ferrei da impedire e restringere i “naturali” margini di autonomia interpretativa del giudice. Si vieta ogni interpretazione della legge. Si afferma l’idea di un giudice che si conformi rigidamente alla volontà del legislatore anche a costo di accantonare principi costituzionali, ragionevolezza, buon senso, convincimento logico. Affiora una concezione “assolutistica” del “primato della politica” sulla giurisdizione. (...) Per il sequestro di Abu Omar, Pollari e i suoi si salvano da una condanna protetti da un segreto di Stato opposto dai governi Prodi e Berlusconi con un “paradosso logico e giuridico”: sul sequestro non c’è segreto, ma il segreto impedisce di accertare le responsabilità di chi ci ha messo le mani. Il giudice di Milano osserva che l’iniziativa del governo estende “larea del segreto in modo assolutamente abnorme” trasformando il segreto di Stato in “uneccezione assoluta e incontrollabile allo stato di diritto”. (Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di martedì 2 febbraio 2010). Impossibile riderne. Ma si può almeno ghignare notando che in queste righe il povero Violante non appare che come un piccolo ectoplasma, pressoché invisibile e quasi del tutto ininfluente, rigettato dal mostruoso Leviatano berluscista.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "La moltiplicazione degli Ami e delle Esche": Angelo Bagnasco, Tarcisio Bertone e Vittorio Feltri.

Per la serie "La moltiplicazione degli Ami e delle Esche": Angelo Bagnasco, Tarcisio Bertone e Vittorio Feltri.

Per la serie "La moltiplicazione degli Ami e delle Esche": Angelo Bagnasco, Tarcisio Bertone e Vittorio Feltri.

Per la serie La moltiplicazione degli Ami e delle Esche: Angelo Bagnasco, Tarcisio Bertone e Vittorio Feltri.

 

(su) Dino Boffo (ex direttore de L’Avvenire), Vittorio Feltri (direttore de Il Giornale), Gian Maria Vian (direttore de L’Osservatore romano), Tarcisio Bertone (dipendente di Joseph Ratzinger come cardinale segretario di Stato) e Angelo Bagnasco (dipendente di Joseph Ratzinger come cardinale presidente della Cei, Conferenza episcopale italiana): “Non l’ho incontrato per perdonare. Avevo bisogno di capire chi mi ha ucciso e chi ha armato la sua mano,” confidava ieri Boffo. Al direttore de Il Giornale, l’ex de L’Avvenire non sconta le sue responsabilità per quanto accaduto, ma dal colloquio sarebbe risultato più chiaro lo “scenario” in cui è maturata la vicenda. Ed è uno scenario da corte dei Borgia. Feltri, che il 4 dicembre aveva ammesso l’errore su Il Giornale (“Su Boffo scandalo infondato”), la prende molto alla larga. Non confida alla sua vittima chi gli abbia girato quell’informativa molto sui generis. Ma gli rivolge due domande: “Perché Bertone ce l’ha tanto con te? E perché Gian Maria Vian ce l’ha tanto con te?. (La Repubblica, martedì 2 febbraio 2010). Ci vorrebbe Gesù. Anzi: basterebbe un ginocchio di Gesù (che invece, secondo il Berlusconi, è troppo impegnato a contrassegnare gli ulivi di villa Certosa per occuparsi d’altro). Grazie a Gesù, come si legge nel Vangelo, un sacco di gente, tramutata in porci, andrebbe ad annegarsi da sola. Ma Gesù, se mai è esistito, certo ha fatto niente del genere. Dovremmo, dunque, provvedere noi Italiani.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Silvio Berlusconi (su sé stesso in Israele): Io sono stato vittima per molti mesi di una campagna di stampa che è stata probabilmente la più aggressiva e calunniosa di quante ne siano mai state condotte contro un capo di governo. Aggressioni politiche, mediatiche, giudiziarie, patrimoniali e anche fisiche. Ma gli italiani, che hanno buon senso, mi hanno confermato la loro fiducia. Che è salita al 68%, una percentuale addirittura imbarazzante per il leader di una democrazia occidentale. Per loro hanno contato i risultati concreti della mia azione di governo, che sono stati tanti e importanti. Il mio problema non è il bilancio del passato, che è buono pur con tutti i possibili errori. Il problema è realizzare il sogno del futuro: uno Stato meno invadente, un cittadino più autonomo, più responsabile, più libero. Bisogna riuscire a diminuire la pressione fiscale e a portare l’imposta sui redditi a un livello accettabile, che consenta una nuova amicizia leale fra cittadino e Stato. Questa è la parte finale della mia missione di italiano, di europeo, di imprenditore e di uomo di governo. Non cambierei nulla di quel che sono riuscito a fare. Mi trovo a essere il presidente del Consiglio che ha governato più a lungo nella storia della Repubblica italiana e quindi ho avuto la possibilità di realizzare molte riforme, dalla scuola all’economia, dalla pubblica amministrazione alle infrastrutture, e anche il prestigio dell’Italia sulla scena internazionale è aumentato per i tanti contributi che abbiamo dato alla soluzione di tante situazioni difficili. (La Repubblica, lunedì 1° febbraio 2010). (Su) Silvio Berlusconi in Israele: Ma come farà a essere israeliano con gli Israeliani e palestinese coi Palestinesi? Ad affermare davanti a Netanyahu che bombardare Gaza fu una reazione giusta e due ore dopo, davanti ad Abu Mazen, che le vittime di Gaza sono paragonabili a quelle della Shoah? Zelig si limitava a cambiare forma a seconda dell’interlocutore da compiacere, ma questo è un uomo in grado di cancellare il tempo e lo spazio. Riesce a stare col pilota dell’aereo che sgancia le bombe e nel rifugio sotterraneo con i bombardati. In contemporanea e dispensando a entrambi parole di comprensione. Queste righe non sono mie, non le ho scritte io, le ha scritte su La Stampa del 4 febbraio Massimo Gramellini. (Eugenio Scalfari su La Repubblica di domenica 7 febbraio 2010). Eppure non è difficile fare l’arcitaliano, l’arcisraeliano, l’arcipalestinese e l’arcipagliaccio davanti a tutti senza sentirsi affatto diminuito: basta considerare tutti meno che niente.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Silvio Berlusconi: Berlusconi non candida veline, ma donne giovani e impegnate. In Parlamento la maggiore assiduità la mostrano le donne e, in particolare, le ragazze di prima legislatura. È grazie a loro che il governo realizza il suo programma, meglio loro di tanti maschi in carriera (Gianfranco Rotondi, ex democristiano, oggi pidiellìno e ministro per l’Attuazione del programma come se gli altri, senza di lui, non riuscissero ad attuarlo). Mignottocrazia è selezione del personale politico in base al sexy appeal, e il sistema sembra proseguire. Dopo il Parlamento, anche nei consigli locali approderanno candidate che hanno centimetri di carne nei posti giusti, piuttosto che neuroni nel cervello (Paolo Guzzanti, ex forzaitaliòta, ex pidiellìno, oggi persona per bene). (La Repubblica, lunedì 1° febbraio 2010). George Clooney sarebbe andato a palazzo Grazioli per perorare la causa del Darfur. Ma se ne sarebbe andato presto (senza pronunciare il discorso che si era preparato e senza ricevere, in seguito, un centesimo) perché un po’ esterrefatto dalla numerosa presenza femminile approntata dal Berlusconi. L’episodio, sotto forma di indovinello, è proposto da Lina Sotis sul suo sito. (La Repubblica, domenica 7 febbraio 2010). Si vede che a Clooney piacciono le donne vere, non quelle che sembrano donne al Berlusconi e ai berluscisti.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Candidati a forza (maggiore)": Vincenzo De Luca.

Per la serie Candidati a forza (maggiore): Vincenzo De Luca.

 

(di e su) Vincenzo De Luca (piddìno sindaco di Salerno e candidato alla presidenza della regione Campania): Salerno è la città dell’umanità e della solidarietà. Abbiamo fatto in tanti anni quello che poche amministrazioni possono rivendicare. Abbiamo portato avanti un programma di sicurezza, rivalorizzazione sociale ed economica, di integrazione, di sviluppo e occupazione. Nella nostra città si fa il 75% di raccolta differenziata e abbiamo creato un filo diretto e di collaborazione con le comunità di extracomunitari, a cominciare da quella senegalese che è la più rappresentata. Aiuti alle loro attività economiche, ai ricongiungimenti familiari. Noi abbiamo garantito il lavoro, servizi sociali di buon livello, assistenza domiciliare agli anziani e ai disabili, una significativa programmazione culturale, una battaglia a viso aperto alla criminalità organizzata. Io mi muovo così. Fornisco buoni servizi e pretendo il rispetto delle regole. Per riuscirci servono a poco la poesia e l’accademia. Vorrei ricordare che non ho mai avuto problemi di bancomat e non ci sono state questioni di donne. Io amministro una casa di vetro. Io ho sempre frequentato gli operai (Vincenzo De Luca a L’Unità di lunedì 1° febbraio 2010). Vincenzo De Luca è un combattente e un amministratore che ha dimostrato grandi capacità nel governo della sua città. È diretto, parla al cuore della gente, e sostiene tesi fortemente ambientaliste. Ha detto sì alle energie rinnovabili e no al vecchio nucleare. Ha messo al centro del suo programma la bonifica dei siti inquinati, e una verifica sul numero abnorme di termovalorizzatori previsti in Campania. Ha dichiarato che investirà sul turismo e sulla riqualificazione del territorio, anziché su una nuova e dannosa industrializzazione selvaggia. Insomma: ha dato il via a un progetto serio di green economy per il nostro territorio. È partito bene. (Francesco Emilio Borrelli, commissario dei Verdi della Campania, su Terra di mercoledì 3 febbraio 2010). Un giorno lanciò un calcio a un parcheggiatore abusivo chiudendogli le mani alla schiena. Un’altra volta inseguì, lanciandosi dall’auto di rappresentanza, e infine bloccò un senegalese irregolare. Mondo diviso in due: amici e nemici. Nemici, soprattutto: che diventano “cafoni” o anche “sciacalli”, “iettatori” e “sfaccendati”: “Li prenderemo a calci nei denti e li butteremo a mare, prima che ci scappi un nostro morto”. De Luca parla alla sua città, che governa ininterrottamente dal 1993 (ininfluente una parentesi delegata al suo segretario personale) da una televisione privata, ogni venerdì. E l’inquadratura, da quel giorno, è sempre la stessa: scrivania e libreria. E per finire ha voluto, nella sfida etnica contro i napoletani, una monumentale piazza, non a caso chiamata piazza della Libertà. Colonne e marmi più del Colosseo e soprattutto meglio del Plebiscito di Napoli. Colosso che raccoglierà, quando sarà l’ora, il suo corpo: “Vorrei infine che le mie ceneri fossero conservate proprio lì, al centro della grande piazza”. (Antonello Caporale su La Repubblica di giovedì 4 febbraio 2010). Vaffanculo! (Vincenzo De Luca a un giornalista, secondo La Repubblica di domenica 7 febbraio 2010). Belli, belli, belli le parole e gli accenti ispirati del De Luca da quando è candidato alla presidenza della Campania (a parte il vaffanculo al giornalista, ma si sa: il De Lupa perde solo il pelo, il vizio no). Ma vogliamo ricordare che cosa diceva, invece, il De Luca, e come faceva parlare di sé prima della candidatura? Rinfreschiamoci la memoria: Salerno: quaranta forzuti impediscono, tra schiaffi e scontri corpo a corpo, che si tenga il congresso dei Giovani democratici. Il segretario regionale Michele Grimaldi dice che sono “camorristi fascisti”, sia pur tesserati Pidì. Off the record, come si dice, sarebbero invece i “bravi” del sindaco di Salerno, il democratico Vincenzo De Luca, storico nemico di Bassolino. “Torre del Greco, come tutta la Campania,” dice lassessore comunale Pier Paolo Telese, che propende per Bersani ma non cambierebbe una virgola di quel che dice Ignazio Marino, “è la fotografia del sistema feudale che vige a Napoli e probabilmente a Roma: vassalli, valvassori, valvassini. Geografia identica di un partito amorfo e pieno di lupi voraci”. (Alberto Statera su La Repubblica di giovedì 16 luglio 2009). Mere illazioni? Voci di corridoio? Può darsi. Aggiungiamo, allora, che il “compagno” De Luca è quello che il 19 maggio 2008 ci intimò di smetterla di fare i poeti, perché la maggioranza dei Rom delinque. Quello che il 24 settembre 2008 annunciò telecamere in città non contro i camorristi ricercati che tranquilli vanno a fare shopping il sabato pomeriggio, ma contro i cafoni e i balordi. E quello che Isaia Sales (ex segretario regionale del Pci, ex consigliere regionale, ex deputato, ex sottosegretario al Tesoro nel governo Ciampi, intervistato sulla questione morale da La Repubblica lunedì 22 dicembre 2008) descrive così: Il sindaco di Salerno secondo me è la quintessenza dei capibastone. Ed è schierato con Veltroni, ma è stato allevato da Fassino (e prima da D’Alema) come antagonista di Bassolino. Solo che De Luca, per il quale era stato richiesto l’arresto, si salvò utilizzando l’immunità parlamentare con il consenso di tutti i vertici dei Dièsse, che oggi guidano il Pidì. Doppia morale. Conclusione? Se fossimo in Campania, e dovessimo scegliere tra berluscisti, uddiccìni, bassolìni o deluchìni, preferiremmo affacciarci alla finestra e votar governatore il primo che passa per via. Fosse pure un cane.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Silvio Berlusconi, Ignazio La Russa e Guido Bertolaso: Si sta disossando lo Stato. Mentre si discute di riforme costituzionali, la struttura dello Stato sta infatti cambiando sotto i nostri occhi distratti: lo Stato si sta “esternalizzando” con conseguenze gravi sulla dislocazione del potere e sugli equilibri costituzionali. Negli scorsi giorni, nella disattenzione generale, è stata approvata la creazione della “Difesa Spa”, che centralizzerà gli acquisti e gli approvvigionamenti necessari al funzionamento di tutte le Forze armate in una società per azioni. Analoga operazione verrà discussa e probabilmente approvata in Senato mercoledì prossimo per la creazione della “Protezione Spa”, responsabile di tutte le operazioni di qualsivoglia tipo effettuate dalla Protezione civile. Immaginiamo che altre società sorgeranno nei vari settori della Pubblica amministrazione. Le operazioni di queste nuove entità, la provvista dei fondi necessari, l’accensione di mutui bancari e tutto ciò che è necessario al loro funzionamento saranno disposti mediante ordinanze, veri e propri decreti legge che non approdano in Parlamento ma diventano immediatamente esecutivi. La loro firma spetta al ministro competente o addirittura al presidente del Consiglio e, oltre a scavalcare il Parlamento, scavalca anche il Capo dello Stato. La Corte dei conti interviene più come organo di consulenza che come organo di controllo. (Eugenio Scalfari su La Repubblica di domenica 31 gennaio 2010). Quanti sanno che da quindici giorni l’Italia è in “stato di emergenza”? Colera? Nuove sciagure nel Paese? No: “A seguito del sisma verificatosi nel territorio della Repubblica di Haiti”. Testuale in un decreto del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, emanato in data 13 gennaio 2010 (l’indomani, cioè, del disastro avvenuto all’altro capo del mondo) e immediatamente pubblicato dalla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana. La formale spiegazione della stupefacente decisione è contenuta in una lunga serie di “considerata”: che l’Italia “partecipa alle attività di assistenza e soccorso alle popolazioni colpite” dal terremoto; che la situazione è “in continua evoluzione”, ciò che suppone “la ineludibile esigenza di una continua base di assistenza”; e che bisogna assicurare “l’urgente attivazione di interventi in deroga all’ordinamento giuridico, anche comunitario. (Giorgio Frasca Polara su Terra di domenica 31 gennaio 2010). Ciò che distingue il nuovo Fascismo dal vecchio (a parte lincubazione nella Lega Nord di un nazismo nostrano, che non è necessario importare dall’estero) è soprattutto il fatto che non potendo dichiarare guerre (almeno finché non deflagrerà il cosiddetto scontro di civiltà che attivamente contribuisce ad alimentare) deve e dovrà sempre più sfogare all’interno ― su capri espiatori, per così dire, indigeni ― la violenza che le sue stesse prepotenze alimentano e alimenteranno fino al parossismo. Il cosiddetto “stato di emergenza”, in questo quadro, ben più che un semplice strumento di potere, appare come una sorta di magia cerimoniale, di rito propiziatorio auspice di catastrofi, più o meno naturali o artificiali, da combattere come vere e proprie guerre contro le loro stesse vittime... Cosa? Sì, lo sappiamo che questa rubrica si chiama Meglio ridere, e stavamo appunto per farlo. In che modo? Raffigurandoci il Berlusconi che tra sé e sé pensa al Bertolaso (o al La Russa, o al Gasparri, o a un altro della stessa risma) come al suo ometto. E il Bertolaso che lo sa benissimo, e che tra sé e sé lo vive come una sorta d’interno scodinzolìo che però non può quasi mai godersi in santa pace, perché ha troppa paura che se ne accorgano i suoi ometti. E così via.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Silvio Berlusconi: Dio vede che nel mondo c’è confusione e invia di nuovo Gesù. Ma dopo trentatré anni Gesù non torna in Paradiso. Passano cinquanta, sessanta, cento anni, fino a che Dio sente bussare alla porta e apre. Vede un anziano che gli dice: “Papà, sono Gesù”. E Dio: “Ma io ti aspettavo tanti anni fa...” E Gesù: “Sai, sulla Terra sono cambiate tante cose. La pena di morte è stata abolita, e così questa volta mi hanno dato l’ergastolo. (La Repubblica, sabato 30 gennaio 2010). Non ne sia così sicuro, il Berlusconi. Può darsi che per questo “Gesù” la rimettono, la pena di morte. Specialmente se si accorgono che è uno che ha fatto finta di essere Gesù.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Vennero per suonare e furono suonati": un Ermellino che invece di farsi prendere ha preso. Un ratto.

Per la serie Vennero per suonare e furono suonati: un Ermellino che invece di farsi prendere ha preso. Un ratto.

 

Silvio Berlusconi (ai magistrati che incontrava dopo aver ascoltato la relazione del presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, al quale il governo ha da poco prorogato di un anno il pensionamento): Avete visto? Sul processo breve ha dato ragione a noi! Ah, ma come siete belli con quegli ermellini addosso! (La Repubblica, sabato 30 gennaio 2010). Sarà. Ma tu non vendere la pelle dell’ermellino prima di averlo preso, Berlusconi.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Emma Marcegaglia (presidente della Confindustria): Fino a oggi il governo senz’altro ha fatto il massimo possibile. Il rigore del ministro Tremonti ci ha evitato di ritrovarci come la Grecia. Dove sarebbero andati i conti se si fossero fatti interventi fiscali costosi come, per esempio, la detassazione delle tredicesime? Oggi il rischio è quello dei debiti sovrani: qui non si parla d’altro. Ieri sera, a una cena importante, ci si chiedeva: l’Italia sarà la prossima? La risposta è stata no. Ora bisogna avere pochi e chiari obiettivi, senza interventi spot. In concreto, occorre cambiare ottica e puntare su una riforma di scuola e università, sulla leva fiscale a favore della ricerca, su una semplificazione selvaggia della burocrazia. Per far questo ci vuole però un’alleanza tra le forze sane del Paese e l’opinione pubblica. (La Repubblica, sabato 30 gennaio 2010). E chi sarebbero le forze sane, la Marcegaglia, i padronacci e padroncini amici suoi e il governo degli amici del Dell’Utri? I distruttori della Scuola degli Italiani? I nemici della Costituzione e della Giustizia? Gli smantellatori dello Stato a favore dell’antiStato? Se le forze sane sono queste, meglio il cancro.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Sandro Bondi e Mariastella Gelmini: Bondi si starebbe dedicando anima e corpo al progetto di una nuova fondazione con Mariastella Gelmini. Una fondazione di fedelissimi del Cavaliere, a cui Berlusconi ha suggerito di cambiare il nome (Ad libertatem invece di Erasmus) che nascerebbe il 27 marzo, anniversario della “storica” vittoria del ’94. (La Repubblica, sabato 30 gennaio 2010). Che coppia, il Bondi e la Gelmini. Se si scambiano le parti.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Silvio Berlusconi: Una riduzione degli extracomunitari significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere della criminalità. (La Repubblica, venerdì 29 gennaio 2010). Come fa a sapere che gli Extracomunitari vanno a ingrossare le schiere della criminalità? Per caso sono lui e il Dell’Utri gli addetti alle assunzioni?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Cliccale, se hai coraggio": Le inquietanti curvature di Letizia Moratti e Mariastella Gelmini.

Per la serie Cliccale, se hai coraggio: Le inquietanti curvature di Letizia Moratti e Mariastella Gelmini.

 

(su) Mariastella Gelmini: Con il ministro Gelmini siamo finiti a far di conto e basta. Certamente, non è un beneficio da poco alleggerirsi del fanatismo di chi pretende di insegnarti il tuo lavoro senza averlo mai fatto, ma è una piccola consolazione. Alla fine, tutta la faccenda si risolve in questo dato di fatto: la riforma della Scuola la fanno i ministri economici. Ai ministri della Pubblica Istruzione il compito non facile di fornire un’apparenza di sistematicità ai tagli assestati con l’accetta dai colleghi dell’Economia. (Giuseppe Benedetti su left 4 di venerdì 29 gennaio 2010). Compito non facile, certo, ma graditissimo: basta guardarle per vedere che queste son donne che godono a tagliare.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Uomini mancanti": uno di essi.

Per la serie Uomini mancanti: uno di essi.

 

(su) Walter Veltroni (intombatore della Sinistra italiana ma non in grado accorgersi di esserlo): Mentre il Pidì naviga nel discredito, Veltroni va in giro per quei centri elevatissimi della cultura e della politica nazionali che sono i salotti tv della Ventura e della D’Urso e sospira che “il problema sono gli uomini, ci mancano gli uomini.... (Marcantonio Lucidi su left 4 di venerdì 29 gennaio 2010). Noi, francamente, non lo prenderemmo troppo in giro per queste sue frequentazioni. Certo, sarebbe stato meglio se il livello a lui più consono lavesse scoperto già qualche anno fa.

Ma meglio tardi che mai.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Sergio Chiamparino (piddìno franceschìno sindaco di Torino): Sergio Chiamparino, in una serie di interviste ha proclamato “il fallimento del Pidì” (a Il Riformista), ha disegnato un nuovo soggetto politico, un Ulivo bis (a La Stampa e l’Espresso) e ha fatto balenare una sua candidatura alla leadership nel 2013. (La Repubblica, venerdì 29 gennaio 2010). Traduzione: Mi candiderò alla leadership di un partito fallito e proporrò il partito fallito come perno di un Ulivo bis. Chi non lo trova, più che stupido, grottesco, mi segua.

 

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